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Autore: KatyCullen    26/05/2010    13 recensioni
One shot dedicata a Jasper & Alice, coppia che adoro ed ispirata dall'ascolto spropositato di una canzone.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera =) eccomi qui con un nuovo delirio…avete presente la canzone dei Modà, SONO GIA SOLO??? Bene,perché questa One shot è ispirata proprio a quella canzone… se non l’ avete mai sentita vi consiglio vivamente di ascoltarla…, ( io l’ho fatto praticamente ininterrottamente per l’intero weekend è questo è il risultato XD) è proprio bella…in  realtà come l’ho pensata io, la cosa è un po diversa…ma la capirete…spero che vi piaccia e che non mi pensiate la solita pazza…ma quando una cosa ti ronza in mente non puoi fare altro che scriverla ed io così ho fatto…XD

Prima di lasciarvi alla lettura ringrazio la mia amata beta Sara…senza di lei penso che non posterei mai nulla =) è una persona unica e splendida che mi sostiene nelle mie follie e mi aiuta con il suo supporto….ti voglio bene tesoro…

Adesso buona lettura e mi raccomando lasciate un commento…=) sarò ben lieta di sapere cosa ne pensate baci =).

Lampo... tuono.

... Troppa luce non gli piace. Gode meglio a farlo al buio sottovoce... graffiando la mia pelle, mordendomi le labbra fino a farmi male... bene... senza farmi capire se per lui è più sesso o amore.

Rileggo quelle parole e accarezzo le pagine del diario come se potessi accarezzare lei in questo momento. Non  volevo farlo, non volevo leggere il suo diario, violare i suoi pensieri, mi basta già riuscire a sentire tutto quello che lei prova, essere sommerso dai suoi sentimenti, dal suo amore e dalla sua gioia; leggerne anche i pensieri è straziante, in questo istante capisco cosa deve  provare mio fratello Edward costantemente a contatto con i nostri più intimi segreti. Non volevo farlo, ma cercando in quella confusione che è la nostra cabina armadio me lo sono trovato tra le mani, è caduto mentre spostavo uno scatolone e si è aperto proprio su quella pagina che adesso accarezzo. Se potessi, forse piangerei, certo non come un bambino, ma di sicuro una calda lacrima righerebbe il mio volto ricordando i primi tempi insieme alla mia Alice, leggendo in quelle righe quanto io l’abbia fatta soffrite. Chiudo gli occhi e deglutisco, non perché ne abbia un reale bisogno, ma semplicemente per mandar giù il groppo di dolore che mi serra la gola, sospiro e abbasso ancora lo sguardo su quella pagina.

Fugge , si veste, mi confonde... non sa dirmi quando torna, vorrebbe piangere forse, lo leggo nei suoi occhi... mi guarda come se si sentisse un mostro, come se io fossi un mostro e sparisce. Ed io rimango lì... se potessi piangerei anche io...

Continuo a leggere quelle righe, rivivendo quei momenti, i nostri primi mesi insieme, dopo l’incontro in quel bar a Philadelphia. Ricordo ancora quando la vidi, ero convinto volesse attaccarmi e invece... chiudo gli occhi e mi lascio andare alla memoria, rivivendo come in un film tutta la scena e il ricordo delle emozioni di Alice mi sommerge, facendomi accennare un sorriso. Non fu facile per me accettare quei sentimenti, quelle emozioni e la possibilità di una speranza... credevo fosse troppo per un mostro come me e per tanto, troppo tempo, sono stato convinto di non meritarla. Soffrivo standole accanto, ma starle lontano era una sofferenza ancora più grande. Il ricordo della prima volta che facemmo l’amore mi arriva in mente come un flash, fu violento, passionale, era quello l’unico modo di amare che conoscevo, l’unico modo con cui avevo amato prima di allora, prima di incontrare lei... ma nei suoi gesti e nelle sue emozioni avevo percepito quanto grande fosse il sentimento che lei provava... ogni mio bacio, ogni mio morso le riempiva il cuore, sommergendo anche me, trascinandomi in un turbine di sensazioni a me sconosciute e, come un codardo, fuggii lasciandola sola in quel letto di uno squallido albergo, che per poche ore era stato il mio Paradiso insieme al suo corpo.

Tornerai, tornerai... altroché se tornerai... ma sta volta non ti lascio.

Rileggo per l’ennesima volta quella frase e chiudo gli occhi... sono fuggito da lei e dal suo amore per tanto tempo, forse troppo. Scuoto la testa e cerco di  scacciare quel rimorso, quanto l’ho fatta soffrire? Quanto l’ho fatta star male? La paura di non meritarla, la consapevolezza di essere un mostro e di non essere degno di una creatura come la mia Alice. Rifiutavo quei sentimenti, ma allo stesso tempo non potevo più farne a meno e, come lei stessa scriveva sul suo diario e probabilmente osservava nelle sue visioni, tornavo da lei per immergermi ancora in quel turbine di sentimenti e poi scappare via come un ladro... come un mostro che rubava amore dal suo petto, tra le sue braccia e poi fuggiva ancora. Sfoglio le pagine di quel diario leggendo tra le righe quanto l’ho ferita e fatta soffrire per un futuro che lei vedeva già chiaro, ma che per me era difficile da capire e da accettare.

Resisto, non mi stanco... mi conserva sempre dentro ai suoi ricordi e poi brilla, non si spegne... ci graffiamo per non far guarire i segni... è una pioggia fredda, come un temporale di emozioni che poi quando passa... come un Lampo... Tuono... è passato così poco e son già sola...

Son già sola...

Son già sola...

Quella frase scritta sulle pagine ingiallite del diario trafigge il mio cuore ormai morto da tempo... per mesi l’avevo lasciata da sola, comparendo nella sua vita come una lampo, stravolgendola per una notte d’amore al buio e scappando via come un tuono subito dopo, lasciandola sola, senza dirle mai quanto per me fosse importante, fondamentale, quanto il suo amore mi facesse sentire vivo... quanto tra le sue braccia riuscissi a dimenticare il mostro che ero. Ricordo perfettamente la sensazione di vuoto che mi divorava dentro,  gli occhi che bruciavano dal desiderio di poter versare anche solo una lacrima e l’odio verso me stesso per lo strazio che le infliggevo quando uscivo dalla camera in cui consumavamo il nostro amore e il mostro tornava ad urlare dentro di me, ricordandomi quanto la facessi soffrire in quel modo.

Lo tengo stretto sul mio petto, poi lo bacio e lui mi graffia... gli dico che lo amo e lo proteggo e poi lo voglio e lui mi prende... sottovoce, senza luce... perché solo io lo so quanto gli piace... vorrei che mi dicesse che mi ama e che sta volta no, non durerà solo fino a domani... che restasse qui con me perché sono pazza di lui e lo sento, lo vedo che un giorno sarà mio... ma vorrei che quel giorno fosse oggi...

 

Quante volte avrà desiderato quel giorno? E quante volte l’avrò delusa lasciandola da sola? Chiudo il diario e lo getto sul letto, sdraiandomi ed iniziando a fissare il soffitto; negli anni le cose sono cambiate, sicuramente sono migliorate, il suo amore è riuscito a farmi accettare la mia natura, darmi una speranza, come una luce infondo al tunnel Alice ha saputo starmi accanto ed essere paziente. Il  nostro matrimonio è stato uno dei giorni più felici della mia vita, così come il giorno in cui sono riuscito a dirle quanto la amo, il tempo mi ha aiutato e finalmente sono riuscito ad accettare la possibilità che c’è una speranza anche per me, un’esistenza fatta di sorrisi e d’amore, invece che di guerra e sangue, una vita insieme a lei. Anche se negli anni le cose sono migliorate molto, alcune sono rimaste sempre uguali, con il tempo e l’aiuto di Alice ho imparato anche a fare l’amore con dolcezza e passione, senza ridurre tutto al puro soddisfacimento fisico, certo abbiamo ancora i nostri momenti di passione, ma adesso sono sempre dettati da un sentimento. Solo una cosa è rimasta invariata nel tempo sin dall’inizio: è stupida come situazione, lo so, ma non sono riuscito ancora a far l’amore con lei alla luce. So perfettamente che in quanto vampiri, per me ed Alice al buio o alla luce non c’è nessuna differenza, riusciamo a vederci benissimo. Ma avevo ed ho paura.

Paura che per lei vedere le mie cicatrici alla luce del sole sia troppo, paura che scappi, riconoscendo in quei morsi il mostro che ero, paura che smetta in qualche modo di amarmi.

Mi porto una mano alle tempie massaggiandole in un gesto troppo umano anche per me, come se quella dita  potessero alleviare i miei sensi di colpa per tutto il dolore che ho fatto provare ad entrambi. Mentre rifletto su questo, sento la porta spalancarsi e un uragano di gioia, serenità e amore entrare in camera, non c’è alcun bisogno di aprire gli occhi o annusare l’aria, perché riconosco immediatamente le sensazioni che distinguono il mio amato folletto da tutto il resto del mondo. Percepisco il frusciare di alcuni pacchi e poi il letto piegarsi sotto il suo esile peso.

-Jazz, tesoro, va tutto bene?-, mi chiede in tono ansioso ed io sorrido, accorgendomi della sua sincera preoccupazione per me nelle sue sensazioni, apro gli occhi e mi volto incontrando il suo splendido sguardo color ambra.

-Sì! Adesso che sei qui sì-, ammetto sorridendole ancora.

-Che stavi facendo? Perché te ne stavi qui sdraiato ad occhi chiusi?-, chiede curiosa.

-Pensavo a te... a noi...-, rispondo tranquillo mentre mi sollevo per poi accarezzarle una guancia.

Piega il viso sulla mia mano e sento immediatamente la dolcezza delle sue sensazioni riempirmi il cuore e sommergermi ancora con il suo amore, lentamente faccio scivolare la mia mano accarezzando il suo collo e scendendo sui bottoni della sua camicetta. Inizio a slacciarli uno ad uno fino a sfilargliela del tutto e poi mi fermo osservandola e beandomi della bellezza del suo corpo, mi muovo lentamente, senza fretta, guidato solo dalla voglia di abbattere tutte le mie paure, per lei e per il nostro amore, cercando in qualche modo di farmi perdonare per tutto il dolore che le ho causato in questi anni, e poi inizio  a slacciare la mia camicia.

-Jazz... non chiudi le tende?-, chiede  timorosa, proprio quando faccio scivolare via l’indumento.

-No-, rispondo secco e la osservo irrigidirsi. -A meno che tu non voglia...-, continuo immediatamente dopo, per paura di  aver esagerato e di averla spaventata; scuote la testa e mi sento invadere da un senso di gioia e di felicità, mi avvicino alle sue labbra e la bacio spingendola a stendersi sul materasso. Mi stacco dalla sua bocca e la osservo per un istante.

-Ti amo Alice! E vorrei che tu mi perdonassi per tutto il male che ti ho fatto-, sussurro provando a scusarmi in qualche modo, accenna un sorriso e mi prende  il viso tra le mani.

-Non devi scusarti... io ti amo... ti ho sempre amato e sapevo che questo giorno sarebbe arrivato! L’ho sempre saputo!-, ammise emozionata per poi baciarmi dolcemente.

Senza pensare ad altro mi lascio andare alla dolcezza dei suoi baci e delle sue carezze, pronto per fare  l’amore con lei in pieno giorno, in piena luce, consapevole che in questo giorno un altro muro è stato abbattuto e che da qui  all’eternità sarò per sempre con lei senza lasciarla mai più da sola.

 

Vi ringrazio di cuore per aver letto e anche anticipatamente se vorrete lasciare una vostra recensione =) .

p.s. le immagini che trovate sono di Nami86, potete trovarne altra splendide sulla saga di twilight cercandola su davianart.

Xoxo Katy !!!

  
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