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Autore: cloe cullen    21/05/2010    26 recensioni
Brandii la forchetta esasperata. “E’ normale, ok? E’ normale infuriarsi se il tuo ragazzo sorride a quelle oche, è normale piangere se sei triste ed è normale vomitare e ingozzarsi se sei incinta ok?” Le parole mi uscirono prima che potessi fermarle o anche solo provare a contenerle. Le sentii riecheggiare nella stanza. O merda… Alzai gli occhi ed incontrai quelli spalancati del mio ragazzo. Mi fissava sconvolto..più o meno inebetito Poi accadde tutto molto velocemente. Sentii due tonfi. Uno provocato dalla forchetta che mi era caduta, sbattendo sul piatto. L’altro da Rob che era…semplicemente precipitato dalla sedia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap 17 Ragazze!!! Buongiorno...scusate il ritardo di qualche ora ma ieri sera abbiamo avuto impegni urgenti che ci hanno trattenute dal postare U___U Ehm...no in realtà Cloe aveva troppo sonno per capire come fare e postare in modo corretto, ma sorvoliamo. Purtroppo siamo molto incasinate e non abbiamo fatto in tempo a rispondere alle recensioni  :(( Sorry ma tanto penso che a voi interessi di più il capitolo ;)
Speriamo che vi piaccia e vi emozioni come al solito e se è così...lasciateci tante belle recensioni mi raccomando *.*  *.*
Visto che siamo un po prese magari posteremo tra dieci giorni. Ancora non sappiamo con sicurezza, ma non preoccupatevi, faremo del nostro meglio per essere quanto più regolari :)
Un bacione da Cloe e Fio e...ci si rivede in fondo!
Kiss Kiss



CAPITOLO 17 (Cloe)

GIOIA INFINITA


POV KRIS

Guardavo estasiata fuori dal finestrino della Mercedes le luci scintillanti di Parigi.
Parigi…
La città delle luci, la città dell’amore…Mi sembrava ancor assurdo essere di nuovo lì con Robert, come due anni prima, come l’anno prima.
Era come vivere un eterno deja-vu. Era, allo stesso tempo, tutto uguale e…tutto diverso.
Già, diverso.
E la cosa, o meglio, la persona che lo testimoniava era la piccola bambina che si muoveva come un pesciolino nella mia pancia, proprio in quel momento.
La piccolina che forse sapeva, o forse no, che il viso del suo papà si trovava proprio a pochi centimetri da lei.
Sorrisi guardando il volto addormentato di Rob sulle mie gambe. Poverino,doveva essere davvero distrutto. Non appena eravamo saliti in auto aveva appoggiato il capo vicino al mio ventre, per calmare la bimba e invece…invece era crollato lui. In meno di trenta secondi l’avevo trovato bello addormentato su mio grembo.
Non mi fu difficile immaginare il motivo della sua stanchezza: io. Era sempre con me, pronto ad aiutarmi, a soddisfare ogni più sciocco e piccolo capriccio. E poi, come se non bastasse, si aggiungeva il fatto che non era affatto tranquillo.
Nonostante l’avessi tranquillizzato sulle mie condizioni di salute io sapevo benissimo quanto fosse ancora terrorizzato dal ricordo di quello che era successo a NY, del rischio che io e la bimba avevamo corso.
Ma ora che l’allarme era rientrato aveva assolutamente bisogno di rilassarsi, di pensare positivo e di smetterla di passare le ore destinate al suo sonno a vegliare il mio.
Passai delicatamente le dita fra i suoi capelli setosi, analizzando minuziosamente il suo profilo delicato, le labbra piene, le guance leggermente arrossate. Sembrava quasi un bambino, o un piccolo angelo addormentato.
Un angelo estremamente testardo che metteva sempre in primo piano me e i miei bisogni.E che, ogni singolo giorno, faceva di tutto per stupirmi e farmi capire quanto mi amasse.
Proprio come in quel momento.
Eravamo appena usciti dall’intervista a Le grand Journal, dove eravamo stati sottoposti a La boite a question, esattamente come due anni prima. Rob mi aveva fatta salire sulla mercedes ed eravamo partiti per una destinazione che solo lui e l’autista conoscevano.
Guardai nuovamente il paesaggio che, man mano, si facevano sempre più illuminato. Questo significava che stavamo rientrando in città, abbandonando la periferia dove si trovavano gli studi televisivi che avevamo appena lasciato.
Sorrisi al ricordo dell’intervista appena fatta, soprattutto ripensando alle analogie e differenze con la  precedente, di quasi due anni prima…
Questa era stata totalmente diversa. Almeno per le risposte

Cosa preferisci della persona vicino a te?
Questa volta presi al volo l’occasione e risposi prima di lui “I suoi capelli”
Mi guardò accigliato.
“Che c’è? L’altra volta avrei voluto dirlo io ma mi hai rubato la battuta..” dissi.
“Beh tanto non era quello che volevo dire io..” ribattè e con un sorriso smagliante posò la sua mano calda sul mio ventre “La cosa che amo di più di te è la tua pancia..C’è la cosa più importante per noi li dentro..”
Arrossi leggermente: perché doveva dire quelle cose così terribilmente dolci proprio in diretta tv..lo sapeva che avevo gli ormoni fuori controllo.
Mi concentrai sulla domanda successiva.
Che cosa non sopporti della persona vicino a te?
Anche questa volta lo anticipai “Ribadisco..il suo odore. Ancora non riesco a costringerlo a lavarsi..” Alzai gli occhi al cielo, fingendomi esasperata.
“Ribadisco..la sua personalità..e i suoi ormoni impazziti..” finì ridendo.
Mi girai dandogli un leggero scappellotto sulla nuca. Mi scappava da ridere per quella situazione talmente assurda: ci stavamo comportando come dei ragazzini davanti a migliaia di persone. Noi, noi sempre così riservati…
Facemmo ovviamente di nuovo sfoggio della nostra scarsa cultura europea, ribadendo che l’unica cosa che conoscevamo del presidente francese era il nome…e il fatto che avesse una moglie carina.
A quell’affermazione Rob si beccò un’altra occhiata assassina.
Potreste innamorarvi nella vita reale?
Entrambi ci guardammo e, dopo che Rob ebbe  lanciato una veloce occhiata al mio pancione, mi prese la mano e scoppiò a ridere.
“Beh, direi di sì..” mormorò sogghignando
Lo seguii a ruota. Questa volta non avevamo bisogno di strani pulsanti per evitare la domanda. Questa volta potevamo essere sinceri.
Conoscete delle parolacce in francese?
“Merde” dissi io.
Immediatamente Rob mi coprì la pancia con le mani “Ehi..ci sono dei minori nella stanza!”
Che cosa volete assolutamente vedere mentre siete a Parigi.
Questa volta fu Rob a parlare per primo “Beh non lo posso dire..perchè è una sorpresa per Kristen..”
Lo fissai immediatamente stupita e sconvolta. Stava scherzando o..
Ammiccò nella mia direzione.
“Beh..allora voglio andare assolutamente a vedere la mia sorpresa…”risposi. Se non ne aveva davvero una questa volta si era fregato da solo.
Kris, chi è il più sexi? Zac Efron o Robert?
“Eeeee” feci finta di pensare “Direi Zac..assolutamente. Cioè, quel fisico, quei pettorali…non cè paragone..” terminai trattenendo a stento le risa e vedendo Rob lanciarmi uno sguardo alla dopo –me- la paghi.
E il dopo venne alla domanda sulla tecnica per un ottimo bacio.
“Beh..ho cambiato opinione riguardo a come baciare Kris..” sussurrò languido avvicinando il viso al mio.
“Rob ..che cavolo fai..?” domandai a fior di labbra .
Non rispose. Continuò ad avvicinarsi, finchè le sue labbra non si posarono sul lobo del mio orecchio. Rabbrividii.
Scese lentamente, lasciando una scia di baci lungo la mia mascella, fino ad arrivare all’angolo della mia bocca.
In quel momento non capivo più nulla. Non sentivo la presenza delle telecamere, delle persone intorno a noi, solo…solo il reespiro di Rob che si mescolava al mio.
Schiusi la bocca e…
 “Beh, ripensandoci, forse questo non è il luogo più adatto per mostrarvelo…”
E si staccò la sciandomi li, mezza sconvolta per la sua vicinanza a fissare il vuoto come un’idiota…

“Kris?” mi chiamò piano, riscuotendomi dai miei pensieri “Perché stai sogghignando?”
“Oh niente. Pensavo” risposi “Piuttosto tu..sei crollato come una pera cotta. Non possiamo semplicemente andare in hotel? Sei distrutto”
Carezzai ancora i suoi capelli e lui chiuse gli occhi beandosi del mio tocco. Spostò il volto di lato così che le sue labbra potessero sfiorare la stoffa che ricopriva il mio ventre rigonfio.
“Si muove tantissimo..” borbottai
Sorrise “Lo so, la sento anche io.”
E poi iniziò a parlare con lei “Ciao piccolina di papà. Lo sai quanto ti amo?E adesso porto te e la mamma a cena in un bel posto…”
Da dentro di me provenne un calcetto, come se in qualche modo nostra figlia stesse cercando di rispondergli che sì, lei era felice di fare qualunque cosa il suo papà le dicesse.
“Rob, possiamo cenare in hotel..”
Scosse il capo e, dopo aver posato un ultimo bacio sulla mia pancia, si alzò e si rimise seduto al mio fianco.
“Assolutamente no. Voglio portarti in questo posto e ci andremo costi quel che costi…E so per certo che anche tu ci vuoi andare”
Alzai il sopraciglio confusa e non capii dove mi stesse portando finchè non ci ritrovammo ai piedi della…della Tour Eiffel.
Prima che potessi dire qualunque cosa Rob uscì dall’auto e, molto galantemente, mi aprì la portiera sostenendomi con il braccio nel mio goffo tentativo di muovermi.
Parlò velocemente con l’autista che, dopo qualche secondo, ripartì e scomparve.
“Madame” disse in un sussurro al mio orecchio “Se vuole seguirmi…”
Mi prese a braccetto e molto lentamente ci avviammo verso uno degli ingressi della torre.
“Ma ..ehm..non facciamo la fila?” domandai un po’ scioccamente
“Direi di no. Abbiamo un’ entrata speciale…”
E così ci ritrovammo all’interno della struttura, a salire verso l’alto, mentre tutta Parigi si faceva sempre più piccola sotto ai nostri occhi. Inconsciamente mi aggrappai al braccio di Rob.
“Ehi..chè c’è? Hai paura?”
Scossi il capo “No, è solo l’altezza credo. Ma con te non ho paura di nulla.”
Ci scambiammo un rapido bacio e poi dissi:”Rob io adoro la Tour Eiffel ma…ma conoscendoti hai organizzato qualcos’altro. E voglio saperlo…ti prego..”
“Non implorare” rise “Non serve. Siamo arrivati”
In quell’istante le porte si aprirono rivelando un luogo in cui, Rob aveva ragione, non ero mai stata.
“Ma questo è il ristorante. E’ il ristorante in cima alla torre!” esclamai felice.
Non ci potevo credere. Ero certa di avergliene parlato soltanto una volta, tantissimo tempo prima e per puro caso. Avevo detto a Rob che quando ero stata a Parigi con i miei genitori da bambina non ci ero potuta venire. Mi avevano lasciata in hotel con la babysitter, dicendomi che quello non era un luogo adatto ai bimbi piccoli.
E io ci ero rimasta così male che in qualche modo, cenare lì era uno dei pochi sfizi che nella vita, una volta o l’altra, mi sarei voluta togliere.
“Te..te ne sei ricordato..” sussurrai trascinandolo contro di me, senza smettere di guardarmi in giro “E’ splendido. Davvero, hai esaudito una mia fantasia segreta sin da quando avevo sei anni. Così bello, così elegante, così…vuoto?”
Improvvisamente venni colpita da quella verità.
Era venerdì sera. Com’era possibile che ci fossimo solo noi due?
“Rob, non avrai…?” iniziai colta da un improvviso più che fondato sospetto.
“Beh, diciamo che a volte essere famoso ha i suoi lati positivi?” domandò abbozzando un mezzo sorriso “Dai Kristen non ti arrabbiare. Volevo che fossimo solo noi due, senza sguardi indiscreti, senza persone che muoiono dalla voglia di chiederci una foto. Non lo vuoi anche tu?”
Ecco, adesso si metteva a farmi gli occhi da cucciolo e il suo sorrisetto da infarto per non farmi protestare.
E io…io ovviamente ci cascai come una pera.
Affondai il viso nel suo petto senza riuscire a smettere di sogghignare come una stupida. Oh Dio, a volte era imbarazzante l’effetto che riusciva a farmi.
Entrammo mano nella mano nel locale e, dopo aver parlato con un maitre ovviamente elettrizzato di avere li a cena Kristen Stewart e Robert Pattinson, ci accomodammo ad un tavolo vicino alla vetrata principale.
Parigi al tramonto come cornice per la nostra cenetta romantica. Cosa avrei mai potuto chiedere di più dalla vita?
Mangiammo lentamente, gustando le piccole e raffinate porzioni che mano a mano ci portavano, godendo semplicemente del tempo che potevamo passare insieme, senza interferenze da parte di qualcuno.
Erano così rari momenti del genere nella nostra relazione.
Lo erano sempre stati.
Era quasi mezzanotte quando Rob mi prese la mano e, dopo avermi aspettata mentre facevo un giro veloce alla toilette delle signore,mi condusse verso l’uscita. Avrei voluto protestare, avanzando la pretesa di un piccolo dolce che, per quanto sembrasse impossibile, avrebbe trovato ancora spazio nel mio stomaco , ma poi vidi che non ci saremmo diretti verso il basso.
Riprendemmo l’ascensore e, questa volta, ci ritrovammo fin sulla cima. Gli ultimi turisti si avviavano verso le uscite e nessuno ormai poteva più salire. Doveva essere finito ormai l’orario di accesso alla struttura.
Intravidi con la coda dell’occhio Robert fare un gesto col capo ad uno degli addetti  ai biglietti e questo rispondere pronto al suo gesto.
Alzai gli occhi al cielo mentre uscivamo nell’aria fredda del terrazzo esterno.
“Un giorno mi spiegherai seriamente come fai a corrompere chiunque nell’universo.”
Fece teatralmente il gesto di chiudersi le labbra “Non posso rivelare i miei segreti ma..io e Sarkozy siamo intimi amici.”
Risi forte “Mmmm, certo. Sono sicura che si rivolga a Robert Pattinson ogni volta che ha una questione di stato da risolvere..”
“Beh no” continuò abbracciandomi da dietro e stringendomi fra le sue braccia calde “In effetti se devo essere sincero di solito tratto direttamente con Carla Bruni…”
Gli tirai scherzosamente una gomitata, cercando di divincolarmi.
“Eddai mammina gelosa. Sai che per me ci sei solo tu..” sussurrò mordicchiandomi il collo e facendomi il solletico
“Sarà meglio per te, o presto diventerai paparino castrato, credimi…” lo presi in giro.
Ridemmo insieme mentre guardavamo la città luminosa sotto di noi.
Rabbrividii.
“Hai freddo?”
Scossi il capo “No, è solo che…toglie il respiro.” Arrossii “E poi..beh, a dire la verità ho una voglia di..”
“Di…me?” domandò stringendomi di più.
Non riuscii a trattenermi dal roteare gli occhi “Veramente stavo per dire che ho voglia di qualcosa di dolce. Però si..beh ho anche voglia di te, se è per questo..” ammisi leggermente imbarazzata.
Rob sorrise e poi frugò nella tasca della giacca.
“Li ho presi stamattina al bar del nostro hotel” disse porgendomi due cioccolatini.
“Che belli. Sono quelli con le frasi d’amore” dissi scartando il primo e leggendo ad alta voce “Omnia vincit amor..Beh, vecchia ma sempre attuale devo dire..”
Mi gustai a fondo il cioccolatino ripieno di crema alla nocciola, prima di scartare il secondo.
Lessi attentamente.  “ To get the full value of joy you must have someone to share it with."
Non sapevo nemmeno io perchè ma..ma non appena avevo pronunciato quelle parole avevo percepito qualcosa di strano dentro di me. Come se mille farfalline avessero iniziato a svolazzare nel mio stomaco e, cosa ancora più strana, la bimba aveva scalciato forte. Tanto, tanto forte. Come se volesse farmi capire qualcosa.
"Per cogliere tutto il valore della gioia devi avere qualcuno con cui condividerla."rilesse Robert.
Improvvisamente i suoi occhi si accesero di una strana luce. Grandi, brillanti ed eccitati mi fissavano emozionati.
“Che c’è?” domandai
“Kris..l’abbiamo..l’abbiamo trovato..è..è perfetto..” balbettò. Prese un profondo respiro e continuò. “Qual è la nostra più grande gioia? La più grande gioia che noi condividiamo?”
Mi portai immediatamente le mani sul pancione “Questa piccolina, ovvio. Ma Rob io..”
E mi bloccai, mentre il significato di quelle parole penetrava lentamente dentro di me. E, immediatamente capii: quello che avevo sentito leggendo quelle parole, quello che voleva dirmi Rob.
“Vuoi dirmi che ..che lei è la nostra Joy..la nostra piccola Joy?” domandai, ancora sconvolta da quell’improvvisa presa di coscienza.
Era sempre stata lì davanti ai nostri occhi. Quante volte avevamo detto che lei era il dono e la felicità più grande che potessimo avere? Quante volte avevamo pensato a lei come alla nostra “gioia” accarezzandola?
E ora..era bastato un cioccolatino a farcelo capire.
“Joy..Joy Pattinson” disse Rob.
Mi beai del suono di quel nome che presto sarebbe stato nostra figlia.
Non riuscii a trattenere una lacrima che scivolò dall’angolo del mio occhio.
“E’ perfetto..” Non c’erano altre parole per descriverlo “Te l’avevo detto che lo avremmo capito al momento giusto…”
Mi bacò la guancia, asciugando la gocciolina salata “Tu hai sempre ragione amore mio. Però..penso che dovremmo chiederlo alla diretta interessata..”
Sì abbassò in modo da portare il capo precisamente all’altezza del mio ombelico. “Ti piace il tuo nome..piccola Joy?”
Quasi in risposta arrivo un calcione che mi destabilizzò un poco.
“Tutto bene?”
Annuii felice “Direi che le piace..”
Ritornò alla mia altezza e mi fece volteggiare tra le sue braccia. Non riusciva a smettere di ridere, entusiasta e felice di quel momento.
“Ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo…” continuava a dire “E amo te piccola principessa di papà..”
“E noi amiamo te Rob” risposi “ma se continui così vomiterò tutta la costosissima cena che ho appena mangiato “
Mi rimise con i piedi a terra senza, però, lasciarmi andare.
“Sono felice sai? Che domani torniamo a casa nostra..” disse “Potrei dipingere il suo nome sulla parete della cameretta ora che abbiamo deciso, oppure comprare degli stencil e decorare il lettino con tante piccole ‘J’, oppure…”
Arrestai il suo flusso di parole, bloccandogli le labbra con le mie dita “Non c’è fretta. Ci penseremo poi. Io sono sicura che anche a lei basta solo tornare a casa con mamma e papà.”
Si aprì in un enorme sorriso. “Allora, io te e la piccola Joy..a a casa finalmente..”
“A casa” confermai. Anche se in cuor mio sapevo che, fra le sue braccia, io e Joy saremmo sempre state a casa.

“No..no..no” borbottai “No, no..no!”
Immediatamente Rob fu al mio fianco, precipitandosi fuori dal bagno.
“Che succede?” domandò preoccupato.
“Mmmmm” mormorai  “Niente, stai calmo. Ma forse non dovevo sceglierlo rosa questo vestito”
Tornai a guardare il mio riflesso sul grande specchio della nostra camera da letto.
Era arrivata finalmente: la sera della premiere di Eclipse. Il che , per me, significava solamente due cose: fotografi e domande.
Gemetti piano al solo pensiero e per un istante mi chiesi perché fare l’attrice comprendesse anche dover sopportare certe torture. Sbuffai sonoramente, consapevole che la celebrità era parte del gioco…una parte che avrei volentieri  evitato.
Specialmente se comprendeva dover camminare su un tappeto rosso, sotto il caldo di LA, incinta di 8 mesi, con un vestito che , per quanto bello e raffinato, non sarebbe riuscito a mascherare le tue forme non proprio longilinee.
Non che ci fosse qualcosa che non andava ma…non lo sapevo nemmeno io. Semplicemente avrei tanto preferito poter stare a casa a mangiare patatine guardando un vecchio film in tv, piuttosto che andare la fuori.
“Tu dici che mi sta bene..il vestito intendo?” domandai concentrando la mia attenzione su Rob.
Era…beh, splendido sarebbe stato riduttivo.
Un dio greco sceso a farsi un giro per le strade di LA: ecco quello che mi sembrava in quel momento.
Lo smoking nero fasciava la sua figura perfetta e longilinea e i suoi capelli…cielo quei capelli spettinati che qualunque donna avrebbe pagato oro per poter accarezzare.
“Ehi..frena gli ormoni e asciuga la bava Kiki” mi prese in giro notando il mio sguardo, evidentemente, assatanato.
“E tu smettila di sorridere così allora..” ribattei.
“Così come?” domandò innocentemente arcuando ancora di più le labbra.”Kris..ho un orda di ragazze in preda ad una crisi ormonale da accontentare stasera..compresa la mia fidanzata a quanto pare. Non posso smettere di sorridere..”
“Si, si bravo” lo minacciai “Un sorriso di troppo e finisci a dormire sul divano finchè Joy non è maggiorenne. Comunque..dicevamo del vestito. Tu che ne pensi?”
La cosa che mi convinceva di meno era il colore. Rosa.
Sì, era un rosa estremamente pallido e comunque l’abito era piuttosto morbido e svolazzante da sembrare quasi bianco ma…
Non ero comunque certa di essere il tipo di ragazza a cui donava il rosa.
“Mi piace come ti sta questo colore” disse Rob quasi sapesse esattamente quello che avevo bisogno di sentirmi dire “A me tu piaci sempre ma stasera sembri più eterea…così assurdamente bella..”
Arrossii baciandogli la guancia e abbracciandolo “Grazie. Temevo di sembrare più una pallina di gelato alla fragola..ma tu sai sempre cosa dire per farmi stare meglio invece.”
Sorrise e mi strinse, aiutandomi così a scendere al piano di sotto.
La limousine dai vetri scuri ci aspettava già fuori dal cancello e in men che non si dica mi ritrovai seduta nei sedili di pelle posteriori, mano nella mano con Rob.
Mi sembrava che tutto corresse velocissimo. Il tempo, le strade stranamente senza troppo traffico. Tutto scivolava via così velocemente che, prima che potessi davvero avere il tempo di riflettere, eravamo pronti per affrontare il red carpet.
O meglio, Rob era pronto.
Io…non ne ero del tutto certa.
Insomma, da un lato era solo un red carpet, questo lo sapevo. Ne avevo affrontati tanti nella mia carriera. Si sorrideva, si rispondeva a qualche domanda dei giornalisti e si entrava alla proiezione.
Dall’altro lato però…una parte di me sentiva che quello non era un semplice red carpet. Era il primo red carpet della saga dove potevamo essere veri. Dove potevamo essere noi stessi. Dove non ci sarebbe stato nessuno a ordinarci cosa dire, cosa fare, cosa..negare.
Era finito il tempo per negare, per nasconderci.
Quelli che avrebbero camminato li fuori, quelli che si sarebbero guardati davanti ai fotografi innamorati, desiderosi di passare una vita insieme, non erano solo Edward e Bella.
Erano anche Robert e Kristen.
“Amore?” mi chiamò Rob “Amore..dovremmo uscire..”
Intravidi fuori dall’auto uno degli addetti, pronto ad aprire la porta dell’auto.
“Sicura che sia tutto ok?” continuò
Annuii “Sì..solo, non so. E’ come se sentissi che questa è la sera che cambierà tutto..ma non lo so Rob..sono solo nervosa.”
“Non esserlo” disse prendendo la mia mano nella sua “Ci sono io con te.”
Presi un profondo respiro e, insieme, scendemmo dall’auto.
E fu…un boato.
Grida, strilli, flash accecanti.
Questo era l’universo di Twilight, che lo amassi o lo odiassi..era così.
Il mondo in cui, da quasi tre anni a quella parte, ero stata catapultata dentro.
Rob non lasciò mai la mia mano mentre ci mettevamo in posa per i fotografi e io, grazie al suo tocco magico, stavo iniziando a rilassarmi.
Ebbi a mala pena il tempo di salutare Taylor e gli altri da lontano, prima di essere catturata da quegli squali dei giornalisti.
E, ovviamente, le prime domande non c’entravano assolutamente nulla con il film.
“Kristen..Kristen, come ti senti ora dopo i problemi di salute della primavera scorsa?”
“Molto meglio. Ora sia io che la piccola stiamo bene, grazie”risposi, desiderando istantaneamente mordermi la lingua. Capii di aver fatto un grossissimo errore. Avevo detto piccola..non piccolo.
Ci stai forse dicendo che ci sarà presto una bimba in casa Pattinson- Stewart?”
Guardai Robert per chiedergli il muto permesso di continuare e lui mi sorrise.
“Sì, sarà una femminuccia..” confermai.
Rob sei felice o avresti preferito un maschietto?”
“In realtà all’inizio la sola cosa importante era che fosse sano e forte. Ma se devo essere sincero..sono incredibilmente emozionato che sia una bimba. E spero che assomigli alla mamma” aggiunse.
“E avete già scelto il nome?”
“Beh…sarà un nome che trasmetterà gioia e serenità” rispose criptico carezzandomi il pancione“Visto che questo tesoro è la nostra gioia più grande..”
“E a proposito di tesori..” a quella domanda la giornalista mi rivolse uno sguardo strano “Ci vuoi forse  dire che l’anello che sfoggi stasera è la conferma a tutte le indiscrezioni su un vostro possibile matrimonio?”
Non sapevo proprio cosa dire. Non mi sentivo pronta a confessare anche quella novità ad essere sincera.
Fortunatamente l’addetta stampa della summit decise, proprio in quel momento, che avevamo già parlato troppo della nostra vita personale e che bisognava riportare l’attenzione sul film.
Basta domande personali, era una frase che avrei amato per sempre.
Fu proprio mentre rispondevamo ad alcune domande sugli effetti speciali e sul lavoro in palestra che la maggior parte degli attori aveva dovuto svolgere per alcune scene, che iniziai a sentirmi…stanca.
Un leggero dolorino mi tormentava la schiena e il basso ventre, rendendomi quella posizione in piedi estremamente fastidiosa.
La dottoressa mi aveva detto che era normale sentire certi tipi di fastidi l’ultimo paio di mesi ma, improvvisamente, mi sentii a disagio, strana.
Per fortuna le domande si esaurirono in fretta e, dopo qualche altra foto di gruppo con tutto il cast,entrammo per assistere alla proiezione.
E in quell’istante avvertii una strana fitta alla pancia. Non era stata fortissima o estremamente dolorosa, ma era arrivata all’improvviso, inaspettata, lasciandomi uno strano indolenzimento al basso ventre.
Presi un lungo respiro e mi avvicinai alla parete, senza staccare lo sguardo da quello di Rob che, distante appena qualche metro rispondeva alle ultime domande.
Passarono alcuni minuti ed un’altra fitta di dolore mi colpì, costringendomi ad appoggiarmi al muro.
E fu panico.
Poteva..poteva davvero essere il momento?
No, non poteva, non doveva.
Non era il momento.
Joy non era pronta.
Io non ero pronta.
Non lì, non così…non…
“Kris..Kristen, che succede?” Le braccia di Robert mi circondarono la vita.
“Io, non lo so” risposi sentendo gli occhi pungere e il battito del cuore accelerare “Io..sono delle fitte..”
“Ogni quanto le hai?” domandò mantenendo stranamente un enorme sangue freddo.
“Non..Rob ma che ne so?” risposi scioccata “Circa sette o otto minuti credo..io..non so..”
“Kris..pensi che..possa essere..ora?”
Rabbrividii alle sue parole.
No, no, no.
“E presto” iniziai a piangere sentendo le lacrime scendere. Non avevo la forza di fermarle. “E’ ancora così piccina”
Le mani di Rob circondarono il mio viso. “Andrà tutto bene Kris, guardami”
Ci provai nonostante le lacrime.
“Ora andiamo in ospedale, e qualunque cosa sia…alla fine si risolverà tutto. Ok?”
Annuii, desiderosa di credergli, ma consapevole soltanto di una cosa.
Mia figlia forse stava per nascere.
E decisamente ancora non era il momento
.

Allora, due piccole precisazioni :)
La frase che Kris legge nella carta dei cioccolatini è una citazione di M. Twain, presa veramente (giuro!) dalla carta dei cioccolatini...ahahah. Fio ne ha aperto casualmente uno mentre stava al bar e..beh questa frase era perfetta per spiegare il modo in cui scelgono il nome della piccola. E a proposito del nome...per noi due la bimba è sempre stata Joy. Sin dall'inizio tra le certezze che avevamo c'era il nome. Per noi è estremamente speciale e importante chiamarla così e ormai, francamente, non riusciremmo a pensarla altrimenti , cosa che si vede dalle nostre precedenti shot. (se non lo avete ancora fatto leggerle è d'obbligo U___U ). Quindi che posso dirvi se non....W JOY!!! Spargete e diffondete il suo nome nel mondo o quanto meno su efp, perchè ormai Joy è una leggenda!!! Ok, vi lasciamo sul serio...un mega gigantesco bacio e...alla prossima!!!

   
 
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