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Autore: Clovely    26/05/2010    7 recensioni
Gli occhi di Elena sono azzurri come il cielo. Quelli di Damon neri come la notte. E come si dice, gli occhi sono lo specchio dell'anima... Elena e Damon sono tanto diversi, ma nel profondo, sono molto simili. Una fan fiction su questi personaggi, e su una storia d'amore per niente sempilce, ostacolata da vampiri millenari e legami indissolubili. Tra amore e odio, la mia storia sul malvagio vampiro Damon, e la bellissima umana Elena. Vi prego, leggete e commentate!
Genere: Romantico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Light and Darkness

Capitolo 9

Damon l’aveva riportata a casa solo qualche istante dopo. Con un solo agile balzò atterrò sul pavimento della sua stanza, posandola delicatamente sul materasso.
Elena era confusa, perché erano successe davvero troppe cose in così poco tempo, ed era stanca, si sentiva debole. Ma riusciva a non pensarci, solo grazie alla presenza di Damon, li al suo fianco. Lui era vivo, stava bene, e ora le sorrideva, sistemandole i capelli spettinati e pieni di foglie secche e rametti.
Elena cercò di mettersi a sedere, anche se questo le costò un forte giramento di testa. Si appoggiò ai cuscini e osservò Damon.
«Come ti senti?»
Damon scosse la testa. «Tu piuttosto come ti senti. Non avresti dovuto farlo, hai rischiato grosso!» Disse ammonendola con lo sguardo.
«Cosa?!» Esclamò lei. «Ti ho salvato la vita.» Elena sorrise vittoriosa.
«Non vantarti troppo principessa, stavo solo bluffando. Lo avrei colpito un istante più tardi, ma tu ti sei intromessa…»
«Hey! Un po di riconoscenza! Ho quasi impalato un vampiro… per te.»
Damon la guardò, fissò i suoi occhi azzurri, tanto limpidi e sinceri, come i lapislazzuli.
«Grazie.»
Elena sapeva che sotto a quella semplice parola, c’erano molti altri significati. D’un tratto lo sguardo di Damon si fece serio.
«Elena, hai perso molto sangue stasera.»
«Non… oh.»
I loro sguardi si incrociarono. Elena sapeva dove volesse arrivare lui. Stava per negare, per dirgli che non ne aveva bisogno, ma mentre cercava di sporgersi verso di lui, la testa le girò paurosamente. Chiuse gli occhi, ributtandosi sui cuscini, incapace di parlare. Sentì Damon muoversi, ed un secondo dopo la stringeva tra le sue braccia, guidando le sue labbra sul suo collo, verso un piccolo taglio. Elena era incerta, non aveva mai scambiato il suo sangue con un vampiro. A dire la verità non aveva mai bevuto sangue. Ma dopo che la prima goccia toccò le sue labbra, si rese conto che era di quello che aveva bisogno, per stare bene.
Iniziò a bere lentamente, scacciando il ribrezzo, e abbandonandosi di nuovo alla sensazione di essere tanto vicina a Damon, Damon che la stringeva tra le braccia, abbandonandosi anche lui a quel momento tanto atteso.

 ***

«Elena!»
La ragazza scattò a sedere, svegliata da un rumore che le parve assordante, ma che invece era solamente sua zia che bussava con impazienza alla porta.
«Che c’è…» disse stancamente.
La zia aprì lentamente la porta, lasciando filtrare la luce del mattino. Sentì qualcuno salire sul letto, e saltarle letteralmente addosso.
«Ahia! Margaret mi fai male così!»
«Scusa.» Biascicò la sorellina cercando di togliere le coperte ad Elena.
«Porto Margaret a scuola, poi vado a fare delle commissioni. Conviene che ti alzi, o farai tardi!» La zia si avvicinò prendendo la manina di Margaret.
«Ieri Bonnie e Meredith sono passate, ma ho detto loro che eri già andata a dormire perché eri stanca… passeranno stamattina, sembravano preoccupate…»
 Zia Judith uscì, ma prima di andarsene aggiunse un tipico “e non rimetterti a dormire!”
La ragazza si mise a sedere, riordinando le idee, e improvvisamente si ricordò che doveva esserci qualcuno li al suo fianco, perché la sera prima si era davvero addormentata con qualcuno li al suo fianco. Si portò una mano al collo, e li sentì una crosta, che le fece immediatamente tornare indietro chi gliela aveva procurata, e chi, invece, l’aveva curata.
«Damon?» Sussurrò alla stanza apparentemente vuota.
Un lieve fruscio, e un istante dopo Damon si ritrovò seduto al suo fianco.
«Buongiorno.»
Elena invece lo baciò. Non sapeva perché, ma in quel momento le era sembrato il gesto più naturale che potesse compiere, quasi come un bisogno. Damon rispose al bacio con dolcezza.
«Dovresti prepararti principessa. C’è scuola oggi!»
Esclamò alzandosi. Elena fu costretta a cedere, e andò in bagno, vestendosi e sistemandosi i capelli ancora arruffati. Poco dopo scese a fare colazione, e decise di toccare l’argomento che entrambi volevano evitare.
«Damon?»
«Hmm?» Disse lui osservandola mentre mangiava un toast. Sembrava distratto, felice ma anche pensieroso.
«Cosa ne hai fatto del… corpo?»
«Non sono cose che ti riguardano.» Elena lo fulminò. «Davvero Elena, non preoccuparti, ho pensato a tutto io.»
«Ma… ora cosa succederà?»
«Ecco. Ammiro la tua abilità nell’arrivare al punto, Elena, ma questo non è affatto il momento per parlarne, credimi.»
«Oh… invece penso sia proprio quello perfetto!» Esclamò lei avvicinandosi a Damon e perforandolo con lo sguardo.
«Ne sei sicura, Elena?»
«Assolutamente.» Un'altra caratteristica che Damon e Elena avevano in comune era che entrambi volevano sempre avere ragione, volevano sempre prevalere sugli altri, ma si sa, c’è sempre un solo vincitore. Elena si avvicinò ancora di più a Damon, i loro corpi si sfioravano, i loro respiri si fondevano. Damon sfoderò il suo sorriso seducente e battagliero.
«Dimmi una sola buona ragione per cui questo non è il momento giusto.» Gli sussurrò lei a fior di labbra.
«In realtà Elena, ho due buoni motivi. Primo devi andare a scuola.» Disse sghignazzando e sfiorando le labbra di Elena con le sue. «E secondo…» Fece una pausa, e poi…
Din don!
«Accidenti!» Esclamò Elena presa alla sprovvista, per l’improvviso suono del campanello, che aveva rotto l’atmosfera. «Devono essere Bonnie e Meredith.» Guardò Damon, ed entrambi si diressero alla porta.
Elena l’aprì, preparandosi un sorriso smagliante per le amiche, non sapendo ancora come spiegare loro ciò che era successo solo il giorno prima a lei e Damon, anche perché i due stavano cercando di non parlare troppo della triste faccenda, e del terrore provato sapendo che il proprio amato era in pericolo di morte.
Ovviamente lei non sapeva della visione di Bonnie. Infatti il sorriso le si spense non appena vide le facce tese e preoccupate delle amiche. I secondi seguenti furono tutti uno scambio di sguardi confusi. Elena guardò le amiche e capendo che qualcosa non andava guardò Damon, che fissava lei, palesemente scocciato per l’interruzione. Bonnie e Meredith passavano lo sguardo da Elena a Damon e viceversa.
«Oh.» Disse Meredith non appena vide Damon.
«Ciao ragazze!» Esclamò Elena, cercando di alleggerire la tensione. «Volete entrare?»
«Che ci fa lui qui?» La interruppe Bonnie.
«Dai, entrate.» Disse seccamente Elena tirandole in casa quasi a forza.
«E buongiorno anche a voi, amiche di Elena.» Disse Damon divertito, buttandosi sul divano, come a sottolineare che la sua presenza non era un fatto nuovo.
«Quello che Bonnie vorrebbe dire,» disse Meredith sospirando. «E che ti dobbiamo parlare di una cosa importante.»
«Bè,» Disse Elena, sedendosi sul bracciolo del divano dove si era buttato Damon. «Potete farlo davanti a tutti e due.» Disse guardando Damon e poi le amiche, sorridendo. Damon le cinse la vita, sorridendo a sua volta, felice di creare imbarazzo nelle due ospiti.
«Elena, tu stai… bene?» Chiese Meredith con fare indagatore.
«Sì, ma perché…? Oh, voi sapete?»
«Sappiamo cosa?» Bonnie scrutò i ragazzi seduti sul divano, sempre più confusa.
«Possiamo parlarne strada facendo Elena, è tardi.» Osservò Meredith.
«Ma certo.» Elena si alzò, allontanandosi a malincuore da Damon, e prendendo la borsa.
«Esco anche io.» Disse Damon seguendola e indossando la sua giacca di pelle nera, nonostante fuori facesse abbastanza caldo.
Si recarono tutti alla porta, nel solito clima teso, provocato dalla presenza del vampiro, che invece sembrava orgoglioso di portare problemi.
Nello stesso momento in cui Elena aprì la porta, suonò di nuovo il campanello.
«Matt!» Esclamò Bonnie. Matt guardava confuso tutte le persone che si era ritrovato davanti, poi il suo sguardo si posò su Damon, e sulla mano che lui teneva sulla spalla di Elena.
«E tu che ci fai qui?» Domandò con rabbia. Elena si frappose tra i due, evitando che Damon trovasse il tempo di rispondere. Era ovvio che lui a Matt non andasse a genio, ma non fu abbastanza veloce.
«No, che ci fai tu, qui, Mutt.»
«Mi chiamo Matt!» Disse lui in tono minaccioso.
Elena sospirò lanciando sguardi di fuoco ad entrambi. Questa volta spinse tutti fuori di casa, chiuse la porta con violenza e trascinò un baldanzoso Damon e un irritato Matt , seguiti da Bonnie e Meredith, che scrutavano i tre in silenzio.
«Ok. Damon, ci vediamo dopo scuola, ok?»
«Certo. Ti vengo a prendere.» Disse stringendole la mano.
«Che cosa farai ora?» Sussurrò, cercando di non farsi sentire, anche se percepiva tre paia di occhi puntati su di loro. Damon si strinse nelle spalle, sorrise a tutti, e poi guardò Elena. «Ho un paio di affari da sbrigare. Ci vediamo più tardi principessa.» Sussurrò, posandole un live bacio sulla guancia. «Bonnie, Meredith…» Aggrottò le sopracciglia in un modo davvero dolce, pensò Elena. «Gnat.» Disse salutando anche loro. “E’ di buon umore.” Pensò felice Elena. Lo osservò mentre inforcava i suoi occhiali neri e si allontanava.
«Andiamo?» Disse guardando i suoi amici e cercando di ignorare i loro sguardi.
«Elena…»
«Di cosa volevate parlarmi ragazze?»
«Anche tu ci devi delle spiegazioni! Cos’è che dovremmo già sapere?» Disse Bonnie.
«Aspettate, perché io invece non so nulla?» Precisò Matt.
«Ok, iniziamo con calma.» Ovviamente Meredith prese il controllo della situazione, e quando arrivarono a scuola, Matt ed Elena erano stati informati della visone, ed Elena aveva spiegato a tutti la storia di Jonathan, il vampiro-barista, tralasciando i particolari più orrendi della storia.
Si dovettero dividere per andare in classe.
Elena era felice di dover andare con Meredith, non avrebbe sopportato gli sguardi accusatori di Matt e Bonnie per un istante di più.
Elena pensò alla visione. Bonnie aveva previsto l’attacco del vampiro quindi. Per fortune però lei non era morta. Subito capì perché erano rimaste così sorprese e preoccupate nel vedere Damon.
«Meredith? Tu e Bonnie pensavate che Damon centrasse con la visione, vero?»
La ragazza esitò, i seri lineamenti si fecero pensierosi. «Sì. Sei arrabbiata.»
«Bè… no. Voi non sapevate dell’altro vampiro. Vi perdono. Però… cercate di essere più comprensive con Damon, ok?» L’amica annuì, mentre il professore entrava in classe.
Elena non vedeva l’ora che la scuola finisse per vedere Damon.

 
Quando finalmente la campanella liberatrice suonò, Elena scattò in piedi, guadagnandosi un’occhiataccia dal professore, e svegliandosi di colpo.
Con Meredith uscì dalla scuola. Aspettarono Bonnie, che arrivò con Matt, che dovette scappare subito per un allenamento. Anche Meredith era di fretta e corse via salutando frettolosamente le amiche.
Rimasero solo lei e Bonnie. Ed Elena decise di togliersi un peso.
«Bonnie? Perché odi Damon?»
La rossa rimase spiazzata. «Io… io non lo odio!»
Elena inarcò le sopracciglia. «Ah no?»
«No… io… è che ho un brutto presentimento, ok? E’ solo per questo. Tu sei la mia migliore amica. Voglio solo il tuo bene.»
Elena sorrise. «Grazie Bonnie.» La strinse in un abbraccio, poi riprese a camminare verso il cancello. «Ma non ti devi preoccupare, davvero!»
Bonnie si strinse semplicemente nelle spalle, visibilmente poco convinta dalle parole
dell’amica. Elena iniziò a guardarsi attorno, individuando subito la ferrari nera di Damon.
«Ok, ora vado. E, Bonnie, ti prego, se non vuoi fidarti di lui, almeno fidati di me. Ci tengo a te, sei la mia migliore amica, no?»
Bonnie sorrise e la salutò, mentre lei si avviava alla macchina.
Aprì la portiera, e Damon era seduto li, al posto di guida, che si toglieva gli occhiali da sole, regalandole un sorriso tanto atteso.
«Buongiorno!»
«Ciao.» Rispose lei, ricambiando il sorriso. Prima di essere distratta dalla presenza del ragazzo, decise di parlare delle questioni importanti. «Riguardo a quella cosa che dovevano dirmi Bonnie e Meredith…»
«Quella della visone?»
«Sì quella… cosa?!»
«Sono già informato.» Damon mise in moto sorridendo. «Oh, dai Elena,  poter essere un corvo ha i suoi vantaggi, non credi?»
«Ci hai spiate!» Esclamò lei, leggermente irritata.
«Ti ho risparmiato la fatica di dovermi spiegare tutto. E so anche che le tue amiche pensano che sia io, il tuo pericolo.» Il suo sorriso ammiccante si accese per qualche istante.
«Bè, non ci darei troppo peso, comunque. Alla visione, intendo.»
Damon rimase in silenzio, guardando la strada. Solo dopo qualche secondo si decise a parlare.
«Invece credo che dovresti, Elena.»
«Cosa vuoi dire?» La ragazza cercò il suo sguardo, ma Damon si ostinava a guardare la strada che scorreva fin troppo veloce sotto le ruote della ferrari.
«Una visone di una strega non va mai presa alla leggera.»
«Ma, quello che ha visto è già accaduto…» Osservò la ragazza.
«Qui ti sbagli. Ha detto di aver visto persone arrivare qui a Fell’s Church, persone con un obiettivo ben preciso, che cercano qualcuno…»
«Damon, cosa vorresti dire?!» Esclamò, iniziando a comprendere. Si sentì male, non poteva essere, le aveva detto che la storia era finita, che sarebbe tutto tornato normale…

«Ebbene, sostituisci vampiri a persone, e qualcuno con Elena. Avrai la perfetta interpretazione

della visione.»

Damon arrestò la macchina davanti a casa Gilbert. Intanto Elena fissava un punto indefinito

oltre al vetro.

«No, non è vero. Non è possibile Damon!» Esclamò la ragazza, esasperata.

«E invece sì. Mi dispiace Elena. Ma ne ho la conferma. Ho già ucciso un altro vampiro in città,

questa mattina. Una vampira. Per fortuna non era come il suo amico, Jonathan.»

«Ma Damon, perché? Perché dei vampiri dovrebbero venire qui per cercare me?»

«E questo è quello che voglio sapere. Ma fino ad allora, questa città non sarà sicura per te.»

Elena scuoteva la testa, confusa e stanca di tutta quella storia.

«Ed è per questo che…» Damon cercò lo sguardo di Elena, i loro occhi si incrociarono, ed a

Elena parve di leggerci dentro la fine della frase, colpita da una consapevolezza spaventosa.

«No, Damon. Oh, no! Non lo farò mai!»

«Ed è per questo che dovrai lasciare questa città.»

Elena continuò a fissare gli occhi neri come la notte del vampiro che le sedeva di fronte.

Quelle parole pronunciate ad alta voce sembravano ancora più spaventose.

Rimase allibita a fissare Damon.

 

 

Note d'autore:
Ciao Ragzze!!! Scusate se ci ho messo tanto!!!! La scuola diventa sempre più pesante... oggi ad esempio è stata davvero una giornataccia... uff... ma sono riuscita comunque ad ultimare il capitolo 9! A volte c'è bisogno di staccare un po... eh!
Allora, spero vi sia piaciuto!!! Mi rendo conto che questi ultimi coapitoli sono un po lunghi... la mia capacità di sintesi non è molto sviluppata! xD Per questo vi ringrazio della pazienza che avete, sempre, nel leggere e reensire i miei capitoli!
Ringraziamenti speciali vanno di nuovo a Erika90, biafin, ila_D, clixa e Deliah_!!! Grazie ragazze, e anche grazie alle vostre bellissime recensioni che continuo a scrivere questa storia!!!
Bè, allora... spero che ultime evoluzioni prese dalla storia vi piacciano, e spero di riuscire presto a scrivere il capitolo 10, che penso sarà abbastanza sorprendente... e che segnerà la fine... di qualcosa!! xD
Bè, allora alla prossima, ragazze, grazie ancora di tutto!!!
Cecy

ps: che bello, il 10 giugno esce "il diario del vampiro - L'ombra del male!". Sono troppo curiosa di sapere cosa succederà ai nostri due protagonisti!!! Anche se, molto stupidamente, ho letto un spoilerino su Damon... ma perchè l'ho fatto?!!? Vabbè, vi saluto definitivamente! =)
   
 
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