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Autore: mikyvale    24/05/2010    3 recensioni
Albus Potter e Scorpius Malfoy sono amici. Tutti a Hogwarts lo sanno ma quest'amicizia in che modo è nata? "Partecipante al New Generation Contest! indetto da Only_Me"
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Noi non siamo i nostri genitori.

Albus non riusciva davvero a capacitarsene. Nessuno gli toglieva gli occhi di dosso e qualcuno gli puntava anche il dito contro. Ma cosa volevano? Per di più aveva anche perso di vista Rose e James ed era da solo in mezzo a persone mai viste ma che evidentemente conoscevano lui…

Quando finalmente intravide uno scompartimento vuoto ci si intrufolò dentro sospirando. Decise di fare il punto della situazione.

Zio Ron aveva detto di essere famoso ma era evidente che stesse scherzando, ma se anche lo fosse stato, per quale motivo? Era un Auror ma il capo dipartimento era il suo papà, non sarebbe stato più logico che ad essere famoso fosse lui? Poi c’era la mamma; una volta bravissima giocatrice di quiddich e adesso giornalista sportiva, era conosciuta ma fino a questo punto?

Davvero, non ci capiva niente.

Pensieroso si mise a guardare il paesaggio scorrere veloce fuori dal finestrino.

Qualche minuto dopo la porta dello scompartimento si aprì e ne entrò un ragazzino della sua età.

-“Posso?” Albus annuì guardandolo. Biondo e occhi grigi. Lo riconobbe immediatamente.

Continuando a guardarlo di sottecchi passarono parecchi minuti di silenzio ma, alla fine, Albus non ce la fece più e sbottò.

-“Ecco! Lo stai facendo anche tu!” lo accusò. L’altro sobbalzando dalla sorpresa aprì leggermente gli occhi perplesso.

-“Facendo cosa, scusa?”

-“Mi stai fissando. Io non ce la faccio più! Anche prima mentre percorrevo il corridoio lo facevano tutti! Perché?” chiaramente stupito l’altro si chiese come facesse a non saperne niente. Così rispose cauto.

-“Tuo padre è Harry Potter. E’ famoso.” L’altro annuì pensieroso.

-“E’ il Capo de Dipartimento  Auror. Per questo è famoso?” non faceva una piega. Per loro, in famiglia, non faceva molta differenza di che grado fosse suo padre ma forse per tutti gli altri era un uomo da ammirare.

-“Anche.” Capendo che il bambino fosse all’oscuro di certe cose il biondino non disse nient’altro. Albus capì che non avrebbe ottenuto altro e, a malincuore, non pose altre domande.

Guardò il suo compagno di viaggio tirare fuori un libro e aprirlo a metà. Lui tornò ad ammirare il paesaggio. Adesso c’erano le colline. Dopo qualche minuto tirò fuori la bacchetta giocandoci un po’. Notò l’altro guardarlo ogni tanto ma non ci fece molto caso troppo preso a cercare di fare qualche magia. Aveva letto un paio di incantesimi sul libro ma non riusciva a fare niente.

Dopo un paio d’ore passò il carrello del pranzo.

-“Qualcosa dal carrello?” Una ragazza giovane e dall’aria gioviale si affacciò dentro lo scompartimento. Dopo aver acquistato qualcosa, entrambi gli occupanti tornarono a sedersi.

-“Tu sei Scorpius Malfoy.”

-“E tu Albus Potter.”

-“Mio padre e mio zio hanno detto che devo starti lontano.”

-“Lo ha detto anche mio padre.” Nonostante gli avvertimenti di suo papà, Albus non riusciva a trovare qualcosa di cattivo o brutto in Scorpius. Anzi, non sapeva perché, ma aveva tanta voglia di conoscerlo.

Comunque, entrambi consci di non dover diventare amici anche se molto contrariati di tale imposizione, non approfondirono.

Il pomeriggio passò tra qualche occhiata complice, un paio di battute e il silenzio più assoluto.

 

Erano alla stazione di Hogsmeade ed era tutto stupendo. Albus si guardava intorno frenetico.

Finalmente aveva ritrovato la cugina e si era subito una filippica per la sua scomparsa. Velocemente l’aveva messa a tacere dicendogli di non essere un bambino e di poter fare quel che voleva.

Quando, seduti sulle barche, videro per la prima volta Hogwarts smisero finalmente di battibeccare incapaci di aprir bocca e dire più di “Ohh”.

Venne a prenderli Neville, o meglio, il Professor Paciock che dopo aver spiegato le regole basilari li accompagnò in Sala Grande.

Pose su uno sgabello a quattro gambe un vecchio cappello che cominciò a cantare.

Albus non ne ascoltò neppure una parola troppo preso ad ammirare il soffitto che non esisteva.

Sopra di loro si estendeva un immenso cielo stellato. Poco prima aveva sentito Rose dire a voce abbastanza alta da farsi udire da chi li circondava:

-“E’ una magia. Io l’ho letto su Storia di Hogwarts.” Albus si ripromise di cercare quel libro in biblioteca curioso di sapere di più sulla scuola.

Un’altra cosa stupefacente erano le candele. Migliaia di candele accese fluttuavano poco sopra le loro teste.

-“Malfoy Scorpius.” Girò bruscamente il collo verso il cappello giusto per vederci Scorpius sparire sotto.

-“GRIFONDORO!” il cuore di Albus gli arrivò in gola.

E’ a Grifondoro! E’ a Grifondoro! E … se io finisco a Serpeverde?

La paura di quella mattina e dei mesi precedenti tornò prepotente. Non ci aveva pensato per tutto il giorno ma adesso…

Quando il Professore lo chiamò Albus camminò verso il cappello terrorizzato. Aveva le gambe molli e le lacrime agli occhi. Con la testa bassa  si sedette sullo sgabello e la sala sparì dalla sua vista.

-“Oh, Oh. Un altro Potter. Albus. Su calmati non ti mangio mica. Sei molto diverso dal quello scapestrato che è tuo fratello. Assomigli molto a tuo padre ma anche alla signorina Ginevra. Uhm, ma a te dove ti metto? Coraggioso? si direi di si. Cavalleria? Vedo che tieni molto alle ragazze. Vuoi bene alla sorellina vero? Vedo che conosci il rispetto. Intelligente e … ohh, quella cos’è? Astuzia? Interessante. Saresti un’eccellente Serpeverde o un ottimo Corvonero. Ma credo che soddisferò questa tua voglia di raggiungere il tuo nuovo amico. Buona fortuna.

-“GRIFONDORO!” Albus aprì di scatto gli occhi. Felice raggiunse il tavolo quasi di corsa per sedersi proprio al fianco di Scorpius che gli fece un mezzo sorriso. Il primo da quando quella mattina era entrato nello scompartimento.

James gli urlò le sue congratulazione facendogli venire il desiderio di sprofondare sotto terra.

Intanto era stata smistata anche Rose che pimpante raggiunse i Corvonero.  Questo se lo aspettava.

 

Dopo un veloce discorso del preside, i piatti si riempirono di ogni possibile prelibatezza.

Albus si sentì osservato per tutta la cena e tenne ostinatamente lo sguardo sul piatto mentre un’insistente rossore gli colorava le guance. Rispose con tre sillabe in croce alle poche domande  che gli vennero poste e rimase in silenzio per il resto della serata.

Quando finalmente si poterono alzare per raggiungere i dormitori si alzò di tutta fretta e, così preso a fuggire, non si accorse del prefetto che raggruppava i primini.

Quando si ritrovò in un corridoio deserto, senza sapere a che piano si trovasse o in che posto del castello fosse, si fermò.

-“Oddio e adesso?” cominciò a gironzolare percorrendo corridoi e salendo e scendendo scale.

Dopo un quarto d’ora non aveva risolto niente.  Stava per farsi prendere definitivamente dal panico quando avvistò qualcosa di trasparente  che brillava alla luce delle torcia. Si affrettò a raggiungerlo.

Il fantasma si bloccò guardando il ragazzino andargli incontro.

-“Potter, giusto. Figlio di Harry Potter?” Albus annuì.

-“Professor Ruf. Insegnate di storia della magia. Grande materia la storia e molto interessante. Sai, a quelli del settimo anno parlo anche di tuo padre.” Il giovane si illuminò.

-“Davvero? Professore, quindi lei sa dirmi perché tutti mi guardano?” il fantasma lo osservò con quel suo sguardo annoiato.

-“Anche tuo fratello mi fece la stessa domanda l’anno scorso. Credo sia stata l’unica volta in cui abbia ascoltato una mia parola. Vai nella mia aula, infondo al corridoio, giovane Potter e guarda dentro l’armadio. C’è un libro. Storia di Hogwarts, l’edizione aggiornata. Credo che catturerà il tuo interesse.”
-“Oh, ma ce lo abbiamo anche a casa quel libro. Un regalo della zia Hermione!”

-“Ma a quanto pare tu non lo hai mai aperto. Che gioventù!” Attraversando il muro al suo fianco, Ruf sparì.

Albus raggiunse l’aula  e per poco non sprofondò nel pavimento.

C’erano ben sei, e dico sei, armadi. Strapieni di libri tutti uguali.

-“Oh Merlino. Aiuto.” Armandosi di pazienza Albus partì dall’armadio a lui più vicino.  Ci mise venticinque minuti per guardalo tutto.  Sospirò di frustrazione. Così ci avrebbe messo tutta la notte. Passò al secondo.

-“Serve una mano?” il giovane sobbalzò

-“Scorpius! Che ci fai qui? E come mi hai trovato?” Malfoy gli sventolò davanti al naso una vecchia pergamena.

-“Non sei salito con noi e ho presupposto che ti fossi perso. Mentre uscivo per venirti a cercare mi ha fermato una certa Roxanne dandomi questa pergamena e dicendo che sarebbe servita.”

-“Grande Rox. Deve averla frega a Jamie. Mi aiuti?” Scorpius annuì mentre ridava la mappa ad Albus.

-“Cosa cerchi?”

-“Storia di Hogwarts. Versione aggiornata.” Più o meno  un’ora dopo si ritrovarono a cercare nell’ultimo armadio, insieme.

Scorpius allungò una mano per prendere un volume girato al contrario ma inavvertitamente tocco Albus, in piedi su uno sgabello per raggiungere i ripiani più alti, che perse l’equilibrio e si aggrappò all’armadio portandoselo dietro mentre cadeva per terra.

I due ragazzi si ritrovarono sepolti sotto una montagna di libri.

-“AH! Tutto bene?” i due scoppiarono a ridere.

-“Oh, vedrai il professore quando si accorgerà del casino che abbiamo fatto! Questi libri erano tutti in ordine alfabetico!” poi una mano spuntò dal mucchio sventolando il fatidico volume.

-“L’ho trovato, Albus!”

-“Davvero?” anche la testa del moro spuntò da sotto i libri seguita a ruota da quella del biondo.

-“Sì sì. Storia di Hogwarts edizione aggiornata.”

Poggiarono il libro su un banco e presero a sistemare tutti i libri caduti.  Ovviamente non in ordine alfabetico, ci sarebbe voluto troppo tempo ed Albus era troppo curioso di leggere.

Dopo dieci minuti anche l’ultimo tomo era tornato sui ripiani.

-“Ok! Dai torniamo in dormitorio.”

-“Ehm, Albus? Io non me la ricordo la strada.”

-“Che problema c’è? Usiamo questa. L’unica cosa che ti devi ricordare è la parola d’ordine. E tu la ricordi quella, vero?” chiese il moretto mentre sottovoce sussurrava la frase per far apparire la mappa.

-“Certo che la ricordo!” del tutto tranquillizzati i due ragazzi  presero a percorrere i corridoi, ovviamente non prestando  alcuna attenzione all’orario e al fatto che se fossero stati beccati fuori dal dormitorio a quell’ora sarebbero stati come minimo espulsi.

-“Boccino d’oro.”

-“Oh, ma avete idea di che ora sia? Neanche più dei bambini di prima ci si può aspettare che rispettino regole. Su, muovetevi, entrate o vi lascio fuori.”  Albus si guardò un po’ intorno affascinato poi seguì Scorpius su per le scale a chiocciola scoprendo di essere in camera con lui.

Gli altri tre componenti erano già addormentati e avevano tirato le grosse tende rosse quindi Albus non potè riconoscere i compagni.

Il ragazzo si sedette a gambe incrociate sul suo letto e aprì il libro sotto la luce della candela.

-“Ma non ti metti a letto?” Scorpius lo guardava perplesso.

-No, sono troppo curioso e non riuscirei a dormire. Voglio assolutamente scoprire perché tutti mi guardavano oggi. A mio fratello piace la popolarità ma a me da fastidio. Tu lo sai vero?” Malfoy annuì lentamente.

-“Me lo ha detto mio padre. Ma forse è meglio se leggi ciò che c’è scritto.” Raggiunse il moretto e gli sfilò il libro dalle mani. Lo sfogliò velocemente fino agli ultimi capitolo e glielo restituì. Poi si accomodò anche lui sul letto di fianco al giovane Potter.

-“Harry Potter sconfisse Lord Voldemort, il mago oscuro più potente del tempo, in una durissima battaglia che infuriò proprio tra i confini della scuola. Durante il duello diretto in Sala Grande il Lord perse la vita col suo stesso incantesimo che tornò indietro dopo aver rimbalzato contro quello del giovane diciassettenne.”

Albus rilesse un paio di volte quelle poche righe con faccia stupefatta.

-“WOW! Davvero mio papà ha fatto questo? E il tuo c’era?”

-“Si, era un seguace di Voldemort però era stato costretto, ricattato.”

-“Oh.” I due ragazzini rimasero in silenzio per parecchi minuti ognuno perso nei propri pensieri.  Alla fine Albus lo interruppe.

-“Non mi importa. Se tuo padre è libero vuol dire che alla fine non ha fatto nulla di male. Magari aveva delle idee sbagliate ma alla fine ognuno pensa quello che vuole. Tu non sei il tuo papà e io non sono il mio. Mi racconti qualcosa? Qualcosa che ti hanno detto i tuoi?”

Fu così che trascorse la prima notte ad Hogwarts di Albus Potter e Scorpius Malfoy. Seduti su un letto senza nemmeno mettersi il pigiama con un libro tra le mani.

Scorpius parlò della sua famiglia, del padre e di quello che gli era stato detto. Draco aveva spiegato al figlio i suoi errori per impedire che Scorpius seguisse le sue orme. Gli parlò di se.

Albus gli raccontò della sua infanzia e di quanto voleva bene alla sua famiglia. In cui non si parlava mai della guerra in quanto ricordo molto difficile e doloroso.

Lessero tutta la parte del libro che riguardava i loro genitori e la guerra avvenuta a scuola. Trovarono anche un elenco dei caduti dove Albus trovò il nome di quello che sarebbe dovuto essere un suo zio. Fred Weasley.

Così nacque la loro amicizia, con racconti del passato  alla luce di una candela.

 

Sei anni dopo.

-“Potter!” un ragazzo alto e biondo sventolò la mano attraverso il vetro dello scompartimento.

-“Scorpius! Sono dieci minuti che ti cerco.” Entrò un altro ragazzo dai capelli neri e gli occhi smeraldo.

-“Allora Albus, come sono passate le vacanze?”

-“Benissimo. E con il solito casino della mia famiglia, siamo così tanti. Le tue?”

-“Nel covo delle Serpi.” Scoppiarono entrambi a ridere. I cugini e gli amici di famiglia di Scorpius erano tutti Serpeverde mentre lui era un orgogliosissimo Grifondoro.

-“Grazie per il regalo.” Albus tirò fuori un libro dal baule. Una copia immacolata di:

Storia di Hogwarts.

Versione aggiornata.

 -“Firmalo.” Scorpius guardò il ragazzo come se fosse un alieno.

-“Cosa?

-“Hai capito benissimo. Ho detto: firmalo. Io l’ho già fatto. Questo è il nostro libro. Eddai Malfoy, è importante per me, non fare tante storie!”

-“Va bene, va bene.” Alzando gli occhi al cielo Scorpius prese la piuma e il libro che Albus gli porgeva.

Mentre il ragazzo scriveva la porta delle scompartimento si aprì nuovamente rivelando una graziosa ragazza dai lunghi capelli rossi. Si accomodò di fronte ai due giovani.

-“Ehi Lils!”

-“Lilian!”

-“Uffa Malfoy, mi chiamano tutti con il diminutivo, perché non puoi fare come tutti gli altri?”

-“Perché io non sono come tutti gli altri, Lilli.” La ragazza sbuffò  divertita facendo caso al soprannome da lui usato. Era suo. L’unico autorizzato a chiamarla così.

-“Merlino Albus! Hai di nuovo tirato fuori quel libro. Ma si può sapere perché è così speciale per voi due?” i due ragazzi sorrisero sornioni.

-“Forse un giorno ti renderemo partecipe del nostro segreto.” Il biondino ammiccò aprendo le braccia.

-“Toglietemi almeno una curiosità. Ma qualcuno lo sa, a parte voi ovviamente?” i due scuotendo la testa.

-“Quindi, se mai decidessimo di dirtelo dovrai ritenerti onorata.” Lily sorrise per poi tuffarsi tra le braccia di Scorpius e salutarlo dopo un’estate di lontananza.

Scorpius da parte sua pensò a quanto si trovasse bene con i Potter, anche James con cui litigava cordialmente ogni giorno. Però Albus rimaneva Albus e i loro segreti rimanevano loro.

Ma forse, considerando quanto entrambi tenevano alla ragazza, un giorno a lei lo avrebbero svelato, per adesso andava bene così.

 

Note d’autrice:

Buon pomeriggio a tutti.

Allora, la storia ha partecipato al concorso: “New Generation Contest” di “Only_Me”e si è classificata sesta su nove. Il concorso consisteva di scegliere un numero a cui era abbinato un oggetto, una canzone, un luogo o un’immagine. A me è capitato un oggetto: Libro, Storia di Hogwarts.

Come detto dalla giudice è un po’ improbabile che Albus non sappia niente della guerra e del perché suo padre sia così popolare e io per prima ne rendo conto. Volevo modificarla un po’ facendo in modo che Al qualcosa la sapesse ma poi ho deciso di non cambiare nulla. Mi sono limitata a correggere un po’ gli errori grammaticali, spero non me ne siano sfuggiti.

Spero che sia stata comunque di vostro gradimento.

   
 
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