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Autore: StillAnotherBrokenDream    25/05/2010    4 recensioni
Emily sta per sposarsi con l'uomo dei suoi sogni. Kevin è sposato da anni con la donna che credeva fosse quella dei suoi sogni. Entrambi scopriranno che le favole non esistono, ed è facile restare delusi, e molto doloroso....
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bittersweet Love'
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XV

 

 

Emily si svegliò qualche ora dopo, ancora stretta a lui. Praticamente non si erano mossi, come si erano addormentati così erano in quel momento. Kevin dormiva profondamente, ma l’espressione del suo viso tradiva una certa sofferenza anche nel sonno.

Gli toccò gentilmente la fronte e la trovò alquanto calda, probabilmente aveva ancora la febbre. Ma non voleva svegliarlo, aveva bisogno di dormire e riprendersi. Quello che aveva fatto la notte prima era stata una sciocchezza, anzi no, una cazzata.

Tentare di farsi ammazzare per quella donnaccia? Un uomo come Kevin? Ancora non riusciva a crederci.

Sospirò e lentamente si staccò da lui, alzandosi dal letto. Abbassò lo sguardo sul proprio polso accorgendosi di non avere l’orologio, sbuffò e si guardò intorno, individuando un orologio sulla cassettiera. Si avvicinò a passi lenti e lo prese tra le mani, avvicinandoselo al viso per poter leggere l’ora. Quasi le otto.

“Maledizione” bisbigliò irritata, da lì a poco più di un’ora doveva essere al lavoro.

Cercò la propria borsa e quando la trovò, a terra, la prese e cercò al suo interno un pezzo di carta e una penna. Scrisse un breve messaggio per Kevin e glielo lasciò accanto all’orologio. Poi si riavvicinò al letto ed allungò una mano verso di lui per fargli una carezza sul viso. Ma fermò la mano a mezz’aria e lasciò perdere, non voleva svegliarlo.

Ritirò la mano e si voltò per andarsene. Aprì con cautela la porta ed uscì, richiudendosela alle spalle.

In realtà non l’aveva sfiorato soprattutto per un’altra ragione. Kevin apparteneva ancora a quella… maledetta donna. In un modo o nell’altro Jennifer condizionava la sua vita e Emily non voleva illudersi di nuovo, facendo sogni che poi si sarebbero infranti contro il muro della realtà.

Era impossibile non innamorarsi di lui, Kevin ai suoi occhi era il compendio di tutto ciò che la maggior parte delle donne voleva, follia improvvisa a parte, ovviamente. Era bello, forte e simpatico. Poi intelligente, sensibile e … sì, anche quell’impulsività e quella gelosia spesso piaceva alle donne.

Sicuramente piaceva a lei. Lui era tutto quello che non era Frank, che si era dimostrato sempre poco sensibile o geloso o… passionale.

Emily ne era sicura, Kevin metteva passione in tutto quello che faceva, bastava guardare come si muoveva per capire cosa…

Scrollò il capo come per togliersi quei pensieri dalla mente e salì in macchina.

Tra lei e Kevin non ci sarebbe mai stato nulla che non fosse amicizia, lo sapeva benissimo. Non si erano conosciuti per caso in un bar o in una libreria o mentre compravano il giornale. L’aveva conosciuto quando, furioso, aveva deciso di picchiare a sangue Frank perché andava a letto con sua moglie.

Sorrise tristemente e mise in moto. Aveva quasi totalmente dimenticato Frank, e non come fidanzato: proprio come persona. Era questo che la sorprendeva e le faceva capire che forse quello che provava per Kevin era pericolosamente forte.

Fino a pochi mesi prima era più che convinta che Frank sarebbe stato l’uomo della sua vita, era convinta di amarlo. Ma lentamente stava capendo che forse non era così innamorata. Non c’entrava Kevin, o meglio non solo lui. Si era semplicemente resa conto che dopo un paio di settimane di sdegno, di rabbia e umiliazione,  il dolore aveva iniziato ad alleggerirsi fino a scomparire.

Il vero amore fa male, Kevin ne era la prova vivente, erano passati mesi eppure lui era ancora a pezzi.

Lui era stato veramente innamorato di sua moglie, e probabilmente lo era ancora altrimenti non avrebbe tentato di farsi ammazzare. Il suo dolore era ancora grande, Emily… non aveva speranze.

Nascose il viso tra le mani e scoppiò a piangere, realizzando all’istante di essersi cacciata nei guai.

Era innamorata, ma pesantemente, perché più pensava a Kevin disperato per la moglie, più lei piangeva disperata.

Si asciugò le lacrime dal viso e si diede della stupida, non aveva quindici anni, come aveva potuto caderci così? Aveva sbandierato ai quattro venti quanto fosse inconsolabile per il tradimento di Frank e ora si era già innamorata di un altro uomo?

“Scema.. scema che non sono altro..” disse a sé stessa allontanandosi da lì.

Ma non poteva farci niente, ormai era successo. Si era lasciata conquistare da quella personalità complessa ma adorabile, ma aveva fatto tutto da sola, perché Kevin non le aveva mai fatto intendere che provasse qualcosa di diverso che non fosse semplicemente amicizia.

Sì, si era sempre e solo comportato da amico, a volte anche un po’ timido.

“Un amico… niente più.” mormorò sospirando e accese la radio.

 

 

/-----/

 

 

Quando si svegliò, Emily era già andata via. Non trovarla accanto a sé gli procurò una fitta di delusione, era stato bello dormire con lei tra le braccia e ora che non c’era gli mancava.

Si alzò lentamente dal letto perché gli girava la testa, si guardò intorno e sì, era decisamente andata via.

Sospirò e scosse il capo, pensando che avrebbe potuto svegliarlo e non andarsene via in silenzio. Si avvicinò alla cassettiera e notò il biglietto, lo prese e lo lesse mentalmente:

 

-Buongiorno! Come stai? Spero che il mal di testa non ti tormenti troppo ma sospetto che sarà così almeno per un giorno o due. Devo assolutamente scappare, tra un’ora devo essere al lavoro. Ti chiamo più tardi, abbi cura di te, non bere e non fare a botte! E prendi un’aspirina, anzi no facciamo tre!-

Baci,

Lily.-

 

“Lily?” ripeté sorridendo. Così il suo nomignolo era Lily… adorabile, esattamente come lei.

Ripiegò il messaggio e lo rimise lì dove l’aveva trovato, sotto al proprio orologio. La delusione provata prima per l’assenza di Emily era sparita, ora era stranamente sollevato.

Non felice, perché non poteva esserlo dopo l’immane stronzata che aveva fatto la notte prima. Gli sembrava di aver vissuto un brutto e grottesco incubo, non poteva davvero essere stato lui.

Eppure la testa fracassata e la schiena a pezzi, gli dicevano che effettivamente era stato lui a provocare gli avventori del pub di Johnny per scatenare una rissa e, possibilmente, rimanerci secco.

Oddio, aveva tentato di farsi ammazzare? Sul serio? Ma lui voleva vivere, altrochè! Ora più che mai.

Non era solo, c’era Lily con lui.

Fece una doccia stando attento a non bagnare la ferita alla testa, si vestì e si preparò del caffé. Poi buttò giù due aspirine con la speranza che avrebbero messo a tacere per un po’ il suo martellante mal di testa.

Dopodichè prese il cellulare e chiamò Emily.

“Ehi, mi hai lasciato solo stamattina!” esordì quando lei rispose dopo il terzo squillo.

Oh mi spiace, hai avuto paura?” lo prese in giro la ragazza

“Un po’ sì” rispose Kevin “mi sono svegliato e non c’eri accanto a me… ci sono rimasto male.”

Seguì un breve silenzio, poi Emily riprese a parlare. “Povero piccolo… come va la testa?”

Kevin si massaggiò la fronte. “Insomma, martella un po’ ma sinceramente pensavo peggio. Grazie ancora… Lily.”

Di.. di nulla figurati, però ti prego di non farlo più, ne abbiamo parlato stanotte mi pare, no?”

Lui annuì. “Oh sì, puoi stare tranquilla. Credo che sbagliare sia umano, ma solo una volta. Con quella storia ho chiuso stanotte.”

Bene, ora scusami devo andare Kevin… ci sentiamo, okay?”

Kevin ebbe la sensazione che Emily avesse fretta di terminare la conversazione.

“Tutto bene?” le domandò.

Sì certo, io sì” rispose con voce squillante “perché me lo domandi?”

“Era una semplice domanda… allora a presto Emily, buon lavoro.”

“A presto e riguardarti!”

Kevin riattaccò con la spiacevole sensazione che Emily fosse in qualche modo arrabbiata o delusa, qualcosa del genere.

Beh a dire il vero, ne aveva tutte le ragioni. Le aveva telefonato all’una di notte chiedendole di aiutarlo, forse anche lui avrebbe reagito così. Sì, ma poche ore prima non era arrabbiata.

Trasse un profondo sospiro e decise che, mal di testa permettendo, nel pomeriggio sarebbe andato da lei. Con un taxi, però. La sua macchina era davanti al pub e oltretutto non se la sentiva di guidare. Voleva chiederle ancora una volta scusa e dirle grazie, per tutto quanto.

Ma prima, decise di fare qualcos’altro.

Aveva l’impressione di avere un concerto in testa, era indolenzito dal collo alla vita, ma era lucido finalmente e sapeva cosa fare per iniziare davvero a voltare pagina. Il giorno prima la goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stato l’imbroglio ai suoi danni che gli avrebbe fatto perdere molti soldi nella vendita della sua casa.

Bene, aveva intenzione di recedere dal contratto con quell’agenzia. E poco gli importava se c’era una penale da pagare, non si sarebbe fatto fregare così senza reagire. Jennifer voleva punirlo per qualcosa che era solo nella sua testolina viziata e lui non era più il suo obbediente schiavo.

Aveva rischiato di morire per colpa sua, ma per fortuna non era successo. Voleva cambiare sul serio e riprendersi la sua vita, soldi compresi.

Cercò, e trovò, il numero dell’agenzia e dopo essersi preparato mentalmente cosa doveva dire, compose il numero.

“Sì, pronto signor Darcy, sono Kevin Duval. Dovremmo parlare.”

Buongiorno signor Duval, mi dica tutto!

Kevin accennò un sorriso. Sì, ora gli avrebbe detto tutto.

 

 

/-----/

 

 

Lily.

Che suono particolare aveva pronunciato da lui. Non aveva mai amato quel nomignolo, ma detto da Kevin era… diverso.

Non si era comportata bene con lui al telefono, aveva alternato interesse e freddezza e lui se ne era accorto.

“Ehi Porter, tutto bene?” le domandò un collega passando davanti la sua scrivania. Lei lo guardò e annuì semplicemente.

Ma non andava per niente bene, aveva una gran confusione in testa ed era stanca. Aveva dormito poco anche se molto… bene. Cioè male perché non era a casa sua, aveva dormito vestita, e…

Chi voleva prendere in giro? Dormire tra quelle braccia era stato stupendo, avevano assunto la posizione che ti solito si assume dopo aver fatto l’amore, lui che la cinge col braccio e lei che posa il capo sul suo petto.

E poi quelle parole. Le aveva detto che con lei sarebbe stato felice e forse aveva ragione. Lei non l’avrebbe mai fatto soffrire così, se ne sarebbe presa cura. L’avrebbe amato, semplicemente.

Ecco, lo stava rifacendo!

Eppure non leggeva romanzi rosa, non guardava molti film romantici, anzi praticamente nessun film romantico. Perché continuava a fantasticare così? Non ci sarebbe mai stato nulla tra lei e Kevin che non fosse amicizia, doveva metterselo in testa.

Solo amici.

E come amica non si era comportata bene dieci minuti prima, quando lui le aveva telefonato per ringraziarla. Lo avrebbe richiamato, Sì. magari non subito, nel pomeriggio.

Sospirò e tornò a lavorare al computer.

 

 

 


a/n: E rieccomi finalmente! Sì lo so, sono imperdonabile, quasi un mese dall'ultimo aggiornamento! Ma proprio non potevo dedicarmi a questa storia, alla quale tengo molto. Questo capitolo non è un granché lo so, ma spero che possa avervi comunque allietato. In attesa di sviluppi più intensi, vi spoilero giusto un po': ci sarà una gravidanza O__o!! Di chi? Vedremo ;) Baci e spero che continuiate a seguirmi!

 

 

 

   
 
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