Steaven se ne stava seduto nella sua poltrona con i
piedi abbandonati ad una sedia del suo appartamento. Osservava il soffitto
immerso nei suoi pensieri: solitamente non era un buon segno che pensasse
troppo al caso a cui stesse lavorando, il più delle volte voleva dire
confusione ed incertezza. Quel delitto celava nella sua particolarità degli
elementi non ancora scoperti. Steve ripensava al corpo, ai segni sulla pelle,
alla sigaretta avvelenata e senza filtro e alla “pista sbagliata” che
l’assassino aveva messo in scena per far perdere le sue tracce, e ci era
riuscito davvero. Il detective si alzò poi dalla sua postazione e si avvicinò
alla finestra che dava sulla strada:
“Dei segni di strangolamento sul collo e nessuna ferita
da caduta... Il veleno della sigaretta è entrato subito in circolo ma
dall’odore non mi sembrava ce ne fosse molto, in ogni caso il signor Nordon non
è neppure riuscito a chiamare aiuto. Senza dubbio deve aver avuto un infarto in
conseguenza all’avvelenamento che lo ha fatto accasciare per terra senza vita.
Adesso le cose sono due ed una di queste ipotesi è la via giusta da percorrere:
la prima, l’assassino è un membro di quella famiglia. Nessuno escluso,
l’avvelenamento alla sigaretta potrebbe essere stato preparato anche la sera
prima in totale tranquillità visto che tutti erano a conoscenza della strana
abitudine dell’uomo di fumare quell’unica sigaretta in quel preciso orario, ma
rimangono un fattore determinante i segni sul collo e la totale assenza di
ulteriori ferite di resistenza nonostante l’ottima ossatura dell’ucciso. Da qui
si può dedurre solo una cosa: effettivamente la signora Nordon e la governante
escono dalla lista indiziati. Quei fili sono stati stretti con forza, non è
lavoro per una donna esile. Di conseguenza anche la giovane Sarah. Nonostante
tutto nell’unico spiraglio da cui posso sbirciare intravedo solo la sagoma del
figlio maschio.
Seconda ipotesi: l’assassino è entrato dalla finestra, ha aspettato che il
signor Nordon fumasse quella sigaretta e scattante lo ha afferrato alle spalle
con forza stringendo i sottili fili al suo collo. Dopodichè si è diretto nella
stanza di Chris ed ha sistemato l’apparente arma del delitto “al suo posto”.
Tutto questo prima delle dieci e venti, orario in cui il giovane Nordon è
rientrato in casa. Anche quelle piccolissime macchie di sangue mi lasciano perplesso.
Se Nordon non aveva ferite non possono che appartenere all’assassino.
Quella riflessione così profonda fu improvvisamente
interrotta dal telefono che rumorosamente squillò facendo sobbalzare il
detective:
“Porca… s-si?”
Dall’altra parte del telefono era Gabriele che con voce
esaltata si preoccupò subito di informare l’amico di quello che aveva scoperto:
“Steve! Non immagineresti mai che cosa ho scoperto”
“Beh in questo caso ti prego di essere rapido poiché un
certo sonno sta cominciando ad avere la meglio sulla mia razionalità che di suo
è già molto poca.
“Certo certo. Allora. Ho scoperto che il signor Nordon,
la mattina dell’assassinio, doveva vedersi con una persona, forse un collega
lavoro”
“Continua…”
“Ho letto alcuni fascicoli che si trovavano sulla sua
scrivania. Te li hanno mandati ma visto che non c’eri li ho presi io. Fra le
carte sparse vi era una lettera che recitava:
La nostra ultima discussione mi ha lasciato perplesso, verrò a
trovarti nel pomeriggio e ne discuteremo personalmente
“Wow! Beh mi sa che arrivo in centrale entro mezzora.
Ci vediamo lì Gary!”
“Come vuoi..”
Dopo almeno un’ora e mezza ecco giungere Steaven che
comportandosi come se stesse facendo un favore ai suoi colleghi chiese le carte
prese da Gabriele. Dopo avergli dato un’occhiata veloce un ampio sorriso si
aprì sul suo volto:
“E’ molto interessante, andrò a parlare con lui
direttamente. Gary, verrai con me giusto? Giusto!”
“Certo…”
“Mittente… Lucas Might, cercate questo nome e vedete se
riuscite a rendervi utili!”
La frase era rivolta ai colleghi che già super
impegnati in altri casi sembrarono ignorarlo del tutto.
“Come non detto, faccio da me!”
L’indirizzo fu trovato facilmente, era anch’egli un
famoso imprenditore e a quanto sembrava, il giovane gabriele aveva avuto
l’intuizione esatta riguardo il motivo del loro incontro.
“Da questo punto potrebbe decidersi il finale di questo
caso, stai attento Gary e annota tutto!”
“Hai qualche idea?”
“Sinceramente credo mi manchi l’ultimo anello della
catena per mettere in successione i fatti e ricostruire la dinamica…”.
I due detective si diressero verso la porta di una
grande casa di città. Dall’esterno era facile intuire come il proprietario non
soffrisse in alcun modo di mancanza di denaro. Il suo lavoro gli garantiva a
quanto pare un ottimo patrimonio.
La questione della lettera suggeriva una certa tensione
fra la vittima e Lucas ed il giovane Montralck non mancò di sottolineare
l’importanza del fatto.
Il campanello suonò quindi tre volte ma nessuno si
preoccupò di aprire e fare accomodare i due giovani ospiti. Steve bussò poi con
le nocche ma ancora non vi era risposta.
Gary fece la faccia di chi aveva appena fatto un buco
nell’acqua ma il suo euforico amico non si sarebbe certo lasciato intralciare
da un piccolo inconveniente.
“Se non è in casa allora sfrutteremo il momento per
perquisirla!”
“Ma Steve, senza un mandato è un reato!”
Non aspettando neppure che l’amico finisse la frase, il
detective prese la sua pistola e munendola di silenziatore sparò tre precisi
colpi alla toppa della porta.
“Steve!”
Questa si aprì e i due avanzarono cauti lungo il
corridoio. Il cammino cessò quasi subito, quando giunti nel soggiorno una
visione raccapricciante fece rabbrividire i presenti:
il corpo impiccato del padrone di casa penzolava dal
lampadario di cristallo!