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Autore: Fiamma Drakon_Pervinca Debois    21/05/2010    1 recensioni
La scuola, gli amici, la famiglia, tutto sembra normale agli occhi del giovane Roy Mustang, appena diciottenne.
I suoi rapporti con il padre non sono esattamente rose e fiori, e vorrebbe perciò riuscire dove lui, capo della polizia della città, continua a fallire: catturare un ladro che perpetra furti notte dopo notte.
Questo è l'obiettivo che si è prefissato e che vuole raggiungere, tuttavia la cosa prenderà poi dei risvolti per lui assolutamente inattesi...
- Fiamma... stai pensando a stasera, vero? - chiese Pervinca, il tono serio e concitato, tuttavia basso.
Negli occhi della rossa passò un fugace lampo di allarmismo che confermò i sospetti dell'altra.
- Fiamma... - la chiamò quest’ultima, pacata.
L’altra scosse il capo, sconsolata.
- Mi manca... - mormorò.
- Lo so... ma ormai ci sei dentro... ci siamo dentro. Non possiamo tornare indietro... -.

[possibile cambiamento di rating]
Genere: Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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2_Pomeriggio assieme La mattina trascorse rapidamente. Le materie si succedettero le une alle altre ad un ritmo impressionante, finché lo squillo della campanella che annunciava il termine delle lezioni, almeno per quella giornata, si diffuse allegro nell'aria, accompagnato dal vociare confuso e sempre più alto della folla di studenti che si apprestava ad uscire e tornare a casa.
- Oggi pomeriggio avete qualcosa in programma? -.
Emily si rivolse alle altre, sparse attorno a lei, prede inermi del mare di ragazzi in impetuoso movimento.
- Io devo andare alla biblioteca per il Club di Lettura - replicò Vivianne, riuscendo ad avvicinarsi all'amica.
- Io ho lezione di violino... - soggiunse Amethyst in tono neutro.
- Noi siamo libere! - esclamarono ad una sola voce Fiamma e Pervinca, raggiungendo le altre abbracciate e sorridenti - Perché? - chiese poi la rossa.
- Avevo in mente di andare a fare un giro in centro... - spiegò timidamente Emily.
Ma le due ragazze non fecero in tempo a rispondere, sempre con il sorriso sulle labbra, che un rumore simile ad un tonfo si intromise.
A pochi metri di distanza, Mustang e Krad fecero la loro apparizione, poco dignitosa visto che il moro cercava di rimettere in piedi il compagno nuovamente caduto a terra.
- Uffa, mai un attimo di tranquillità... - sbuffò Pervinca, mettendo le mani sui fianchi, fulminando i due con un'occhiata piuttosto infastidita.
- Ma chi ti credi di essere, forse la regina d’Inghilterra? Veniamo nella stessa scuola, purtroppo, e l'uscita è solo una! - esclamò infastidito Roy, mentre il biondo si toglieva innocentemente la polvere di dosso.
- Siete sempre tra i piedi! - ribatté inviperita Pervinca, con una piccola vena pulsante sulla tempia.
- Guarda che qui è Krad che ti segue dalla mattina alla sera! Fosse per me ti starei alla larga, regina delle nevi che non sei altro! -.
Senza abbassarsi ad una risposta, la ragazza sbuffò e borbottò qualcosa di simile ad un: "ha parlato il mostro d'intelligenza...".
- Pervinca, posso venire con voi??? - s'intromise Krad, in tono anelante e di profonda adorazione.
- Cosa?! Fossi matta! Non riesci nemmeno a reggerti in piedi, figurati se voglio farmi vedere in giro con te...! - replicò lei, sdegnata.
Krad assunse un'espressione sconfortata e avvilita, che convinse Roy ad intromettersi: - Ti pare il modo di rifiutare le attenzioni di qualcuno?! -.
- Ehi, voi due smettetela! - intervenne Fiamma, interponendosi tra Pervinca e Mustang, che si lanciavano accaniti sguardi pieni di tacite minacce - State attirando l'attenzione di tutta la scuola!!! -.
In effetti, la rossa non aveva tutti i torti: attorno a loro si era radunato un crocchio di studenti, che seguivano tutti interessati la scena.
Pervinca emise uno sbuffo scocciato ed il suo avversario mandò un sospiro carico d'esasperazione, mentre afferrava il suo amico per un braccio, trascinandoselo dietro.
- Andiamo Krad, sprechi il tuo tempo se cerchi di accattivarti questa... - mormorò a mezza voce.
Il ragazzo, avvilito, lo seguì annuendo.
- Però non è giusto... - piagnucolò, camminando con andatura goffa e trascinata per la tristezza.
- Vorrei che dicessi sul serio e lasciassi perdere, però domani sono sicuro che ti vedrò ancora attorno a quella... - sbuffò Roy esasperato, allontanandosi dalla scuola.
Pervinca continuava a fissarli con sguardo truce e le guance rosse per la rabbia. Un giorno o l'altro avrebbe rimesso al posto suo quel Mustang, insegnandogli il rispetto e l'educazione.
- Scusate, mi fanno proprio infuriare! - disse alle amiche, voltandosi verso di loro quando i due ragazzi furono scomparsi dalla sua vista.
- Dicevamo? - chiese poi, tornando a sorridere.
- Oggi pomeriggio... - riprese Emily, un po' intimorita dalla scena appena osservata - ... vi va di venire in centro? -.
- Ah, giusto! Perfetto, io non ho problemi! - rispose Pervinca.
- Vengo anch'io: devo fare un salto in libreria...! - disse Fiamma.
- Okay! - concordò la biondina.
- Facciamo per le tre sotto casa mia? - chiese la rossa.
Le altre due annuirono.
- Noi andiamo - intervenne Vivianne, a qualche metro di distanza dalle altre tre, assieme ad Amethyst - A domani! - soggiunse, allontanandosi.
- A domani!!! - risposero Fiamma, Pervinca ed Emily ad una voce, incamminandosi a loro volta.
Intanto, Krad e Roy erano già arrivati a casa di quest'ultimo con l'intento di studiare, sempre umore di Krad permettendo.
Quando entrarono, la casa era deserta e nemmeno un rumore si spandeva nell'aria.
Silenzio tombale nel quale il moro sembrava perfettamente a proprio agio, al contrario dell'amico, abituato ad essere accolto dal rumore di stoviglie in cucina e il profumo del pranzo.
- Tuo padre è a lavoro? - chiese il biondo, confuso e curioso.
Roy abbandonò lo zaino a terra per poi rivolgersi a lui con aria seccata.
- Più o meno, sicuramente sarà al piano di sopra a lavorare oppure direttamente sul posto - esclamò, facendo spallucce.
Ovviamente tra i due calò il silenzio, visto che Krad non se la sentiva di intromettersi in un argomento delicato come il rapporto tra padre e figlio.
Soprattutto in un rapporto così delicato e particolare come era quello tra Roy e suo padre, sottile e teso come un filo, pronto a spezzarsi al minimo tocco.
- Vieni -.
Il moro condusse l'ospite in cucina. Qui prese due pacchetti di patatine, una bottiglia d'acqua e due bicchieri, quindi uscirono e salirono al piano di sopra.
Anche qui, silenzio assoluto: il ronzio di una mosca sarebbe parso simile al rimbombo d'un tuono.
Dall'assenza del classico rumore del battere su una tastiera, Roy dedusse che suo padre avesse preferito trattenersi in ufficio, come confermò ulteriormente il fatto che lo studio fosse stato lasciato con la porta aperta, tuttavia tirò a diritto senza badarci più di tanto.
Prese la constatazione come un semplicissimo dato di fatto.
Arrivati in camera sua, posò le vettovaglie in un angolo della scrivania e andò a chiudere la porta, mentre Krad prendeva timidamente posto su una delle due sedie che c'erano, quella più vicina al pc.
- Tutto ok Roy? - chiese, inclinando la testa lateralmente: non voleva intromettersi troppo, però lo stato d'animo del suo amico gli era caro.
-Sì, non preoccuparti. Sbaglio o sono io quello che deve sempre tirarti su di morale? - ci scherzò su il moro, sorridendo, cercando di chiudere quell'argomento che, oltre a farlo arrabbiare anche se solo in minima parte, lo intristiva.
- Già, hai visto come mi ha trattato? - riprese a piagnucolare Krad con espressione da cucciolo bastonato.
Questa era proprio la reazione desiderata da Roy per cambiare argomento, anche se parlare di quell'odiosa di Pervinca Debois non era certo meglio, ma lo preferiva.
-Sì, ho visto, ma se tu la smettessi di sbavarle dietro e una volta tanto le rispondessi per le rime sono sicuro che inizierebbe a rispettarti e cambierebbe opinione su di te! -.
A queste parole il biondo si illuminò.
- Dici che potrebbe uscire con me? - chiese subito, speranzoso, fantasticando già su qualcosa di simile ad un matrimonio.
- Be’, forse, chi lo sa... -.
Non voleva distruggere le speranze del suo amico, così rispose tranquillamente, sorridendo.
Krad però, riprendendosi dalla trance scuotendo il capo, tornò su quell'argomento, lasciando da parte per qualche minuto il discorso "ragazze".
- Roy, sul serio, sai che io ci sono sempre e puoi parlare di tutto con me - disse, sorridendo affettuosamente.
Il moro si rabbuiò all'improvviso, acquisendo un aspetto tutt'altro che rassicurante, quasi pericoloso.
 - Non ho bisogno di parlare con nessuno di niente: la questione è semplice ed è ormai assodata - rispose, duro, voltando le spalle all'altro.
- N-non volevo offenderti... - si affrettò ad aggiungere Krad, in tono contrito.
Cadde il silenzio, inquietante e greve, tanto che il biondo si trovò costretto a romperlo per non soffocarvi dentro: - Iniziamo a studiare, vuoi? -.
- Sì... - disse Mustang, voltandosi di nuovo, più tranquillo, andando a sedersi sulla sedia vuota accanto all'altro.
Prese un libro, quello d'inglese, dalla pila che occupava tutta una parte della scrivania e iniziò a sfogliarlo distrattamente.
Krad lasciò perdere l'argomento, almeno per quella volta: vedere Roy in quello stato non era proprio il massimo, anche se voleva aiutarlo magari a sfogarsi e sentirsi più leggero.
Per qualche minuto fu distratto dai suoi pensieri, ma poi, con l'intenzione di rivedere Roy sorridere e scherzare con lui come aveva sempre fatto, fece finta di nulla e iniziò a studiare.

- Pervinca, Fiamma!!! -.
Il sole, prossimo al tramonto, languiva sull'orizzonte, spandendo calde tonalità di rosso e arancio nel cielo.
- Arriviamo! -.
Emily, eccitata, attendeva le amiche ad una decina di metri più avanti.
Le due la raggiunsero pochi attimi più tardi.
- Non scaldarti tanto, c'è un sacco di tempo prima della chiusura! - esclamò Pervinca, sorridendo dolcemente alla bionda.
- Lo so, ma è da tanto che cerco quel profumo! Spero che sia arrivato! - rispose Emily, saltellando per l'impazienza, agitando le molte buste che pendevano dalle sue esili braccia.
L'altra rivolse un'occhiata di sbieco alla rossa al suo fianco: pareva più pallida del solito e lo sguardo spento fissava a vuoto il marciapiede sotto di lei.
Non le piaceva affatto.
- Ehi, Fiamma, ti senti bene? Hai una brutta cera... - osservò Emily, guardandola con perplessità e apprensione, rubandole le parole di bocca.
L'interpellata alzò di poco gli occhi.
- No, non è niente... - disse, ma a Pervinca non la dava a bere.
- Sicura...? - insistetté la biondina.
- Emily, perché non ti avvii? Noi arriviamo subito - intervenne la Debois, sorridendole con fare incoraggiante.
L'altra stette per un pezzo ferma, indecisa, poi esclamò un rapido: - Okay - e si allontanò.
- Fiamma - chiamò allora Pervinca, il tono di colpo serio.
Afferrò per le spalle l'amica e la scosse appena, come a rinvigorirla un po'.
Quest'ultima si limitò a guardarla.
- Riprenditi! Che c'è che non va?!? -.
La rossa scosse la testa e le lacrime le inondarono gli occhi, traboccandole sul viso.
- Non ce la faccio più... in Emily rivedo lei... è straziante... - boccheggiò, scossa da singulti.
- Fatti forza e vai avanti! Per lei devi...! -
- Sì, lo so... - la interruppe Fiamma, asciugandosi gli occhi, cercando di calmarsi dopo quell'improvviso picco di dolore.
- Bene - disse Pervinca, quindi riacquistò un'espressione serena e incoraggiante - Allora andiamo -.
E insieme si mossero verso il negozio.
  
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