CAPITOLO
QUINDICESIMO
IL VECCHIETTO E LE
AQUILE
E
NAVIGANTES
(17 febbraio 3019, Lòrien)
- Guarda
qua. Volantini ovunque.- Ikar strappò da un albero l’ennesimo foglio con
l’avviso lasciato da Vanamir prima della partenza.
Al suo
fianco camminava maestoso Gwaihir, il Signore delle Aquile, e, accanto a lui,
Gandalf il Bianco. Come Ikar aveva sempre pensato, le vesti bianche gli stavano
decisamente meglio di quelle grigie. Sì, non c’erano proprio dubbi in
proposito.
- Allora,
Ikar, cosa farai adesso?- chiese Gwaihir con voce possente.
L’Aquila
nera e viola scosse la testa
- Ad
essere sincera non lo so. Credo che potrei andare a cercare
- Quel
ragazzo, Andael. E chi penso che sia, non è vero?-
- Non so
cosa pensi, capo. Se pensi che sia un emerito imbecille, un fannullone
dichiarato, un imbranato apocalittico e un possibile distruttore della Terra di
mezzo… beh, allora probabilmente hai ragione. Comunque, sostengo che prima o
poi qualcuno dovrà dirgli di suo padre. Non possiamo mandarlo a zonzo per mezzo
continente solo per scoprire che…-
- Sì,
sì.- la bloccò Gwaihir (conquistandosi l’odio del lettore medio, che era sul
punto di scoprire il grande segreto che ormai celiamo da svariati capitoli!) –
Lo so.- poi cambiò argomento all’improvviso. Fissando
- NO!-
esclamò Ikar, palesemente sconvolta – cioè… assolutamente NO. E’ già difficile
viaggiare con lui senza prenderlo a beccate dalla mattina alla sera! No, capo,
non guardarmi in quella maniera. Ho detto di no!-
Gwaihir
rise in silenzio
- Va
bene, va bene. Allora vai. Vai a cercare il tuo protetto, e continua a vegliare
su di lui, come sempre hai fatto.-
Ikar
sorrise:- senza dubbio alcuno, capo. Volo, vinco la guerra, e torno.-
Ma non
disse per chi aveva intenzione di
vincere la guerra.
(Lungo il corso del Grande Fiume.
Barchetta uno)
-
Vanamir, non sporgerti.-
Aragorn
afferrò il compagno per il mantello e lo costrinse a sedersi
- Se non
la smetti ti uccido.- lo minacciò, sull’orlo di una crisi di nervi
- Oh, mi
piacciono i fiumi!- esultò Konstantin, che giocherellava con una mano in acqua
– le barchette un po’ di meno, ma non importa. Andael!- chiamò, voltandosi
verso l’altra barca – come va’ il viaggio dalla vostra parte del fiume?-
Parecchie
onde più in là, l’apprendista gridò una risposta. Evidentemente, non abbastanza
forte.
- Andael!
Non riesco a sentirti!-
-
Aspetta! Guarda che forza!-
Konstantin
attese. Qualche secondo dopo vide due nere colonne di fumo alzarsi dall’altra
barca. Non comprese subito. Ma Aragorn sì. Aragorn comprese subito.
E imprecò
(Barchetta due)
Il fuoco
divampò nel momento esatto in cui Andael ebbe finito di pronunciare le formule
magiche. Grattandosi perplesso il mento, l’apprendista cercò di capire cosa
avesse sbagliato nel suo incantesimo.
- Andael,
che hai combinato?- esclamò Legolas, non appena le fiamme ebbero raggiunto un’altezza
considerevole
- Niente!
Ho solo acceso un piccolo falò!- si scusò il giovane
- E per
quale sconsiderato motivo l’hai fatto?-
- Beh, mi
serviva un fuoco, altrimenti come potevo comunicare con Connie, sull’altra
barca? Mi insegnate che urlare attira l’attenzione degli Orchi, quindi ho
ripiegato sul sistema più sicuro, semplice e vecchio del mondo: i segnali di
fumo!-
- E far
scoppiare un incendio ti sembra un buon metodo per passare inosservati? Gli
Orchi vedranno le colonne di fumo da miglia di distanza!- tuonò Gimli – ah,
datemi la mia ascia, devo ammazzare questo pazzo furioso!-
Andael
sorrise angelicamente. Borbottò qualcosa come “posso rimediare” e si mise ad
agitare le mani di fronte a sé, mormorando una formula che aveva un suono
piuttosto scemo, tipo “squueck bech na
beck beck, tek, allak, vecchiak fattoriak”
(Barchetta uno)
- Adesso
lo ammazzo.- dichiarò Boromir – scendo dalla barchetta e lo ammazzo.-
- Sempre
così drastico.- sospirò Konstantin – Ma ti rilassi, ogni tanto? Hai provato con
lo yoga?- detto questo incrociò le gambe e prese ad emettere una specie di
“ohm” dalla bocca
- Mi
correggo. Prima ammazzo lei, poi scendo dalla barchetta e ammazzo Andael.-
Aragorn
aguzzò la vista, lasciandosi alle spalle i battibecchi dei due quasi-innamorati.
L’altra
barchetta aveva smesso di emettere fumo, anche se la maggior parte degli
uccelli che, inavvertitamente, le finiva vicino, viravano all’improvviso o
crollavano nel fiume, parzialmente confusi. Nel momento in cui il vento cambiò
direzione, i compagni della barchetta uno percepirono un penetrante odore di
escrementi.
(Qualche ora dopo…)
Vanamir
si rotolava per terra, ridendo come un matto
- No, ti
prego, raccontami ancora una volta come vi siete ritrovati sommersi dalla
merd…-
Andael
fece crocchiare le dita, lanciando uno sguardo colpevole in direzione di
Legolas e Gimli.
- Beh, ho
solo tentato di spegnere le fiamme con l’incantesimo dell’acqua. Evidentemente
però ho pronunciato male qualche sillaba… e ho evocato dal nulla una vera e
propria valanga di…-
-
Chiaro.- lo bloccò Aragorn – Spero solo che l’odore sparirà presto.-
Andael
annuì, entusiasta:- non ho mai evocato nulla che durasse per più di un giorno.-
- Però la
montagna di sterco non è scomparsa.- rilevò Legolas
- Beh,
non è più sulla barca, almeno. Ammettetelo, il mio incantesimo ha funzionato,
per una volta! Sono riuscito teletrasportare altrove tutta la cacca!-
- Spero
davvero che quella montagna di robaccia sia arrivata in un posto isolato.-
-
Assolutamente.- assicurò Andael – ne sono fermamente convinto.-
In quel
preciso istante, in un luogo abbastanza lontano, i Nazgul ricevettero una
sorpresa piuttosto sgradita. Ma noi non ci soffermeremo oltre sulle loro
fantasiose imprecazioni e sulle loro reazioni non proprio da nobel per la pace
e l’educazione.
Gli
Hobbit si erano presto addormentati, stanchi per il viaggio, mentre Gimli e
Legolas ancora tentavano di levarsi di dosso l’odore di… beh, sapete benissimo
di cosa! Aragorn era molto indaffarato per mantenere vivo il fuoco da campo,
mentre Vanamir s’impegnava con tutte le proprie forze per rendergli l’impresa
pressappoco impossibile. Con un elenco del genere ad inizio paragrafo, sapete
adesso cosa vi attende, vero?
- Noi due
non abbiamo ancora raggiunto un accordo.-
Ci fu un
lungo silenzio imbarazzante.
Poco
lontani dall’accampamento principale, Konstantin e Boromir stava parlando. O,
per meglio dire, lei stava parlando, mentre lui sembrava molto più interessato
alle ramificazioni concentriche all’interno di una sezione di ramo. E questo è
grave.
- Un
accordo, Konstantin?- le chiese, perplesso – in merito a cosa?-
-
Indovina.- sbuffò la ragazza, prima di inciampare in una radice nascosta e
capitombolare addosso al compagno di missione – Stupida pianta.- bofonchiò –
Comunque. L’ultima volta che ci siamo confrontati sul tema “sentimenti
reciproci” hai tirato un pugno ad Andael. Questo significa che siamo tutti
tranne dotati di equilibrio.-
- Non è
una novità. E comunque ho un chiaro ricordo di te che dici “La pianto di fare
la scema con Andael.”. Mi sembra un buon compromesso.-
- Ok. E
questo sistema il mio rapporto con Andael. Mi spieghi allora a quale
conclusione siamo giunti riguardo noi due?- Konstantin sospirò: detestava
girare intorno alle cose. – insomma, non può essere tutto così complicato!
Sembriamo due dotti intenti a scrivere un saggio sull’amore, e invece siamo
solo due persone che devono capire se stare assieme o meno. Valar! Ma com’è che
riesci a rendere tutto così complicato?-
Boromir
sospirò a sua volta, accarezzando i capelli di Konstantin
- Credo
che non sia il caso di… di fare niente, assieme. Non fraintendermi. E’ stato
davvero bello stare con te, in questi giorni. Ho provato per te qualcosa che
non avevo mai provato per nessuno. Ma sei la moglie di mio padre. E non voglio
che questa cosa fra noi combini più disastri di quelli che già ci aspettano,
quando torneremo a Minas Tirith. Credo che sia il caso di smetterla… prima di
abituarci troppo al… reciproco affetto.-
Era un
discorso lungo e terribilmente complicato, che nessuno dei due aveva voglia di
affrontare. Straordinariamente, Konstantin reagì bene.
- Sono
stata buona, con te.- sì, beh, relativamente bene – Ho avuto pazienza. Ma
adesso a te l’ultimatum. Amanti o perfetti sconosciuti? Io non posso sopportare
oltre questa relazione… mezza relazione… un quarto di relazione o cosa diavolo
è.-
Boromir
resse lo sguardo della ragazza. Una decisione complicata. No, non complicata
nel senso che guardare Konstantin può essere difficile, bensì… oh, avete
capito, vero? Altrimenti vi denuncio per palese inosservanza delle leggi sulla
minima intelligenza obbligatoria per leggere le fanfic! Attenzione, eh. Non
scherzo!!
FINE
CAPITOLO QUINDICESIMO
Ma tu
guarda… ma quanto danno da studiare, questi professori maledetti?
Eccoci
con un altro capitolo di Andael, ed è incredibile che lui non abbia fatto
saltare per aria
Ringraziamenti
Loli89: sì, beh, sono piuttosto lunatica
e ci sono momenti in cui odio tutto quello che scrivo, come ci sono i momenti
in cui ne sono entusiasta. Poco male. Anche se credo che non avrei avuto il
coraggio di “distruggere” Andael. Kisses!!
CHARY!