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Autore: LaMicheCoria    23/05/2010    3 recensioni
La vita di Spock, un'infanzia combattuta tra l'Umano e il Vulcaniano e un regalo, una fiammella insignificante nella luce del giorno, ma indispensabile nel buio della notte
Raccolta in ordine cronologico di momenti della vita di Spock, prima, durante e dopo la TOS, vista "attraverso" lo sguardo cieco di due occhi color miele. Un primo tentativo di Long Fiction, se tale si può definire
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Spock
Note: Raccolta, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un'Infanzia a Metà'
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2239I

Capitolo: 2
Personaggi: Amanda Grayson, Spock “Selek”
Note: Ambientato nell’Episodio “Yesteryear” della Serie Animata. Non sapendo quanti di voi hanno potuto vedere questa particolare serie –non ho trovato nessuno Streaming in italiano-, vi faccio un breve riassunto della trama:
Dopo una missione su Time Planet, Kirk e Spock, che avevano usato il Guardiano per una missione di ricerca scientifica su Orione, al loro ritorno scoprono che la linea temporale è mutata: al posto di Spock vi è Thelin, un Andoriano, come Primo Ufficiale e nessuno sembra ricordarsi del Vulcaniano.
Grazie ad alcune ricerche, si viene a sapere che Spock, muore nel tentare di superare da solo la prova detta kash-wan, nonostante la sua giovane età. A seguito di quest’incidente Amanda lascia Vulcano e muore sullo Shuttle che l’avrebbe riportata sulla Terra.
Tornando alla memoria a quel giorno, Spock ricorda di essere stato davvero ad un punto dalla morte, ma l’intervento provvidenziale di un suo lontano cugino, tale Selek, lo aveva salvato. Compreso che Selek altri non era che se stesso tornato dal futuro, Spock usa di nuovo il Guardiano e ritorna al 2239, per salvare se stesso.
(Nel precedente capitolo, avevo messo come data 2233, utilizzando la timeline, quella più seguita, secondo cui Spock sarebbe nato nel 2230, mentre Kirk nel 2333. La data, però, è ancora molto combattuta, visto che si continua ad oscillare tra il 2230 e il 2232.. La Compagnia Nemeryal FanFic. si scusa per il disagio!)

Capitolo 2

 

ShirKhar, Vulcano, Anno: 2239

 

Age: Seven
Troppo Giovane. Parte I [Selek’s Side]

 
[Gli animali riconoscono le persone grazie al fiuto, ma noi madri abbiamo un senso ancora più affinato]

 

Accanto alla grande finestra, Selek osserva i contorni di ShirKhar, sfumati, immersi nel bagliore scarlatto di Vulcano. Il suo sguardo, acceso da una fiammella di malinconia, è fisso su due figure, sedute una accanto all’altra, il padre col viso chino sul figlio e il figlio con gli occhi abbassati, colmi di vergogna e incertezza.
Selek è composto, la luce ne accende i contorni decisi, il portamento rigido, ma tiene in ombra le mani, nascoste dietro la schiena, e preda di brevi scatti nervosi, come se una parte inconscia del Vulcaniano volesse poggiarne le dita contro la finestra e continuare ad osservare, non visto, la scena che si svolge davanti ai suoi occhi.
-Spero che tu non sia stato disturbato dal comportamento di mio figlio-
Selek si volta piano, senza scomporsi, la tunica chiara che fruscia appena sul pavimento scuro.
Negli occhi del Vulcaniano si dipinge l’esile figura di Amanda, i capelli corti, il corpo aggraziato fasciato da un vestito rosa antico, dalle maniche svasate, e un sorriso sincero sul volto ancora giovane.
-No Amanda, mia signora- risponde Selek, con tutta la cortesia dovuta alla moglie dell’Ambasciatore Sarek –Ogni ragazzo ha molto da imparare. Il mio giovane cugino ha una strada più difficile degli altri da percorrere-
Il sopracciglio sottile di Amanda si inarca appena, creando una lieve ruga sulla fronte, e gli occhi azzurri vengono percorsi da un breve scintillio.
-Sembra che tu lo comprenda meglio di suo padre- quella della donna non è un accusa, ma una semplice constatazione, eppure Selek, per un istante, avverte come una morsa di disagio alla bocca dello stomaco.
-E’ molto difficile per un padre pretendere meno della perfezione da suo figlio- ribatte comunque, senza lasciar trasparire quella strana sensazione –Spock troverà la sua strada-
Il tono è deciso, sicuro, pare quasi affermare un’innegabile certezza, come se i suoi occhi avessero visto molto più lontano di quel momento, arrivando a cogliere ogni immagine nascosta nelle profonde e volubili pieghe del tempo.
-Lo spero proprio- un sussurro affranto, quasi sconfitto, quello di una madre che vede il proprio figlio costretto ad una sofferenza che non può in alcun modo alleviare, perché rischierebbe solo di aumentarla irrimediabilmente –Io rispetto Vulcano e le sue tradizioni, ma sono pesanti per una persona sensibile-
Dallo sguardo di Selek si possono cogliere parole silenziose, che la sua voce non pronuncerà mai.

Lo so. Lo è per lui, come per te.
-Il ragazzo deve affrontare fra poco la prova del Kash-wan, non è vero?-
Diretto, privo di inflessioni. Selek ha indossato una maschera impenetrabile, sicuro che quelle parole, tutta la malinconia di cui sono impregnate, non verranno mai sentite, se non da lui, nei sussurri quieti della notte, quando è difficile controllare se stessi, ma è necessario un confronto, pena la negazione e l’annullamento di se stessi.
-Il mese prossimo-
Il sopracciglio del Vulcaniano si inarca, le labbra si piegano appena, in una piccola smorfia di confusione.
-Domani non è il giorno venti del mese di Tasmeen?-
-Certo, c ‘è qualcosa che non va?-
-A volte mi sembra..- Selek si porta una mano al viso, nascondendo le labbra dietro le dita –Di aver perso la nozione del tempo-1
Amanda si avvicina con circospezione, piegando la testa di lato e corrugando la fronte. Allunga una mano verso il volto di Selek, i cui occhi, persi nella concentrazione, non colgono il lento movimento della donna; quando le dita stanno per sfiorare la guancia del Vulcaniano, un uggiolio di protesta le fa voltare il capo e abbassare subito il braccio.
Un sehlat di grandi dimensioni, il pelo fulvo e gli occhi di un nero talmente denso da sembrare liquido, li osserva entrambi con le zampe anteriori allungate sul pavimento e la schiena inarcata verso l’alto, la lingua rosa che appare e scompare tra le zanne affilate.
Selek si riscuote e sente il corpo sussultare nel vedere Amanda così vicino a lui; si allontana appena, dirigendosi verso l’uscita, ma il sehlat lo raggiunge con un balzo, bloccandogli la strada.
-Sembri proprio piacere ad I-Chaya- ride Amanda, nascondendo le labbra dietro le dita lunghe e sottili, ma gli occhi azzurri dardeggiano con astuzia sul volto del Vulcaniano, che si sente costretto in trappola.
Abbassa  lo sguardo verso il sehlat e il naso nero, pulsante, dell’animale gli fa provare un brivido spiacevole lungo la schiena: grazie all’olfatto, I-Chaya lo ha riconosciuto, nonostante gli anni, nonostante la piega temporale.
No..non può permetterlo..i ricordi lo assalgono come un fiume in piena e si infrangono con la rigida diga di controllo vulcaniano, costruita dopo tanti, dolorosi anni di fatica e privazioni. Non può permettere che ceda, non in quel momento.
Non in quel tempo..
Alza lo sguardo, per deviare in qualche modo il discorso, qualsiasi cosa per fargli dimenticare, ma Amanda non è più nella stanza.
E Selek non sa se sentirsi al sicuro o  nella peggiore delle trappole.

 

***

 

Non ha resistito.
Alla fine, una parte della diga ha ceduto e le sue gambe si sono mosse spinte solo dalla calda malinconia umana, non dalla fredda curiosità vulcaniana.
Selek si ferma sulla soglia della stanza, soffermandosi sui dettagli che colpiscono con forza la sua vista e il suo animo: la finestra accanto alla lunga scrivania, il letto dalle coperte azzurre, il tappeto scuro, dai riflessi sanguigni, la piccola lampada appesa alla parete, sopra un comodino su cui è appoggiata una lunga candela blu notte, con accanto alcune bacchette di incenso odoroso.
Entra e si volta, scostando con un movimento leggero la porta e soffermandosi sulle linee decise dell’armadio di legno chiaro, con alcuni simboli vulcaniani impressi ai lati delle maniglie e sulla parte superiore.
Si accosta nuovamente all’entrata, facendo ben attenzione che nessuno arrivi e lo colga a “ficcare il naso” come direbbe un certo Ufficiale Medico di sua conoscenza, nella camera di un’altra persona.
Anche se, gli sussurra la sua parte Vulcaniana, non sta veramente “ficcando il naso”, visto che ogni cosa in quella stanza gli appartiene..in teoria.
Scrolla le spalle con un  movimento involontario e si siede sul bordo del letto, affondando appena tra le lenzuola, stringendo le mani l’una con l’altra e lasciando che tutti i ricordi, tutti i suoni, tutti i profumi contenuti in quella stanza gli danzino attorno, come spiriti invisibili che con voci argentine cantano trame diverse per un’unica storia.
Riapre gli occhi, con il trillo di un’ultima, soave nota pizzicata sulla corda tesa di una lira vulcaniana, e il suo sguardo, seguendo il sussurro di un tenue ricordo, soffuso e sfocato, si fissa di nuovo sull’armadio.
La luce proveniente dalla finestra avvolge la maniglia scura entro un bagliore scarlatto, tempestato di pulviscolo dorato, racchiudendola in una gabbia dalle sbarre preziose ed evanescenti.
Si alza dal letto e avvicina, incerto, la mano, prima di bloccarsi.
Vuole davvero riaprire le porte dei ricordi?
Dietro quelle ante c’è tutto quel che di Umano il piccolo Spock ha deciso di lasciarsi alle spalle, o almeno ha finto di decidere: una parte di lui lo ha fatto, ma l’altra si è lasciata sopraffare dal rimorso, dalla consapevolezza del rischio di gettare, spazzare via un lato inscindibile di sé.
La mano si serra attorno alla maniglia e le ante si aprono lentamente; i contorni degli oggetti contenuti, o meglio, nascosti nell’armadio, appaiono in un lampo, colpiti dai raggi prepotenti del sole.
Uno in un particolare attira l’attenzione del Vulcaniano: una scatola scura, squadrata, con sopra l’immagine slanciata della Enterprise appartenuta al Capitano Archer.
Allunga le dita verso la confezione, ricordo del regalo della sorella di Amanda, Lady Elisa, e la tiene stretta, prima di aprirla ed estrarne il contenuto.
Ma come ben sa, dentro non vi è il modello della Enterprise, che riposa placidamente dentro il secondo cassetto del comodino, ma qualcosa di più intimo e personale, qualcosa che la parte Vulcaniana ha desiderato distruggere in più occasioni, tagliando il filo sempre più fragile, però mai in procinto di spezzarsi, che lo teneva legato al lato Umano.
Persino Sybok, per mettere Spock alla prova, lo aveva –anzi, lo avrebbe- invitato a distruggerlo, sfidandolo a dimostrargli quanto Vulcaniano fosse effettivamente diventato, ma in quel momento, in quel tempo, il pupazzo a forma di orso è ancora lì, in quella piccola scatola, gli occhi color miele fissi verso un punto lontano e il muso nocciola un poco schiacciato all’altezza del naso.
Stringe appena la presa sulla pancia morbida del pupazzo e può quasi sentire i gemiti soffocati di Spock sprigionarsi da quelle labbra scure, mute, sottili, la rabbia del Vulcaniano che non riesce, non può prevalere sull’Umano, il dolore, la disperazione.
E poi il calore, il conforto, il dolce profumo di Amanda sul pelo forse un po’ liso, sulle zampe più chiare rispetto al resto del corpo, sul fiocco scarlatto annodato alla gola.
Quanti ricordi, quanta malinconia in un unico, piccolo oggetto..
-Credevo tenessi il pupazzo in un punto più nascosto della sua stanza-
-Sarebbe stato illogico, l’angolo più nascosto è dove si va a controllare per primi, e dunque...-  gli occhi di Selek si sgranano e la testa si alza di scatto, scontrandosi con lo sguardo quieto di Amanda, le braccia incrociate al petto e un sorriso astuto sul viso.
-Amanda, mia signora..-
-Oh, non c’è bisogno che dici nulla-  la donna ride e si avvicina, per poi posargli dolcemente la mano sulla guancia - Gli animali riconoscono le persone grazie al fiuto, ma noi madri abbiamo un senso ancora più affinato, non lo sapevi..Spock?-

 

1.  

1.   Il dialogo riportato è preso direttamente dall’Episodio “Yesteryear”

 

Diario di Nemeryal, Data Astrale 23.05.2010

Oplà! Nuovo capitolo per voi, miei signori! (E ringrazio Persefone Fuxia! Effettivamente "bacchi di incenso" è un'espressione tipicamente del parlato -o almeno dalle mie parti XD E' stato comunque corretto nel testo *inchino*
Quanto mi aiuta scrivere queste OneShot..con il poco tempo a disposizione causa scuola (troppe interrogazioni! Troppe! Qualcuno lo spiega ai prof che a Maggio gli studenti sono più fumati di una sigaretta?) Per le mie due Long Fiction (di cui una, sì, è quella di Star Trek, di cui ho da poco riscritto il primo capitolo per la..quarta volta, credo) non ho abbastanza tempo, ma per queste un angolino-ino-ino riesco a ritagliarlo!
Comunque! Rispondiamo alle recensioni!

Lady Amber: Ti consiglio di guardarlo Star Tre V, più che altro per le scene con Kirk, Spock e McCoy, ma soprattutto per Sybok! Grande Sybok, tanta stima..Concordo, Spock che coccolo un peluche credo sia una delle cose più pucciose al mondo..tranne forse Bones con le orecchie da coniglietto XD Grazie per la recensione!

Persefone Fuxia: Meno male che il finale andava bene, quanto ci ho messo a scriverlo, devo aver consumato la tastiera! (Anche io sono ancora molto affezionata al mio orsetto, praticamente ha la mia veneranda età XD) Spero di essere riuscita a fare un lavoro decente anche questo capitolo, anche se personaggi nuovi non ve ne sono..eh vabbè! Grazie per la recensione!

Thiliol: Spero di essermela cavata anche con questa^^ Grazie per la recensione!

Abdulla: E io mi spingerò là, dove nessun trekker-fanwriter è mai giunto prima! *posa plastica davanti al pc e grilli in sottofondo* ehm..oh, qualcuno che condivide con me una buona opinione del film (pensavo di essere l’unica!)..spero che questo capitolo possa piacerti e ti ringrazio per essere sempre presente! (e Sybok tornerà anche nei prossimi capitoli! W Sybok!!!)

 

Ringraziamenti:
A Dolce_Lady per averla messa fra le preferite, a Lady Amber e Istul per averla inserita tra le seguite e Rei Hino e Astry_1971 per aver commentato la fan fiction “Il Sacrificio dell’Alfiere”

 E ovviamente alle mitiche Silentsky e Pimplemi_Chan (che riescono a sopportarmi in questo mio periodo di crisi isterica causa scuola! Che sante!)

Al prossimo capitolo,
Tai Nasha no Karosha!

 

 

 

   
 
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