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Autore: Quiyu    17/05/2010    8 recensioni
Ciao a tutti, siamo Yuko chan e Quistis18, ed abbiamo deciso di unirci e scrivere una storia tanto per torturare un pò Sasuke! Speriamo possa piacervi e vogliate seguirci in questo nostro piccolo delirio ^^!
Sono cresciuti insieme, come migliori amici, come due fratelli.
Il loro legame è saldo, indissolubile. I loro sentimenti sono profondi, come l'amicizia che li lega.
Ma piano questi sentimenti, si trasformano, diventano più profondi, molto più forti di una semplice amicizia.
Unico problema, riuscire a far capire ad un dobe, quello che
si prova realmente per lui.
Questa è la missione di Sasuke, riuscire a conquistare il suo dobe,
e tenere lontani tutti i malintenzionati che tentano di portarglielo via.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La Stagione della Caccia è Aperta

 

 

Si rigirò nel letto ancora una volta, non aveva nessuna voglia di aprire gli occhi. Avrebbe dormito ancora cinque minuti, non sarebbe stato di certo quel raggio di sole dispettoso a riportarlo alla realtà, si stava troppo bene fra le coperte, sarebbe ricaduto nel mondo dei sogni avvolto in quel caldo abbraccio che lo avvolgeva.

Già un caldo abbraccio. Mugolò soddisfatto, mentre si stringeva ancora di più alla sua fonte di calore decisamente incurante di chi mai potesse essere.

Ma le cose non vanno mai come ci si aspetta, e lentamente, anche se avrebbe di gran lunga preferito rimanere addormentato in quel caldo letto, totalmente ignaro di ciò che lo circondava, la sua mente prese a uscire dalle nebbie della notte,da quel mondo di sogni che gli aveva tenuto compagnia fino a quel momento. Minuto dopo minuto tornava lucido.

Si forse sarebbe stato sicuramente meglio tornare a dormire, ora non era più sereno come pochi istanti prima, l’agitazione aveva invaso il suo intero essere. Contro voglia si fece coraggio e decise di aprire gli occhi, due iridi cristalline osservavano spaesate tutt’intorno a loro, anche se sforzava la mente non riusciva a ricordare dove si trovasse, ma la cosa che lo metteva più in agitazione era il corpo tonico a cui era avvinghiato, un bel corpo da quello che poteva sentire, ma non ricordava di chi fosse; sicuramente doveva esserci una ragione precisa sul perché si trovasse in una camera che non era la sua, con uno sconosciuto, si assolutamente doveva fare mente locale e ricordare cosa avesse fatto la sera precedente.

Sbuffò irritato, accadeva sempre così al mattino, ci volevano diversi minuti per riprendersi del tutto e riuscire a ragionare a mente lucida, sicuramente al secondo caffè e dopo due o tre ciotole di ramen, tutto sarebbe stato più chiaro, ma sicuramente in quel momento in una casa a lui sconosciuta, di certo non avrebbe trovato del ramen, del caffè forse sì, quindi prima di tutto avrebbe dovuto svegliare il suo compagno di letto, in seguito scoprire chi era, anche perché non riusciva a vederlo in volto, per quanto fossero avvinghiati l’uno a l’altro, in una strana posizione che batteva tutte le leggi della fisica, il suo viso era nascosto da un soffice cuscino.

Tentò in tutti i modi di districarsi facendo il meno rumore possibile, ma era contro la sua natura riuscire a rimanere calmo per più di cinque minuti, così quando si ritrovò a cadere pesantemente sull’altro ragazzo, le loro gambe ancora intrecciate, una voce che sembrava essere appena giunta dall’oltretomba gli giunse alle orecchie:

-Insomma dobe, spiegami che cosa stai combinando, ora non sei più neanche capace di alzarti dal letto?-

Dobe? Decisamente quella voce irritata la conosceva più che bene, e poi c’era solo una persona al mondo che insisteva e persisteva a chiamarlo dobe, lentamente, si girò verso il giovane steso accanto a lui, e con sguardo perplesso chiese:

-Teme cosa ci stai facendo nel mio letto, o meglio perché siamo in questa posizione alquanto sconveniente?

Iridi scure come la notte fulminarono il proprietario di quella voce squillante che lo aveva riportato dal mondo dei sogni alla realtà in maniera tanto brusca, -Dimmi dobe, non ti ricordi nulla della notte scorsa? Di cosa è accaduto e del perché entrambi siamo nella camera degli ospiti a casa di Gaara?-

Gaara, camera degli ospiti, lentamente il sonno stava scivolando via dalla mente di Naruto per riportare alla luce i ricordi e gli avvenimenti della giornata precedente, lui che andava da Sasuke lo trascinava a casa di Gaara e poi tutto il discorso, e lo stato di shock dei due Uchiha, infine gli ultimi battibecchi con il teme prima di andare a dormire.

-Ovvio che mi ricordo perché siamo qui, che domande fai-affermò indignato, -però non hai risposto al perché siamo in questa posizione alquanto sconveniente, non è che mi hai fatto qualcosa mentre dormivo eh teme?-

Il volto del più giovane degli Uchiha si imporporò lievemente, con tutto l’autocontrollo che possedeva cercava di dissimulare il suo imbarazzo, ovviamente non aveva fatto nulla a quello stupido del suo migliore amico, ma quando se lo era ritrovato completamente avvinghiato a dosso mezzo nudo un centinaio di immagini differenti e tutte decisamente poco caste erano passate per la sua mente, al ricordo il volto si fece ancora più rosso. Dentro di se sperava che il suo biondo  amico non se ne accorgesse, in quel preciso istante non era in grado di dargli una spiegazione convincente, -Ovvio che non abbiamo fatto nulla, come potrei fare qualcosa con un pazzo che mi si avvinghia addosso e mi sbava pensando che io sia una ciotola di ramen.- buttò giù lì, sperando di distogliere l’attenzione del ragazzo sul perché fossero avvinghiati insieme, e soprattutto dal suo evidente imbarazzo.

Naruto stava per rispondergli indignato che lui non sbavava sulle persone, quando la sua attenzione venne attirata dal suono di un cellulare, perplesso domandandosi chi mai potesse chiamarlo a quell’ora del mattino si precipitò sui suoi vestiti alla ricerca dell’oggetto. Quando finalmente lo ebbe trovato, con un sorriso stampato in faccia si apprestò a rispondere.

Sasuke dal canto suo continuava ad osservare il ragazzo, un po’ perché non gli sarebbe ricapitata tanto presto l’occasione per ammirare il dobe seminudo, secondo era curioso di sapere chi potesse essere la persona che lo aveva chiamato, anche se un’idea in mente l’aveva di sicuro, un nome che lo mandava su tutte le furie al solo pensarlo. Improvvisamente la voce di Naruto lo riscosse dai suoi pensieri, ancora intento a parlare con il suo interlocutore:

 

-Ma come è già così tardi?Pensavo fosse molto prima, non mi ero reso conto di aver dormito tanto, ma non preoccuparti arrivo subito, tempo mezz’ora e sono da te.- Detto questo riagganciò il telefono e si precipitò in bagno, mentre una frase giunse alle orecchie di Sasuke: -con te finiamo di parlare dopo, ancora non mi hai spiegato perché eravamo in quella situazione ambigua.-

Sul volto dell’Uchiha comparve un’espressione decisamente scocciata, possibile che quel dobe si dovesse impuntare sulle cretinate, si lamentava per una posizione ambigua, lui che cosa avrebbe dovuto dire visto che quello che era il suo dobe si era portato a letto tutta la fauna maschile che popolava Konoha, escluso Sasuke stesso ovviamente.

 

Venne riportato alla realtà da un Naruto bagnato, avvolto solo da un piccolo asciugamano, che frugava curioso negli armadi di Gaara domandandosi se il rosso avesse qualcosa di carino da prestargli per quel giorno.

 

-Cosa devi farci con qualcosa di carino, ti ricordo che oggi è domenica e non lavori .-

 

-So perfettamente che giorno è oggi teme, solo che mi devo vedere con Kakashi alla stazione, non posso di certo andare con quei vestiti sfatti e umidi.-

 

-Hai un appuntamento con lui oggi?- domandò il moro cercando di nascondere l’irritazione.

 

-Non proprio, devo solo salutarlo.- rispose soprappensiero Naruto, poi gettò uno sguardo alla sveglia sopra uno dei comodini e sbiancò –devo solo salutarlo e sono terribilmente in ritardo non arriverò mai alla stazione fra mezz’ora.-

 

Sasuke in quel momento non seppe perché lo avesse fatto, forse per rimanere ancora un po’ con il dobe, forse per una sua vena masochistica, o forse per lanciare sguardi assassini su quel ladro di dobe che era Kakashi, ma mentre sentiva il biondo affermare che sarebbe arrivato in ritardo, esclamò : -ti accompagno io con la macchina, ieri la tua è rimasta in azienda e siamo venuti con la mia, se vai a piedi non arriverai mai in tempo .- 

 

Il sorriso che il biondo gli rivolse lo mandò letteralmente in confusione, era il più bello e dolce che il biondo gli avesse mai rivolto.

Forse lo aveva fatto anche per ricevere uno di quei sorrisi.

 

 

 

Il viaggio in macchina verso la stazione dei treni fu veloce e silenzioso, unico rumore ad intaccare quella strana armonia che si era creata fra i due ragazzi era la radio accesa e le parole di una vecchia ballata irlandese che riecheggiavano per l’abitacolo.

Giunti alla stazione, Sasuke si era offerto di aspettarlo per poi riaccompagnarlo a casa di Gaara. Nuovamente come ricompensa un sorriso e un grazie sussurrato, prima che il giovane sfrecciasse fuori dalla macchine per raggiungere il suo amante.

 

 

Con le iridi scure il giovane Uchiha seguiva ogni mossa del dobe, forse non avrebbe dovuto vederli, spiarli mentre si incontravano, ma non aveva potuto farci nulla, anche se faceva male al cuore doveva riuscire a capire cosa avesse attirato tanto Naruto verso quell’uomo, non poteva essere solo la differenza di età, il fascino di uscire con un uomo maturo; doveva esserci sicuramente dell’altro.

Osservò Naruto raggiungere l’uomo dalla folta chioma argentata, abbracciarlo e sorridergli, poi le loro labbra si erano sfiorate in un dolce bacio, infine un ultimo saluto prima che il capotreno annunciasse la partenza.

Osservava attentamente il dobe salutare con un sorriso leggermente malinconico il suo compagno, e rimanere sulla banchina della stazione finché l’ultimo vagone del treno non era svanito oltre l’orizzonte.

 

Quando si accorse che il biondo si stava dirigendo fuori della stazione, si allontanò velocemente per non essere visto, preferiva farsi trovare nella sua auto, sicuramente non avrebbe saputo come giustificare la sua presenza lì, a spiarli in quello che doveva essere un momento intimo solo fra lui e Kakashi.

 

Il viaggio di ritorno verso l’abitazione di Gaara fu più lungo del previsto, come fossero spuntate dal nulla centinaia di macchine avevano procurato ingorghi e traffico in ogni via conosciuta della città.

Entrambi i ragazzi erano ancora in silenzio mentre la radio mandava una dopo l’altra vecchie canzoni rock degli anni settanta.

Con sguardo malinconico Naruto osservava il paesaggio scorrere lento fuori dal finestrino, una mano a sorreggere il bel volto ambrato. Se non fosse stato costretto a rimanere concentrato nella guida, Sasuke avrebbe passato ore ad osservarlo per quanto era bello, poi come se una forza s’impossessasse di lui, contro la sua volontà domandò:

 

-Tornerà presto?-

 

Lentamente, iridi cristalline si posarono sul moro, perfettamente consapevoli a chi si stesse riferendo l’Uchiha:

 

-Dipende, bisogna vedere se mio padre avrà ancora bisogno del suo aiuto, se no rimarrà ad Oto a gestire lo studio che abbiamo lì .-

 

-Deve essere difficile gestire una relazione a distanza .- affermò l’Uchiha -il non potervi vedere tutti i giorni, è vero che ci sono i telefoni e i social network, ma il contatto fisico è un’altra cosa, un bacio, una carezza ...-

 

Una risata allegra interruppe improvvisamente il discorso di Sasuke:

-Hai ragione teme, una volta sarebbe stato un problema, ma ora no, anche perché io e Kakashi non stiamo più insieme da anni, da quando lui si è trasferito a Oto, siamo rimasti molto legati, molto amici, ma l’amore quello non c’è più, né da parte mia né da parte sua .-

 

Non stavano insieme? Una venetta sulla tempia dell’Uchiha prese a pulsare pericolosamente, e lui aveva sofferto come un cane in quei giorni per poi scoprire che il dobe e quel tizio non stavano insieme, sinceramente in quel momento non sapeva cosa fare se esultare perché non aveva più un rivale pericoloso, o buttare Naruto giù dalla macchina in corsa, sperando che un camion lo investisse.

Scosse la testa sconsolato domandandosi come aveva fatto ad innamorarsi perdutamente di un dobe del genere, ma nuovamente venne riportato alla realtà da Naruto, visto che erano giunti a destinazione,  gli domandava curioso:

 

-Ehi teme ma quelli che stanno entrando dentro casa di Gaara non sono gli amici folli di tuo fratello? E spiegami perché Deidara ha una scorta di bombe a mano .-

Un brivido percorse la schiena del minore degli Uchiha, in un attimo l’irritazione che aveva provato nei confronti del biondo era svanita per lasciare posto alla preoccupazione e all’ansia, sembrava che suo fratello avesse preso decisamente male le rivelazioni di Gaara e Naruto la sera precedente.

Sasuke in cuor suo sperava sinceramente che non creassero troppi problemi in città, se non chi lo stava poi a sentire suo padre, lui e le sue tiritere su l’orgoglio e il buon nome della famiglia.

 

 

 

 

***

-Mappa?-

-Presa-

-Bussola?-

-Presa-

-Navigatore satellitare?-

-Percorsi installati-

-Armi?-

-Prese e cariche-

-Piano d’azione?-

-Che cazz..? Okok , imparato-

-Ripeti-

-Vai, trova, colpisci, nascondi prove, e torna-

-Perfetto! Direi che è tutto pronto ragazzi, possiamo andare-

-Solo una domanda Itachi-

-Dimmi-

-Che cazzo ti sei messo addosso?!-

-Il mio abito migliore perché? Devono capire con chi hanno a che fare quei miserabili!-

-Sì ok.. ma sembri un boss della mafia italo americana vestito così...-

-Meglio! Incuterò loro paura e terrore! Capiranno che enorme sbaglio hanno fatto a mettersi sulla mia strada! Hahahahahah!-

 

Lo sguardo che ricevette in risposta non riuscì a demoralizzare il suo spirito.

Era pronto, avrebbe trovato ed eliminato tutti quei miserabili che avevano anche solo osato sfiorare il SUO Gaara! Parola di Itachi Uchiha.

 

-Aniki, che diavolo stai combinando?-

Sasuke lo aveva raggiunto dopo averlo visto fuggire dall’appartamento di Gaara diretto al parcheggio con i suoi folli amici. Sembravano pronti per andare in guerra.

 

-Otouto! Giusto in tempo! Ti va di unirti a noi? Stiamo andando in spedizione punitiva-

-Prego?-

-Hai capito benissimo! Che fai? Ti arruoli?-

 

Ci pensò un po’ su, veramente poco ad essere sinceri, prima di asserire ghignando -passa qua il fucile!- e saltare con gli altri su una delle jeep preparate per l’occasione.

 

-Bene!- sorrise allegro, posizionandosi in piedi sul sedile e rivolgendo un dito alla strada -ora che anche Sas’ke si è unito a noi siamo pronti! Che la caccia abbia inizio!!!- urlò.

 

Kakuzu diede gas, ghignando mentre vedeva Itachi cappottarsi sul sedile borbottando frasi indistinte. Colpa sua che se ne stava in piedi come un cretino, si disse, aumentando la velocità.

Poco dietro la jeep che ospitava Itachi Kakuzu, Hidan e Kisame vi era quella che ospitava Sasuke Deidara Sasori e Zetsu.

 

Dalla finestra Gaara e Naruto osservarono il gruppo partire tra risate e vaneggiamenti vari, e sbuffando decisero di ignorarli categoricamente. Se la polizia fosse venuta da loro per chiedergli qualcosa, loro avrebbero tranquillamente fatto finta di non conoscere quella mandria di svitati miliardari.

 

-Gaara, capisco Itachi che ormai è andato fuori di testa, ma secondo te perché anche Sasuke l’ha seguito? Non pensavo fosse così solidale con il fratello- borbottò sovrappensiero Naruto, mentre si dirigeva in cucina a preparare un tea, a volte quel teme non lo capiva proprio.

 

Gaara fissò la schiena del suo amico biondo con uno sguardo compassionevole. Possibile che quel baka non ci fosse ancora arrivato? Anche uno stupido avrebbe capito che Sasuke non aveva seguito Itachi per aiutarlo, bensì per lo stesso scopo che animava il fratello. Ma infondo quelli non erano problemi suoi, che ci pensasse il piccolo Uchiha a far aprire gli occhi a Naruto.

-Non so. Ma infondo gli Uchiha sono tutti degli idioti integrali, meglio non cercare di capirli troppo-

-Mhh, hai ragione-

 

***

 

-Ho detto destra! Sicuro che il tunnel fosse quello? A me sembra che stiamo girando intorno così!-

-Deidara, taci- sibilò Sasori –lascia che ci pensi Sasuke a leggere il navigatore e Zetsu a guidare, se fosse per te a quest’ora saremmo in Cina-

-Dici?- sorrise contento il biondino, mentre il suo ragazzo si schiaffava una mano in faccia sempre più stressato.

Sasuke li stava ignorando bellamente, troppo intento a leggere il navigatore. Non voleva sapere come quel folle di Itachi fosse riuscito ad entrare in possesso degli indirizzi di alcuni degli ex di Gaara, ma doveva assolutamente sapere se aveva trovato anche quelli degli ex di Naruto. Aveva proprio bisogno di sfogarsi infondo. Dopo aver penato tanto per una storia che neanche esisteva, se ci ripensava gli veniva un nervoso!

 

-Siamo arrivati! Accosta!- gridò contento Itachi. Finalmente avevano raggiunto il loro primo obbiettivo.

 

Sceso dalla jeep venne subito raggiunto da suo fratello, ma lo bloccò prima ancora che aprisse bocca, infondo sapeva già cosa voleva chiedergli –tranquillo otouto, facciamo un ex a testa! Il prossimo a cui daremo la caccia sarà uno degli ex di Naruto, poi uno degli ex di Gaara e via di seguito finché non li elimineremo tutti!-

Sasuke sorrise compiaciuto, ora sì che si cominciava a ragionare!

 

Braccare il povero sventurato, costringerlo ad uscire allo scoperto ed infine inseguirlo e catturarlo fu un gioco da ragazzi per gli Akatsuki.

-Bene bene bene- sibilò contento Itachi fissando il suo obbiettivo e scrocchiandosi le dita nel frattempo –hai qualcosa da dire in tua discolpa, mhh?-

 

Il poveretto lo fissò impaurito, passando lo sguardo dal rasoio che aveva in mano Itachi ad Itachi stesso, prima di dire l’unica cosa sbagliata che lo condannò definitivamente –ma fu Gaara a sedurmi!-.

Il ghigno che aumentò sinistro sul volto dell’Uchiha non prometteva nulla di buono. E difatti l’unica cosa che seguì quella sbagliata confessione furono le urla del poveretto che chiedeva pietà.

 

-E questa è fatta! Andiamo dal prossimo!- disse allegro, mentre dava fuoco ai capelli tagliati della sua vittima. Ora, pelato, di sicuro nessuno avrebbe più guardato quel tipo. Certo, lui avrebbe voluto fargli di peggio, ma l’idea era stata di Sasori e a detta del rosso era un buon modo di vendicarsi e non finire in prigione. Ed infondo, non aveva tutti i torti!

 

La giornata passò allegra per la combriccola, un po’ meno per le vittime.
Arrivata l’ora di cena, mentre si apprestavano ad andare a mangiare, Hidan disse che gli avrebbe raggiunti al più presto ma doveva prima fare una cosa. Anche se un po’ sospettosi, decisero di precederlo.

 

Con passo furtivo, l’albino si avvicinò al navigatore satellitare nella jeep dove viaggiava Itachi. Su quello erano segnati gli indirizzi degli amanti di Gaara, mentre sul navigatore della jeep dove viaggiava Sasuke vi erano quelli di Naruto. Ma a lui erano proprio gli amanti di Gaara ad interessare.

Velocemente lo attivò, cominciando poi a scorrere la lista finché non raggiunse il suo obbiettivo, un indirizzo che conosceva fin troppo bene: il suo!

Anni addietro aveva incontrato Gaara in una discoteca e non ci aveva pensato due volte ad andarci a letto. Era stata una bella nottata, una delle classiche da una botta e via certo, ma chi se lo aspettava che in un futuro prossimo questo avrebbe segnato la sua vita? Perché ne era certo, se Kakuzu ed Itachi lo avessero scoperto, di sicuro non si sarebbero limitati a tagliargli la chioma.. noo, visto che lui non era stato uke, bensì quella volta ad esserlo fu proprio il rossino. E questo, era meglio che l’Uchiha non lo non venisse mai a scoprire!

 

-E’ inutile che cancelli gli indirizzi, li ho imparati tutti a memoria- sibilò la voce di Itachi alle sue spalle, facendolo gelare sul posto.

-Ecco.. i-io.. non è come sembra!-

-Quando ho letto il tuo indirizzo, Hidan, ho pensato che forse era stato l’inquilino che lo abitava prima di te a farsi il mio Gaara.. ma visto con quanto accanimento ti sei messo a cancellarlo, devo dedurne che mi sbagliavo-

A quel punto, per Hidan fu chiaro che tentare di inventare scuse fosse inutile, e che in quel momento neanche chiedere scusa sarebbe servito. Era morto.

 

-E così sei andato a letto con Gaara-

 

 Rettificava, ora era morto. Gelò, osservando Kakuzu comparire alle spalle dell’Uchiha, mentre faceva sinistramente cadere le monetine da una mano all’altra e teneva gli occhi gelidi fissi nei suoi.

 

Se i suoi capelli non fossero stati così chiari, quasi bianchi, di sicuro lo sarebbero diventati in quel momento dalla paura!

Colto con le mani nella classica marmellata, e con le spalle al muro (o alla jeep, che dir si voglia), fece l’unica cosa che potesse fare in quel momento. Sussurrò un -ops- prima di darsi alla fuga.

-Tanto non ci scappi!- gli urlò dietro Itachi, mentre con il tirchio saltava a bordo della jeep.

 

Hidan correva con quanto più fiato avesse in corpo, ora capiva cosa provavano quelli che dicevano di correre come se avessero il diavolo alle calcagna: lui ne aveva due di diavoli!

Ma a nulla valse la sua folle corsa, perché la jeep era sicuramente più veloce delle sue misere gambe.

 

-Preso- ghignò maligno l’Uchiha, tirandolo a bordo della jeep mentre Kakuzu si infilava in un vicolo buio.

 

Era giunta la sua ora, lo sapeva! Ma cercò lo stesso di ribellarsi. Di dare calci e pugni. Di implorare vergognosamente pietà.

A nulla valsero i suoi tentativi di salvarsi, ed alla fine dovette arrendersi, mentre nel buio della notte risuonavano le sue grida di aiuto, prima che il silenzio ritornasse a farla da padrone indiscusso.

 

Sasuke, tranquillamente seduto al tavolino della tavola calda in compagnia degli altri Akatsuki, avvertì l’eco delle urla di Hidan cessare  di colpo, per cui curioso, mentre afferrava un altro pezzo di pizza, chiese –secondo voi gli hanno davvero tagliato i capelli? E che altro possono avergli combinato?-

Sasori scrollò le spalle, lanciando un’occhiataccia al suo ragazzo che tentava in tutti i modi di rubargli l’ultimo pezzo di pizza con i peperoni -mah, non credo. A Kakuzu piace molto la pettinatura del suo ragazzo dubito permetta ad Itachi di tagliarla. Ma di sicuro gli faranno vedere l’inferno quei due-

-E come?- era sempre più curioso. Nel mentre afferrò l’ultimo pezzo di pizza con i pomodori, pizza che aveva difeso da tutti a quel tavolino, visto che gli spettava di diritto!

-Ti assicuro, non vuoi veramente saperlo- e gli lanciò un’occhiata penetrante, mentre con la forchetta infilzava la mano di Deidara senza neanche guardarlo.

E mentre il biondo urlava il suo dolore, lamentandosi nel contempo dell’insensibilità del suo ragazzo, Sasuke annuì convinto. Certe cose infondo, è meglio non saperle.

 

***

Nel suo appartamento, mentre si apprestava ad andare a dormire, Gaara sembrò essere colpito da un fulmine a ciel sereno. Si paralizzò al centro del corridoio, colto da un ricordo improvviso.

Hidan. Si era dimenticato di essere andato a letto anche con lui, forse doveva avvertirlo? Infondo sarebbe diventato il bersaglio di quei folli di Kakuzu ed Itachi.

Scrollò le spalle, ripensandoci. Infondo non era un problema suo.

Di sicuro l’albino era perfettamente in grado di darsi alla fuga da solo, e se non ci fosse riuscito pazienza, lui aveva già troppi problemi personali per permettersi di pensare anche a quelli di qualcun altro.

Per cui, deciso a non mettersi in mezzo ed ad ignorare quanto il suo ragazzo stesse facendo in quel momento, riprese a camminare dirigendosi nella sua stanza.

Quello era stato decisamente un giorno impegnativo, e non vedeva l’ora di mettersi a riposare. A tutto il resto avrebbe pensato l’indomani.

 

_Continua_

 

 

 

 

 

Angolino delle pazze:

 

Ci scusiamo immensamente per il clamoroso ritardo ed anche per non riuscire a rispondere ai commenti, ma riuscire a sentirci per scrivere e parlare della storia sta decisamente diventando difficile, quindi non preoccupatevi anche se con ritardo clamoroso arriveremo fino in fondo a questo delirio…

Speriamo che questo capitolo sia di vostro gradimento e i commenti sono graditissimi, ci invogliano a scrivere ^^

Inoltre un ringraziamento a tutti coloro che leggono, commentano, e hanno messo la storia fra le preferite, seguite da ricordare…

Un bacio grandissimo Quistis e Yuko.

  
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