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Autore: alaal    21/05/2010    1 recensioni
Un allenatore assetato di potere, un Pokémon leggendario, una maledizione. La nostra storia non si incentra in questo incontro tra umano e Pokémon leggendario, ma gli effetti di questo scontro si ripercuotono nel futuro, a tre anni di distanza.
Recensite, per favore! Sono uno scrittore in erba, ogni commento (insulti compresi) è bene accetto! ^__^
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Rieccomi! La storia continua! Spero che continuiate a leggere ed a commentare! ^__^

Alex scrutò nervosamente l’orologio al polso. Erano le quattro in punto, tra mezz’ora avrebbe incontrato Brock, il capopalestra di Plumbeopoli. Aveva iniziato a camminare molto velocemente per la città e si era proposto di andare a visitare il Museo con Ash. Appena raggiunto il Museo, però non riuscì a trovare la tranquillità che tanto stava cercando. Troppi pensieri gli turbinavano in testa, troppi quesiti erano ancora senza risposta. I fossili dei Pokémon preistorici, per di più, non lo quietarono affatto. Anzi aumentarono il suo stato di agitazione. Ash, al suo fianco, tentò in tutti i modi di calmare il suo allievo, ovviamente senza successo. Se il ragazzo con gli occhiali non avesse smesso presto di innervosirsi per nulla, non avrebbe cavato un ragno dal buco.
Ash: -Alex, per favore, smettila! Ti assicuro che non è così traumatico come tu pensi!- Pikachu annuì, anch’egli cercava in qualunque modo di rincuorare il ragazzo con gli occhiali. Ci rise addirittura sopra, e la risata nasale del migliore amico di Ash echeggiò in quella stanza dal pesante odore di chiuso.
Pikachu: -Non succederà nulla se perdi! Potrai sempre riprovarci!- Dratini, al contrario dell’allenatore, pareva molto deciso ad affrontare il combattimento a viso aperto e il suo sguardo era concentrato su un punto della teca che conteneva i resti fossili di un Omanyte. I ragazzi, con i loro Pokémon, si trovavano al primo piano del museo: era composto da uno spazio piuttosto piccolo, venti metri per trenta, e ospitava molte teche, anch’esse di piccole dimensioni. Molte di esse contenevano pochi resti di vari Pokémon antichi e solo nel pian terreno vi era uno scheletro di un Pokémon completo in tutti i suoi aspetti. La teca da sola occupava tutto il piano terra. Alex, per distrarsi, iniziò a leggere la didascalia che c’era accanto alla teca dell’Omanyte. Era incollata su un leggio piuttosto scalcinato e la scritta era pregevole, ma dal carattere piuttosto piccolo. Alex dovette strizzare gli occhi ed inchinarsi per leggere meglio.
“Diversi milioni di anni fa i Mari del Sud erano popolati da diversi Pokémon conchiglia, oggi estinti. I resti fossili di questo Omanyte risalgono addirittura a tre milioni di anni fa. Il suo guscio calcareo è composto da…” Un tuono spaventò il ragazzo, tanto da farlo sobbalzare. Si era interessato così tanto alla lettura che non si era preparato psicologicamente allo scoppio. Si sentì la pioggia cadere, dapprima lentamente, poi con insistenza sempre più frequente, battendo con un ritmo cadenzato sulle finestre squadrate dell’edificio. L’odore dell’asfalto bagnato arrivò direttamente alle narici dei ragazzi, poiché alcune finestre del museo erano aperte: era quasi fine estate, in quel periodo faceva ancora un po’ di caldo. Ash rise e osservò la pioggia cadere dalla finestra con una certa dose di spensieratezza.
Ash: -Fantastico, che acquazzone! Immagino che i Tentacool del Professor Oak siano felici in questo momento, vero Pikachu?- Il topo giallo annuì, entusiasta.
Pikachu: -Sì! Era da un pezzo che non pioveva così!- Alex notò che il suo Dratini aveva perso interesse per la teca e che ora si era interessato alla pioggia. L’allenatore non poté fare a meno che osservare la pioggia anch’egli. Riuscì a trovare un po’ di tregua dalla sua angoscia, ma un altro tuono la risvegliò improvvisamente. Ash e Alex notarono che la gente in strada stava correndo all’impazzata, diretti verso l’Ostello di Plumbeopoli, probabilmente a cercare un riparo per la pioggia. Ash sorrise al pensiero di quanti clienti avesse potuto avere Thomas in quell’occasione.
Ash: -Con tutte le sale a tema che ha quell’albergo… i signori Ferguson faranno ottimi affari! Non trovi anche tu, Alex?- Il ragazzo con gli occhiali annuì. Osservò nuovamente l’orologio metallico al suo polso. Le quattro e un quarto. Era tempo di incamminarsi verso la palestra di Brock.

Grandi squarci si erano formati nel cielo, ma continuava a piovere. Era divertente osservare che un fantastico cielo azzurro facesse capolino da grigie nuvole cariche di acqua. Brock era in paziente attesa del suo sfidante, davanti alla porta della sua palestra, con l’ombrello in mano. Con lui c’erano l’arbitro Steve e Forrest, con i suoi inseparabili occhiali da sole. (Con la pioggia? Molto utili! NdA) Brock scrutò a lungo l’orizzonte, alla ricerca del suo sfidante e finalmente, dopo un bel po’ di tempo, vide arrivare i suoi amici. Espresse un sorriso e annuì.
Brock: -Eccoli, sono puntuali!- Si voltò e chiuse l’ombrello. Lo porse a Forrest e aprì le porte della palestra. Quando lo fece si voltò ancora e strinse la mano ad Alex, il quale era arrivato nei pressi dell’edificio di proprietà di Brock insieme al maestro Ketchum ed ai loro Pokémon.
Brock: -Ah, Alex, finalmente! Hai spaccato il secondo, molto bene! La puntualità è essenziale per diventare il più forte allenatore di Pokémon… non lo dimenticare mai!- Ash ridacchiò e cinse le spalle del suo allievo con un braccio.
Ash: -Ah! Ah! Su questo aspetto l’allievo ha decisamente superato il maestro!- Gli occhiali di Forrest scintillarono quando si accorse che una persona mancava all’appuntamento. Prese voce e chiese informazioni al ragazzo col cappello.
Forrest: -Ehm… scusa Ash… non vedo Laura… è in ritardo?- La risata del Master dei Pokémon si spense quasi subito. Anche Pikachu si rabbuiò ben presto. Alex e Dratini rimasero immobili, in un composto silenzio.
Ash: -Laura… no, è impossibilitata ad assistere all’incontro. Ha delle questioni urgenti da risolvere…- Brock osservò con inquieta attenzione il suo amico. Quando il suo umore cambiava così rapidamente – ormai lo conosceva così bene – significava che qualcosa non era andato per il verso giusto. Però non volle ficcare il naso più di tanto, poiché notò che l’argomento era spinoso per entrambi gli amici. Sorrise e incrociò le braccia al petto.
Brock: -Ehi, ehi, va tutto bene! Al massimo Forrest può riprendere l’incontro con una videocamera! Che ne dici, Forrest?- E si rivolse a suo fratello. Il ragazzo annuì ridendo e diede una pacca al suo zaino rosso a tracolla, dove aveva riposto l’ombrello di Brock.
Forrest: -La porto sempre con me! Sarà il reportage più tosto dell’universo!- Alex sgranò gli occhi terrorizzato. Pure l’incontro filmato! Così la sua magra figura sarebbe stava vista e rivista da tutti! Ash appoggiò una mano sulla spalla del suo allievo, nel tentativo di tranquillizzarlo. Si era immediatamente accorto che Alex era sobbalzato appena Forrest ebbe fatto accenno della sua videocamera.
Ash: -Ehi, guarda che filmare un incontro serve molto anche a te! Se lo rivedessi, potresti capire quali errori tu abbia commesso! Non è vero, Brock?- L’allevatore di Pokémon annuì, poi osservò l’arbitro, il quale era sempre rimasto in un dignitoso silenzio.
Brock: -Bene! Bando agli indugi, direi che siamo pronti per iniziare!- Steve annuì e lentamente iniziò ad entrare nella palestra. Alex deglutì e vide Forrest recuperare dal suo zaino una telecamera digitale ultimo modello. Pareva molto costosa. Sullo schermo LCD, dalla parte posteriore (ovvero non dalla parte del vetrino!) c’era attaccata una figurina di un Rattata.
Forrest: -Molto bene! Benissimo! Non sto nella pelle, sarà un incontro formidabile!- Ed in preda all’euforia seguì suo fratello nella palestra. Ash spostò avanti Alex, spingendolo alle spalle.
Ash: -Coraggio! Hai una missione da completare, ricordalo! Fallo per il buon nome della tua famiglia!- Fosse solo per quello! Ormai si era in ballo e bisognava ballare, succedeva quel che succedeva. Le luci della palestra si accesero e il campo di pietra brulla riprese nuovamente il suo splendore. Il campo era ancora provato dal combattimento del mattino che c’era stato tra Laura e Brock e Alex lo osservò attentamente. Poté riconoscere la pietra scheggiata dove il Kabuto del capopalestra aveva sbattuto prima di capitolare. Non poteva tollerare il pensiero che su quella stessa pietra avrebbe potuto sbattere il capo di uno dei suoi Pokémon. Se fosse capitato qualcosa di brutto a Dratini, a Pidgey e a Weedle non se lo sarebbe mai perdonato. Steve frattanto prese postazione al bordo della linea bianca che contornava il campo di battaglia ed estrasse dalle tasche due bandierine: una colorata di verde ed apparteneva al campo di Alex; una rossa ed apparteneva al campo di Brock. Il capopalestra prese postazione al fondo del campo di battaglia ed Alex fece lo stesso, dall’altro lato. Le finestre diffondevano i timidi raggi del sole che si facevano strada tra le nuvole proprio sul volto di Brock. Alex ansimò, e poi guardò alla sua sinistra. Sugli spalti c’erano Ash, Pikachu e Forrest che lo osservavano, appoggiati sulla ringhiera color violetto. Forrest aveva già iniziato a filmare.
Brock: -Molto bene!- La voce del capopalestra di Plumbeopoli fece sobbalzare il ragazzo. Alex si voltò e in preda al panico osservò Brock, il quale pareva al contrario molto tranquillo.
Brock: -Alex, sei pronto? Come ho gia chiesto a Laura, chiedo anche a te se desideri gareggiare con un Pokémon o con due!- Quella proposta mise in sollucchero il ragazzo. Perché Laura non gliene aveva parlato? Avrebbe potuto riflettere sulle strategie da adottare da soli o in coppia. Il ragazzo aveva pensato al principio che il doppio Pokémon era riservato soltanto ai novizi. Ed invece faceva parte di una tattica molto più sottile. Alex tornò ad osservare Ash, il quale si limitò ad annuire.
Ash: -So che farai la scelta giusta, Alex! Mi fido di te!- Il ragazzo tornò ad osservare Brock. Gli sembrava così piccolo e così lontano. Così irraggiungibile. Iniziò a tamburellare le dita sulle Poké Ball attaccate alla cintura. Che fare, quale decisione era meglio prendere? Un Pokémon oppure due? Se Alex avesse optato per due Pokémon, anche il suo avversario avrebbe potuto lottare con due Pokémon. Laura aveva combattuto così ed aveva vinto. Ma la sua Dratini conosceva Ira di Drago, un attacco formidabile che aveva messo K.O. Onix senza tanti complimenti. I Pokémon di Alex, al contrario, non avevano che attacchi convenzionali. A questo punto Alex annuì e si decise. Tirò fuori dalla cintura una Poké Ball, aveva deciso. Avrebbe lottato con un solo Pokémon alla volta. Steve annuì e con solennità annunciò l’inizio della battaglia. Mentre Forrest filmava, Ash e Pikachu iniziarono ad osservare in silenzio l’inizio dell’incontro. Brock annuì e sorrise al suo sfidante.
Brock: -Bene! Cominciamo pure!- Il ragazzo con un assenso lanciò la Poké Ball e ne uscì fuori Pidgey. Dratini era rimasto accanto all’allenatore, perché aveva espresso il desiderio di combattere contro Onix. E aveva appreso durante il combattimento che Brock avrebbe lanciato all’attacco Onix molto più tardi. Il Pokémon uccello, una volta che il bagliore che lo attorniava scomparve, si guardò a destra e a sinistra e poi osservò il capopalestra molto distante. Rimase in attesa di conoscere il suo avversario, in silenzio. Brock meditò un istante e decise il suo Pokémon. Senza una parola lanciò una sfera Poké sul campo e si materializzò davanti agli occhi attenti di Alex e Pidgey il Pokémon acqua del capopalestra: Kabuto.
Steve: -Potete iniziare a combattere!- Ed incrociò le bandierine. Brock concesse ad Alex la prima mossa e il ragazzo annuì, accettando la proposta.
Alex: -Ok…! Bene, Pidgey, proviamo immediatamente ad accecare il nostro avversario con un attacco Turbosabbia!- L’uccellino si voltò e raschiò il pavimento con le sue zampe. Si prolificò in aria una densa polvere che colpì in pieno il Pokémon di Brock. Il capopalestra, però, non si scompose e diede precise indicazioni al suo guerriero.
Brock: -Kabuto, schiva l’attacco e abbatti Pidgey con Capocciata!- Il Kabuto virò a destra e per un soffio mancò l’ala di Pidgey. L’attacco Turbosabbia aveva funzionato, almeno per quel turno. Alex iniziò a sudare parecchio e deglutì. La tensione che in quel momento il ragazzo stava provando era altissima. Anche Dratini, appoggiato sulla spalla del suo allenatore, percepiva in ogni atomo del suo corpo l’eccitazione della gara che era appena iniziata.
Alex: -Pidgey, ora prova a far volare via Kabuto con Raffica!- E subito Pidgey sbatté le sue corte ali, nel vano tentativo di far prendere il volo al Pokémon acqua. Kabuto, però, si era ancorato ad una roccia con i suoi artigli e, sebbene il Pokémon di Alex avesse aumentato l’intensità dell’attacco, Kabuto non si mosse di un millimetro. Forrest, dagli spalti, ridacchiò mentre Ash strinse i denti, aggrottando leggermente le sopracciglia.
Ash: -No, no, così non va! Sta facendo sprecare troppe energie a Pidgey! Così per Kabuto sarà più semplice sconfiggere il Pokémon di Alex!- Il fratello minore di Brock annuì, proseguendo con la sua risata. Forrest continuò a mantenere la telecamera fissa sul Pidgey di Alex che persisteva a sbattere come un dannato le sue ali.
Forrest: -Eh, eh, già! Vediamo quanto tempo ci impiegherà a capirlo!- L’attacco Raffica proseguì senza soste per diversi minuti. Kabuto, avvinghiato alla roccia, non subiva alcun danno grazie al guscio protettivo che cingeva il suo corpo. Pidgey, frustrato e stanco, non accennava comunque a diminuire l’intensità del suo attacco. Alex strinse con forza i pugni e meditò su un possibile attacco.
Alex: “Qui si tira per le lunghe… quel Kabuto sembra invincibile! Proviamo con un altro attacco!” Annuì e poi diede precise disposizioni a Pidgey.
Alex: -Ora proviamo con un attacco Azione!- Pidgey, confortato nel terminare quello spossante attacco, corse con tutta la velocità che le sue corte zampette gli permisero e si indirizzò verso il Pokémon. Brock sogghignò, aspettandosi un repentino cambio di strategia da parte del suo avversario e preparò un contrattacco.
Brock: -Kabuto! Usa Capocciata quando Pidgey arriverà a destinazione!- Sia Alex che Ash aprirono gli occhi stupefatti. Ma fu troppo tardi per ritirare l’attacco o per eseguire qualsiasi altra mossa: Kabuto liberò gli artigli poderosi dalla roccia e si tuffò contro il Pokémon uccello che stava per sopraggiungere. I loro crani si scontrarono in un impatto tremendo. Pidgey usò l’attacco Azione con tutta la forza che aveva in corpo, mentre Kabuto faceva lo stesso con Capocciata. Rimasero lì, a guardarsi corrucciati negli occhi, fronte contro fronte. Ash rimase stupito dalla forza d’animo dell’uccellino.
Ash: -Incredibile… non ho mai visto così tanta potenza in un Pidgey…- Forrest rise ancora una volta e filmò l’incontro con la sua videocamera, non perdendosi neanche un nanosecondo di quell’incredibile match.
Forrest: -Eh, eh! L’incontro si fa sempre più interessante!- Brock sorrise e incrociò le braccia al petto.
Brock: -I miei complimenti, Alex! Il tuo Pidgey è stato allenato a dovere… ma non ancora abbastanza per sconfiggere Kabuto!- L’assistente del Professor Oak strinse i denti e il suo sguardo osservò più volte il capopalestra e i due Pokémon che si fronteggiavano. Tornò a guardare lo scontro e deglutì, quasi amareggiato.
Alex: “Se si va avanti così, il collo di Pidgey si romperà. È già in crisi, devo cambiare tattica!” In effetti il Pidgey stava iniziando ad indietreggiare. Era sopraffatto dalla potenza dell’attacco di testa di Kabuto. Nella palestra scese un silenzio quasi irreale, anche i Pokémon smisero di gemere a causa dello sforzo che ne conseguiva l’attacco. Il ragazzo con gli occhiali iniziò a riflettere.
Alex: “Qui non si va da nessuna parte. Devo… devo riuscire ad intercettare il prossimo attacco di Kabuto… ma come? Forse prendendolo alle spalle…? Forse dall’alto?” Tutto ad un tratto Alex capì. Comprese la tattica per conseguire la giusta strategia. Se soltanto Brock non se ne accorgesse… il ragazzo con gli occhiali osservò molto preoccupato lo sguardo di Brock, il quale appariva molto tranquillo e sicuro del fatto suo. Tornò ancora una volta ad osservare lo scontro e comprese infine che Pidgey stava per cedere. Un altro minuto e il suo Pokémon sarebbe andato sicuramente a gambe all’aria. Con un atto di disperazione lanciò un nuovo ordine all’uccellino.
Alex: -Pidgey! Indietreggia e spicca il volo! Poi devi compiere un giro di 220 gradi e piroettarti sul tuo avversario con un attacco Azione!- Ash, Pikachu, Forrest e Brock rimasero stupefatti quando ascoltarono gli ordini di Alex. Il fratello di Brock si voltò verso l’allenatore di Pokémon più forte al mondo, mostrandogli un volto quasi impallidito.
Forrest: -Incredibile… Ash, lo hai istruito per bene… tutto ad un tratto, sembra molto sicuro del fatto suo…- Ash, dopo un po’, scosse la testa e sorrise. Molto probabilmente la tattica di Alex, in qualche modo, era stata costruita, mattone dopo mattone, dagli incontri di Fred. In qualche maniera suo figlio aveva assistito agli incontri ed aveva imparato così a destreggiarsi. C’era un elemento però che impensieriva il ragazzo col cappello.
Ash: “Perché ha chiesto a Pidgey di fare una cosa del genere? Forse non ha un piano in mente… ma perché? Perché vuole scagliare Pidgey come fosse un meteorite? Non ha energie sufficienti!” L’esperienza del Maestro di Pokémon era molto vasta, gli bastò un’occhiata di sfuggita per rendersi conto che l’uccellino era già molto provato dagli attacchi precedenti. Un attacco Surf, uno solo, sarebbe stato in grado di abbatterlo. Frattanto Pidgey, come richiesto dall’allenatore, scivolò indietro e Kabuto cadde goffamente in avanti. Brock rimase perplesso dall’azione del suo avversario e poi comprese immediatamente il suo gioco quando Pidgey alzò il volo.
Brock: -Niente paura! Kabuto, usa l’attacco Capocciata quando Pidgey arriverà a destinazione!- Pidgey aveva già compiuto il suo giro di duecentoventi gradi ed aveva raggiunto la sommità della palestra. Essa era alta almeno venti metri, i ragazzi presenti nell’edificio videro un puntino beige e marrone che svolazzava freneticamente sul soffitto. Videro Pidgey buttarsi a capofitto contro il suo avversario, il quale si era preparato per un contrattacco. Le loro teste si scontrarono nuovamente e il rumore dello scontro fu assordante. I due Pokémon volarono in direzioni differenti. Alex aprì gli occhi impressionato: entrambi i Pokémon erano a terra, apparentemente privi di sensi, caduti come meteore sul campo di battaglia scagliati a diversi metri di distanza l’uno dall’altro. Brock, però, non aveva perso la calma. Nuovamente il silenzio scese nella palestra, nessuno dei due Pokémon sdraiati a terra aveva intenzione di rialzarsi. Steve, dopo un periodo ragionevole di attesa, si schiarì la gola e iniziò lentamente a parlare.
Steve: -Bene! Poiché nessuno dei due Pokémon è più in grado di combattere, dichiaro questa prima manche pari!- Ash fece un mezzo sorriso, ma si sentì inquieto. Il suo allievo aveva perso l’uso della ragione fin dalle prime battute dell’incontro: perché aveva utilizzato Pidgey come fosse stato un kamikaze? Avrebbe potuto benissimo vincere, se avesse ragionato un po’ di più. Forrest era in preda all’euforia e riprendeva tutto l’incontro.
Forrest: -Uao!! Fantastico, fenomenale!! È il migliore incontro al quale io abbia mai assistito! È un vero peccato che Laura non sia qui! Non sa cosa si sta perdendo!!- Sotto, sul campo, Alex sudava freddo ed ansimava. Osservò quasi con terrore il suo Pokémon esanime. Quello di cui voleva evitare di assistere era lì, davanti ai suoi occhi.
Alex: “Oh, no… che cos’ho fatto…? Come mi è saltato in mente di lanciare così in picchiata Pidgey…?” Lanciò un’occhiata ad Ash, il quale stringeva con forza il corrimano della ringhiera.
Ash: “No, Alex, non lasciarti sopraffare dalla paura! Devi farcela!” Il ragazzo con gli occhiali si ripromise di stare più attento la prossima volta. Non doveva fallire, altrimenti i suoi Pokémon non avrebbero retto per molto tempo.
Alex: “… è una semplice questione di energia… devo riuscire a sfiancare il mio avversario prima che lui lo faccia fare a me! I miei Pokémon possono lanciare attacchi molto forti…” poi osservò il suo Dratini, il quale era ancora scosso dall’esito dell’incontro.
Alex: “Dratini non conosce ancora Ira di Drago… e Weedle non ha ancora appreso tecniche così efficaci… però gli attacchi che conoscono sono molto potenti…” Alex annuì e richiamò il suo Pidgey. Così Brock fece con il suo Kabuto. Alex osservò la sfera Poké bianca e rossa, ed infine sorrise.
Alex: -Sei stato formidabile, Pidgey! Ti sei meritato tante Pokémelle!- Ritirò la sfera Poké per poi tirarne fuori un’altra, contenente l’altro Pokémon. Brock lo osservò in silenzio, sorridendo. Alex osservò il capopalestra di Plumbeopoli a sua volta, e contraccambiò per qualche secondo il sorriso. Lanciò la sua Poké Ball dritta davanti a sé.
Alex: -E va bene! Ora si cambia musica! Weedle, esci!- Il Pokémon coleottero fece la sua comparsa. Weedle si guardò attorno, poi iniziò a tremare impaurito.
Weedle: -Mamma mia… siamo in una palestra… non sono pronto…!- Alex rimase stupito dalla reazione del suo Pokémon. Sia il ragazzo che il draghetto lo osservarono sbalorditi, non aspettandosi un’uscita del genere da parte del Pokémon coleottero.
Alex: -Ma… Weedle! Ci siamo allenati parecchio per fronteggiare un evento del genere! E poi non mi hai mai detto che hai paura delle palestre!- Il Pokémon si voltò e l’allenatore con gli occhiali poté notare che il suo Weedle aveva i lucciconi agli occhi.
Weedle: -Io… l’ho scoperto solo ora…- Questa rivelazione tagliò le gambe ad Alex. Brock intanto aveva pronto il suo secondo Pokémon e senza esitazioni lo lanciò sul campo.
Brock: -Molto bene! Vai, Onix!- Il Pokémon serpente entrò in scena. Ash rimase stupito dalla scelta del suo amico, così quanto il suo Pokémon.
Ash: -Non credevo che avesse messo subito Onix! Forse… forse Brock sta temendo la capacità di Alex! Non è così, Pikachu?- Il topo elettrico, osservando Weedle spaventarsi e piangere, fu di tutt’altro parere.
Pikachu: -Io non ne sarei così sicuro…- Weedle era terrorizzato, il Pokémon che aveva davanti a sé era gigantesco e il suo sguardo non era certo benevolo. Alex si era già immaginato una simile reazione da parte del suo Pokémon, perché anche quelli di Laura ebbero paura quando videro Onix per la prima volta. L’allenatore con gli occhiali iniziò a rincuorare il Pokémon coleottero.
Alex: -Avanti, Weedle! Fagli vedere chi sei!- Weedle scosse la testa più volte.
Weedle: -No…no!! Non vorrei…!- Ed iniziò ad indietreggiare. Alex deglutì iniziò a provare timore anch’egli. Brock stava aspettando la prossima mossa di Alex, poiché il capopalestra era stato l’ultimo ad ordinare un attacco.
Alex: -Ma… Weedle, ti prego!- Nulla da fare, il Pokémon fu irremovibile. Steve osservò perplesso il Pokémon di Alex dimenarsi e scuotere la testa.
Steve: -Ehm… perdona l’osservazione, Alex, ma temo che il tuo Pokémon non abbia intenzione di lottare…- Brock alzò un sopracciglio perplesso, mentre Onix continuò ad osservare il tremante Weedle, impassibile come soltanto un Pokémon di roccia era in grado di fare.
Brock: -Alex… se Weedle non se la sente, non lo devi obbligare a combattere…- Alex dedusse che Brock aveva ragione. Decise di rispettare le volontà di Weedle e il Pokémon abbandonò il campo di battaglia a testa bassa. Dratini osservò tristemente il suo amico.
Dratini: -Weedle…- Il Pokémon scosse la testa e si allontanò un po’ di più, fino a tenersi a debita distanza dai due personaggi. Steve sospirò e scosse la testa.
Steve: -A questo punto… sono costretto ad assegnare una vittoria a Brock, per abbandono dell’avversario!- E sollevò il braccio destro, nella cui mano impugnava la bandierina rossa. Ash strinse i denti e aggrottò con forza le sopracciglia. Gridò al suo allievo e si sporse pericolosamente dalla ringhiera. Pikachu tentò in ogni modo di trattenere il suo allenatore, afferrandolo con le zampe anteriori per i suoi pantaloni, onde evitare che il maestro di Pokémon cascasse in terra.
Ash: -Ma cosa sta succedendo? Alex, che cosa ti prende? Perché hai ritirato il tuo Pokémon prima ancora di lottare?- Alex alzò lo sguardo fino ad incontrare gli occhi severi del suo maestro. Provò estrema vergogna e mormorò delle parole sconnesse.
Alex: -Ho… avuto paura per Weedle… Pidgey si è fatto molto male durante il primo incontro, ed allora…- Dratini aggrottò leggermente le sopracciglia, scese dalla spalla del suo allenatore e si strusciò contro la gamba di Alex. Il ragazzo con gli occhiali abbassò la testa per osservarlo, perplesso.
Dratini: -Fammi lottare, ti prego!- Alex sgranò gli occhi spaventato. Due Pokémon contro Dratini! Non c’era speranza.
Alex: -Io… non so se… non so se tu possa…- Inutile, Dratini si era già proiettato sul campo ed aveva uno sguardo molto corrucciato. Ash annuì e ringhiò, in preda alla collera.
Ash: -Alex, vedi di riflettere prima di ordinare qualsiasi mossa! Non mi deludere, questa volta!- Forrest ridacchiò e continuò a registrare.
Forrest: -Oh, oh… un piccolo draghetto contro un gigantesco ciclope… ne vedremo delle belle…!- Dratini era visibilmente agitato, ma decise di affrontare a viso aperto il suo gigantesco avversario. Un poco distante Weedle osservava attonito l’avanzare sul campo di Dratini.
Weedle: -No… non farlo… è pericoloso…- Brock sorrise e attese per un primo attacco da parte di Alex. Steve diede il via al terzo incontro e Alex partì all’attacco, ma con moderazione questa volta.
Alex: -Dratini, avvicinati e usa Fulmisguardo!- Dratini obbedì e folgorò con il suo sguardo penetrante il suo avversario. Il capopalestra non fu particolarmente spaventato dall’offesa e diede precise disposizioni ad Onix, il quale attese con molta pazienza.
Brock: -Onix, usa Legatutto su Dratini! Ma vacci piano, però!- Onix non se lo fece ripetere due volte e accerchiò immediatamente il piccolo Dratini, il quale osservò spaventato la massa di roccia che si stringeva intorno a lui sempre più velocemente. Ben presto fu avvolto da vari giri del corpo sinuoso ma massiccio del Pokémon di Brock e Onix si strinse contro il corpicino del cucciolo. Alex, improvvisamente, fu assalito dalla paura. Paura per Dratini, per la sua incolumità, per l’incontro, che stava perdendo con troppa disinvoltura. Brock osservò con molta perplessità il suo avversario.
Brock: -Ehi, Alex, non dirmi che ti vuoi arrendere proprio ora! Scusa se sono così schietto, ma questa prestazione è piuttosto scadente, so che puoi fare molto meglio di così!- L’assistente del Professor Oak, con una disperazione inaudita, chiese a Dratini di contorcersi su se stesso per sfuggire all’attacco vigoroso di Onix. Dratini fece del suo meglio, ma invano. Si arrotolò, si dimenò, ma non ci fu nulla da fare. Era impossibile sfuggire a quella morsa.
Alex: -Oh, no, e ora che cosa devo fare... che cosa posso fare…?- La stretta divenne più dolorosa e Dratini iniziò a mandar gemiti, l’allenatore poté udirlo chiaramente. In preda al panico ordinò a Dratini di liberarsi con un attacco Fulmisguardo. Gli occhi di Dratini si illuminarono e l’attacco riuscì ad abbagliare il suo avversario, permettendo al draghetto di divincolarsi e di liberarsi dalla presa ormai allentata. Ash approvò la decisione di Alex e iniziò a fare il tifo per lui.
Ash: -Forza Alex! Avanti così!- Brock rimase esterrefatto che un semplice Fulmisguardo, seppure a una certa distanza, avesse potuto accecare così facilmente il suo Onix.
Brock: -Però, niente male dopotutto!- Finalmente Alex ritrovò la calma una volta che il suo cucciolo di drago aveva recuperato la libertà. Decise di farla finita con quell’incontro.
Alex: -Dratini! Usa Avvolgibotta avvolgendoti alla coda di Onix!- La decisione di Alex stupì un po’ tutti, ma non fu così irrazionale. Onix era ancora innalzato sulla sua coda e non era tornato nella sua posizione iniziale. Dratini ne approfittò subito per avventarsi sulla parte del corpo più debole del suo avversario e così facendo fece perdere l’equilibrio ad Onix. Il Pokémon roccia cadde pesantemente a terra e fece un tale baccano da far fischiare le orecchie ai presenti per un bel pezzo. Si sollevò una gran fuliggine a causa del terreno polveroso e una volta che la tempesta si dissolse Steve poté constatare che l’attacco di Dratini era stato sufficiente per abbattere Onix in un sol colpo. Ash spiccò un salto e rise apertamente, esultando per la vittoria conseguita così rapidamente da Dratini.
Ash: -YUPPIEE! Evviva! È stato fantastico Dratini!- Forrest, questa volta, rimase serio.
Forrest: -Io aspetterei prima di esultare…- Ash scemò il suo entusiasmo e guardò Forrest con aria interrogativa.
Ash: -Cosa…? E perché?- Forrest tenne in una mano la videocamera e con l’altra indicò il campo di battaglia.
Forrest: -Osserva molto attentamente Dratini… pare molto provato dall’attacco subito…- Ash diede ragione a Forrest. Osservò meglio Dratini, il Pokémon stava ansimando e sembrava già a corto di energia. Brock aveva ancora dalla sua parte un Pokémon. Chissà se da solo Dratini sarebbe stato in grado di abbattere anche quello. Alex chiese al suo Pokémon come si sentisse, se fosse ancora in grado di continuare a lottare e per tutta risposta ricevette uno sbuffo da parte di Dratini, il quale non si voltò neppure. Era un assenso, Alex comprese perfettamente. Decise dunque di continuare e Brock mandò senza indugio il suo Pokémon in campo, richiamando Onix nella sua Poké Ball. Come avrebbe potuto prevedere l’assistente di Oak il Pokémon chiamato da Brock fu Geodude. Il Pokémon roccia osservò abbastanza malamente il Pokémon malconcio, e poi strinse i pugni delle sue braccia, pronto all’attacco. Brock attese con pazienza il via dell’arbitro e partì subito all’attacco.
Brock: -Geodude! Attacco Azione!- Dratini non fece neanche in tempo ad accorgersi dei pugni di Geodude che gli arrivarono sul muso a folle velocità. Fu quasi sbalzato fuori dal campo, ma atterrò in piedi. Alex osservò in preda al panico il volto di Dratini, ed esso apparve leggermente tumefatto. L’attacco, però, non aveva ancora distrutto il draghetto azzurro. Alex sapeva che non si poteva esitare, quindi ordinò a Dratini di usare Avvolgibotta contro le braccia di Geodude, per immobilizzarle. L’effetto sperato si attuò e ben presto Dratini legò le mani a Geodude, il quale tentò di divincolarsi senza successo. Brock annuì ridendo.
Brock: -Ehi, è una mossa fantastica! Complimenti, Alex, il tuo Dratini è fenomenale!- Alex aggrottò le sopracciglia e ordinò a Dratini di colpire sul volto Geodude con un attacco Azione. Sul muso di Geodude rimase un segno rosso e furioso il Pokémon roccia si liberò dalla presa di Dratini. Fu sufficiente comunque a procurare dei danni al suo avversario.
Alex: -Scusa, Brock, ma chi la fa l’aspetti!- I due Pokémon si fissarono accigliati, così come i due allenatori si osservarono per un certo periodo di tempo. Brock lanciò nuovamente Geodude contro Dratini e Alex fece altrettanto. Ash strinse i denti ancora.
Ash: -No! Così rischia di far fare la fine di Pidgey a Dratini! L’incontro probabilmente finirebbe in parità, ma ciò non garantisce la medaglia ad Alex!- Forrest rise questa volta.
Forrest: -Osserva lo sguardo di Alex…- Ash lo osservò, poi comprese quello che voleva dire il fratello di Brock. Annuì e gli sorrise.
Ash: -Hai ragione! Alex è molto concentrato… ha un piano in mente!- I due Pokémon si erano lanciati nella loro corsa frenetica. Se nessuno dei due allenatori avesse ordinato qualcosa ai loro Pokémon, l’impatto sarebbe stato terrificante. Molto probabilmente Dratini avrebbe fatto la fine di Pidgey. Dratini e Geodude erano lanciatissimi uno contro l’altro, entrambi volevano usare l’attacco Azione alla massima potenza. Brock strinse i denti, aggrottando le sopracciglia.
Brock: “Perché vuole ripetere l’errore di poco prima? Così non vincerà mai!” Alex, dal canto suo, sapeva già che cosa fare.
Alex: “Spero che ciò che ho pensato vada bene, altrimenti… addio medaglia!” Venti metri separavano i due Pokémon. Dratini continuò a strisciare sul terreno a buona velocità, mentre il Pokémon roccia si indirizzò verso il draghetto con l’aiuto delle sue braccia muscolose. Dieci metri, l’impatto era imminente. Nove metri. Sei metri. Cinque, due, mezzo metro. Ash rimase in attesa di un ordine di Alex, il quale sopraggiunse in una frazione di secondo.
Alex: -SALTA!- Arrotolando il corpo su se stesso, come fosse una molla, Dratini saltò in alto, lasciando di stucco sia Brock che Geodude.
Brock: -Cosa! Ma che diavolo…?- Alex alzò un braccio verso Dratini, il quale aveva già srotolato il suo corpo serpeggiante. La luce del sole rifletteva sul suo corpo umidiccio.
Alex: -ORA! USA AZIONE SU GEODUDE!- Dratini cadde a tutta velocità su Geodude e non sbagliò mira. Urtò violentemente contro il capo del Pokémon roccia, il quale andò a sbattere contro un masso. I due Pokémon caddero a terra, privi di sensi. Ash deglutì, quasi spaventato dal probabile esito dell’incontro.
Ash: -No! Dratini…! È svenuto…!- Steve osservò pazientemente se uno dei due Pokémon fosse ancora in grado di combattere. Dratini e Geodude non si alzarono. L’arbitro annuì e con solennità procedette al verdetto finale.
Steve: -Poiché né Geodude né Dratini sono in grado di continuare il match, giudico la partita chiusa in pa…- La frase non fu finita, poiché Alex iniziò a gridare.
Alex: -UN MOMENTO!- L’arbitro voltò il proprio sguardo sull’allenatore, il quale indicò il suo Pokémon. Steve notò che Dratini, lentamente, si stava rialzando. Ma Geodude no. Brock rimase esterrefatto da quanta energia avesse usato quel piccolo drago per abbattere il suo veterano.
Brock: -Non… non ci posso credere…- Steve mutò atteggiamento ed alzò la bandierina verde.
Steve: -Bene! Dichiaro questo incontro vinto regolarmente dal Dratini di Alex!- Ash e Pikachu saltarono in aria all’unisono e gridarono di felicità.
Ash: -EVVIVA!! ALEX HA VINTO!!!- Forrest ridacchiò e spense la sua videocamera.
Forrest: -Un incontro entusiasmante! Che colpi, che attacchi! E che zucche robuste!- Alex si avvicinò lentamente verso il suo beneamato Dratini, il quale si accasciò quando l’allenatore lo raccolse. Il ragazzo con gli occhiali sorrise quando scoprì che il suo cucciolo si era addormentato, esausto per la battaglia. Notò che sul volto aveva parecchi bernoccoli, ma ciò non guastò il suo dolce sonno.
Alex: -Dratini… sei stato meraviglioso… io non osavo neanche immaginare quanta energia avessi nel tuo corpo… ma ora mi hai fatto ricredere. Grazie, Dratini…- Weedle si avvicinò, meravigliato.
Weedle: -Mamma mia… che forte! Alex, perdonami… prometto che domani mi impegnerò al massimo…- Alex si inginocchiò ed accarezzò il suo Pokémon. Gli sorrise.
Alex: -No… non devi scusarti… sono stato io che non ti ho fatto abituare agli eventi in palestra! La prossima volta… faremo con calma, va bene?- Il Pokémon coleottero annuì, felice come una pasqua. Ben presto Alex fu raggiunto da Brock, Ash e Forrest. Il più raggiante era sicuramente l’allenatore più forte al mondo, il quale abbracciò il suo allievo.
Ash: -FANTASTICO! Alex, hai superato brillantemente la prova al primo colpo! Sapevo che non mi avresti deluso! Tu e Laura siete FENOMENALI!!- Brock cercò di calmare l’euforia di Ash separandolo da Alex, il quale era arrossito violentemente.
Brock: -Ehi, ehi, va bene, Ash! Ora calmati, ti prego!- Quando la calma tornò a regnare, Forrest prese la parola.
Forrest: -Ehi, è stato un incontro mozzafiato! Il tuo Dratini, Alex… è fortissimo!- Il ragazzo con gli occhiali annuì, ancora stupito da quanta vitalità avesse in corpo il suo prediletto. Aveva sconfitto un gigante come Onix e, non contento, anche quella furia di Geodude. Due in un colpo solo, che storia.
Alex: -Già… non sapevo che fosse così forte… mi sono spaventato quando ho visto Dratini rialzarsi dopo il primo attacco di Geodude come se niente fosse… per un momento mi era sembrato che fosse fatto di ferro!- Brock rise e appoggiò una mano sulla spalla di Alex.
Brock: -Anche a me è sembrato… Alex, hai vinto, è stata una bellissima battaglia!- Ash annuì, soddisfatto.
Ash: -Oh, sì! All’inizio la tua strategia mi è parsa molto confusa, ma poi hai dato il meglio di te! Congratulazioni!- Tutti quegli elogi fecero arrossire ancora di più Alex, il quale si allontanò indietreggiando.
Alex: -Io… io non…- Fu raggiunto dal capopalestra di Plumbeopoli, il quale gli mostrò la Medaglia Sasso. Alex questa volta sbiancò quando la vide scintillare davanti a sé.
Brock: -Tieni, ora è tua!- E la posò su una mano tremante dell’assistente del Professor Oak. Il ragazzo con gli occhiali l’osservò per più di un minuto, girandola e rigirandola. Era bellissima, con quel color grigio lucente. Il ragazzo non ci credeva ancora, ma aveva vinto! Aveva vinto la sua prima battaglia, la sua prima medaglia! Saltò di gioia e rise a bocca aperta.
Alex: -SIII!! EVVIVAA!- Ash fu compiaciuto che il suo allievo avesse fatto passi così giganti nella sua preparazione. Si era comportato molto bene fino a quell’istante, ma la sua strategia, come ovvio che fosse, era ancora da migliorare. Non poteva il suo allievo vincere a suon di cornate, non allenava mica una mandria di Tauros!
   
 
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