Slam Dunk [200 parole ~ Doppia drabble]
Hanamichi inspirava profondamente, bevendo l’aria
fresca della sera e permettendo ai muscoli tersi dal sudore una pausa.
Due e trentatré.
I tiri portati al canestro e miseramente
falliti.
Le voci dei compagni di squadra gli sfilavano
nella mente come se fossero trascorsi solo pochi istanti; sentiva sulla
lingua
il sapore acre della sconfitta.
Ormai la conosceva bene.
La verità era che la Volpe aveva ragione: lui
era solo ridicolo.
Tuttavia la ricordava, la sua voce in quel
momento «Do’aho non fare la vittima».
Improvvisò uno scatto, afferrò la
palla e
saltò – allungando il braccio verso il tabellone:
probabilmente la palla
sarebbe finita fuori, di nuovo, e lui avrebbe imprecato contro tutti
loro.
Eppure nemmeno la rabbia – così forte –
lo
portava a desistere: uno Slam Dunk, uno solo per andare avanti col
sorriso.
Perché dopotutto non si sarebbe arreso.
Il tabellone vibrò come impazzito, mentre scendeva
a piantare i piedi sul parquet lucido; la palla accarezzò la
sottile rete
bianca, prima di rotolare lontana in un angolo.
Hanamichi sorrise: poteva resistere ancora un
altro giorno.
{22.05.10}
Note
autrice: ok, riproviamoci, a continuare la
raccolta. A parte il rinnovato amore per Slam Dunk, mi dispiaceva
lasciarla così
– in sospeso.
Questo è Hanamichi, Hanamichi che, beh, si
rende conto semplicemente di non poter respirare
senza il basket.