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Autore: Fiamma Drakon    21/05/2010    2 recensioni
- Kaito, tutto okay? - chiese la castana.
- Hai... sibilato? - domandò l’altra.
Lui scosse la testa.
- Hhhhhhsss...! - esalò di nuovo, allarmandosi all’improvviso.
- Che ti prende? -.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gakupo Kamui, Kaito Shion, Luka Megurine, Meiko Sakine | Coppie: Kaito/Meiko
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questione vocale - KAITO! -.
Un picchio deciso sulla porta si accompagnò allo squillo del cellulare.
Kaito sobbalzò nel groviglio di coperte, mettendo timidamente fuori la testa, a far nuovamente capolino nel mondo.
Sbatté convulsamente le palpebre, cercando di abituarle alla luce che veniva proiettata dal sole nella sua stanza, irradiandola completamente.
Ancora mezzo addormentato, maledisse tra sé e sé il suo “adorato” gemello per la botta sulla porta, allungando una mano fuori delle coperte per raccogliere il cellulare e farlo tacere, con immenso sollievo dei suoi timpani.
Avrebbe dovuto ricordarsi di abbassare il volume del trillo della sveglia.
Si mise seduto, togliendosi mezze coperte di dosso, facendo mente locale: era domenica mattina, c’era il sole, suo fratello, come sempre, era passato a dargli un po’ di noia e vedere di svegliarlo e... ed era il giorno del musical.
Già, quella sera quelli del suo corso di canto, lui compreso, avrebbero messo in scena nel teatro principale della città un musical su cui lavoravano instancabilmente da un mese.
La sera prima aveva avuto le prove, infatti era andato a dormire tardissimo, motivo per cui quella mattina era terribilmente stanco.
Sbadigliò, scendendo dal materasso, iniziando a rifare alla meglio il letto: se sua madre fosse entrata in camera sua, con l’ordine che c’era, gli avrebbe proibito di mettere il naso fuori di casa finché non avesse pulito, operazione che avrebbe richiesto ben più di qualche semplice ora.
Tra uno sbadiglio e l’altro scese in cucina a far colazione.
- Ecco la nostra piccola stella! - lo prese in giro Akaito, il suo gemello, ridacchiando.
Kaito gli rivolse un’occhiataccia, per poi sedersi a tavola.
Lui e il fratello, benché gemelli eterozigoti, si somigliavano in modo spaventoso quasi, fatta eccezione per i capelli e gli occhi, l’uno l’opposto dell’altro: Kaito azzurri e Akaito rossi.
Almeno erano distinguibili.
- Akaito, smetti di dar noia a tuo fratello! - lo riprese severamente la madre, mettendo in tavola una brocca di succo d’arancia e una scatola di cereali, che subito Kaito prese, godendo tra sé e sé della sgridata subita dall’altro: non erano mai andati molto d’accordo.
La colazione fu consumata in un clima di tensione quasi palpabile, che non venne spezzato da alcuna conversazione.
Kaito era perfettamente conscio del perché il suo gemello ce l’avesse con lui, proprio quel giorno: era innamorato anche lui di Meiko, che nel musical avrebbe recitato la parte della protagonista femminile, perciò era geloso di lui perché avrebbe recitato assieme a lei, dato che era il protagonista maschile.
E Kaito, tutto sommato, si godeva quella piccola vendetta per tutte le volte che l’altro era riuscito a soffiargli le ragazze negli anni precedenti: si poteva dire che la loro fosse una continua lotta per la conquista delle donne, anche se Akaito si impegnava veramente solo con quelle alle quali aspirava pure il fratello.
Non appena finito di mangiare, il rosso si alzò e se ne andò, senza degnare di altre attenzioni il gemello, che si alzò da tavola solo pochi minuti più tardi.
Quest’ultimo tornò in camera e si mise a rileggere il copione del musical, i testi delle canzoni e tutto: aveva le prove generali subito dopo pranzo.

Kaito scese dall’autobus e guardò l’orologio: sarebbe arrivato con cinque minuti di anticipo, ma in fondo era meglio così. Meglio l’anticipo che il ritardo.
Si avviò verso il teatro, davanti al quale giunse poco più che due minuti dopo. Con sua sorpresa, notò che c’era già qualcuno ad aspettare: si trattava di Miku.
- Kaito...? - chiese la ragazza, perplessa, al vederlo arrivare - Kaito!! -.
La seconda fu una vera e propria esclamazione di gioia, accompagnata anche da un assalto al povero ragazzo, che si vide sommergere da un’ondata di capelli azzurri.
Miku era una di quelle giovani spasimanti che aveva lasciato a bocca asciutta, ma che sfortunatamente ancora non voleva capirlo.
- Kaito, sono così felice di vederti! Temevo che con le prove non avrei potuto incrociarti da nessuna parte, e invece...! -.
Prima che lui potesse ribattere, un rumore di passi pesanti gli giunse alle spalle, seguito immediatamente da una voce a lui ben nota: - Che cosa sta succedendo qui...? -.
- Sssss...! - esalò il ragazzo, assumendo un contegno che voleva essere innocente, ma non lo sembrava per niente.
Miku e Meiko mutarono ambedue espressione in una sorpresa e preoccupata.
- Kaito, tutto okay? - chiese la castana.
- Hai... sibilato? - domandò l’altra.
Lui scosse la testa.
- Hhhhhhsss...! - esalò di nuovo, allarmandosi all’improvviso.
- Che ti prende? -.
Meiko lo osservava, perplessa, come anche Miku, che nel frattempo si era staccata dal collo di lui.
Il ragazzo, per tutta risposta, si portò una mano alla gola e scosse di nuovo la testa. Solo allora le due compresero.
- TI È ANDATA VIA LA VOCE?!?! - gridarono all’unisono, allarmate.
Lui annuì, assumendo un’espressione contrita.
- E ora come si fa?! Il musical c’è stasera!! - fece notare la castana.
- Kaito, davvero non riesci a parlare? - domandò ancora Miku, triste.
Per tutta risposta, lui emise ancora un altro sibilo, poi mimò il gesto di scrivere.
- Tieni - disse Meiko, estraendo dalla tracolla un blocchetto per appunti e una penna.
Il ragazzo iniziò a scrivere e le due ragazze si sporsero a sbirciare che cosa stesse scrivendo.
- “Forse ho esagerato alle prove di ieri sera. Mi dispiace” - lesse Miku.
- Anche a me dispiace! - sottolineò Meiko, esasperata, trattenendosi a stento dal picchiarlo. Comunque, uno schiaffo almeno era d’obbligo e fu tutto ciò che gli assestò.
- Esageri sempre nelle prove e dai il meglio, anche troppo! Ecco perché ora siamo in questo casino!! - lo rimproverò, adirata.
Lui si massaggiò la guancia dolorante, attirandosi addosso la compassione di Miku.
- No, poverino... non devi picchiarlo perché ha perso la voce! Mica l’ha fatto apposta! -.
- Zitta tu, se lo merita! Alle prove non si dà mai il centoventi percento, quante volte te l’ho detto?! Ma te non ascolti mai i consigli altrui! AAARGH! E ora come si fa per stasera, dannazione?! - inveì Meiko, esasperata dalla situazione.
Attirari dagli strepiti della ragazza, gli altri appartenenti al corso, che erano arrivati nel frattempo, si erano avvicinati al terzetto, accerchiandoli.
- Che sta succedendo qui?! -.
Una voce femminile, autoritaria e dannatamente familiare precedette la comparsa della sua proprietaria, la loro insegnante di canto, Megurine Luka.
- Kaito ha perso la voce! - si lasciò sfuggire subito Miku.
Megurine affilò lo sguardo in uno estremamente minaccioso e serio, talmente tagliente che il ragazzo si sentì perforato da esso come se questo fosse stato un coltello.
- È vero? - domandò, glaciale.
Kaito scosse con vigore la testa, cercando di assumere un’aria innocente, tentando almeno di ritardare di qualche decina di minuti, forse mezz’ora, l’ira della donna, che effettivamente parve calmarsi.
Meiko, accanto a lui, gli pestò un piede, mormorando un risentito: - Bugiardo -, strappando al disgraziato uno stridio che voleva essere un’esclamazione di dolore.
- KAITO! - gridò Megurine, irata, sovrastandolo in un istante, minacciosa. Emanava un’aura di estremo pericolo che era palpabile nell’aria attorno a lei.
Gli appioppò un sonoro schiaffo sulla guancia fino ad allora rimasta illesa, sulla quale rimase impressa e ben visibile l’impronta della sua mano.
Lui prese a massaggiarsi il punto colpito come un cucciolo bastonato, cercando di rattenere le lacrime di sincero dolore che lottavano per affiorargli negli occhi: perché tutti volevano picchiarlo?
Aveva perso la voce, ma non l’aveva fatto di proposito...!
- IDIOTA, TI RENDI CONTO DELLA GRAVITÀ DELLA COSA?!?! - prese a sbraitare Luka, palesemente fuori di sé - LO SPETTACOLO C’È STASERA!!! - seguitò.
Kaito si fece molto, estremamente piccolo sotto quello scoppio di rabbia improvviso e desiderò svanire nel nulla.
Megurine fece per prenderlo di nuovo a schiaffi, quando Miku si fece prontamente avanti: - Non potrebbe recitare in playback...? -.
Cadde un silenzio strano e imbarazzato, che lasciò la ragazza fortemente a disagio.
- In... playback? - ripeté Luka, inarcando con fare sorpreso un sopracciglio - Non abbiamo le registrazioni delle prove! -.
- Be’, ecco io... - esordì l’altra.
- Miku... hai registrato le prove? - chiese Meiko, sorpresa.
Kaito si unì allo stupore di quest’ultima.
- Non volevo, però... poi non avrei più avuto occasione di sentire Kaito cantare in quel modo e allora... -.
- Hai le registrazioni sì o no?! - la interruppe Megurine, irritata.
- Sì! -
- Allora portale qui e vediamo di studiare qualcosa!!! -.

Così fu fatto, ma le remote speranze dell’insegnante, e del povero muto, non furono purtroppo esaudite: le registrazioni di Miku erano semplicemente, irrimediabilmente orribili.
Megurine sbatté con foga un pugno contro una parete.
- Dannazione, come facciamo adesso?! - inveì, giustamente arrabbiata.
Meiko rivolse un’occhiataccia a Kaito, il quale si ritrasse un poco, per sfuggire ad un’eventuale ritorsione rabbiosa e violenta da parte sua.
- Che sta succedendo qui...? -.
Una voce chiara, maschile e perplessa li raggiunse, in particolare Megurine, che alzò il capo, indagando con gli occhi intorno a sé.
- Gakupo...! - esclamò, quando finalmente incrociò il profilo della persona che aveva parlato.
Gakupo Kamui era l’insegnante del corso di canto cui partecipava anche Akaito, tra gli altri; inoltre, ed era palese, c’era un certo feeling tra i due docenti, come era possibile intuire dal tono quasi sollevato con cui Luka aveva proferito il nome dell’altro.
- Che è successo? Ci sono problemi? - domandò, avvicinandosi a lei.
- Sì, uno grosso... - sibilò l’altra, indirizzando uno sguardo di fuoco al suo allievo - Kaito ha perso la voce -.
- Questo è un guaio... che però non è irreparabile! - esclamò Kamui in tono astuto, un tono che al giovane non piacque affatto.
- Cioè?! - chiese Meiko.
- Semplice: lo sostituirà Akaito! -.
Per Kaito fu come se il mondo gli fosse appena crollato addosso, no peggio, molto peggio: Akaito avrebbe recitato con Meiko, la sua Meiko.
Manco per idea!
Scosse con vigore la testa, amareggiato e indignato, guadagnandosi un calcio agli stinchi da parte della sua ragazza, ancora in piedi vicino a lui.
- Non hai il diritto di esprimere pareri - gli mormorò a mezza voce - E poi, se siamo in questo casino madornale, la colpa è solo tua, quindi accetta le conseguenze delle tue azioni. In quanto al poi... - e qui una scintilla d’ira funesta le si accese negli occhi - ... appena avrai recuperato la voce, te la farò pagare cara per avermi costretta a recitare con quello svitato pervertito di tuo fratello, stanne certo! Strillerai così forte da forarti da solo i timpani...! -.
Kaito sbiancò nettamente a quella minaccia che, ci avrebbe scommesso la pelle, avrebbe mantenuto sul serio: non ne aveva, ahimé, mancata nessuna fino a quel momento.
- Potrebbe funzionare... Akaito, in fondo, è il tuo gemello, anche se dovremmo fare qualcosa per i capelli - commentò Megurine, sovrappensiero.
- Vado a chiamarlo? È arrivato giusto poco fa... - esclamò Gakupo.
Se c’era qualcosa sulla Terra che potesse anche solo vagamente somigliare all’Inferno, quel qualcosa era arrivato.
- Sì, vai! -.
Kamui svanì oltre una porta laterale e ricomparve pochi attimi più tardi accompagnato dall’acerrimo nemico di Kaito, nonché suo fratello maggiore, ma solo di pochi secondi, Akaito, il quale lo fissò con un ghigno distorto e trionfante sulle labbra.
- Gli ho spiegato la situazione - disse Gakupo.
- Non ci sono problemi - affermò, sicuro, Akaito, accompagnando le parole con un vigoroso cenno del capo.
Occorse tutto l’autocontrollo di cui l’altro era in possesso perché non si mettesse a picchiarlo, anche se era perfettamente conscio che a rimetterci sarebbe stato soltanto lui.
Quanto odiava la strafottente espressione del gemello, in quel momento!
- Bene, perfetto! Allora iniziamo le prove! - esclamò Megurine, accostandosi ad Akaito assieme agli altri del cast, lasciando in disparte Kaito.

Il giovane muto camminava fuori del teatro, calciando i sassolini che trovava sparsi qua e là sul terreno, le mani affondate in tasca, l’espressione afflitta e arrabbiata a un tempo: non appena era comparso Akaito, tutti gli si erano completamente dedicati, lasciando lui completamente solo. Persino Meiko, la quale inizialmente aveva cercato di opporsi per poter rimanere con Kaito ancora un po’, ma che poi si era lasciata persuadere.
Senza la sua voce, non valeva un beneamato fico secco.
Sbuffò, sconsolato, andando a sedersi sui gradini esterni del teatro, iniziando ad osservarsi attorno: gli alberi che si ergevano a corona attorno all’edificio gettavano lunghe ombre sul terreno polveroso, cosparso di sassi. L’aria era afosa e pesante e il sole alto nel cielo era simbolo del pomeriggio ormai avanzato.
All’interno, chissà Meiko che cosa stava facendo. Forse lei e Akaito stavano provando la scena finale, quella del bacio risolutivo.
Solo al pensiero gli venne il mal di stomaco: Meiko era sua. Non riusciva a concepire neppure l’idea che potesse baciare qualcun altro, men che meno il suo odioso gemello.
Guardò l’orologio: mancavano poche ore all’inizio dello spettacolo.
Si alzò di nuovo e s’incamminò verso la strada: se doveva stare lì a rodersi fino a sera, tanto valeva andare a farsi un giro.
Forse l’avrebbe distratto.
Passeggiò lungo il mare per una buona mezz’ora, poi svoltò in una stradicciola che portava in centro.
Vagò per ore per i negozi, soffermandosi soprattutto davanti alle vetrine che esponevano vestiti femminili, immaginandosi Meiko con essi indosso. La sua immaginazione era così fervida da far diventare quei pensieri atti di vero e proprio masochismo emotivo.
Infine, stanco della lunga camminata, si comprò un gelato si e fermò a mangiarlo su una panchina, all’ombra.
Magari avesse potuto affogare il dolore per lo spettacolo nel gelato... ne avrebbe mangiato una tonnellata, purtroppo non era come quelle ragazzine che soffocavano il dolore di una relazione finita in chili di cioccolato.
In quel momento avrebbe potuto tornargli utile per non pensare a Meiko e Akaito vicini, magari in intimità, sul palco... attaccati l’uno all’altra, forse impegnati nell’ultima scena del musical, quella del bacio.
Scosse la testa.
- Grrr... AAAH, CHE RABBIA!!! -.
Sobbalzò, allibito: era in piedi e aveva urlato.
Aveva urlato!!
- Mi è tornata la voce!!! - esclamò, al settimo cielo - Avevo solo bisogno di un po’ di riposo! -.
Ingurgitò rapidissimamente ciò che rimaneva del suo gelato, quindi guardò l’orologio.
- Mancano solo pochi minuti all’inizio dello spettacolo! Devo fare presto: Akaito non mi ruberà anche Meiko! - disse, deciso, prendendo la strada che portava al teatro.
Corse a perdifiato per tutto il tragitto, ignorando i polmoni in fiamme, la persistente sensazione di soffocamento e le gambe doloranti.
Arrivò che solo qualche sparuto genitore si affrettava ad entrare.
Dall’interno proveniva già la musica, segno che lo spettacolo era già iniziato.
Non gli fu affatto difficile sgattaiolare all’interno e infilarsi in un uscio che portava dietro alle quinte.
Avanzò velocemente, guardandosi intorno: non c’era nessuno.
Cattivo segno.
- Kaito! Che ci fai qui? -.
La voce di Gakupo lo raggiunse all’improvviso, spaventandolo.
- Ah...! Stavo cercando Megurine: mi è tornata la voce! Posso recitare e cantare! Akaito non serve più! - esclamò, una punta di orgoglio nella voce.
- Sono contento per te, ma ormai lo spettacolo è iniziato... -
- Non m’importa! Voglio recitare io! - s’impuntò il ragazzo.
Sentiva le voci al di là del tendone.
Si allontanò da Gakupo, che si affrettò a riprenderlo.
- Dove vai? -
- Non ho intenzione di starmene qui a non fare niente mentre mio fratello bacia la mia ragazza!!! - esclamò, andando a rovistare nella scatola dei costumi di scena.
Sentì l’attacco della musica finale, quella del bacio.
Fortunatamente trovò subito quello che cercava: una riproduzione del suo costume, che si affrettò a mettere sopra i vestiti.
- F-fermo, che vuoi fare? -.
Kaito non diede ascolto all’insegnante e, terminato di vestirsi, si affrettò verso il punto dal quale i personaggi entravano in scena.
- Aspetta, Kaito! Guarda che...! - esordì Gakupo, ma il ragazzo si tuffò sul palco e intonò, sopra la voce del fratello, le note finali.
Cadde un attonito silenzio, mentre Akaito e tutti gli altri si voltavano verso il nuovo venuto, che corse al fianco del gemello, spingendolo via e appropriandosi della ragazza tra le sue braccia.
Nel piegarsi su di lei per baciarla, con la coda dell’occhio scorse Meiko che lo fissava, esterrefatta, da un angolo dietro il sipario.
- Kaito...? -.
Il sussurro della ragazza tra le sue braccia gli era dannatamente familiare, tanto da costringerlo a guardarla.
- Megurine...?! - sibilò, trattenendosi a stento dal lasciarla cadere a terra.
- Idiota, che fai? Lo spettacolo deve finire! -
- Che...?! -.
Prima che potesse aggiungere altro, lei gli impegnò la bocca in un lungo bacio che strappò un prolungato “oooooooh” al pubblico.

- IDIOTA!! SEI UN IDIOTA, KAITO!!! -.
Meiko gli assestò un altro schiaffo.
- Scusa, che ne sapevo io che quella era Megurine?! -
- AVRESTI POTUTO PENSARE PRIMA DI PIOMBARE IN MEZZO AL PALCO, NO?!?! TI PARE CHE AVREI ACCETTATO DI BACIARE TUO FRATELLO SENZA RIBELLARMI?!?! -.
Gli appioppò un secondo ceffone.
- Basta, per favore! Mi fai male! -
- Bene! Così la prossima volta ci pensi prima di fare una cretinata del genere!! HAI BACIATO LA NOSTRA INSEGNANTE DI CANTO, TE NE RENDI CONTO?!?!?! -.
Un terzo schiaffo. Kaito si rannicchiò sul pavimento, tenendosi le guance rosse e doloranti, trattenendo le lacrime a stento.
- Non accadrà più, lo giuro! -
- VOGLIO SPERARLO PER TE, BRUTTO STUPIDO EGOISTA! -.
E gli affibbiò un ultimo schiaffo.
   
 
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