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Autore: samek    24/05/2010    3 recensioni
Tratto dalla bozza de “L’avventura di Charles Augustus Milverton” e salvato dalle fiamme del camino. Purtroppo l’ultima parte risulta illeggibile, perché troppo rovinata…
(Per la May Challenge di holmes_ita)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Sherlock Holmes;

Fandom: Sherlock Holmes;

Pairing: Holmes/Watson;

Rating: Pg13;

Genere: Generale.

Warning: Flash-fic, Missing Moment, Slash;

Beta: Narcissa63;

Summary: Tratto dalla bozza de “L’avventura di Charles Augustus Milverton” e salvato dalle fiamme del camino. Purtroppo l’ultima parte risulta illeggibile, perché troppo rovinata

(Per la May Challenge di holmes_ita)

Note: Scritta per la May Challenge di holmes_ita, su prompt “L’avventura di Charles Augustus Milverton” e per il prompt 04 – “Le persone fanno sempre cose pazze” della mia tabella, presa dalla community 10dinseyfic. Partecipa alla challenge “A tutto campo!” del Marauders Archive.

DISCLAIMER: Tutti i personaggi delle saga di Sherlock Holmes non sono opera mia, bensì della mirabile penna di Sir Arthur Conan Doyle. Dato, però, che i diritti d’autore sono ormai scaduti, stappiamo tutti insieme lo spumante ed appropriamocene beatamente! XD Ah, ovviamente non mi paga nessuno, anche perché altrimenti il succitato autore si rivolterebbe nella tomba, poverello.

 

 

Memento Audere Semper

 

Tratto dalla bozza de “L’avventura di Charles Augustus Milverton” e salvato dalle fiamme del camino. Purtroppo l’ultima parte risulta illeggibile, perché troppo rovinata:

 

[…] Credo che corremmo un paio di miglia, poi Holmes finalmente si fermò. Ci eravamo liberati degli inseguitori, eravamo salvi.*

Solo allora mi concessi d’osservare dove ci trovavamo. Avevamo arrestato la nostra fuga in uno stretto vicolo che s’incuneava tra due case, tanto buio quanto angusto.

Ansimante, incrociai  lo sguardo acceso del mio amico, che brillava perfino nella fievole luce che giungeva dalla strada principale, ancora vibrante d’emozione. Scoppiai a ridere, accasciandomi su di lui, ebbro delle forti sensazioni suscitate da quella folle serata, e Holmes fece altrettanto.

Una volta che quell’eccesso d’ilarità nervosa si fu acquietato – ed invero, non durò poi molto – le mani del mio collega, che tante volte mi avevano guidato e rassicurato nell’arco della nottata, corsero a liberarmi dalla maschera di seta che ancora mi copriva gli occhi, poi le mie fecero altrettanto, restituendo ad entrambi l’aspetto di due rispettabili gentiluomini.

Pensai alla cameriera di Milvertone, che Holmes aveva corteggiato pur di ottenere le informazioni desiderate, e provai il medesimo senso di smarrimento avvertito quando mi aveva annunciato la notizia del suo fidanzamento. Allora, forse ancora preda dell’adrenalina suscitata dalla nostra avventura, lo baciai con foga.

Qualunque cosa fosse accaduta quella notte, volli giustificarmi con la mia coscienza, sarebbe stata dimenticata al mattino; niente di più che della polvere nascosta sotto al tappeto.

E, con mia enorme sorpresa, il corpo del mio amico si pressò sul mio, spingendomi contro il muro di mattoni alle mie spalle, e la sua lingua cercò un varco tra le mie labbra.

«In fede mia, Watson,» mormorò il mio compagno diversi minuti dopo, quando ci separammo a fatica «lei è l’unico che riesce a farmi perdere la testa, tanto da pensare – perfino in una situazione rischiosa come questa – di coinvolgerla in un amplesso, in uno squallido vicolo.»

Con tutta probabilità arrossii, ma sperai che l’oscurità della viuzza mi celasse a sufficienza. «Sarebbe tremendamente in spirito con la serata» replicai, raccogliendo le maschere che, nella colluttazione, erano cadute a terra. «Pensa che dovremmo bruciarle? Sarebbe un peccato», ponderai, cambiando opportunamente discorso, mentre c’incamminavamo fuori dal vicoletto con la disinvoltura di due amici al ritorno da una soirée a teatro. 

«Potremmo tenerle e conservarle per la prossima volta,» ironizzò Holmes, prendendomi sotto braccio, «oppure riservarle ad un interessante seguito della serata», soffiò al mio orecchio, in un sussurro carico di malizia.

 

FINE.

 

*Le prime due righe sono tratte proprio dal racconto originale.

Il titolo della flash, “Memento Audere Semper”, è una locuzione in lingua latina coniata dallo scrittore e poeta italiano Gabriele D'Annunzio e significa “ricordati di osare sempre”. [Fonte Wikipedia]

   
 
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