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Autore: Dils    25/05/2010    6 recensioni
Reenesme Cullen in quel momento ebbe, per la prima volta in vita sua, quella totale e inafferrabile sensazione di voler sprofondare da un momento all’altro, quella voglia di scappare così lontano da non poter più tornare indietro. Ma, Nessie lo sapeva, scappare non aveva alcun senso e, men che meno, lo aveva davanti a una creatura tanto veloce come quella che aveva di fronte: Jacob Black, professione licantropo.
E se tutto non fosse così semplice come Bella e Jacob avevano creduto? E se avessero dei rimpianti? Qualcosa potrebbe cambiare nel loro destino? Forse sì... o forse no.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Jacob
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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You make me live.

 

 

Oh, mi fai vivere, tu sei l' amico migliore che abbia mai avuto,

sono stato con te per tanto tempo, tu sei il mio sole.
E voglio che tu sappia che i miei sentimenti sono veri.

 

Oh, you make me live, you're the best friend that I ever had,

I've been with you such a long time, you're my sunshine.

And I want you to know, that my feelings are true.

(Queen, “You’re my best friend”)

 

 

 

Reenesme Cullen in quel momento ebbe, per la prima volta in vita sua, quella totale e inafferrabile sensazione di voler sprofondare da un momento all’altro, quella voglia di scappare così lontano da non poter più tornare indietro. Ma, Nessie lo sapeva, scappare non aveva alcun senso e, men che meno, lo aveva davanti a una creatura tanto veloce come quella che aveva di fronte: Jacob Black, professione licantropo.

Conosceva Jake praticamente da sempre e, da sempre, aveva potuto contare sul tuo totale appoggio e aiuto, le aveva sempre detto che, se c’era qualcuno che le avrebbe fatto del male, quello non sarebbe mai potuto essere lui. Jake la adorava, o almeno quello era ciò che fin da quando era nata le avevano detto. Perfino suo padre, che sembrava nutrire, a dispetto di tutti gli altri suoi parenti, un certo astio nei confronti del bel licantropo, aveva sempre avuto una totale fiducia nell’affidare la propria figlia a quello che, per natura, doveva essere il suo peggior nemico.

Quando Nessie era diventata abbastanza grande per capirlo sua madre le aveva spiegato come mai Jacob le era sempre vicino, come mai non la abbandonava mai e cedeva ad ogni sua richiesta senza mai tirarsi indietro… La spiegazione rietrava tutta in una strana e antica parola che Nessie non aveva, prima di allora, mai sentito dire: imprinting.

Con il tempo aveva imparato cosa, quella parola, significasse e tutto ciò che comportava.

Jacob era stato per lei un fratello quando era piccola e aveva bisogno di un compagno di giochi, un amico quando, non ancora entrata nel mondo degli adulti, ma appena uscita da quello dei bambini, si sentiva così strana da avere l’irrefrenabile bisogno di doversi sfogare con qualcuno e sarebbe stato per lei un’amante quando si sarebbe sentita pronta per averne uno. Oppure no?

Ora, Nessie Cullen, era una magnifica giovane donna (o almeno dimostrava di avere più o meno diciotto anni, pur non esattamente avendoli) e, pian piano, aveva capito di non vedere più Jacob solo come un semplice amico ma qualcosa di più. Da qualche tempo a quella parte, infatti, aveva avuto la folle voglia di baciarlo, toccarlo, averlo, come mai le era successo prima. Eppure, quando aveva cercato, con non poca forza d’animo, di baciarlo Jake si era tirato indietro, si era alzato, e se n’era andato senza darle spiegazioni.

La mezza-vampira ne era rimasta distrutta e aveva cercato con tutta se stessa una spiegazione a quel comportamento così strano ma, pur mettendoci tutta se stessa, non la trovò. Così decise di andare a chiedere spiegazioni al diretto interessato.

Lo aveva trovato seduto su un vecchio tronco d’albero in mezzo alla spiaggia di La Push, con lo sguardo fisso sull’orizzonte, e un’espressione che aveva tutta l’aria di essere malinconica.

Si era seduta accanto a lui con non poche difficoltà, eredità che aveva ricevuto da sua madre quando era ancora giovane, e lui non le aveva dato la benché minima attenzione.

Era troppo pensieroso, forse? Oppure semplicemente la stava volontariamente ignorando?

Nessie non capiva, per Jacob lei era sempre stata il centro del suo universo… cosa era cambiato ora?

« Mi dispiace.»

Aveva parlato dopo dieci minuti buoni, girandosi e guardandola negli occhi. Aveva alzato la mano come per accarezzarle una guancia, come aveva fatto altre milioni di volte, ma l’ aveva lasciata in aria e poi retratta come se non avesse il permesso di toccarla.

« Che succede, Jake?»

Ancora una volta lui non le rispose, aveva intanto portato la mano sul tronco accarezzandolo, perso nei propri pensieri. Nessie era incredula, cosa si era spezzato dentro di Jacob? Cosa era successo?

 

 

Dall’alto della scogliera una figura immobile osservava la scena, anch’essa persa in antichi ricordi; ricordi che, ne sono certa, tormentavano anche il giovane lupo.

Bella Sw.. Cullen sapeva che, prima o poi, quel momento sarebbe arrivato ma non avrebbe mai creduto di coglierlo con tanto dolore. Erano passati anni eppure quella minuscola, ma così forte, parte di se stessa che era riuscita a conservare la propria umanità stava piangendo dolorosamente. Non aveva mai dubitato di aver fatto la scelta giusta, anni prima, nel scegliere quella vita, fino a quel momento. Sentì, ora, più vive che mai, le ragioni che l’avevano fatta vacillare. Vide la vita che avrebbe potuto avere, la vide percepibile e così lontana, come quando, non lontano da lì, aveva capito di amare qualcuno che non fosse Edward Cullen.

E ebbe l’irrefrenabile voglia di calore, di sole, del suo sole. Lo voleva, lo bramava, ora come mai prima. Ma non poteva, non più. Jacob Black non era suo, e ora doveva affrontare le conseguenze delle scelte che aveva fatto.*

Si sentiva perduta e incapace di fare alcun che, in quel momento voleva soltanto gettarsi a terra e piangere fino a star male. Ma lei non poteva piangere, non più.

Non avrebbe mai creduto di rimpiangere quel particolare della vita umana, eppure eccola lì, una giovane donna di 19 anni meno un giorno da ormai dodici, a voler con tutta se stessa gettarsi a terra fregandosene del mondo intero.

Per un momento, dimenticò di avere un marito e una famiglia, dimenticò le promesse che aveva fatto, e le scelte che aveva compiuto. Voleva soltanto stare sola, o almeno questo era ciò che voleva credere. Così girò – elegantemente – su se stessa e corse via da quel posto, via dai ricordi e da quella dolorosa realtà. Non sapeva dove stesse andando, tuttavia, non seppe nemmeno lei come, si ritrovò davanti a quella che era stata la sua casa, non molti anni prima, quella casa che aveva racchiuso infiniti ricordi. Casa Swan.

Si arrampicò su l’albero che fronteggiava quella che, un tempo, era stata la sua camera, e, cercando di non essere notata, sbirciò dentro. Tutto era come lo aveva lasciato, nonostante gli anni.

Il suo vecchio computer, la trapunta del suo letto, consunta e strappata in alcuni punti, la trave in cui aveva nascosto i regali del suo diciottesimo compleanno, le foto dei suoi amici appese al muro e, proprio sopra il letto, lo scaccia sogni che le aveva regalato Jacob.  

«Anche tu qua?»

Quella voce. L’avrebbe riconosciuta tra mille, profonda e roca, ma nello stesso momento allegra e serena. Si girò tranquilla, come se si aspettasse di trovarlo là, di tanti posti in cui sarebbe potuto andare, e lo guardò, cercando di capire se i pensieri che la tormentavano erano li stessi di lui. “Abbiamo fatto la scelta giusta, Jake?”

Ricordò il giorno in cui era nata Nessie, e quando aveva saputo dell’imprinting: si era arrabbiata, certo, dopotutto la sua unica figlia era irrimediabilmente legata a l’uomo – perché, nonostante tutto, per lei Jake era ancora soltanto un uomo – che aveva messo in crisi il matrimonio sei dei suoi stessi genitori… ma alla fine lo aveva accettato.

Sembrava che, finalmente, tutti pezzi della scacchiera fossero stati messi al loro posto, che tutti i ruoli fossero ben definiti e che non ci sarebbero più state stupide incomprensioni, che tutto fosse perfetto. Aveva presto taciuto quella vocina che le diceva che, forse, c’erano ancora molte cose da chiarire con Jake, convincendosi che non le sarebbe importato vedere la propria figlia tra le braccia di colui che era, di questo ne era certa, la sua anima gemella. Di poterlo accettare. Ma, dentro di se, aveva sempre saputo che non poteva essere così, che qualcosa sarebbe andato storto. Non poteva essere tutto così facile, non è vero?

«Non so come comportarmi, Bells.»

Ed, ancora una volta, era stato lui a parlare, a fare il primo passo. La sua voce, ora, implorava aiuto, un aiuto che lei non era in grado di fornirgli.

La guardava con uno sguardo che, ironicamente, non seppe descrivere se non come “da cucciolo bastonato” e, immediatamente, un flash dalla sua vita passata, la vita che era stata di Isabella Swan, la colpì in pieno: quello stesso ragazzo, quello stesso sguardo che, implorante, le chiedeva di restare con lui, di non tornare da Edward Cullen.

Ma, ora come allora, Bella non poteva -nonostante lo volesse con tutta se stessa- aiutare Jacob, non ci riusciva. Così allungò la sua mano, e la portò su quella di lui. Per cercare di dargli forza, per cercare di dare forza, forse, anche a se stessa.

Era l’unico contatto fisico che potevano avere, ora. Jacob spostò lo sguardo dagli occhi di Bella, e lo portò alle loro mani congiunte, o almeno questo era quello che credette.

Poi, anche lei, notò il ciondolo che incorniciava il braccio destro: un piccolo lupo rossiccio intagliato nel legno.

Jacob lo prese tra le sue grandi mani, e si ritrovò a sorridere. Sorridere al passato, ai ricordi, alla vita. La guardò e, ancora una volta, Bella si ritrovò a dover rispondere a quel sorriso così luminoso e spensierato. E, per la prima volta dopo tanto tempo, si sentì viva, viva come non mai.

Non importava se non potevano più tornare indietro, se le loro vite avevano preso un cammino diverso, perché, nonostante tutto, loro erano ancora là, insieme.

A sorridersi, a ricordare, a vivere. E quel piccolo lupo sarebbe rimasto per sempre lì, sul suo braccio destro, per ricordarle che, se aveva bisogno di un po’ di sole, sarebbe sempre stato pochi passi dietro di lei, pronto ad aiutarla.

Perché, infondo, loro due non erano che due piccole anime vittime di un disegno troppo grande… erano solo Jacob e Bella.

 

 

 

Notes.

Uhm. Non c’è molto da dire, nutro un profondo -e represso, direi- odio verso Nessie Cullen, adoro Jacob e Bella assieme. Non potevo piegarmi al finale di Breaking Down… perciò ho scritto il mio finale. Questo è tutto.

 

* Sì, mi sono ispirata alle parole di Edward nel trailer di Eclipse per questa frase, se qualcuno se lo stesse chiedendo u.ù

  
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