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Autore: reby    22/05/2010    6 recensioni
Improvvisamente, tutto il tempo che erano stati lontani sembrò piombare tra di loro come invisibili macigni, inducendolo quasi a credere di trovarsi un estraneo davanti agli occhi.
La colpa in verità non era affatto sua, e Yamato lo sapeva bene. La spirale che gli aveva portati a separarli era stata iniziata da lui.
Lo sapevano tutti.
Ma due mattine prima, quando Tai l’aveva cercato in ufficio aveva capito quanto fosse migliore di lui.[...]
Il destino aveva voluto farli rincontrare in quelle circostanze orribili, ponendogli di fronte la più grande e triste verità.
La realtà non aspetta mai.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mimi Tachikawa, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt | Coppie: Mimi/Matt, Sora/Tai, TK/Kari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Quindi è confermata la sua uscita?-
-Certo signor Ischida. Entro la fine della prossima settimana suo fratello potrà benissimo tornare a casa- concluse il primario del reparto e Matt sentì il cuore alleggerirsi d’un peso che aveva sopportato in tutte quelle settimane.
Annuì, stringendo la mano al dottore. –La ringrazio di cuore.-
Il medico sorrise, sfogliando la cartella clinica di Tk.- E’ solo il mio lavoro. Certo dovremo tenerlo sotto controllo per un paio di settimane, quindi credo che sarà opportuno che il paziente venga qui per dei prelievi…-
Ma Yamato aveva smesso di ascoltarlo. Aggrottò le sopracciglia riconoscendo il piccolo Taichi mano a mano con una ragazza.
Ragazza, che non era affatto Sora.
-Mi scusi…- mormorò al medico che lo sguardo perplesso mentre il biondo avanzava verso quelle due figure.
-Allora, dovrebbe essere questa…- sussurrò tra se e se Mimi una volta davanti alla porta di Tk, che tuttavia era chiusa.
Si morse il labbro, indecisa sul da farsi.
-Non entriamo?- domandò curioso Taichi ed abbassando lo sguardo sul piccolo vide che la guardava con il solito sorriso.
Il sorriso però è di Sora…è uguale a lei..
Solo quando rialzò lo sguardo notò l’uomo che li guardava a pochi metri di distanza.
I loro sguardi s’incrociarono.
Yamato spalancò leggermente le labbra dallo stupore che non riusciva a contenere ed il bicchiere con dentro il suo caffè gli sfuggì di mano finendo a terra.
Il piccolo Taichi si voltò nella direzione del rumore.- Matt!- urlò contento e corse ad abbracciarlo.
Ma ne Matt né Mimi guardavano il piccolo.
Si fissavano, ognuno con un’espressione diversa sul viso. Mimi deglutì.
-Matt è caduto il caffè!Ora ti sgrideranno…- il piccolo non si era accorto di niente. –Matt..?- lo richiamò, notando l’indifferenza dell’uomo.
Improvvisamente, Mimi si riprese dallo stato di stupore in cui era caduta.
Infondo, sapeva che prima o poi l’avrebbe incontrato. Era solo questione di tempo.
-Taichi vieni qui, torniamo da Izzy.-
Matt sbattè le palpebre più volte sentendo quel nome.
-Mimi…- mormorò a bassa voce, ma la ragazza lo sentì.
-Taichi dai forza, torniamo su.- ripetè allora alzando la voce ed il bambino la guardò con un cipiglio perplesso ma la raggiunse.
-A…aspetta..- la pregò Matt, ma la ragazza prese subito in braccio il bambino e si allontanò a grandi passi nel corridoio.
-Mimi!- sentì Matt che urlava il suo nome e poco dopo una mano sulla spalla la costrinse a fermarsi.
Si voltò, e lo sguardo che rivolse a Matt riuscì a farlo indietreggiare di qualche passo.
Freddo. E furibondo.
-Non osare toccarmi, stronzo- sibilò gelida e con uno strattone si liberò della presa del ragazzo continuando ad incedere verso l’ascensore.
 
 
 
Amarti m'affatica mi svuota dentro
Qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica mi da' malinconia
Che vuoi farci è la vita
E' la vita, la mia.

Gianna Nannini – Amandoti.
 
 
Una volta nel parcheggio Sora lo seguì verso la sua auto sportiva.
Spalancò gli occhi quando appurò il modello della stessa.
E’ sempre stata la sua preferita…
Salirono in silenzio, si allacciarono la cintura e Taichi mise in moto, stringendo convulsamente il volante.
-Dove andiamo?- le domandò, evitando di guardarla.
-Fa lo stesso…- mormorò lei, con la gola improvvisamente secca.
Tai allora uscì dal parcheggio schiacciando sull’acceleratore e diretto chissà dove.
Quando si fermò davanti alla loro caffetteria ad Odaiba, Sora perse un battito.
Senti l’ondata dei ricordi investirla in pieno ed il cuore pompare più sangue. Così, solo vedendo quel posto.
Tai spense il motore.
Il silenzio era un macigno enorme che entrambi non sapevano come spostare.
Due estranei. Ecco cosa sembravano.
Una volta dentro il proprietario, Yuri, la riconobbe immediatamente.
-Non ci credo…Sora Takenouchi!-
La ragazza sobbalzò, sentendo il suo nome urlato in quel modo. Alzò lo sguardo e vide l’uomo avvicinarsi a grandi passi.
-Yuri?- mormorò incerta.
Lui sorrise.- E chi sennò?Non riesco a crederci, sei tornata!- esclamò ancora abbracciandola.- E sei sempre più bella!-
Ricambiò l’abbraccio energico dell’uomo e con la coda dell’occhio vide Taichi che la fissava. Non appena incrociò lo sguardo però, lui distolse immediatamente il suo.
-Allora siete tornati insieme?Oh, sono contento per voi ragazzi!Finalmente questo qui la smetterà di essere depres…-
-Yuri.- Il tono duro che aveva usato Tai lo fece zittire di colpo.
Capì, dal suo sguardo e da quello vuoto di Sora d’aver preso un granchio enorme.-Il tavolo laggiù è libero. E’ anche il più appartato.-
-Grazie- rispose mesta Sora, seguendo Tai che si era già incamminato.
Si sedettero l’uno di fronte all’altra.
-Odio il silenzio, mi parla di troppe cose.*-
Sora alzò lo sguardo, sentendo la frase mormorata da Tai. Anche lui la stava guardando.
Fisso, con gli occhi magnetici di sempre che avevano il potere d’ammaliarla.
Era come nell’antica storia della falena e la luce: non importa per quanto tempo la falena resisterà alla luce, non importano i pensieri che farà per distrarsi…alla fine, inevitabilmente, finirà per bruciarsi.
Sospirò, prima di parlare.- Non è cambiato per niente questo posto…-
Tai distolse lo sguardo, con un sorriso amaro.- No, infatti.-
Perché chiarirsi era così difficile?
Il loro rapporto, prima d’amicizia poi come coppia, era sempre stato caratterizzato dal dialogo. Sempre, in ogni occasione.
Eppure…
Tai indurì la mandibola.- Io devo chiederti una cosa prima di continuare.-
Sora annuì, tremando. Conosceva bene la domanda che stava per porle.
-Quel bambino…-
-Risponderò alla tua domanda. Ma non ora Tai…-
Pronunciare nuovamente il suo nome fu come l’ennesimo brandello strappato dal suo cuore.
Il ragazzo la fissò per un lungo attimo. –Non serve a niente rimandare. La domanda è semplice…è tuo?-
La voce gli tremò. Non poteva farci niente.
Sora pensò alla conseguenza di quello che stava per rivelargli. Aveva ragione Kari, aveva ragione Izzy…tutti loro.
Aspettare non sarebbe servito a niente.
-E’ nostro.-
Non riuscì più a frenare le lacrime. Dopo cinque, lunghissimi anni, l’aveva detto.
Tai sbiancò. Il cuore impazzito nel petto e nella mente quello che Sora gli aveva appena detto.
Ma è impossibile…
Senza pensarci due volte, si alzò in piedi e l’afferrò per un polso trascinandola fuori.
Si fermarono sotto un albero nel parco che circondava la caffetteria.
Alcune gocce scendevano timide dal cielo grigio.
-Dimmi che non è vero- disse con la voce spezzata.
Sora non rispose, scossa dai singhiozzi.
-Sora dimmi che non è vero!-
-Non posso!- sbraitò allora la ragazza, alzando gli occhi vitrei su di lui.- Non posso dirtelo Tai perché quello è nostro figlio!-
Urlò.
Tai urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, alzando il visto contro il cielo che scaricava ormai acqua in grande quantità.
Si mise le mani tra i capelli e cadde in ginocchio, a peso morto, sulla terra fradicia.
Pianse.
Pianse tutte le lacrime che aveva cercato da sempre di trattenere. Perché lui era il coraggioso, il forte, quello che non si spezzava ma che seguiva il vento piegandosi dolcemente.
Ma dentro qualcosa era spezzato, invece.
Spezzato da troppo tempo. Da cinque anni.
Artigliò la terra con le mani, sporcandosi di fango e continuando a singhiozzare coperto dalla pioggia.
Un uomo distrutto. Ecco cos’era Tai Yagami in quel momento.
Sora non poté fare a meno di seguire le sue lacrime, poggiata al tronco dell’albero vicino al quale si trovava.
Troppa rabbia, troppa amarezza in quei gesti. Per due persone che non avevano mai smesso d’amarsi.
Mai.
Nonostante i kilometri che li separavano, nonostante il tempo, nonostante il passato.
-Perché…-
La ragazza alzò il capo, sentendo il mormorio di Tai.
Il ragazzo alzò il capo mostrando gli occhi gonfi.- Perché non me l’hai mai detto…?-
Non c’era rabbia in quella domanda, né rancore.
Per quanto si sforzasse, per quanto lo preferirebbe, Tai non riusciva a provare niente di simile nei confronti della ragazza che ora gli stava di fronte condividendo il suo dolore.
-Avevo paura Tai…io non…non potevo trascinarti in tutto questo senza sapere se tu volevi entrarci..- mormorò, accasciandosi piano a terra seguendo il profilo del robusto tronco.
Si guardarono, attraverso la moltitudine di gocce che li separavano, sfumando i bordi dei loro corpi fradici.
-Come puoi aver pensato una cosa simile Sora…- biascicò Tai, guardandola con tutto l’amore che aveva nascosto dentro se per tutto quel tempo. -Come puoi averlo pensato per un solo attimo…-
Sora singhiozzò, più forte.- Perché pensavo che tu mi odiassi!Che non volessi mai più vedermi Tai, ed io mi odiavo, mi odio così tanto per quello che è successo…-
Ora urlava.- Perché io non ti ho mai dimenticato Tai, MAI!- il petto le sussultava violentemente e si coprì il viso con le mani sporche di fango per tutta la vergogna che provava in quel momento.
Per Tai invece, la pioggia sembrava cessata.
Gli occhi si persero nel contemplare quella figura rannicchiata a terra. Sembrava la ragazza che aveva lasciato anni prima, la stessa che stava per portare all’altare, la stessa, che quando aveva visto l’anello di fidanzamento aveva urlato a squarciagola nel locale e si era gettata fra le sue braccia facendoli cadere rovinosamente a terra.
-Nemmeno io ti ho mai dimenticata….- mormorò il castano, e a gattoni, sporcandosi tutto inevitabilmente, si avvicinò piano a lei vedendola bloccarsi alle sue parole.
-In verità…io ti amo ancora come il primo giorno..- sospirò una volta davanti a lei, vedendola alzare lo sguardo su di lui con la bocca spalancata.
Basto un attimo a cancellare la distanza, i ricordi, il rimorso, la nostalgia.
I suoi occhi avevano sempre avuto il potere di stregarlo, non importa da quanto tempo non si sfioravano con i suoi, perché nei ricordi erano la cosa più vivida di lei.
Si era perso in quelle iridi da quando era bambino ed ora, dopo una vita intera, ancora non aveva trovato vie d’uscita.
Dimenticò tutto il passato con il battito delle sue ciglia così vicine, dimenticò il figlio che aveva scoperto d’avere…anche se una parte di lui l’aveva sempre sperato..
L’afferrò per il suo esile polso attirandola a sé con forza, quasi con violenza, e in istante le loro labbra si unirono.
Sora circondò il suo torace con le braccia, stringendolo a sé furiosamente mentre il bacio era febbrile, violento, sprigionava tutto quello che due amanti inconsapevoli avevano provato, sognato, in tutto quel tempo.
Non si può mettere freno alle passioni. Non ci si può imporre di dimenticare qualcuno quando non si vuole. Il cuore non conosce ragioni, non vuole farlo.
Tai la trascinò a terra con sé, stringendola, spostando le labbra sul suo viso, sul suo collo.
A nessuno dei due importava del mondo esterno, non vedevano i passanti sotto i loro ombrelli guardarli stupiti, anche ironici.
Non vedevano niente, a parte loro.
Sporchi di fango, com’erano da bambini quando giocavano a calcio. Complici.
 
 


 
~
 
Rieccomi, ho tenuto fede alla promessa di aggiornare questo weekend^^
So che il capitolo non è lunghissimo, infatti volevo aggiungere un’altra parte dopo questa ma alla fine ho deciso d’inserirla all’inizio del prossimo capitolo che penso proprio sarà il penultimo.
Non so se scriverò un capitolo extra come rewind. Avevo già cominciato la sua stesura ma alla fine l’ho accantonato…voi che dite?
Spero che questo non vi abbia delusi, ho tentato di trasmettere le emozioni del momento…spero d’esserci riuscita. Inutile dirvi che quindi aspetto le vostre opinioni, anche ovviamente, quelle negative.
Rispondo a chi ha recensito lo scorso capitolo:
martnyny: Grazie mille per i complimenti, sono contenta che la storia ti piaccia J Per quanto riguarda Hikari beh, ottima osservazione ihih! Mimi ed Izzy non si metteranno insieme(penso risulti chiaro dopo la lettura di questo capitolo). Li ho intesi come migliori amici che si sono sostenuti a vicenda negli anni “difficili”. Spero questo capitolo ti sia piaciuto, alla prossima un bacio!
Sarugaki92: Grazie anche a te per i complimenti, non so proprio cos’altro dire in questi casi, anche a costo di sembrare banale^^’. Per Mimi e Matt, aspetta il prossimo capitolo ;)
Alla prossima, bacio!
 
Naturalmente ringrazio tutti i lettori e tutti quelli che l’hanno inserita nelle storie preferite ed in quelle seguite, grazie di cuore!
Inoltre vi ricordo la mia one-shot Like my fire decisamente più leggera di questa fan fiction e pubblicata qualche giorno fa in questa sezione.
Il prossimo capitolo non so quando potrò pubblicarlo. Uno dei due esami che sto preparando si avvicina e quindi ho sempre meno tempo a disposizione, spero di riuscirci entro martedì, altrimenti temo non prima della prossima settimana.
Un saluto a tutti,
Sabrina
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

   
 
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