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Autore: dublino    24/05/2010    13 recensioni
Terzo anno.
Hermione Granger e Ron Weasley hanno appena litigato. In seguito si recano alla prima lezione di cura delle creature magiche.
E se tutto andasse in maniera diversa, se Harry non fosse il solo a cavalcare un Ippogrifo?
E se Hermione usasse la sua Giratempo?
"Un lampo di decisione dolorosa illuminò i miei occhi…
Se  non potevo avere tutto, allora non avrei avuto niente.
Infilai una mano nel colletto della divisa, sbottonai il secondo bottone e raggiunsi quello che cercavo…
Le mie mani semi tremanti raccolsero la Giratempo, i miei occhi umidi la fissarono. Afferrai le lancette dorate e le portai indietro quanto bastava."
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fierobecco, Hermione Granger, Il trio protagonista, Rubeus Hagrid | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Il primo volo

 

Il primo volo come una carezza mi sfiorò le labbra e poi scomparve fra i suoi capelli…

Avevamo litigato ancora... Nonostante ci fossimo ripromessi di non farlo era accaduto... In modo irreparabile, noioso, stressante. Le sue parole antipatiche, false, prive di qualsivoglia fondamento di ragione scavavano dentro di me smussando i residui di sicurezza che  nascondevo e proteggevo con forza estrema. Era così tutte le volte che accadeva: io rispondevo con rabbia, mettendo in evidenza la mia personalità permalosa, a suo dire, lui mi rideva quasi in faccia coinvolgendo anche gli altri nella nostra lite. Alla fine quando ormai mi sentivo troppo stanca perfino per rispondere ancora abbandonavo il luogo dove lui si trovava e mi chiudevo la porta della mia camera personale alle spalle, cercando invano di ignorare le urla di Ronald.

"Quella lurida bestiaccia assatanata! Non vuole altro che uccidere il mio povero Crosta.. E' malato sai, ormai è vecchio. Perché non tieni a bada quel mostro?!" ringhiava contro di me osservando con sprezzo la coda rossa di Grattastinchi fare capolino da sotto la poltrona.

"Ronald lui non lo fa apposta.. E' un gatto! e nel suo istinto desiderare di prendere il tuo topo.. Ma non lo fa apposta!" ribattevo osservando con quanta compiacenza stringeva fra le mani quel piccolo vigliacco di un topo

"Certo! Come no! Difendilo pure ,continua così Hermione.. "

Era completamente inutile cercare di affrontare un discorso serio con Ron.. Mi ricordava nella sua espressione insofferente, corrucciata, ferita, un bozzolo chiuso in se stesso, acuminato e incapace di aprirsi di sua spontanea volontà. Io ero sempre il giardiniere volenteroso, il medico colmo di affetto che lo carezzava e lo aiutava a liberarsi dalle spine, rendeva il suo pelo lucido e morbido, lo aiutava a schiudersi e mostrare quello che era. Avevo sempre avuto molta pazienza... Ora la virtù dei forti non mi avrebbe più assistita perché irrimediabilmente, scioccamente, violentemente, avevamo litigato ancora. La lite come se non fosse già stata pesante,  a causa delle sue villane accuse nei confronti di Grattastinchi, si era ulteriormente caricata dei nostri pareri opposti riguardo la professoressa Cooman. Quella donna con il suo incedere strano e lento, il suo sguardo mistico e stralunato, i suoi modi di fare sconfinanti spesso nel ridicolo, mi rendeva molto difficile credere maggiormente nella sua materia, già di per se molto confusa... Quel giorno poi, aveva dato dimostrazione di se e della sua 'vista' producendosi in strambe e per nulla credibili predizioni di disastri, rivolte a tutti i miei compagni. Alla fine della lezione, persino la professoressa McGranitt ci aveva tranquillizzati, rendendo ben visibile la sua incredulità nei confronti di quella donna... Nonostante questo, nonostante la vile sciocchezza che serpeggiava nelle parole di Sibilla Cooman, Ron continuava a crederle, mostrandosi particolarmente colpito, ricordando anche a noi altri, che gli stavamo accanto, quanto fossero importanti le parole della professoressa.

"Per favore Ronald... Cerca di essere obbiettivo! Non potrai davvero credere alle parole così confuse di quella donna.." Lo avevo redarguito io entrando in sala comune

Il suo sguardo si era velato di una minaccia ben visibile, le sue mani erano corse ai fianchi, poi avevano raggiunte le tasche per assicurarsi che Crosta fosse al sicuro. Faceva sempre così oramai...  Appena mi vedeva controllava che il suo stupidissimo topo fosse al suo posto. Quasi io e Grattastinchi fossimo la stessa maligna entità.

Scossi il capo nervosamente al pensiero e cominciai a battere ritmicamente il piede. Non sopportavo proprio il suo modo di fare...

"Ah si, eh? Naturalmente tu non le credi... Ma io so il perché Hermione!" disse portando il topo fuori dalla tasca destra e rigirandoselo fra le mani con avidità e possessione.

Bleah, che schifo!

"E perché, sentiamo!" esclami realmente curiosa, mordendomi il labbro inferiore con forza…  Mi passai una mano fra i capelli mettendo diverse ciocche ribelli dal lato opposto a dove si trovavano.

Lo sguardo di Ron era severo,febbrile, colmo di furia... Voleva dirmene quattro... Non sopportava che io mi permettessi di andare contro il suo parere riguardo la professoressa Cooman nonostante avessi già molto da farmi perdonare.

"La professoressa Cooman dice che non hai l'aura… Perciò visto che è la prima volta che non sei brava in qualcosa te la prendi e non lo accetti!" disse con evidente soddisfazione nella voce. Il topo Crosta si muoveva sonnolento fra le sue mani rosse e sudate... Sentivo forte crescere dentro di me la voglia di farglielo volare dalle mani e darlo a Grattastinchi. Scacciai prepotentemente il pensiero, troppo preoccupata che il mio di istinto potesse prendere per una volta il sopravvento,  e lo fulminai con lo sguardo

"Se devo fingere di vedere anche io presagi di morte ovunque allora preferisco non averla questa aura!" esclami con forse troppa foga. Presi le mie cose con furia , ignorando lo sguardo stupito di Harry e quello ancora più infuriato di Ron e uscì velocemente dalla sala comune Grifondoro.

Quel giorno era in programma la prima lezione di cura delle creature magiche con Hagrid. Il fatto che fosse lui a sostituire il professor Kattleburn mi aveva riempita di meraviglia e anche di curiosità... Ero sicura che Hagrid si sarebbe fatto valere come professore, visto l'amore che nutriva per gli animale magici e non, perciò non avevo proprio nulla da temere, anzi,  questo era il primo punto positivo della giornata.

Sgusciai velocemente attraverso il portone d'entrata e seguì la fila dei miei compagni, pronta a godermi la prima lezione del pomeriggio. Alzai gli occhi al cielo scrutando il particolare colore grigio... Certo non era una bella giornata, ma come si sol dire, era molto meglio dei giorni precedenti, che erano stati piovigginosi. Camminavo con lena respirando il profumo dell'erba fresca che si alzava ad ogni mio passo.. Amavo quel profumo così naturale e forte, mi aiutava a rilassarmi e mi faceva sentire il contatto con la natura. Mi voltai velocemente dall'altro lato quando Ron seguito da Harry mi raggiunse adattando i suoi passi affannati ai miei. Lo guardai di sfuggita mentre prendevo il grosso libro mostro dei mostri dalla cartella. Calpestava con forza il terreno, come se volesse sfogare la rabbia che provava per me su quella povera erba. Respirai a fondo e continuai a camminare lontano il più possibile da lui, lasciando che il passo lento di Harry lo aiutasse a raggiungere la posizione centrale fra noi. Lo vidi alzare il viso e puntare lo sguardo verde su di me, come per mascherare il suo imbarazzo crescente in uno sguardo velato di consuetudine. Mi spiaceva davvero per Harry, lui non centrava niente, anche se spesso si faceva fuorviare da quel genio di Ron, ma non potevo di certo fare qualcosa per rendere il suo imbarazzo meno evidente o il mio rancore più leggero. Camminavamo perciò in silenzio tutti e tre diretti verso la capanna di Hagrid.

Il brusio che sempre precede una lezione ci accolse come una leggera brezza... Veloci ci accodammo individuando presto gli spazi fra un compagno e l'altro e infilandoci velocemente fra di essi. Dovevamo essere in prima fila affinché potessimo dare il giusto sostegno al nuovo professore. Individuai presto il viso di lui e notai immediatamente che era molto nervoso... Indossava un completo da giorno, normale, i suoi capelli sembravano più cespugliosi e neri del solito, gli occhi grandi e amichevoli erano illuminati da una luce strana, come fosse gravida di nervosismo. Sorrisi dolcemente quando incontrai il suo sguardo e gli lanciai un occhiata di augurio, come a volerlo rassicurare. Di certo credeva di non essere all'altezza di quel compito e la lezione divisa fra Grifondoro e Serpeverde non lo aiutava a calmarsi.

Delle risatine attirarono la mia attenzione,mi voltai di scatto per fulminare chiunque avesse cominciato a disturbare la lezione e notai che era Malfoy...  Lui e il suo gruppetto di serpeverde idioti: Tiger e Goyle, in disparte una ragazza di nome Pansy Parkinson particolarmente sciocca e decisamente infatuata di Draco visto come gli stava attaccata. Sembrava che Malfoy e i suoi compari si stessere divertendo un mondo mentre sghignazzavano come niente fosse e lanciavano occhiate verso il professore di cura delle creature magiche.

"Stupido idiota..." sussurrai verso di lui sperando con tutto il cuore che potesse sentirmi. Il litigio con Ron mi aveva reso talmente astiosa dentro che mi sarebbe persino piaciuto attaccare briga con Malfoy, dirgliene quattro se solo avesse osato mettere in imbarazzo minimamente Hagrid.

Mi lanciò uno sguardo cattivo, piegò le sopracciglia mettendo in risaltò il suo sguardo pallido... Era grigio come il cielo di quel giorno. Me ne resi conto in modo strano sentendo quella consapevolezza sussultare e ritornare dentro di me con un piccolo rimbombò acuto. Scossi il capo e sospirai...  Cosa mi interessava se gli occhi di quel deficiente erano uguali al cielo?

All'improvvisò si girò ed io mi ritrovai a seguire la traiettoria del suo sguardo...  In un lampo di luce e colori, alberi e teste di ragazzi arrivai verso quello che voleva vedessi: Hagrid che aveva cominciato la sua lezione con un gran sorriso sulle labbra. Vidi un esplosione di disgusto colorargli gli occhi e il suo sguardo ritornare su di me veloce. Alzò le sopracciglia in un gesto di intesa.

Che idiota..

Credeva forse che io non sapessi cosa pensava di Hagrid?

"Sei solo un deficiente.." gli sussurrai ancora notando la sua vicinanza sospetta a me

La sua voce fredda ma stranamente soddisfatta mi recò un brivido di fastidio

"Che c'è mezzosangue... Solidarietà verso un tuo simile?" chiese abbassando lo sguardo sui miei piedi, facendolo scivolare con lentezza studiata su per le gambe e giungendo in fine di nuovo sul mio viso.

Storsi la bocca in una smorfia arrabbiata e mi morsi il labbro... Avrei voluto davvero schiaffeggiarlo!

"Sta zitto Malfoy, le tue parole sono veleno..." dissi lentamente inspiegabilmente sincera

"Be, Granger... Sono solo queste le parole che si possono rivolgere ad una come te" spiegò rendendo la sua voce scevra di quel disprezzo che usava continuamente nei miei confronti. Sembrava che volesse accompagnare quelle parole con una dolcezza melensa ma molto più sofferente del solito, molto più sentita e impossibile da ignorare.

Deglutì avvampando mentre mi guardava con quei suoi densi occhi di fiamma gelida. Non sapevo cosa mi prendeva in quel momento! Forse era l'insieme di emozioni che avevo provato in quel giorno:l'arrabbiatura con la professoressa Cooman, la lite con Ron e ora lo scambio di battute con Draco Malfoy.

Strinsi le labbra e assottigliai gli occhi notando che il groppo in gola stava crescendo sempre di più senza lasciare spazio alle parole razionali che io stessa mi fornivo affinché potessi calmarmi. Sembrò notare il mio stato e ghignò debolmente mentre le sue guance diventavano, a mio avviso, sempre più pallide. I suoi occhi grigi brillavano di malizia.

Era strano come rendesse ogni volta criptico il suo volto, le sue emozioni erano contorte, nascoste sempre di più ogni giorno che passava, ogni giorno che crescevamo.

"Non vorrai piangere di nuovo, eh Granger?" chiese con una punta di ironia nella voce sottile. Si passò una mano fra i capelli e gettò il libro mostro dei mostri per terra, accanto al mio. Si avvicinò di qualche passo.

"Giammai lo farei, Malfoy!" dissi sfidandolo con lo sguardo

"Bene... Anche perché vedere una mezzosangue piangere per la seconda volta, a causa mia, potrebbe portare il mio divertimento a livelli mai raggiunti. Non posso certo distrarmi per colpa tua, quindi vedi di non farlo" disse con voce dura, forte.

"Non credere che io piangerei mai per causa tua, Malfoy... Ti dai sempre troppa importanza!" dissi indietreggiando di poco. Il suo sguardo grigio gravitava attorno a me, su di me, verso di me, tutto insieme e mi sentivo stranamente calda, sottomessa, incapace di ribattere come avrei voluto.

"Si come no, mezzosangue... Ora però allontanati, ho molto di meglio da fare" disse muovendo la mano verso di me, come se volesse scacciare una mosca fastidiosa

"Vattene tu... Il terreno dove siamo non è proprietà esclusivamente tua.."

"Ehi! tutto bene lì?!" Il vocione di Hagrid ci raggiunse facendomi ricordare immediatamente dove mi trovavo.

"Si professore, tutto bene!" risposi sorridendo come se nulla fosse. Malfoy accanto a me sbruffò sonoramente. Decisi di non farci caso e mi voltai nella direzione di Hagrid. Il soggetto della lezione era lì... In quel recinto grande dietro il corpo del nostro mastodontico insegnante. Mi chiesi immediatamente cosa ci fosse, la curiosità mi stava crescendo dentro divorandomi velocemente come una piccola pianta carnivora. Feci un piccolo passo in avanti e sgranai gli occhi: Ippogrifi!

Erano ippogrifi gli animali legati nel recinto..

Un esclamazione di sonora meraviglia si levò dall'intera scolaresca. Sgranai gli occhi mentre cercavo di cogliere tutti i particolari di quella visione tanto interessante. Non capitava spesso di potere vedere un ippogrifo così da vicino. La prima lezione di Hagrid sarebbe stata meravigliosa!

Gli ippogrifi erano creature per metà aquila e metà cavallo, alti e slanciati, con un lungo piumaggio lucido e colorato. Notai che possedevano dei grandi occhi luminosi che ruotavano intorno studiando i particolari che li circondavano. Chissà se anche loro in quel momento ci stavano studiando? Sorrisi al pensiero e continuai la mia osservazione.  Il becco ricurvo e forte mi provocò un brivido di innegabile timore… Di sicuro avrebbero potuto tagliare una persona intera con un arnese del genere;continuai lungo il petto forte, le gambe robuste e ben piantate sul terreno, gli zoccoli neri e pesanti. E infine lei ali... Osservai anche gli sguardi persi e curiosi dei miei compagni, ridacchiai spensierata dello sguardo intimorito di Neville... Non potevo che dargli ragione, erano di una bellezza terrificante! Draco Malfoy sedeva scomposto sul muretto in pietra, le braccia incrociate al petto e un espressione arrogante dipinta sul volto. Probabilmente pensava che erano noiosi. Niente poteva sorprenderlo..

"Belli, eh? Bestie interessanti gli ippogrifi!" disse Hagrid rivolto ad Harry,intendo a scrutare la consistenza ricurva e terribile del becco di un grosso e marrone ippogrifo

Continuammo a guardare i grossi pennuti da lontano,squadrandoli con cura… Io prendevo appunti velocemente, desiderosa di raccogliere quante più informazioni possibili per elaborare una ricerca e impararla al più presto. Non tralasciai nulla mentre scrivevo e osservavo, conscia di dovere fare il lavoro migliore.

"Non ti smentisci mai eh, mezzosangue?" sussurrò una voce colma di noia alle mie spalle… Sussultai visibilmente e scivolai dal muretto su cui ero seduta.

Sentì Malfoy ridere sonoramente. Una risata di scherno.

"Cosa vuoi, Malfoy?" chiesi senza alzare lo sguardo dalla pergamena, facendolo scorrere di tanto in tanto sull'ippogrifo blu e viola che stavo studiando.

La voce di Malfoy si incrinò, tanta era l'indisposizione nei miei confronti che l'animava. Vidi con la coda dell'occhio le sue mani appoggiarsi al muretto, accanto alle mie gambe.

"Fai sempre così! Sei sempre pronta a compiacere, a scrivere, a prendere appunti.. Non pensi mai che tutto quello che fai è inutile, che niente cambierà la tua situazione?" chiese con astio. Il vento fra i capelli aumentò, ringraziai tacitamente pensando che forse avrebbe coperto i battiti del mio cuore. Malfoy fece un piccolo balzo e si sedette accanto a me, fissandomi.

"Non credi, Malfoy... che mi piaccia studiare? Non capisco di quale condizione parli.." dissi tenendo testardamente gli occhi fissi sulla pergamena piena di parole.

"Sei proprio una testarda ottusa, Granger… E' evidente! parlo del tuo sangue.." disse lentamente come gustando ogni parola

Vidi distintamente le lettere sulla pergamena diventare sfocate, la mia concentrazione perdersi in milioni di pensieri sconfortanti, il profumo fresco di Malfoy amalgamarsi a quello del vento, che aveva racchiuso il rumore assordante solo dentro di me, ma non aveva tolto a Malfoy la capacità di parlare, ne quella di ferirmi con sempre maggiore talento.

"Ma insomma! cosa cavolo te ne frega a te?! Mi vuoi lasciare in pace? Vuoi sparire dalla mia vista per una volta, Malfoy!!" esplosi alzando gli occhi naturalmente umidi e fissandoli nei suoi. Il rimbombo familiare tornò a scontrarsi contro il mio corpo, quando il grigio mi trafisse riscaldato.

Scivolò con grazia e si mise in piedi, davanti a me, dandomi le spalle. Chiusi gli occhi e singhiozzai silenziosamente, tappandomi la bocca con violenza. Quasi quel gesto avesse potuto rimettere in sesto il mio buon umore, la mia voglia di apprendere...  Ancora non avevo pensato a quanto mi disprezzasse a causa del mio sangue quel giorno. Ed ora il suo odio, il suo disgusto, erano tornati inondandomi ferocemente, urlando con tutto il grigio del cielo quanto gli facessi schifo, quanto fosse impossibile per lui ignorare di dovere condividere la scuola, le lezioni e persino l'aria con me.

Certe volte per rendere più accettabile il disagio che mi provocavano quegli occhi, fingevo che il suo odio derivasse da altre ragioni…  Ragioni che potevano sembrarmi più accettabili e non così razziste, stolte, preoccupanti. I miei dolori crescevano ogni giorno quando incontravo il grigio pallido nei corridoi, seccato e offeso, il grigio intenso simile alla strada, arrabbiato e funesto.

"Bene ragazzi! Ora se volete potete provare...  Su non siate timidi. Ci sarò io con voi, l'importante è che non ci facciate male mentre salite.." disse Hagrid sorridente. Mi resi conto di avere perso una parte della spiegazione a causa di Malfoy e misi i miei appunti nella cartella, scivolai per terra osservando con stupore che il cancello era aperto e molti dei miei compagni si genuflettevano davanti agli ippogrifi.

La mia momentanea incomprensione si spense quando mi ricordai di avere letto che quegli animali orgogliosi dovevano prima accettare l'uomo che desiderava cavalcarli. Ehi aspetta! io non ne avevo nessuna intenzione...  Avevo una paura terribile dell'altezza e non credevo fosse il caso di sfidarla proprio in sede di lezione.

Feci un passo indietro calpestando una manciata di foglie secche.

"Credo non sia bene andare uno alla volta...  Quindi ora faremo delle coppie! Se qualcuno non vuole non deve preoccuparsi. Con attenzione non succederà niente di niente.." le parole di Hagrid non mi rassicurarono. Non sarei salita su uno di quei cosi per niente al mondo. Per quanto quell'esperienza dovesse essere interessante...  Io non volevo, non potevo, non me la sentivo proprio.

Vidi Malfoy ghignare e dare una spinta a Tiger verso il recinto. Quel tonto cadde ai piedi di un ippogrifo grigio perla e retrocedette mugolando spaventato.

Che immaturi!

"Hermione vieni...  Devi decidere con chi stare" sentì Harry che mi chiamava

Lui e Ron si erano già messi insieme, seguivano Lavanda e Calì;Seamus e Dean;Neville e Frank. Ed io.  Notai ben presto che tutti erano accoppiati, anche i serpeverde,e tutti guardavano verso di me e Malfoy.

Un dubbio atroce mi fece sussultare, veloce come una scossa mi inondò i nervi quando lo sguardo di Malfoy entrò ancora in contatto con il mio.

Non era possibile, vero?

"Hermione tu e Malfoy ci siete rimasti..." disse il professore Hagrid

Scossi il capo

"No, mi dispiace ma io non posso farlo..." dissi mettendo un piede dietro l'altro " e non è per...  si insomma.."

Hagrid mi osservava triste, probabilmente aveva compreso quanto mi sconvolgesse il momento che mi aspettava.

Lo sguardo di Malfoy mi sondava divertito, sembrava compiaciuto...  Poi piccole venature più chiare si sciolsero inondando il grigio:aveva capito. I suoi occhi si sgranarono, la bocca si aprì in un ghigno molto più grande.

Era arrivata la mia fine...  Malfoy mi avrebbe uccisa, avrebbe trovato il modo di farmi fuori... Magari facendomi cadere mentre eravamo ad alta quota.

I miei occhi si rivolsero disperati alla ricerca di Hagrid. Niente non c'era niente da fare.

"Non avrai paura, vero mezzosangue?" chiese fissandomi prepotente

Hagrid si intromise osservandolo con durezza. Sentì il mio cuore alleggerirsi in quel momento, solo per un istante.

"Malfoy... Non mi piace quella parola. Non usarla più o dovrò darti una punizione!" disse alzando il dito contro di lui, inchiodandolo con la forza del suo sguardo scuro.

"Si, certo.. Professore" Il tono evidentemente equivoco, velato di disgusto con cui aveva pronunciato le parole mi fecero ribollire di rabbia...  Non potevo tirarmi indietro, non gliela avrei mai data vinta!

"Certo che no, Malfoy! io non ho paura di niente.." dissi ostentando il mio solito tono saccente

"Bene" disse alzando ancora le sopracciglia. Non capivo proprio che significasse quel gesto...  Credeva di darsi un tono, forse? Sembrava solo più stronzo.

Vidi distintamente Harry scambiare uno sguardo preoccupato con Ron che rispose con un alzata di spalle...  Evidentemente non sapevano minimamente come tirarmi fuori da quella situazione! Dovevo cavarmela da sola, come al solito.
I passi pesanti di Hagrid mi fecero voltare e osservai gli altri ragazzi indietreggiare con cura mentre si faceva avanti. Con le mani reggeva una corda di ferro a cui era legato un bellissimo esemplare di ippogrifo.
Tremai internamente alla vista,pensando che fra pochi istanti mi sarei trovata sola con Malfoy e come se non bastasse sola con Malfoy su un ippogrifo.
“Se non vi dispiace cominciamo con voi!” disse Hagrid sorridendomi cordiale. Cercai di sorridere a mia volta ma mi accorsi che ero riuscita a produrre solo una smorfia.
Malfoy si guardava intorno con fare baldanzoso, spesso lanciava occhiate ad Harry, sicuro di averlo in pugno.
“Inchinatevi adesso, con calma...  No Malfoy piano, ecco...  Esatto, esatto!” cominciò Hagrid con la voce bassa ma veloce.
Con la coda dell’occhio vidi Ron chiamarmi a bassa voce...  Lo ignorai  e notai una smorfia di spavento e preoccupazione crescere sul suo volto. Se mi avessero aspettato forse non mi sarei trovata in questa situazione. Ricacciai con forza il pensiero e mi concentrai sulla voce di Hagrid, sulle sue parole di aiuto. Dovevo semplicemente fare come avevo sempre fatto:agire con fredda calma, pensare che conoscevo ogni passaggio di quello che dovevo fare, che in realtà niente mi faceva paura e che la fine si avvicendava prima di quando pensavo.
La mia coscienza mi ricordò con puro sadismo che non conoscevo le regole del gioco, almeno quella volta, almeno in parte, non sapevo se quella tortura fosse a fin di bene e inoltre non solo ero conscia di avere paura dell’altezza ma non sapevo assolutamente come superarla!
Finita la deprimente analisi del mio stato d’animo, feci un passo in avanti, osservando con morbosa attenzione il becco forte dell’ippogrifo. Notai che mi stava fissando e sentì il mio cuore aumentare i battiti...  Mentre mi chinavo facendo attenzione a non barcollare ascoltavo l’incedere del mio respiro e lo sguardo seccato di Malfoy perforarmi la nuca.
Il piccolo applauso di Hagrid mi riscosse e mi accorsi che Artù, l’ippogrifo viola, si era inchinato a me. Una sensazione di vittoria mi sovrastò e mi tirai su con calma sorridendo radiosa intorno a me. Lanciai un occhiata di sfida a Malfoy che mi guardò storto. Probabilmente sperava che l’animale mi strappasse il collo e lo gettasse ai suoi piedi.

“Bravi a tutti e due! Ora non c’è che da salirgli in collo…” disse con voce rincuorante Hagrid...  Quasi come se quella fosse stata la parte più facile e divertente del piano.
Malfoy annuì e lo vidi fare un piccolo passo indietro…  Probabilmente la sua parte vigliacca lottava per prendere il sopravvento, vista la consistenza cerea del suo volto. Osservava con i suoi occhi grigi le ali dell’ippogrifo, poi il collo forzuto dell’animale, di sicuro stava cercando di comprendere il modo migliore per salire.

“Quando salite su Artù, attenti a non dargli pizzicotti o spinte forti con le gambe! E’ piuttosto permaloso il signorino, vero?” disse Hagrid rivolgendosi più all’ippogrifo che a noi

“Ovvio...  bestiaccia...” sentì borbottare Malfoy

Lo guardai un istante rivolgendogli un occhiata di rimprovero, rispose con un ghigno sardonico che mi fece voltare di scatto verso Artù. D’istinto allungai una mano...  Il momento che passò fra l’avvicinarsi della mia mano e quello successivo in cui percepì il calore del pelo fu estremamente lungo. Chiusi gli occhi e carezzai con delicatezza il muso dell’ippogrifo lilla.

“Ottimo, Hermione! Così lo spingi a fidarsi di te... Brava!” esclamò Hagrid battendomi una pacca decisamente forte sulle spalle. Mi ritirai indietro cercando di non cadere addosso a Malfoy a causa della spinta dovuta alle manone di Hagrid e sorrisi, ringraziai.

“Ma togliti quell’espressione compiaciuta dalla faccia, Granger!” sibilò Malfoy, portandosi una mano fra i capelli. Strinsi gli occhi in un espressione di pura comprensione e noia...  Era invidioso come al solito, incapace di accettare che sapevo fare quasi tutto meglio di lui e anche in tempo minore.

“Che c’è Malfoy, invidioso?” lo stuzzicai chinandomi verso di lui. Il tono che avevo utilizzato era simile al suo, decisamente sadico e ironico. Reagì immediatamente voltandosi verso di me...  Il lampo che illuminò i suoi occhi mi suggerì di evitare di indispettirlo vista la mia situazione.

“mh.. Non credo proprio, piccola mezzosangue...  Fa attenzione a quello che dici” disse lentamente, con aria soddisfatta. Il suo guardo compiaciuto, grigio e molto sicuro mi fece salire un brivido incomprensibile lungo la schiena..
Forse era meglio se la smettevo di provocarlo

“si, si come ti pare, Malfoy...” dissi dandogli le spalle

I movimenti di Hagrid risuonarono nella mia mente come una sorta di campanello di allarme...  Stava mettendo una sella gigantesca sul dorso di Artù. Oddio, era fatta! Stranamente negli istanti che avevano preceduto il momento tanto atteso, ero rimasta calma, come se fossi sotto una sorta di incantesimo anestetizzante... Ora però sapevo che non avevo neanche un momentino misero da dedicare alla preparazione di me stessa, dovevo saltare in tutti i sensi in groppa all’avventura e cavalcarla.

“Allora! Chi vuole stare avanti?” chiese entusiasta Hagrid

“Io!” esclamammo all’unisono

“Be prima le signorine, vero Malfoy?” chiese Hagrid prendendomi in braccio e mettendomi su Artù. La consistenza morbida e calda del dorso dell’animale mi fece rabbrividire...  Sentire sulle gambe coperte dalle calze trasparenti quel tepore mi diede una sensazione di quiete strana e insperata. Pensavo che fosse freddo e meccanico, invece mi appariva tutto così normale, quasi come stare in groppa ad un cavallo. Solo che il cavallo in questione aveva delle ingombranti ali e prima del previsto si sarebbero spiegate e... Al solo pensiero mi sentì girare la testa e il desiderio prepotente di scendere si insinuò dentro di me con foga facendomi mordere le labbra. Non potevo tirarmi indietro, insomma! Non ora, non con Malfoy, qui ad osservare ogni mia mossa e a criticarla.
Respirai affondo, cercando di infondermi la calma necessaria... Istintivamente mi girai dove sapevo avrei potuto incontrare lo sguardo di Harry. Nonostante mi avesse ignorata per accoppiarsi subito con Ron, avevo bisogno di una faccia amica, di uno sguardo consolante. Gli occhi verdi del mio migliore amico mi diedero un pizzico di coraggio in più, mi sorrise dolcemente, come faceva in rare occasioni di bisogno...

“sta calma...” mi sillabò aprendo la bocca in modo visibile. Annuì ostentando coraggio e lo vidi sorridere.

“So salire da solo, grazie..” la voce fredda di Malfoy mi riportò dove ero.

Hagrid si allontanò un po’...  Aveva cercato di aiutarlo e lui lo aveva allontanato subito. Come da copione.  
Il volto di Hagrid si era colorato di un espressione dispiaciuta,quasi umiliata, evidentemente il fatto che Draco Malfoy non volesse essere toccato da lui lo aveva offeso. Non che il pensiero di un ragazzino insolente fosse importante, ma purtroppo, e lo sapevo anche io fin troppo bene, rifletteva le idee di un intera classe di maghi. Questa riflessione mi svuotò momentaneamente la testa... Mi sentivo così vicina a questa tematica che l’atteggiamento scostante e acido di Malfoy mi pungolò il petto come un piccolo trapano. Le mie dita sfiorarono inconsapevolmente il petto, la zona offesa al di sotto della mia pelle candida...
Draco Malfoy era riuscito a salire su Artù dopo il terzo tentativo ed ora se ne stava completamente appiccicato alla mia schiena. Il rumore che il suo contatto provocò nel mio petto mi fece allontanare le dita e portarle fra i capelli.

“Siete pronti?!” chiese Hagrid osservandoci nell’insieme quasi come lo si fa con un bel quadretto colorato e armonioso.

Mi venne voglia di scuotere il capo e urlare, ma non lo feci.
L’orgoglio fa male a se stessi più di molte altre cose.
Il respiro mi si era bloccato in gola e non accennava a smuoversi.

“Aspe... Hagrid! Come dobbiamo tenerci, come dobbiamo tenerci?!” cercai di urlargli. Artù aveva già cominciato a correre...  Un urlo uscì dalle mie labbra unendosi alla risatina isterica di Malfoy.
Mentre l’ippogrifo correva, i colori si amalgamavano intorno a noi, creando una sorta di giostra colorata, di mare arcobaleno.
Il fiato caldo di Malfoy sul mio collo mi fece sussultare quasi quanto lo strappo allo stomaco che avvertì non appena Artù si levò in volo.

“Sei pronta, piccola mezzosangue?” mi sibilò sul collo
Non risposi e chiusi gli occhi un istante.
Il mondo mi girava intorno rendendomi completamente sola, impreparata...  Mi sentivo quasi nuda mentre Artù si alzava di quota abbandonando i cieli nuvolosi, librandosi leggero e forte nel grigio splendente.
Il vento mi inebriava i sensi, sfiorandomi il viso, facendo volare i miei capelli sciolti.

“Smettila di urlare, mezzosangue! Così mi uccidi…” si ribellò Malfoy gridandomi in un orecchio
Ops! Non mi ero accorta di urlare ancora

“scusa, Malfoy...  Non mi ero accorta di...” dissi balbettando leggermente

“hai paura non è vero?” chiese lentamente mentre Artù rallentava e volava dolcemente, sembrava galleggiasse visto il movimento sinuoso che compiva nel cielo.

“cosa dici Malfoy... Non credere di sapere qualcosa di me!” gli urlai contro appigliandomi con fervore ai ciuffi di pelo che tenevo fra le mani.

“Lo so eccome, piccola mezzosangue...  E ovvio! Lo capisco da come tremi, da come parli, da come respiri... affannosamente” disse alitandomi sul collo

“non è v-vero, Malfoy e finiscila di sputare sentenze... “ cercai di obbiettare

“Sei sempre pronta ad obbiettare, quasi avere torto per una cosa del genere ti screditasse. Puoi anche ammetterlo, non c’è il tuo amato Wesley qui, non c’è Potter! Ci sono solo io...” disse piegandosi contro di me.
Dove teneva le mani? Non credevo proprio che le tenesse in aria... Certo era un giocatore di quidditch, di sicuro paura non aveva, almeno non quanto me.

“appunto...” la confessione scivolò fuori dalle mie labbra, portai una mano a coprire la bocca.  Cosa cavolo avevo detto?

“Cosa vuoi dire, Granger?” chiese stizzito

“n-niente, fa finta di non avere sentito, Malfoy...  E poi non capisco perché mi stai rivolgendo la parola! Fa come sempre, no? Ignorami... Chiudi gli occhi e il tuo incontro ravvicinato con la mezzosangue finirà presto. Ti farai una doccia e dimenticherai l’accaduto.”dissi cercando di dare al tono della mia voce un intonazione naturale,lontana dall’amarezza che provavo in fin dei conti.

Lo sentì prendere un respiro, le sue mani si appoggiarono sui miei fianchi, veloci scivolarono attorno alla mia vita stringendola con forza.

“Che stai facendo, Malfoy?”

“Mi tengo, Granger! Credi che questo coso sia sicuro? Potrei scivolare e non ci tengo... Quindi sta zitta”
Disse con tono seccato. Respirai a fondo e singhiozzai lentamente. Le mani di Malfoy sulla mia vita mi riscaldavano, mi rendevano nervosa, aiutavano il formicolio naturale che sentivo ad espandersi e prendere il sopravvento su ogni parte del mio corpo. Non riuscivo a capacitarmi di come questo gesto così semplice, naturale, quasi spontaneo, potesse avere un potere talmente forte su di me. La stretta di Malfoy si intensificò e chinai il capo all’indietro abbandonandomi contro il suo petto.

“Così piccola mezzosangue, rilassati..” sussurrò la sua voce estremamente melliflua
Il profumo fresco di Draco mi fece chiudere gli occhi.

“Perché mi fai questo?” chiesi sussurrando appena

“Non sto facendo niente...  Tutto questo non è reale… Nel cielo durante il nostro primo volo io posso toccarti e tu puoi accettarlo... Non credi?”
Chiusi gli occhi, il petto ricominciò a suonare in quel modo meraviglioso che solo poco prima avevo scoperto... Le mie dita lo sondarono ancora, senza spostarsi... Ora sapevo perché batteva, perché il pizzicore non andava via.

“si...” sussurrai

La stretta sulla mia vita si intensificò, il sapore delle sue mani sul mio ventre era sconosciuto, coperto di mistero ingenuo e quasi infantile... Aprì le labbra sperando che il vento contribuisse a farmi respirare meglio, a rendermi pronta, vigile... Non potevo esserlo. Sentì che scivolava lentamente sul petto e carezzava il seno sinistro, dove il cuore batteva forte..

“Malfoy...”

“Draco...” mi corresse sfiorandomi il collo con la punta delle dita

“Draco” lo chiamai sconvolta da come potesse essere spudoratamente semplice formulare quel nome. Era facile, dolce, lento, veloce, perfetto!

Draco, Draco, Draco...

Il nome esplose in milioni di immagini nella mia mente e le cancellai tutte in un battibaleno. Ora quello che mi importava era Draco e il nostro primo volo.

“quanto durerà?” chiesi

“Ancora un altro po’, Hermione..” rispose subito

“non vorrei che finisse”

“le cose migliori finiscono sempre, non c’è verso di farle proseguire... Anche perché, credo, la loro bellezza si sgonfierebbe”
Sbuffai e risi nervosamente. In quello strano momento di estraneazione dal mondo e di comunione di noi stessi, Draco era anche profondo?
Era decisamente troppo.

“Perché solo ora… tu?”  Volevo chiedergli perché non avesse mai tentato un approccio diverso e in cosa consisteva l’irripetibilità del momento.

Le dita di Draco scivolarono sulle labbra chiudendole e carezzandole, si annidarono lente sul mio collo e fecero una leggera pressione. Voleva che mi girassi.
Obbedì inconsciamente decisa a lasciarmi andare. Volevo vedere i suoi occhi, sondare quella consistenza grigia in cui avevo letto in tre anni solo disprezzo… E se ora quei lampi di disgusto mi avessero fulminato ancora? Non credo avrei avuto la forza necessaria per ribattere, sarei rimasta talmente male da non poterlo più guardare in faccia, da non potere più osservare il mio riflesso allo specchio senza provare vergogna. L’istinto forte di guardarlo ebbe la meglio e mi girai verso di lui, obbedendo al suo bisogno, alle sue dita dolci.
Sussultai visibilmente quando il mio sguardo si fuse nel suo…  L’impatto mi ricordò, per la sua forza, il ghiaccio freddo e la forza di un iceberg, e allo stesso tempo il calore spropositato del fuoco, scandito dai ritmi del mio cuore tenero e  inesperto.
Se ne stava immobile, carezzando a tratti con la punta delle dita tiepide il mio collo. Il suo respiro aumentò ad un tratto, gli occhi grigi si socchiusero mentre si avvicinava sempre di più al mio volto. Stava per baciarmi. Chiusi immediatamente gli occhi ed una sensazione di puro coinvolgimento e calore, torpore e felicità, mi avvolse facendomi girare la testa. Incredibile! Ero a migliaia di metri di altezza, nel cielo più lontano, eppure tutto il mio corpo tremava per un’altra ragione.
Mi venne da sorridere e lo feci
Draco non se ne accorse, aveva gli occhi chiusi.
Nello spazio di un istante le sue labbra trovarono le mie e le carezzarono. Un sospiro mi investì, percependo la consistenza liscia e perfetta delle sue labbra. Rimase fermo per un istante che mi parve estremamente lungo, poi si staccò dalla mia bocca e aprì gli occhi.
Forse non gli era piaciuto, forse la mia inesperienza l’aveva irritato?
Sperai che non fosse così e per un istante mi irrigidì sotto il suo sguardo.

“Scusa… Era il mio primo bacio, non sapevo cosa fare….” Dissi in fretta abbassando lo sguardo sulle mie mani

“Guardami, Granger…” mi chiamò
Alzai lo sguardo

“Lo è stato anche per me” disse ghignando
La mia bocca si spalancò in un espressione di stupore che non riuscì a trattenere.

“E comunque… Questo non era un vero bacio, Hermione Granger…” disse continuando a ghignare in modo mai visto, totalmente scevro di malizia, sadismo o cattiveria di sorta… Era solo divertito, scherzoso. La consapevolezza che lui volesse essere, potesse essere così mi colpì fortemente facendomi salire un forte calore sulle guance già calde.

“Ah, no?” trovai la forza di rispondere
Scosse il capo
Le sue mani avvilupparono il mio volto, lo intrappolarono con una dolcezza che mi fece aumentare il battito cardiaco intensamente. Ed era anche strano perché non avrei mai creduto che il mio cuore potesse battere in quel modo. Forse correvo il rischio che esplodesse?
Mi diedi della sciocca
Sentire di nuovo le sue labbra sulle mie mi provocò una scarica elettrica forte… Brividi in ascesa costante, percorrevano il mio corpo, risalivano lunga la schiena.
Oddio! Lui stava per…
Nessun pensiero concreto riuscì ad essere elaborato quando sentì la punta della sua lingua sfiorare la mia bocca, le sue mani stringere con cura il mio volto. Ansimai vergognosamente e schiusi leggermente le labbra quando la lingua di Draco divenne più insistente. La sua saliva aggiunse un’ulteriore strato umido alle mie labbra già bagnate a causa dei miei morsi nervosi e frequenti, rendendomi più pronta ad accoglierlo dentro la mia bocca per la prima volta in assoluto.

“Apri la bocca ora…” sussurrò lasciandomi andare solo un momento, senza smettere di carezzare il mio viso caldo.

Oddio! sentivo le guance bollenti. Le mie ciglia sbattevano furiosamente, il respiro affannoso non mi dava tregua.
La sua voce mi confuse e scatenò ulteriori brividi e pochi secondi dopo mi ritrovai a fare quello che mi aveva detto.
Le mie labbra si dischiusero completamente vinte dal calore sublime della lingua di Draco. Gorgogliai e aprì la bocca lasciando che si appropriasse di me, delle mie labbra, di quello che non avevo ancora concesso a nessuno.
Era il primo e cosa incredibilmente strana mi sembrava magnifico. In quel momento ogni mia cellula urlava la mia appartenenza a lui, il mio desiderio di continuare e continuare.
La consistenza viscida e saporita della sua lingua mi esplorò il palato, carezzò l’attaccatura dei denti, seguì avidamente la mia lingua ritrosa. Tutto ciò lo faceva in modo passionale, intenso, ma tenero, quasi avesse paura di esagerare con me.
Un sospiro di soddisfazione crescente mi uscì dalle labbra quando finì di lambirle con la lingua. Aprì gli occhi e notai che guardava con evidente compiacimento le mie labbra rosse e… hm… gonfie? Le sentivo gonfie, stranamente leggere.
Portai istintivamente due dita a sfiorarle e continuai a guardarlo.

“Wow…” sussurrai spontaneamente

Sorrise… Draco sorrise

“Questo era un vero primo bacio” disse convinto alzando le sopracciglia in un espressione baldanzosa.
Sorrisi anche io scuotendo il capo e poi cominciai a ridere. Ero felice.

“Voglio farlo ancora, Granger” sussurrò

Lo lasciai fare e chiusi gli occhi. Nulla mi completava se non la sua bocca, nulla sentivo dentro di me se non il suo calore, nulla desideravo.

“Da quanto tempo siamo su?” gli chiesi staccandomi dalle sue labbra

“Non ne ho idea” rispose ancora con gli occhi chiusi.
Aveva delle ciglia talmente chiare… Sembravano quasi trasparenti, sembravano appartenere ad un angelo.
Il momento successivo lo ricordai in seguito come il completamento di un evento fuori dall’ordinario.

“Voglio che tu tenga questo, Granger…” sussurrò staccando con forza un laccetto in cuoio dal suo collo diafano.
Sgranai gli occhi, scossi il capo, in cerca di una spiegazione che non sarebbe mai arrivata.
Le sue mani ancora calde depositarono nelle mie un ciondolo piccolo e di fattura preziosa. Era d’argento, e per occhi possedeva due minuscoli smeraldi splendenti. Mi morsi il labbro inferiore mentre il mio sguardo tornava sul suo, ancora alla ricerca di una risposta, ancora pronto a domandare infervorato e triste.

“Non chiedermi il perché, Hermione. Lo sai già… in tutti i tuoi sensi” rispose prima di chiudermi le mani con forza attorno al ciondolo.
Quando vide che non lo indossavo e che ero pressoché impietrita, sciolse la stretta e prese il bellissimo ciondolo fra le mani, con decisione e mosse affrettare lo legò al mio collo. Vidi che si assicurava fosse ben fermato, mentre chiudevo gli occhi e aspettavo.

“Dra- Draco…” balbettai

“Non è niente, fra poco passa” disse veloce

L’ultima calda carezza che mi diede sulle labbra mi fece ribollire di consapevolezza. Era arrivato il momento della separazione… Il moto di ribellione che mi assalì mi fece chiudere gli occhi e stringere talmente le mani nelle sue da farlo sussultare. Non volevo. Semplicemente tutto il mio essere si ribellava a quella decisione…

Artù stava scendendo in picchiata, velocissimo…
Il vento fresco sulla pelle delicata del viso sembrava una piccola frusta mano mano che l’impatto con il terreno si avvicinava. I miei occhi restarono testardamente apertì. Volevo vedere tutto di quegli ultimi istanti passati accanto a lui, niente, nemmeno il più piccolo e insulso colore mi sarebbe scappato. Perché quelli sarebbero stati i colori da odiare, quelli che avrebbero visto la mia strada da rinnovata mezzosangue separarsi dalla sua.
Il rumore degli zoccoli di Artù appena il prato ci accolse si confuse con il doloroso accenno di battiti cardiaci che mi torturavano.
Un attimo dopo ero già a terra, al sicuro fra le braccia di Hagrid.
Mi depose a terra con tutta le delicatezza di cui disponeva e chiusi gli occhi. Probabilmente il mio sguardo stranito era normale per coloro che guardavano estremamente curiosi, ero reduce da un volo con il mio peggior nemico.

“Sei stata bravissima, Hermione! Complimenti! E bravo anche a te, Malfoy…” disse Hagrid con tono estremamente cordiale.
Il cognome che Hagrid aveva appena pronunciato mi fece sussultare. Come se fossi stata colpita da un frustata mi voltai verso di lui e  lo vidi. Non c’era traccia di Draco in quel volto, solo freddezza e astio vi si leggevano.
Deglutì e miei occhi cercarono allungo una scintilla, un ombra di quella piccola luce che lì sopra nel cielo aveva brillato così intensamente.
Niente era sopravvissuto.
Le lacrime si avvicendarono e temetti di non riuscire a trattenerle.

“Piangi ora, sporca mezzosangue? Evidentemente hai avuto la paura che meritavi!” esclamò fissandomi negli occhi.

Resistetti il tempo necessario che la lezioni finisse, poi scappai via.

****

Seduta a gambe incrociate sul prato ripensai al bacio che ci eravamo scambiati. Lacrime calde percorrevano il mio volto.
Pensai alle sue parole strane, senza un senso concreto ed evidente…
Le sensazioni che provavo adesso erano paragonabili ad una marea terribile, ad una tempesta che mi sconvolgeva dall'’interno e rendeva il mio animo gravido di indisposizione.


Perché, perché mi aveva fatto questo?

In seguito pensai che era anche, se non sciocco, molto strano, restare talmente sconvolta da quell’avvenimento che rasentava l’impossibile. In quel momento però ero convinta di stare vivendo il dramma peggiore della mia vita.
Tremavo mentre le sue parole risuonavano nella mia mente

“le cose migliori finiscono sempre, non c’è verso di farle proseguire... Anche perché, credo, la loro bellezza si sgonfierebbe”

La sua voce rimbombava chiaramente nella mia testa. Il suo tono era talmente vivo, il suo respiro ancora così presente sul mio collo, che l’ingiustizia di quell’avvenimento mi colpì in tutta la sua forza.
Come era stato possibile?

“Tutto questo non è reale… Nel cielo durante il nostro primo volo io posso toccarti e tu puoi accettarlo...”

Il groppo nello stomaco si stava ingrandendo a dismisura, sarei scoppiata ancora a piangere come la bambina che ero. L’aria fresca cominciò a raffreddarsi ulteriormente, forse avrebbe piovuto.
Un lampo di decisione dolorosa illuminò i miei occhi…
Se  non potevo avere tutto, allora non avrei avuto niente.
Infilai una mano nel colletto della divisa, sbottonai il secondo bottone e raggiunsi quello che cercavo…
Le mie mani semi-tremanti raccolsero la gira tempo, i miei occhi umidi la fissarono. Afferrai le lancette dorate e le portai indietro quanto bastava.
Nascosta dietro un grosso albero osservai tutta la scena…
Dovevo trovare il momento adatto per cambiare tutto. Ricordavo molto bene che se io non mi fossi distratta con lui mi sarei di certo trovata accanto a Harry e Ron. Perciò assottigliai gli occhi, in attesa. Dovevo cambiare quell’attimo.
Era il momento in cui io prendevo appunti e Malfoy si avvicinava per offendermi. Vidi che mentre si avvicinava lento, il suo volto era una maschera di strane espressioni…  Il suo sguardo cadde su un oggetto sul polso sinistro… Un idea potente e sicura inondò la mia mente.  Lui stava cronometrando il tempo? Aspettava quell’istante?
Il mio cuore perse un battito quando nello stesso momento in cui lanciai un sassolino verso la me stessa del passato lui fece scivolare il ciondolo nella mia tasca della cartella.

Cosa? Cosa aveva fatto?

Mi chiesi mentre le lacrime appannarono il mio volto.
La me stessa del passato abbandonò gli appunti e freddò Draco con lo sguardo, comprese velocemente che se non si fosse avvicinata avrebbe fatto tardi per la spiegazione e avrebbe perso qualcosa di importante. Respirai affondo e i singhiozzi invasero con forza il mio petto. Avevo evitato di trovarmi di nuovo con Malfoy sull’ippogrifo, lui aveva trovato il modo di darmi il ciondolo che gli apparteneva.
Mi vidi restare a terra e indietreggiare quando Harry partì da solo con Fierobecco.

Avevo cancellato il mio primo volo, il nostro primo volo.

Tutto si susseguì come in un film: L’arrivo di Harry, le congratulazioni di tutti noi, l’invidia di Draco, il momento di furia repressa e sfogata su qualcosa che non aveva colpa, la corsa in infermeria, le sue promesse di vendetta. Chiusi gli occhi e indietreggiai nascondendomi meglio dietro il cespuglio.
Un illuminazione mi colse improvvisa. Dovevo correre e raggiungere il dormitorio senza farmi vedere da nessuno, prima che la me del passato finisse la lezione e tornasse.
Corsi allora, corsi come mai avevo fatto in vita mia.
In camera attesi in silenzio, tremando e chiudendo gli occhi, pregando che Draco stesse bene.
Il rumore di me che salivo mi riscosse e mi nascosi. Dieci secondi dopo era svanita e c’ero solo io, di nuovo io.
Mi gettai sulla cartella…
La tasca, lui l’aveva messa nella tasca! Cercai nella prima… Niente. Le mie mani rovistarono nella seconda tasca della cartella… eh…
Il mio cuore perse un battito, poi cominciò un ritmo insospettatamente forte e vivo, di nuovo vero come quello che avevo provato in precedenza con lui.
Strinsi la mano e la tirai fuori dalla piccola tasca esterna. La vidi: la meravigliosa piccola collana di cuoio attaccata all’ippogrifo d’argento e gli occhi di smeraldo. Le mie mani tremanti la legarono al collo, la slegarono ancora, la portarono alle labbra, la annusarono alla ricerca di quel sapore di fresco e di menta, di quell’odore così unico e suo. Un istinto inconsapevole mi chiese di aprire il ciondolo.  Ehi! non credevo potesse aprirsi. Lo girai, lo osservai accuratamente. Poi capì…

Lo sai già Granger… In tutti i tuoi sensi”

Era un indizio! Sorrisi tremante e provai…

“Draco…” sussurrai

Con un piccolo scatto l’ippogrifo si aprì. C’era scritto qualcosa in un incisione sottile e raffinata.

“Il primo volo come una carezza mi sfiorò le labbra e poi scomparve fra i suoi capelli”

Gli ippogrifi sono simbolo dell’amore nella mitologia greca. Si, dell’amore romantico Essi sono rappresentazione dell’impossibile a causa della loro natura di mezzo cavallo e mezzo grifone.

Con questa certezza chiusi gli occhi. Avevo tentato di cancellare quello che sarebbe rimasto per suo volere il nostro primo e unico volo.

Rimarrai dentro di me rappresentazione dell’impossibile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piccolo spazio per me:

*Dedico questa storia a tutti coloro che credono nell'impossibile.*

Salve gente ^ ^

Eccomi alla fine di questa mia nuova storia, spero che vi sia piaciuta! E vi ringrazio per avere letto.

Colgo l'occasione per ringraziare tutte le dolcezze che hanno recensito, preferito, seguito, ricordato o anche solo letto le mie precedenti storie!

Non sapete che gioia mi date * *

Per quanto riguarda questa one-shot ci lavoravo da tempo, ma l'illuminazione per il finale mi è venuta ieri sera.

Allors! Che ne dite??

baci

Dublino

 

   
 
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