Una volta ho letto una storia, o forse non l’ho letta, l’ho solo sognata. Questa storia era piena di neve, sole accecante e petali di ciliegio. Non so da dove venivano i petali di ciliegio, né dove fosse l’albero. Ancora meno so se la neve era vera, cristalli d’acqua, o se fosse solo bianca plastica posta li da un qualche personaggio affinchè io ne potessi godere per iniziare a scrivere una mia storia, so soltanto che era fredda, fredda, e bruciava.
Bruciava la pianta dei piedi della nostra protagonista… nostra? No, mia. La storia è mia, quindi è la mia protagonista… Ma lasciamo ad altri questi stupidi torpiloqui egocentrici e pensiamo e questa bambina, con i piedi che bruciano nella neve, dalle guance rosse e vestita di stracci che avanza nella neve alla ricerca delle sue scarpe. Ma starà cercando davvero le sue scarpe, o in realtà ama il dolore dei suoi piedi che si bruciano nella neve?
Questa bambina, non sarà per caso affascinata dall’ossimoro dei sui piedi che bruciano nella neve?
È forse per questo che continua a cercare le sue scarpine di legno che sa di aver visto almeno venti metri prima nascoste sotto la neve? Forse. È la mia protagonista, ma a tuo uso e consumo, quindi scegli tu, Lettore, se è per amore o perché la bambina è astigmatica e ha perso anche gli occhiali che cammina scalza nella neve.
Ora c’è un cane. Non un bel cagnolino da foto, ma un cane grande, enorme. Alla bambina piacciono gli ossimori, quindi è un San Bernardo, un San Bernardo con la rabbia, che digrigna i denti e sbava e la punta.
Ha paura la bambina? Si… No. Non ha paura la bambina, perché sa che verrà salvata alla fine: infondo è la protagonista!
Toh… i fiori di ciliegio hanno smesso di cadere, ed io neanche me ne ero accorta! E dire che sono l’Autrice! In ogni caso il sole non c’è più. È tutto buio ora. Anche il cane e la bambina sono esseri oscuri ora. Strano però. La bambina, anche se all’oscurità non diventa mai oscura. È forse troppo pura per essere oscurata, o ancora troppo ingenua da capire che il suo compito al buio è quello di oscurarsi? Non so rispondere, Lettore, quindi scegli tu la risposta. Questa è una storia aperta anche alle tue idee, benchè è giusto informarti che d’altronde non mi interessano un gran che, dato che sono egoista e la storia è mia. Se hai le tue idee ti consiglio di farti una storia tua, e non infilarle nella mia, perché la mia è mia, e il tuo compito ora è di leggere e criticare, non immaginare. Quello verrà dopo.
La bambina è stufa. Si è rotta dei miei sproloqui che interrompono la storia. Mi dispiace, mi dispiace bambina, e scusami Lettore, ma io sono così… un po’ brusca quando scrivo.
Mi dispiace, ma non siamo più nella neve, bambina, e neanche al buio. Ora siamo di fronte ad una scala. Una scala tondeggiante, arancione, grande, a cui mancano i gradini. Non tutti, solo i primi tre, seguiti da altri tre. È una scala che comincia a metà. E finisce a metà. Proprio come questa sto
Si ringrazia la bambina, la neve e il Lettore, ai quali chiedo ancora scusa per aver sfruttato il loro tempo.