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Autore: AcrossTheUniverse    24/05/2010    5 recensioni
La sera prima di rientrare a Hogwarts la famiglia Weasley si riunisce come di consueto alla Tana; la luna in cielo darà spunto a Victoire e Teddy per parlare. [Teddy/Victoire] Quarta classificata parimerito al "New Generation Contest" indetto da Only_Me sul forum di Efp, e vincitrice del premio speciale per la migliore trattazione dell'immagine.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Can you feel the love tonight

 

Can you feel the love tonight?

Il giardino della Tana quella sera di fine estate risuonava di risate ed era decisamente sovrappopolato rispetto al solito; era la vigilia del rientro a Hogwarts della maggior parte dei ragazzi, e Molly aveva come sempre dato il meglio di sé per una cena con i fiocchi. Tutti i Weasley, con coniugi e prole al seguito, erano ormai abituati a passare in questo modo l’ultima serata prima del rientro ad Hogwarts dei propri figli; quell’anno poi ci sarebbero state nuove partenze. Rose e Albus avrebbero iniziato il loro primo anno, e Ron aveva passato buona parte della serata a ripetere alla figlia che se fosse stata smistata a Serpeverde l’avrebbe diseredata, salvo smettere immediatamente su minaccia di Hermione, che sapeva ancora incutere timore all’occorrenza.

Teddy Lupin, diciannove anni, aveva già finito Hogwarts ma era stato lo stesso invitato alla cena, prima di tutto perché Molly non avrebbe mai perso l’occasione per far mangiare qualcuno alla sua tavola, e poi perché considerato a tutti agli effetti uno di famiglia; era un po’ il quarto figlio di Harry e Ginny. Seduti alla tavola imbandita sotto il cielo stellato, tutti i commensali avevano ormai finito la cena e si stavano intrattenendo con risate e aneddoti, godendosi quegli ultimi momenti con i figli prima di separarsene.

Teddy lanciò uno sguardo al cielo, con un sospiro; dopo un attimo di esitazione si alzò e si incamminò per i campi di grano, perdendosi nel mare giallo. Quando sentì di essere abbastanza lontano dal caos della sua famiglia si sedette tra le spighe e restò in contemplazione del cielo, in silenzio. Sentì un fruscio leggero, e poi qualcosa sedersi vicino a lui: si voltò e vide Victoire Weasley che fissava il cielo, le gambe incrociate e le braccia appoggiate delicatamente sulle ginocchia.

“Ti ho visto venire qui.” disse la ragazza senza distogliere lo sguardo dalla volta stellata. Teddy alzò le sopracciglia, agitandosi un po’ sul posto e facendo scricchiolare il grano.

“E perché mi hai seguito?” chiese con calma, senza nessun tono di stizza o fastidio. Era semplicemente curioso, non arrabbiato. Victoire si voltò finalmente a guardarlo con i suoi occhi azzurri.

“Perché mi sembravi pensieroso, e mi sono stupita. Sei sempre così allegro!” osservò con un sorriso gentile. Teddy abbassò lo sguardo. “Già, come mia madre. Me lo dicono tutti.” commentò a bassa voce. Victoire lo scrutò con attenzione.

“Ti mancano, vero?” chiese con semplicità. Teddy la guardò un po’ a disagio; la schiettezza della ragazza lo aveva sempre spiazzato, quel suo modo di chiedere e dire le cose senza girarci tanto intorno non era comune a tutti. Victoire alzò di nuovo gli occhi al cielo e indicò la luna.

“La mezzaluna.” disse appoggiandosi leggermente all’indietro con i gomiti per vederla meglio. Teddy la imitò e finalmente si decise a confidarsi. “Stavo pensando a cosa volesse dire la luna per mio padre. Suppongo che la mezzaluna potesse sembrargli meno odiosa della luna piena, ma non ne sono sicuro. Era comunque qualcosa che gli ricordava la sua maledizione.” mormorò quasi senza volerlo. Non parlava mai molto volentieri dei genitori; era spensierato e non si vergognava affatto della licantropia del padre, ma in qualche modo gli faceva male ricordare qualcosa che aveva segnato irrimediabilmente in negativo la vita di Remus.

“Stavi pensando a tuo padre prima, vero?” chiese Victoire, lo sguardo perso nel cielo. Teddy annuì a malapena. “Come l’hai capito?” chiese in un sussurro rapido. La ragazza sorrise.

“Stasera hai i capelli come i suoi, mentre di solito li porti colorati.” osservò semplicemente. Il ragazzo preferì non stupirsi delle capacità di osservazione di Victoire; in fondo era una Corvonero e aveva sempre posseduto un discreto intuito.

“Sai, la luna avrebbe potuto avere un significato diverso anche per mio padre, se solo molti anni fa Greyback fosse stato trasformato quando lo morse.” rifletté Victoire con un brivido improvviso.

“Se mio padre mi avesse trasmesso la licantropia anch’io l’avrei guardata con terrore.” replicò Teddy, colpito dalla piega che stava prendendo la conversazione. Nonostante lui e Victoire fossero molto in confidenza non erano mai arrivati a parlare di queste cose: il periodo della guerra rappresentava ancora un ricordo buio che in famiglia veniva evocato raramente e con cautela.

“Mi dispiace solo che mio padre non abbia mai potuto conoscere questo nuovo mondo nato dopo la sconfitta di Voldemort. Sarebbe stato accettato per quello che era, mentre in vita è sempre stato rifiutato da tutti per colpa del suo... problema. E’incredibile che la luna, la stessa luna che tutti amano e che fa sognare e ispira centinaia di persone, fosse per mio padre la fonte primaria di problemi.” esclamò Teddy con enfasi.

“Papà dice sempre che Remus era una delle persone più buone, intelligenti e coraggiose che abbia mai conosciuto.” disse Victoire come se questo bastasse per concludere la questione. Del resto, la primogenita di Bill e Fleur aveva sviluppato un’ammirazione incondizionata nei confronti del padre e si fidava ciecamente della sua opinione.

“Lo so, ma non posso fare a meno di pensare che forse per colpa di quella luna non sarei mai nato. Lo sai che non voleva sposarsi con mia madre, aveva paura di farle del male.” le ricordò Teddy con aria seria. Harry non aveva mai nascosto nulla al suo figlioccio; gli aveva raccontato tutto dei genitori, pregi e difetti, perché non voleva che ne avesse una visione parziale resa tale dalla loro morte. Harry sapeva cosa significava crescere senza avere i propri genitori accanto, e voleva che almeno Teddy sapesse più cose possibili su di loro. Victoire si rilassò accanto a lui.

“Teddy, ti ricordi quando eravamo piccoli e avevi paura della luna?” chiese poi, sorridendo leggermente. Il ragazzo scoppiò a ridere. “Certo! Della luna e del sole, perché potevano sempre caderci in testa da un momento a un altro!” aggiunse divertito, scuotendo la testa con ironia. Anche Victoire si sciolse in una risata cristallina, che si accordava così bene con la sua persona.

“Siamo cresciuti così tanto da allora...” disse con tono dispiaciuto, piombando improvvisamente in uno stato di tristezza. “Sei già arrivato alla fine di Hogwarts.” aggiunse poi con una strana nota acuta e incerta nella voce. Teddy sorrise e le scompigliò un po’ i capelli.

“Veramente sei tu quella ad essere arrivata alla fine! Io ci sono già arrivato, o te ne sei scordata?” disse tentando di farla divertire, con scarso successo. Victoire alzò lo sguardo e piantò i suoi occhi su quelli di Teddy, fissandolo con intensità.

“Hogwarts non sarà la stessa senza di te. Mi mancherai tanto, Ted.” mormorò, e il ragazzo notò con imbarazzo che gli occhi di Victoire erano ormai quasi ricolmi di lucciconi. Una lacrima le scivolò sul volto, e Teddy l’asciugò con il pollice. “Avanti, Vic. Ci sono tutti gli altri.” sussurrò portandole il volto vicino al suo, con la semplice intenzione di rassicurarla. La ragazza sospirò e gli si avvicinò ancora di più.

“Ma gli altri non sono te.”

Prima ancora che se ne potessero rendere conto, le loro labbra si erano già incontrate in una stretta serrata e disperata, gentile ma al tempo stesso passionale. Mentre le loro lingue si incontravano, mentre i loro respiri si incrociavano come se avessero bisogno l’uno dell’altro per funzionare, Teddy provò a pensare a quello che stava facendo. Stava baciando Victoire Weasley.

La figlia di Bill e Fleur, i grandi amici dei suoi genitori, coloro che l’avevano accolto come uno di casa.

La nipote di Harry, il padrino che lo aveva cresciuto ed educato, che l’aveva sempre considerato come un figlio.

La sua amica d’infanzia, quella stessa bambinetta che giocava con lui e scoppiava a piangere quando James le faceva qualche scherzo da vero malandrino.

La sua compagna preferita di studio a Hogwarts, quella ragazzina diligente e gentile con cui era sempre un piacere studiare insieme nonostante fossero in case diverse.

Victoire era tutte quelle cose, e al tempo stesso molto di più. Era la sua Victoire, una giovane donna che lo conosceva e lo capiva da anni e non gli aveva mai chiesto niente in cambio; era la sua Victoire, che sapeva come farlo felice meglio di chiunque altro.

Era tutto così sbagliato, eppure così giusto. E perché se fosse stato veramente sbagliato, allora perché mai avrebbe dovuto sentirsi così bene baciandola, perché mai le loro labbra avrebbero potuto incontrarsi in modo così perfetto? Cos’era questo se non un segno della loro predestinazione, della loro compatibilità?

Fu Victoire la prima a separarsi, ma dal suo volto Teddy capì che non avrebbe mai voluto doverlo fare, che se fosse dipeso da lei sarebbe rimasta per sempre a baciarlo, con le labbra dolcemente unite alle sue.

Fu Teddy invece il primo a parlare, ma dal suo volto Victoire capì che aveva paura e che non avrebbe mai voluto doverlo fare.

“E ora che facciamo?” chiese a bassa voce, fissando le spighe del grano. Victoire sorrise. “Non siamo obbligati a dirlo a tutti subito. Possiamo anche aspettare, sai.” lo rassicurò accarezzandogli un braccio, sdraiandosi poi sul grano. Passarono molti minuti, forse persino ore, prima che si sentissero alcune voci chiamare e Victoire si alzasse, a malumore.

“Devo andare.” gli sussurrò rimettendosi in piedi e svanendo con un fruscio del vestito leggero tra i campi dorati. Teddy sospirò e osservò di nuovo la luna, con un sorriso beato sul volto.

Non aveva mai amato tanto la luna come quella sera.

 

Questa fanfiction si è classificata quarta a parimerito al "New Generation Contest" indetto da Only_Me sul forum di Efp, e ha vinto anche il premio speciale per la migliore trattazione dell'immagine. La traccia consisteva nello scegliere un numero al quale era collegato un luogo, una canzone o altro; i personaggi usati dovevano appartenere necessariamente alla nuova generazione. Nel mio caso, mi è capitata la foto di una bellissima luna piena. :)

Ringrazio già i lettori e i coraggiosi che vorranno commentare :)

   
 
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