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Autore: Ryta Holmes    20/05/2010    9 recensioni
"In una sola notte il suo passato nella grande città dei Pendragon era stato cancellato. Quel passato fatto di impegno e dedizione, fatto di grandi imprese troppo spesso tenute nascoste. Un passato in cui aveva protetto l’erede al trono a rischio della propria vita.Una sola notte che aveva cambiato tutto. La sua reputazione, i suoi sentimenti e soprattutto la stima nei confronti di colui che considerava un amico, quasi un fratello nonostante il divario dato dal loro status. Una differenza  però, che il principe Artù aveva ben chiarito con ciò che aveva fatto quella notte. E che aveva costretto Merlino ad usare la magia."
Genere: Drammatico, Mistero, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Desclaimers: personaggi, storie e luoghi non appartengono a me. Se lo fossero sarei ricca e sarei probabilmente una sceneggiatrice, ma questi sono solo vaneggiamenti! Ad ogni modo scrivo senza nessuno scopo di lucro, tranne quello di divertirmi!

SO COSA HAI FATTO


.7.

“Sire, vi prego!”
La voce di Gaius ruppe quel silenzio denso di emozioni. Fece un passo in avanti ma non osò avvicinarsi troppo per paura di una reazione da parte di Uther. Il sovrano teneva in trappola Merlino, la punta della lama contro il suo petto, pronto a trafiggerlo, e lo sguardo infuriato fisso negli occhi del giovane.
“Dove ci hai condotto, assassino?” domandò frenando a malapena la voce per la rabbia. Merlino sentì la lama premere un po’ di più contro la stoffa del mantello e non riuscì a celare una certa preoccupazione. Anche se poteva difendersi con la magia, la situazione era troppo complicata… e poi non aveva nessuna intenzione di colpire un Pendragon, un’altra volta.
“Al sicuro… per ora.” La voce gli uscì un poco roca ma fu salda nel rispondere. Continuava a guardarlo negli occhi cercando di trovare le parole giuste per calmarlo. Impresa ardua, indubbiamente. “Dovreste conoscere questo posto, sire. Una volta era prigioniero il Grande Drago qui.”
“E tu come fai a saperlo? Vorresti forse dirmi che sei stato tu a liberarlo?”
Pessima mossa. Merlino deglutì rendendosi conto dell’enorme idiozia commessa. Doveva calmare il re, non aizzarlo maggiormente!
“Voglio… voglio solo dire che questo è l’unico posto dove i druidi non ci troveranno. Vi ho condotto qui perché non c’era modo di uscire dal castello senza rischiare la vita… e inoltre…” il mago azzardò non sapendo quale reazione avrebbe ricevuto in cambio “…e inoltre per le strade di Camelot non avremmo avuto vita semplice. Il popolo è in rivolta.”
“Come ti permetti, maledetto!” Uther esclamò caricando l’arma, pronto a colpire, ma questa volta Gaius lo prese per un braccio.
“Sire, no! Merlino ci ha salvato la vita!”
Il sovrano strattonò l’arto e Gaius barcollò pericolosamente: Merlino si rese conto di quanto fosse invecchiato di colpo in quei mesi.
Nello stesso momento anche due cavalieri si fecero avanti per intervenire ma era incomprensibile capire se in favore del sovrano oppure del mago.
“Salvato? Ci ha portato in una trappola! Non esistono vie d’uscita da questa caverna se non quell’apertura a centinaia di piedi sopra le nostre teste! Meriti solo di morire!”
Merlino evitò di sollevare il capo per guardare l’unica via di fuga da quel luogo, una fessura che sbucava appena fuori le mura della città, in una radura nascosta. Era troppo impegnato a pensare ad un incantesimo che lo proteggesse dalla lama, prima che venisse colpito.
Velocemente Uther avanzò e caricò nuovamente il braccio mentre Merlino dischiuse la bocca pronto all’incanto; le donne lanciarono un grido acuto e coprirono il volto per non vedere altro sangue…
“Padre!”
Quel richiamo congelò ogni azione. Uther bloccò la lama a mezz’aria, come colpito dalla voce del figlio che era risuonata nella caverna con un tono che sapeva molto di supplica. Merlino inghiottì le parole e spostò lo sguardo dietro le spalle del sovrano, dove un Artù ancora più sofferente cercava di fermare quella carneficina, sorretto a due spalle da Lancillotto e Sir Leon.
“Padre, fermatevi. Non dovete uccidere Merlino!”
Uther si voltò a guardarlo sgomento, gli occhi chiari spalancati. “Hai perso il senno, forse? Questo… servo ti ha tradito! E’ lui che ti ha ridotto in queste condizioni!”
Artù sembrava soffrire per ogni parola pronunciata e Merlino per la prima volta dimenticò la rabbia nei suoi confronti e lo vide semplicemente per quello che era: un uomo sopraffatto.
“Non è stato… Merlino non voleva farmi del male…”
Il mago si fece più attento, un bagliore di sollievo a riscaldargli il petto. Era la verità quella che stava per ammettere?
“E’ stata… è stato un…. suo errore.” La voce dell’erede al trono vacillò pericolosamente e sul finire perse di tono fino a spegnersi, come se fosse stato troppo lo sforzo per parlare… o per mentire.
Merlino ritirò velocemente tutto. Strinse le labbra scuotendo appena il capo per ciò che aveva udito, rendendosi conto di quanto fosse stato stupido ad avere avuto anche solo per pochi istanti, pietà di lui. Artù non era in grado di ammettere la sua colpa e questo riportava a galla ogni singola umiliazione che gli era stata causata quella notte.
“Come sarebbe a dire…” Uther non voleva convincersi, quella spada puntava ancora il traditore senza voler accennare una resa.
“Padre, è quello che ho detto.” Artù sospirò gemendo per le ustioni ma continuò a parlare in difesa del mago… e sua. “Merlino mi ha sempre protetto con la sua magia… quella notte l’ha usata contro di me per errore… credeva fossi qualcun altro… un nemico…”
Il giovane mago sarebbe potuto scoppiare a ridere. Era come stesse dicendo la verità in fondo, no? Eppure riusciva a distorcere ogni singola parola facendo credere a tutti che lo sbaglio era comunque stato suo. Peccato non avesse considerato un piccolo particolare: che lui aveva colpito volutamente l’erede al trono, ma solo per difendersi e per non permettergli di umiliarlo più di quanto non avesse fatto.
“Ho cercato di dirvelo in questi mesi ma voi eravate sordo ad ogni mia parola! Adesso ascoltatemi e abbiate fiducia in Merlino… se non ci fosse stato lui a quest’ora giaceremmo nel cortile senza vita…” dopo aver parlato, Artù prese a tossire, scosso dai brividi e Gaius gli andò incontro perché i cavalieri lo stendessero a terra. La fuga e poi lo sforzo di opporsi a quel genitore tanto forte lo avevano debilitato maggiormente ma Merlino fece finta di non vedere e tornò a dedicare attenzione al sovrano. Sentì il bisogno di risolvere quella questione in fretta, aveva usato troppa magia per quel giorno e una pesante stanchezza aveva iniziato ad angustiarlo. Doveva risposare o sarebbe crollato da un momento all’altro.
“Se mi uccidete… nessuno potrà curare le ferite di Artù.” Si costrinse ad una buona dose di coraggio per pronunciare quelle parole. Nel farlo continuò a guardare negli occhi il re, sperando di intimorirlo. Aveva compreso che convincerlo semplicemente a parole, non lo avrebbe smosso di un millimetro; quello che doveva fare era giocare d’astuzia, usare la sua paura per la magia e l’istinto di protezione verso il figlio per costringerlo alla resa.
Uther infatti, fu colpito da quel ricatto molto più che dalle suppliche della sua prole. Abbassò velocemente la spada e per un momento quello sguardo di ghiaccio si perse confuso.
Merlino capì di aver fatto centro e rincarò la dose, una volta per tutte. “Guarirò Artù dalle sue ustioni e vi porterò fuori di qui, sire. Ma tutto a tempo debito. Ora siamo tutti stanchi e scossi…” evitò di informarlo che non avrebbe potuto più compiere nemmeno un piccolo incantesimo. Aggirò il sovrano per allontanarsi un poco e riprendere a respirare ma si accorse che qualcosa ancora gli opprimeva il petto.
“Oltre quelle rocce c’è il torrente sotterraneo che fornisce acqua a Camelot e per il cibo me ne occuperò io…” ansimò. Nel frattempo i presenti si erano mossi per controllare là dove Merlino aveva indicato la preziosa risorsa data dall’acqua e Sir Leon – che aveva lasciato Artù alle cure del medico di corte – aveva iniziato a dare ordini su come accamparsi. Re Uther restò ignorato sul pianale, lo sguardo dapprima vagò verso i sudditi, che silenziosamente gli avevano voltato le spalle per dare ascolto al mago, poi si perse nel vuoto. Non disse nulla, mentre calava la lama verso il basso, come sconfitto.
Lo lasciarono tutti lì, senza obiettare e forse anche risollevati perché tutte quelle sofferenze in fondo, quella fuga, il popolo in rivolta, i druidi in una Camelot sguarnita dell’esercito… era tutto colpa sua. E ora che qualcuno aveva finalmente zittito re Uther, un sentimento comune di conforto aveva unito tutto quel gruppo di sopravvissuti.
Merlino dal canto suo, voleva essere lasciato solo. Aveva fatto fin troppo da quando aveva deciso di tornare nella città dei Pendragon e ora si era persino cacciato in quella assurda situazione. In trappola, assieme alle persone che più lo avevano ferito e con un fardello sulle spalle dato dal destino, che in quel momento gli pesava troppo.
Annaspò nel mantello, togliendoselo dalle spalle e gettandolo su una roccia. Camminò un poco per porre distanza tra il gruppo e lui ma dopo pochi passi dovette fermarsi.
La vista si annebbiò improvvisamente e il mondo prese a girare tanto da nausearlo. Prima che potesse rendersene conto, era a terra privo di sensi.

*

La prima sensazione che percepì quando si riebbe dall’incoscienza, fu di scomodità. Capì di essere steso per terra, un tessuto sottilissimo – forse il suo stesso mantello – che lo separava dalla roccia dura e fredda. La testa gli doleva proprio per la posizione scomoda… o forse perché aveva chiesto così tanto al suo fisico, che questo aveva trovato un unico modo per ribellarsi: causandogli uno svenimento.
Riaprì gli occhi, passandoci una mano sopra per stropicciarli e quando si sollevò sui gomiti, cercò di mettere a fuoco la situazione. Lungo la riva del torrente, poco più in là, i superstiti della corte di re Uther si erano accampati e dormivano quasi tutti, avvolti nei loro mantelli; qualcuno dei cavalieri aveva indosso l’armatura quando erano stati attaccati e i pezzi erano stati messi a disposizione per trovarne altri usi. Non c’era fuoco, ovviamente nessuno avrebbe saputo come accenderne uno senza risorse e Merlino notò che molti – le donne in particolare – tremavano per il freddo.
Scostò lo sguardo e notò Uther ancora sul pianale. Si era seduto in disparte, isolato da tutti e pareva sveglio, nonostante lo sguardo spento, fosse perso nel vuoto. A Merlino per un attimo fece pena ma poi pensò bene che non fosse il caso di abbassare la guardia, perché sapeva quanto i Pendragon fossero volubili per natura.
Decise di ignorare anche lui e chinò lo sguardo in cerca di Gaius. Lo trovò che si era appisolato contro una roccia, una boccetta di medicamenti ancora tra le mani. Aveva notato la sua borsa di cuoio che evidentemente era riuscito a riempire con tutto quello che aveva trovato in fretta e furia, prima di scappare. Come sempre previdente, pensò sorridendo.
Il gesto si spense però, quando notò chi vegliava accanto a lui. Artù respirava a fatica, sicuramente preda di forti spasmi dovuti alle ustioni ma era sveglio. Gli occhi semichiusi lo scrutavano silenziosi e il mago si sentì così a disagio che si affrettò a rialzarsi dal giaciglio sbrigativo su cui era stato adagiato quando era svenuto, nonostante la testa girasse ancora quando fu ritto in piedi.
Non voleva parlare con lui e non perché non ne avesse il coraggio ma semplicemente perché non era in grado di frenare il disprezzo nei suoi confronti; e ancora una volta domandò a se stesso perché si fosse dato tanta pena per lui, fino a rischiare la vita ritornando a Camelot.
Si avvicinò al resto della corte e prese dei sassi mettendoli in circolo. Mentre alcuni cavalieri osservavano le sue mosse, impose la mano sul cerchio e poco dopo un fuoco ardeva nel mezzo, riscaldando le immediate vicinanze.
Si allontanò poi, lasciando riposare tutte quelle vittime della follia di Uther e cercò un posto per sedersi e riflettere in solitudine.
Socchiuse gli occhi, quando finalmente si accomodò tra due speroni che a prima vista erano sembrati confortevoli ma che poi si erano rivelati peggio del punto in cui prima dormiva.
“Che farai adesso?” la domanda risuonò nella sua testa, facendolo sobbalzare. Si guardò intorno e poi lanciò un’occhiata verso gli altri ma si rese conto che solo lui aveva sentito quella voce.
Ricordò di un appunto sui libri di suoi padre: i Signori dei Draghi potevano comunicare anche mentalmente con le creature, senza dover rendere tutti partecipi delle loro conversazioni.
Merlino si concentrò per mantenere la comunicazione col Grande Drago, che sentiva essere molto vicino. Forse proprio sopra le loro teste, dove la caverna si apriva con una fenditura nascosta, unica via di fuga da quel luogo.
“Tu che mi consigli? Mi sono cacciato in un bel guaio…”
“Sei diventato perspicace, Merlino.”
“Fai poco lo spiritoso! Io non ci volevo nemmeno tornare a Camelot! E adesso guarda dove sono… e con chi sono!”
“Sei con l’altra faccia della medaglia… non vedo dove sia il problema.”
“Il problema è Artù! Dovresti sapere come la penso.”
“Il tuo problema è il principe, così come il problema del principe se tu, Merlino. Finché vi considererete entrambi un ostacolo, non andrete mai incontro al destino.”
“Anche tu sei perspicace a quanto vedo…”
“Non essere offensivo, giovane mago! Dovresti ringraziarmi invece per essere qui!”
“Bene. Grazie. Ora mi potresti aggiornare sulla situazione… lì sopra?”
“Non c’è bisogno che te lo dica, dovresti saperlo.”
“Hanno preso il Cristallo di Neahtid, vero? E’ per questo che volevano le chiavi, per entrare nella stanza del tesoro…”
“Ti avevo già avvertito molto tempo fa su quel bambino… Mordred. Era pericoloso all’epoca e adesso lo è ancora di più. Con il cristallo nelle sue mani, potrebbe accadere di tutto.”
“E cosa possiamo fare?”
“Hai detto bene, Merlino. Possiamo. Tu e il principe dovrete collaborare.”
“Ripeto la domanda allora… cosa posso fare?”
“E io ti darò la medesima risposta. Devi collaborare con l’erede al trono.”
“Non posso semplicemente combatterlo io, Mordred? Artù non si regge neanche in piedi!”
“Questo perché non sei in grado di curarlo.”
“Guarda che ci ho provato! Solo che… non lo so, c’è qualcosa che non va… come se…”
“Non hai usato il metodo giusto.”
“Non conosco altri incantesimi di guarigione.”
“Continui a non ascoltarmi. Ti ho già detto che non tutti i problemi si risolvono con la magia!”
“Scusa, ma non capisco!”
“Non è una novità…”
“Adesso sei tu che offendi…”
“Io dico solo la verità, giovane e ottuso mago. Pensa bene alle mie parole e vedrai che riuscirai a guarire il principe.”
“Nel frattempo non posso provare a combattere io contro Mordred?”
“No.”
“…. Potrei almeno sapere il perché?”
“Perché non è nel tuo destino scontrarti direttamente con lui. Solo Artù Pendragon si batterà contro il druido.”
“Oh bene! Un’altra cosa incomprensibile! Perché mai un essere umano qualsiasi è più indicato di un mago per combattere un altro mago?”
“Perché così ha deciso il destino… e perché il principe avrà con sé un’arma invincibile con cui lo fermerà.”
“E sarebbe?”
“Hai già scordato ciò che abbiamo creato assieme, Merlino? Quella spada così pericolosa quanto potente; l’arma che solo un uomo aveva il diritto di impugnare e che adesso giace nelle profondità di un lago.”
“Ah…”
“Vedo che questa volta hai compreso.”
“Quindi devo andare a recuperarla?”
“Dovrete andare a recuperarla.”
“Non posso andarci solo, finché Artù non guarisce?”
“No.”
“Mi spiegherai il perché o devo continuare a fare domande come un babbeo?”
“Dovrete andare assieme, questo è quanto.”
“Io non ci parlo con lui.”
“Dovrai farlo, è tuo dovere…”
“Sì sì, ho capito. E’ il mio destino, è la strada da compiere, sono le due facce della medaglia… ma posso capire perché tocca sempre tutto a me? Cosa ho fatto di male!”
“Giovane mago, è il destino che ci sceglie, noi non abbiamo colpe.”
“Già… vallo a dire al padrone.”
“La colpa dell’erede al trono è stata quella di voltare le spalle al suo destino.”
“Allora mi dai ragione!”
“Ma la tua colpa è la medesima. Adesso dovrete ricercare assieme la strada che avete perduto e riprendere a percorrerla. Il tuo ritorno a Camelot si può già considerare un primo passo.”
“Peccato me ne sia già pentito…”
“Avrai altro di cui pentirti, stanne certo.”
“Oh grazie, davvero. Sei proprio di conforto!”
“Ora devo allontanarmi, manca poco al sorgere del sole e non è sicuro che io mi trattenga qui. Prendi.”
Dal cielo caddero alcune carcasse di animali che si posarono sul pavimento con un tonfo sordo. Merlino le osservò sorpreso e si accorse – dal sangue ancora caldo che fuoriusciva dalle ferite provocate dai morsi – che erano appena state uccise. Sollevò il capo, comunicando un’ultima volta con il Grande Drago.
“Perché lo fai? Non detestavi i Pendragon e Camelot? Perché li aiuti?”
“Perché è il mio destino. Quando tu mi hai salvato la vita, io ti sono diventato debitore. Adesso è venuto il momento di scontare quel debito.”
“Anche se continui ad odiarli?”
“Non posso perdonare Uther Pendragon per avermi rinchiuso in questa caverna. Ma non posso respingere il destino che mi ha avvicinato a te. Rammenta queste parole, Merlino. Ti saranno utili!”
Il ragazzo sentì un rumore in alto, come il battito potente delle ali della creatura.
“Grazie!!” gridò, dimenticando di comunicare solo con la mente. Non ricevette risposta, invece dietro di lui qualcuno si era avvicinato.
“Con chi stavi parlando?”
Merlino si rivolse al suo interlocutore e finalmente riuscì a sorridere. “Gaius… parlavo con un amico.”

Continua…

Saaaalveee!! ^^
Rieccomi qui con un nuovo capitolo! Stavolta è passato un po' più tempo, per via delle ultime ispirazioni ricevute che mi hanno momentaneamente allontanato da questa long-fic. Anzi a proposito mi faccio pubblicità e vi invito a leggervi "I doveri di un servo", una Arthur/Merlin pre-slash un bel po' ironica XD e a cui sto pure lavorando con un seguito! ;-)

Ma rieccoci qui! Allora, piaciuto questo capitolo?
E la lenta distruzione di Uther? Quale miglior vendetta se non una sana ferita psicologica (che spero di aver reso evidente... non vorrei non si fosse capita ^^')? Cmq assicuro che non è nemmeno tutto! ;-)
E il Drago che parla con Merlino vi è piaciuto? Io adoro le loro conversazioni XD spero lo sia anche per voi!

E ora una piccola anticipazione!

<<“Mi sei mancato, sai?”
Gaius spostò la mano sul braccio e lo strinse forte, come a volergli trasmettere tutto l’affetto paterno che provava per lui. “Anche tu, Merlino." [...]

[...]Vide Merlino in piedi, accanto a lui e cacciò un sospiro dal naso: doveva parlare col suo servo.>>

Ehehehe.... chiarimenti in arrivo?? ;D vedremo....

Intanto faccio velocemente alcune specificazioni:

- Il cristallo di Neathid è citato nell'episodio 2x11 "The Witch's Quickening" ed è quel cristallo che Morgana ruba per conto di Mordred e che poi provoca le visioni a Merlino circa l'attacco del Grande Drago;

- Per quanto riguarda i cavalieri di Camelot, ci tengo a precisare una cosa =) Ebbene, ho giocato molto sul fatto che sono totalmente stufi di Uther, sono spaventati da ciò che accade loro intorno in quanto completamente ignoranti sulla magia e su come combatterla e quindi sono tutti in balia degli eventi. E' per questo che non attaccano il mago sconosciuto che salva loro la vita. E quando poi scoprono che è Merlino, ormai sono troppo impegnati a scappare verso l'unica via d'uscita che viene loro posta, per rifiutarsi (anche se quando fuggono nella caverna, i primi ad aprire la fila sono proprio Gaius e Lancillotto che conoscono Merlino e non a caso qualcuno resta pure indietro, tanto che il nostro caro mago deve andare a recuperarli =D) Anche quando sono nella caverna, come avrete notato non reagiscono ma perchè sono semplicemente spaventati e in fondo non approvano la rabbia di Uther. Dopotutto lui li ha portati ad una Camelot invasa, mentre Merlino ha appena salvato tutti.

- La caverna del Drago. Ora. La cosa della fessura io me la sono inventata perchè noi non l'abbiamo mai vista ma a pensarci bene, sto Drago quando era incatenato da dove si recuperava il cibo? E da dove è scappato poi? Quindi una via d'uscita ci deve essere per forza, là sotto. Io ne ho semplicemente ipotizzata una molto semplice, per esigenze... di copione diciamo XD

E ora i ringraziamenti!!! ^^
Innanzitutto grazie a chi legge, a chi ha aggiunto questa storia tra i preferiti, tra le ricordate e tra le seguite (che continuano ad aumentare *-*) E a voi lettori silenziosi, continuo ad incitarvi A COMMENTAREEEE!!! Perchè son curiosa di sapere!! *-*

E poi un ringraziamento particolare a: bilancina92 (Uther è un idiota ma adesso non lo ascolta più nessunoooooo XD la questione della guarigione è più complessa di quel che sembra! Ma vedrai che guarirà... forse....^^ <- sadica); Cassandra (spero di averti chiarito il dubbio! Tante volte ho paura di non farmi capire da chi legge... cmq per qualsiasi domanda, sono qui!! ^^); mindyxx  (cara, la suspance è il mio mestiere! <- egocentrica XD scherzi a parte, adesso hai visto com'è andata con Uther? Merlino alla fine è stato costretto al ricatto, povero cuore. Come dire... con le buone maniere si ottiene tutto! XD e grazie per i complimentiiiiiii!!!); Ramiza (ti ringrazio davvero tantissimo! Sono contenta =) Ebbene sì, Merlin poraccio alla fine è pure svenuto per la stanchezza! Ma Uther almeno per ora è sistemato!! ^^); DalamarF16 (grazieeeeeeeeee!!!! =D Ci tengo sempre tanto alla descrizioni, perchè voglio che chi legge si cali sempre nelle mie ambientazioni ^^); saisai_girl (eeeeeh Merlino è giusto perchè è nella sua natura. Non lascerebbe mai morire Uther. Però almeno un poco ha cacciato fuori le unghie! D'altronde mors tua, vita mea, no? ;-D)

E con questo chiudo =D Grazie ancora a tutti e ancora una volta vi invito a lasciato un commento!
Ci sentiamo presto!!
Baciiiii
Ry


   
 
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