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Autore: allanon9    17/05/2010    3 recensioni
Un caso più duro del solito porterà a sviluppi imprevisti. Prima Ff a puntate, buona lettura.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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2° Capitolo.

 

“Lisbon!” gridò Jane già dal corridoio.

“Cosa?” disse lei seduta alla sua scrivania, quando lui mise la testa dentro l’ufficio.

“Abbiamo trovato la madre della vittima, si chiama Maurine Scott.” Le comunicò trionfante.

“E come avreste fatto a trovare la madre se non sappiamo ancora nemmeno chi sia la vittima? I risultati della scientifica non sono ancora arrivati.”

“ Abbi fede Lisbon, vedrai che ho ragione.” E sorrise per la prima volta quel giorno.

Lei roteò gli occhi esasperata. “Andiamo, ho bisogno di te per confermare alcuni punti della deposizione della donna che ha trovato il corpo della bambina.” Gli disse porgendogli il file inerente la donna.

“Prego.” Disse lui facendola passare per prima.

Arrivati nella stanza degli interrogatori Lisbon si rivolse a Cho.

“Cho, Jane ha delle domande per la signora Maine.”

“Accomodati.” Disse quello allontanandosi imperturbabile come sempre.

“Buon pomeriggio signora Maine, sono l’agente speciale Lisbon e questo è Patrick Jane, il nostro consulente.”

“Piacere.” disse la donna ad entrambi.

“Sig.ra Maine potrebbe prendere la mia mano?” le chiese Jane col suo solito sorriso affascinante.

Lei gli porse la mano destra e lui la strinse leggermente con entrambe le sue mani, incatenando i suoi occhi chiari a quelli castani della donna.

“Perché si trovava in cantina ieri sera?” le chiese.

La donna sorrise: “Sono anziana e spesso vado fuori città per lunghi periodi. I vicini mi chiudono le valvole di acqua e riscaldamento, quando sono assente, per evitare brutte sorprese. Avevo freddo nonostante il termostato fosse al massimo, quindi ho pensato che magari la valvola del gas potesse essere chiusa e sono scesa a controllare.”

“Ed era chiusa?” domandò Jane con la voce calda e morbida. Teresa lo guardò di sottecchi, si sorprendeva sempre di questo suo lato…spirituale? Si, si poteva dire così.

“Non lo so, ho visto quel corpicino straziato e…” non riuscì a finire di parlare che la voce le si spezzò.

“Va tutto bene, sig.ra Maine. Grazie, può andare.” Le disse dandogli un colpetto sulla mano.

Poi aggiunse: “ Non lasci che il suo dolore la allontani da chi la ama.”

La donna aprì la bocca e poi la richiuse, lacrime brillavano nei suoi occhi.

“Lei è un sensitivo sig. Jane?” gli chiese.

Lui sorrise.

“No, i sensitivi non esistono.” Disse uscendo dalla saletta.

“Uhm, sig.ra Maine aspetti qui l’agente Cho, le farà firmare la deposizione e poi potrà andare.” Disse Lisbon prima di seguire il suo consulente.

Nel corridoio lo colpì su un braccio.

“Ahi!”

“Quante volte devo dirti che non hai l’autorità per lasciare andare i sospettati?” lo rimproverò.

“Ma lei non era una sospettata, comunque scusa non ci ho fatto caso.” Le rispose.

“E la frase finale cosa diavolo voleva dire?” gli chiese ancora arrabbiata.

“Ah, sì.” Rispose Jane con un sorriso un po’ tirato.

“Ha perso qualcuno di recente, è vestita di nero come usano le persone anziane quando sono in lutto. E’ vedova da vent’anni, lo so dal file che mi hai dato prima, per cui ho pensato che magari ha perso un figlio ed è ai ferri corti con la nuora ed i nipoti.” Fece spallucce. “La sua solitudine è tangibile come il suo dolore, i suoi occhi sono come un libro aperto.”

“E tu, da bravo supereroe hai voluto provare a consolarla.” Disse lei canzonandolo per alleggerire il momento.

Lui si schernì: “Nah!”

E insieme si diressero al cucinino, dove li trovò Hightower.

“Agente Lisbon ho qui i risultati della scientifica. La bambina è morta inseguito ad una botta in testa, è stata sgozzata dopo la morte. Sul medaglione trovato dal sig. Jane al collo del cadavere, c’era scritto il nome della vittima: Annelise Scott. Questo nome corrisponde nel database delle persone scomparse. Datevi da fare.” Disse la donna col suo solito tono severo e sbrigativo.

“Sarà fatto signora. Ci mettiamo subito all’opera.” Disse Teresa, prendendo la cartellina che le porgeva il suo capo.

“Buon lavoro allora.” Disse allontanandosi non senza aver dato un’ occhiata a Jane.

Lui gli sorrise in quel suo modo affascinante e Teresa si vide costretta a dargli un colpetto sul braccio.

“Jane, lei ti piace!” esclamò accusatoria.

“Cosa? No, è molto brava nel suo lavoro e mi intriga parecchio. La sto ancora studiando.” Disse lui senza sorridere.

Teresa roteò gli occhi.

“Andiamo da Van Pelt.”

Grace fece la sua ricerca e confermò i sospetti di Jane di quella mattina, Annelise era figlia di Maurine Scott.

“Andiamo ad interrogarla Jane.” Disse Teresa esasperata.

Grazie di cuore per i commenti a Cifri e Sasita.

 

  
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