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Autore: candidalametta    18/05/2010    2 recensioni
Tomo suonava nella stanza semi buia, pochi raggi filtravano attraverso le persiane, si lasciò andare completamente per accompagnare lo strumento tra le sue dita, lasciando che i capelli gli coprissero il viso guidato dall'immaginazione quando sopperiva la tecnica. A gambe larghe nel vuoto nero di una stanza pena di strumenti muti.Non una lacrima, ma una valvola sicura per il suo odio, per il rancore, per l'inevitabile realtà di essere stati uccisi da chi credeva gli volesse bene.
Genere: Romantico, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Tomo Miličević
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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ok, oggi ho bisogno d'affetto, quindi posto senza pensarci troppo. perchè in fondo le mie storie sono il mezzo più eficare che ho di farmi notare e le recensioni sono coccole! -.- (ma tu guarda che mi tocca dire) va bene la pianto... buon capitolo!


“Tomo..”, “mm..”, il viso del croato si alzò pesantemente dal cuscino per guardare il volto ansioso vicino al suo. “ho pensato ad una cosa..” Jared restò un attimo in silenzio ad osservare gli occhi assonnati dell’amico, il chitarrista sprofondò di nuovo sulla federa, “perché pensi alle 4 del mattino Jay?” borbottò il moro soffocando nel cuscino.
“Tomo!”, il croato ringhiò una maledizione tra i denti prima di girarsi verso il cantante senza il minimo interesse.
Jared non gli lasciò il tempo di riaddormentarsi di nuovo e parlò velocemente, “voglio fare una versione acustica di the kill, voglio trasformarla in qualcosa di così struggente da fare venire le lacrime agli occhi a chiunque la ascolti”. Tomo sbuffando si tirò su un gomito, capì perché Jared fosse venuto a svegliarlo a quell’ora, era stato lui anni prima a dargli gli accordi di quella canzone. Per una volta Jared aveva anche accettato la sua partecipazione al testo, cosa non usuale visto l’indiscussa autorità del cantante in quel campo.
Sbadigliò silenziosamente tra le lenzuola, “ok Jay parla, ti ascolto”. “ecco pensavo di cambiare il ritmo, allungare le battute sai, poi eliminare i nostri strumenti ed utilizzare solo un’acustica e..”, “e..” concesse Tomo. Jared sospirò nella notte, “inserire dei violini”, il cuore del croato si fermò per qualche secondo guardando gli occhi chiari fissi su di lui e per un attimo la stretta allo stomaco diventò così forte da fargli perdere il senso delle altre parole del cantante, “potrei aggiungere anche una viola e un violoncello, tu che ne dici?”.
Soffriva già nell’immaginare la stessa melodia di tanti anni prima, quella stessa composizione che gli era servita da cura con un altro strumento che aveva esorcizzato le sue paure. E ora quegli occhi di ghiaccio gli stavano chiedendo qualcosa che non avrebbe mai potuto fare.
“Tomo me lo hai detto tu che da giovane suonavi il violino, secondo te come verrebbe?” il croato respirò pesantemente, “così bella da fare male Jared”.
Il cantante sorrise battendo una mano sulla spalla dell’amico, “lo speravo davvero, ok dormi pure domani parleremo dei dettagli”.
Tomislav si girò sull’altro fianco cercando di dormire ma quando si accorse che Morfeo non aveva nessuna intenzione di venirlo a prendere scivolò da sotto le coperte camminando a tentoni nel buio nel corridoio del tourbus. Silenziosamente si accostò al guanciale di Jared. “Jay?”, il cantante spalancò gli occhi nel buio, aveva da sempre il sonno leggero, le iridi trasparenti diedero il coraggio di continuare al chitarrista. “non posso suonarla io”, l’altro annuì lentamente, “lo avevo immaginato”.

Il chitarrista tornò nella cuccetta cercando qualcosa nei vestiti appallottolati sul fondo dello stretto lettino, trovò il portafogli in una tasca interna e ne estrasse una busta, macchiata e stropicciata dopo anni di viaggi. Accese il cellulare leggendo alla piccola luce dello schermola il foglio ingiallito.

“Tomo
; chissà quando leggerai questa lettera, forse quando di tutto questo non sarà rimasto che polvere e sbiaditi ricordi nelle nostre memorie, forse quando la rabbia che ti circonda non sarà andata ancora andata via e il dolore ti impedirà di farti vedere le cose come sono realmente.
O forse questa lettera giace già a pezzi in un angolo, e queste parole saranno solo lo sfogo di chi non vorrai mai più vedere, è una paura che mi toglie il respiro questa.
Non cercherò di addossare a lei tutte le colpe, una tentatrice non è nessuno senza qualcuno che sia abbastanza stupido da cadere nella sua rete, qualcuno che sia abbastanza cieco da non fermarsi in tempo per non finire tra le sue trappole mortali.
Tu lo sai Tomo, sono sempre stato cieco.
Ho ignorato la verità che da troppo tempo mi inseguiva, la gelosia nei tuoi confronti.
ti invidio Tomo tanto quanto ti voglio bene, perchè nessuno al mondo è come te, e nessuno ha mai significato tanto nella mia vita quanto la tua presenza. tu mi hai isegnato cosa significa volere bene, trovare una famiglia negli amici, esserci sempre, nel bene o nel male.
ed inseguire sempre i propri sogni.
il mio unico sogno Tomo è sempre stato essere come te, degno del tuo affetto.
ma ho ceduto, distruggendo tutto.
Speravo solo di avere più forza, di non lasciarmi ingannare, di rimanerti fedele, ma ho sopravvalutato le mie forze, e sottovalutato le sue trappole.Il richiamo delle sirene è troppo forte per quelli che non sono astuti come Ulisse.
Ti ho tradito, ingannato mettendo a rischio la nostra amicizia, che è l’unica cosa che conta per me.
Non ti chiedo di dimenticare, non avrebbe senso e non sarebbe giusto, ma ti prego, per quello che provi ancora, perdonami, perché non voglio rinunciare a te, a mio fratello. Ti voglio bene,
Leonid”

Il bruno fissò ancora per qualche secondo la firma scolorita in fondo alla lettera, un’unica lacrima furtiva scese lungo una guancia, con il cellulare ancora in mano cercò un numero in rubrica e inviò un messaggio, poco dopo un ‘bip’ nella notte annunciò la risposta, “speravo mi avresti perdonato un giorno Tomo”.

Luxu
probabilmente è stato scrivendo questo pezzo che mi sono accorta di essere dedita all'angst (il che è una mezza tragedia se ci pensi) in ogni caso penso che far vedere quanto siano profondi i sentimenti dei personaggi sia la mia missione di vita! ;) un bacio e grazie infinite per esserci!

Talita
intanto GRAZIE per aver avuto il coraggio di leggere Shannimal. è indubbio che sia la mia storia preferita tra le menate che scrivo di solito (lasciamo perdere -.-) e si, almeno una parte di Leonid è tornata, attravero una lettera conservata per anni! nel prossimo capitolo cercherò di sistemare anche il resto e 'liberare' Tomo dai suoi fantasmi ;)
  
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