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Autore: JunJun    01/09/2005    11 recensioni
(ex "Il potere del cuore")(ipotetico sequel dell’anime)[FANFIC IN REVISIONE, revisionati i capitoli dall'1 al 46]
Non ci sono scuse: Pai, Kisshu e Taruto hanno fallito la loro missione, ed è inaccettabile che gli esseri che hanno tradito Profondo Blu e il loro popolo restino in vita. Riusciranno i tre fratelli a salvarsi dalla pena capitale? E frattanto, a Tokyo, chi sono i tre nuovi avversari contro cui dovranno combattere le nostre eroine? Tra scontri, misteri e nuovi e vecchi amori, storie parallele di umani e alieni si inseguono ed infine si intrecciano perché tese verso uno stesso obiettivo: impedire la distruzione della Terra, il Pianeta Azzurro.
-- Strambo elenco di alcune delle cose che è possibile trovare nella fanfic (non necessariamente in ordine di elencazione): Kisshu, Pai e il suo passato, Ichigo, Ryo, storie d'amore probabili e improbabili; nuovi personaggi, assurdità e amenità varie, cristalli, Minto e l'Amleto a caso; Nibiru, Zakuro e i suoi fan, Retasu, dark!Retasu, Platone, sofferenza; teorie sugli alieni, ooparts, complotti vari ed eventuali, enigmi, labirinti, chiavi mistiche (ora anche in 3D), Purin e Taruto; umani e/o alieni psicopatici, atlantidei, sorpresa!, sofferenza. --
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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26 19/12/2014: In genere mi diverto a cercare titoli carini, ma stavolta non mi veniva in mente nulla di intelligente e quindi sono andata sul trash, che è sempre una sicurezza.
In verità qui sotto non ci sono tarantole ma chimeri ispirati alle nephilae maculatae.
“La notte della nephila maculata”, però, non suonava per nulla bene.


- Capitolo 37: La notte dei chimeri tarantola -

 

Ichigo e le sue compagne si precipitarono al centro della navata principale, lasciando in disparte gli alieni.
In fondo, molti metri sopra le loro teste, le cinque ragazze scorsero il profilo conosciuto della principessa Kassandra, accompagnata come sempre dalla sua guardia del corpo. Intorno a lei galleggiavano centinaia di chimeri parassita luminescenti.
Gli occhi di Mew Zakuro divennero due fessure cariche di rabbia. «Ancora lei,» sussurrò, rinsaldando la presa sulla sua frusta.
L’avversaria, con il vestito lucido che metteva in risalto ogni sua curva, i lunghissimi capelli sciolti, le labbra rosse socchiuse e lo sguardo malizioso che dava espressione al bel viso, in quell’occasione era così perfetta che pareva quasi un’apparizione surreale.
La magia però si interruppe quando cacciò un gridolino beffardo e fastidioso. «Vedo che avete trovato rinforzi… peccato che non vi serviranno a niente, perché stavolta morirete qui!» sghignazzò, per poi lasciarsi andare ad una nuova risata, così sonora da rasentare l’isteria.

Kisshu, nel seguire la scena da lontano, incrociò le mani dietro la testa. «Ma che problema ha tua sorella?» domandò con un vago stupore a Imago, che si era nascosta dietro di lui nello stesso momento in cui Kassandra aveva fatto la sua apparizione.
«E’ sempre stata così,» sospirò lei con la depressione nella voce.
«Però dovete ammettere che ci sa fare,» commentò allegra Chris. «Voglio dire, questa sì che è una bella entrata in scena!»
Taruto e Kisshu le lanciarono un’occhiata scettica. «Lo stai dicendo davvero?!»

Ichigo distolse gli occhi da Kassandra e strinse i pugni: non si era aspettata di rivedere così presto gli esseri che avevano causato così tanta sofferenza a lei e a molti altri innocenti.
Erano a pochi metri da lei, pronti ad attaccarla. Stranamente, a differenza di quanto aveva immaginato, questa consapevolezza non la rendeva disperata, ma furiosa. Più che furiosa.
Retasu, forse comprendendo il suo stato d’animo, le posò una mano sulla spalla sinistra. Minto fece lo stesso con l’altra.
«Finiamola qui,» disse loro Ichigo con voce ferma.
Le due ragazze annuirono.
«Questa volta la batteremo di sicuro!» esclamò Purin. «Forza! Mew Mew Pudding…»
«Mew Mew Lettuce…»
«Mew Mew Mint…»
«Mew Mew Strawberry…»
«...METAMORPHOSIS!»

«Finalmente vi siete mostrate!» disse entusiasta la principessa aliena dall’alto, puntando un dito contro le mew mew quando la luce delle loro trasformazioni si dissolse. «Ed ora preparatevi! Questa è la vostra fin–»
«Ciao, Sandra.»
«…K-Kassimago?!»
«Ehm... sì.»
Imago si era materializzata di colpo di fronte Kassandra, sorprendendola.
Colpita da quell’apparizione inaspettata, lei si tirò indietro di scatto. «Cos… E tu cosa ci fai qui?!» strepitò. «Non eri morta?!»
La gemella minore emise una risatina imbarazzata. «Sì, ecco, vedi…»
«No, lascia stare,» la interruppe l'altra, «non voglio sapere.» Nascose la parte inferiore del viso dietro al suo ampio ventaglio e assunse un’aria sospettosa. «Perché sei qui? Che cosa vuoi? Guarda che questo pianeta è mio!»
«Ma… Ma certo!» si affrettò a confermare Imago, arrossendo. «E’ solo che…»
«Solo che..?»
«So che se ansiosa di disintegrare queste terrestri inferiori, ma mi chiedevo… non potresti, uhm, lasciar perdere per qualche ora?»
Mentre le mew mew a terra si scambiavano una serie di sguardi increduli, Kassandra si sporse in avanti quel tanto che le bastava per afferrare rudemente il colletto del vestito della sorella. «Cosa stai dicendo?» le domandò minacciosa, tirandola verso di sé.
«Niente.. Niente!» si scusò lei, spaventata. «E’ che c’è questo Oscuro Signore che vuole apparire, conquistare la terra e ripopolarla e distruggerla non si sa bene in che ordine, e io e Kisshu e le mew mew terrestri stiamo provando a capire come fermarlo, perché sembra ci sia un modo ma non siamo sicuri di…»
«Non capisco cosa stai blaterando, ma questa è la mia chance di uccidere quei mostriciattoli informi e fuori moda!» le fece notare Kassandra, rigettandola indietro sprezzante. «Ma d’altra parte, se qualcuno vuole usurpare il mio trono, in quanto Signora della Terra non posso restare indifferente,» ragionò ad alta voce un attimo dopo, facendosi aria con il ventaglio.
Imago intrecciò le dita e se le portò al petto con fare speranzoso.  «Quindi… Quindi ci aiuterai?»
Kassandra richiuse il ventaglio con uno scatto. «D’accordo, ho preso la mia decisione!» dichiarò. «Fu – si –on,» scandì, contorcendo le labbra in un ghigno.
Al suo comando, i parassiti schizzarono via come comete impazzite; si sparsero per la chiesa, raggiungendo gli ospiti designati e impossessandosi dei loro corpi. Le loro dimensioni erano insignificanti, ma al contatto con il potere alieno cominciarono a distorcersi, ingrandendosi. Alcuni diventarono alti quanto una persona, ma la maggior parte non superò il metro. Erano centinaia e la loro comparsa richiamò molti altri loro minuscoli simili dall’esterno, che vennero presto presi dagli ultimi parassiti.
Erano chimeri ragno. Neri e gialli, con la corazza lucida e il torso sorretto da due file di zampe spesse quanto un braccio.
Alcuni di loro si arrampicarono sulle pareti della chiesa, ricoprendole in parte con il corpo grosso e tozzo.
Le mew mew si raggrupparono in un unico punto, guardandoli sbucare da ogni dove. 
Imago tese una mano verso la sorella, che era apparentemente molto soddisfatta delle sue creazioni. «A-Aspetta, Sandra!» tentò, ma Kisshu le si materializzò accanto con un balzo.
«Negoziazioni fallite, dolcezza,» le disse, portandola via da lì.
«Ehi, Kassandra!» gridò nel mentre Mew Pudding dal basso. «Non hai sentito tua sorella? Il mondo sta per essere distrutto, non abbiamo tempo per giocare con te!»
«Ha! Quanto siete stupide,» commentò lei, poggiando le mani sui fianchi. «Questo non è un gioco, è un test. Ipotizzando che la mia inutile sorella non stia mentendo per salvarvi la vita, provate a sopravvivere ai miei chimeri! In fondo, se venite sconfitte da loro, vuol dire che non avete comunque la forza di battere l’Usurpatore, no?!»

Chris, dal fondo della chiesa, annuì. «Ha una sua logica,» ammise.
«La smetti di parteggiare per quella pazza?!» le gridò dietro Taruto.

«Qui dentro siamo in trappola,» osservò intanto Mew Zakuro. «Dobbiamo attirarli all’esterno.»
Tutte sembrarono d’accordo con lei. Dopo essersi scambiate un cenno d’intesa, le ragazze si lanciarono verso il portone d’ingresso.
«Pensate davvero di poter scappare?!»
Kassandra ordinò ai chimeri di fermarle. Loro, obbedienti, sputarono addosso alle ragazze una pioggia di fili di ragnatela che le costrinsero a saltar via ognuna di una direzione diversa. Altri chimeri ne approfittarono per tessere con velocità inaudita una enorme tela che in pochi secondi ricoprì completamente la porta.
Ben presto, le ragazze si resero conto che quella e tutte le altre vie d’uscita erano state sigillate: adesso, le vetrate proiettavano ombre di gigantesche ragnatele dorate percorse dai chimeri.
«Sembra proprio che non abbiamo scelta, eh?» osservò Mew Mint, evocando il suo arco. Si preparò, come le altre, allo scontro imminente.
Mew Zakuro cercò con lo sguardo il gruppo di alieni alleati. «Quella scala porta al sottotetto della chiesa,» spiegò loro, indicando una scalinata seminascosta in un angolo della navata laterale destra. «Pensiamo noi a Kassandra; voi nascondetevi lì e non muovetevi finché non sarà finita.»

«Chris, l’hai sentita?» disse Kisshu all’assistente scienziata. Fece apparire i suoi tridenti, che roteò abilmente fra le mani. «Tu e Imago mettetevi al sicuro. Qui ce la vediamo noi.»
«Sissignore!» esclamò lei sull’attenti, imitando un tono militare. Afferrò Imago per un polso, ma lei sgusciò via.
«Cosa significa ‘tu e Imago mettetevi al sicuro’?!» domandò sconvolta la ragazza aliena a Kisshu, correndo a stringere debolmente entrambi i pugni sulla sua maglietta. Lui non parve sorpreso da quel comportamento.
«Esattamente quello che ho detto,» rispose con fermezza, e poi sbuffò una risatina divertita. «Andiamo, credi davvero che potrei morire per una cosa del genere?»
«Kisshu, non sono stupida.»
«Ma sei malata. Da molto tempo, e non ho ancora capito che cos'hai. Se ti sentissi di nuovo male adesso, mi distrarrei e allora sì che sarei in pericolo. Dolcezza, se vuoi davvero essermi d’aiuto, devi andare via da qui.»
Imago sciolse la presa che aveva su di lui. «Non… Non puoi dirmi questo!» replicò.
Sfruttare la sua debolezza per farla sentire in colpa... Quello di Kisshu, per lei, era un ricatto e un colpo basso. «Io… Io ti odio!» gli disse con frustrazione.
Imago sapeva che lui, le mew mew e Taruto erano forti, ma quei chimeri erano davvero troppi. Se gli fosse successo qualcosa mentre lei era nascosta e al sicuro, non se lo sarebbe mai perdonato.
Il ghigno dell’alieno si addolcì. «Anche io ti amo, piccola,» le rispose.
Prima che Imago potesse ribattere Chris la prese alle spalle, facendola sussultare per lo spavento. «Presa!» scherzò. «Ora sei mia, principessina. Ahahaha~»
«La affido a te, Chris.»
«Certo! Mi prenderò cura di lei usando i miei immensi poteri nascosti
«Non ne dubito,» sospirò piatto Kisshu, evitando l’occhiata di disapprovazione della sua compagna.
Guardò svanire entrambe, chiedendosi se Chris sarebbe davvero stata in grado di difendere Imago in caso di pericolo. Aveva frequentato lo stesso istituto di Pai, ma a Kisshu quella nibiriana così stramba e sorridente non era mai sembrata particolarmente forte.
Si smaterializzò subito dopo, riapparendo accanto alle sue ex nemiche e a Taruto, che era già con loro.
«Quindi è così che ci si sente ad essere dall’altra parte?» esclamò in tono giocoso nel tentativo di sciogliere la tensione che aleggiava nell’aria.
«Kisshu, cerca di non intralciarci troppo per favore,» lo ammonì Mew Mint senza degnarlo neanche di uno sguardo.
«Sì, tu eri quella più nervosa quando vi attaccavo,» meditò lui in risposta. «Hai imparato a controllarti o hai ancora la tendenza ad andare in panico inutilmente, finendo per prenderle?»
La ragazza si girò di scatto verso Mew Ichigo. «Quando abbiamo finito con Kassandra posso schiaffeggiarlo?»
Lei sobbalzò per la richiesta inattesa. «P-Perché lo chiedi a me?!»
«Sapevo che sarebbe arrivato il giorno in cui avremmo dovuto combattere contro dei veri chimeri ragno,» si lagnò intanto Mew Pudding. «Ma non ero comunque preparata.»
«Non sono semplici ragni,» balbettò Mew Lettuce. «Sembrano degli… tsuchigumo
«Sono comunque gli esseri più orribili che abbia mai visto,» mormorò Mew Zakuro.
«E’ perché chiaramente non avete gusto,» replicò Kassandra dall’alto, stringendo al petto un cucciolo di chimero, che abbracciava come se fosse un peluche. «Bene, se avete finito di parlare, possiamo dare inizio al test. Attaccate!» ordinò.
I chimeri si scagliarono insieme contro il gruppo di avversari, facendolo disperdere. Le mew mew iniziarono subito il contrattacco. Quei mostri erano orrendi, ma non erano nulla di speciale. Il loro unico vantaggio era la superiorità numerica perché, per ogni chimero abbattuto, ve ne erano almeno tre che prendevano il suo posto. Lanciavano contro le ragazze fili di tela appiccicosa, correvano, si ammassavano sul pavimento e le costringevano a saltare in continuazione da un posto all’alto.
Kassandra ammirava la scena da lontano, galleggiando pigramente sulla verticale dell’altare maggiore.
Kisshu la puntò e, dopo aver schivato il chimero che avevano tentato di afferrarlo, si materializzò di fronte a lei e tentò un affondo. Lei gli lanciò addosso il suo cucciolo: Kisshu lo distrusse con un singolo fendente e poi scomparve, riapparendo alle spalle della principessa.
La immobilizzò in un secondo.
«Tesoro,» le disse con malizia, premendo la lama affilata di uno dei suoi tridenti contro il suo collo sottile, «se ritiri quei tuoi mostriciattoli, non ti farò troppo male.»
Stranamente, Kassandra non sembrò spaventarsi. «Che essere sgradevole,» commentò in tono tanto suadente quanto divertito. «Hai allontanato mia sorella perché pianificavi questo sin dall’inizio, vero? Sei più oscuro di quanto vuoi farle credere. Ma non preoccuparti, non l’ha capito. E’ il suo problema… vede solo il lato buono delle cose.»
Kisshu strinse la presa che aveva su di lei. «Non sto scherzando,» la avvertì, serio.
«Avevi catturato la mia attenzione perché somigli a quel villano, ma sei deludente quanto lui,» lo schernì lei. «Cosa posso dire? Si vede che i plebei sono tutti uguali. Hiroyuki.»
Il calcio sferrato dalla guardia del corpo di Kassandra fu così rapido che Kisshu non riuscì neanche a vederlo. Avvertì un dolore immenso al fianco destro e i tridenti gli caddero di mano mentre lui veniva scaraventato via.
Finì contro la ragnatela a spirale che uno dei chimeri aveva intrecciato nello spazio fra due colonne laterali. Era fitta ed estremamente appiccicosa. Kisshu cercò di smaterializzarsi, ma scoprì di essere completamente invischiato. «Oh, andiamo!» esclamò mentre cercava freneticamente di liberarsi. Il padrone di casa, un chimero grosso quanto lui, gli si avvicinò, agitando le chele in modo minaccioso.
«Ribbon Zakuro Spear!»
La frusta di Mew Zakuro tagliò la ragnatela da un lato, rendendola instabile al punto da farla cedere. Nello stesso momento, Mew Mint scagliò cinque frecce simultanee contro il chimero, annientandolo.
Kisshu cadde con il resto della tela, ma Mew Mint lo prese al volo. Frenò la sua caduta, evitando che rovinasse a terra.
«Potresti evitare di morire mentre combattiamo contro questi obbrobri?!» gli disse mentre venivano accerchiati da altri chimeri, fortunatamente più piccoli del precedente. Poggiò la schiena contro la sua, preparandosi a scagliare altre frecce contro il primo avversario che avesse tentato di saltarle addosso.
«Chiedo scusa rondinella, ma quel tipo è forte.»
«Oh, ma davvero?» commentò lei sarcastica, un attimo prima di ricominciare a combattere.

Dall’altra parte della navata, Mew Ichigo e Mew Pudding lavoravano in team per immobilizzare ed abbattere quanti più nemici possibile.
Purtroppo, per quanto rapidi e numerosi fossero gli attacchi della biondina, i chimeri che non riusciva a imprigionare divoravano la sua gelatina dorata con una velocità impressionante, liberando i compagni e rendendo inutili tutti i suoi sforzi.
«Basta,» ansimò lei dopo molti minuti di estenuante combattimento. Smise di saltare da una parte all’altra della navata e crollò in ginocchio a terra, esausta. Immediatamente dei ragni grossi come granchi cominciarono ad arrampicarsi su per le sue gambe.
«Mew Pudding!» gridò Mew Ichigo, cercando di raggiungerla.
«Ma sei scema?!» esclamò Taruto, correndo per primo in suo aiuto. Lanciò le sue bolas contro un chimero che si stava avvicinando troppo e poi sollevò da terra la mew mew sfinita; i ragni ricaddero a terra e vennero spazzati via dall’attacco di Mew Lettuce.
«Sono troppi, che cosa facciamo?» domandò lei, atterrita. I mostri la circondarono, rendendole impossibile attaccare da un lato senza restare scoperta sugli altri.
Mew Ichigo le aprì una via di fuga con il suo Ribbon Strawberry Check, ma per farlo si distrasse e finì per non accorgersi del chimero che si era calato dall’alto dietro di lei. Quando fu conscia del pericolo, il mostro le aveva già sparato contro un ammasso di fili viscidi, ma Mew Mint la spinse via prima che potessero colpirla. Era sbucata fuori dal nulla, e Mew Ichigo la vide venire imprigionata nella tela al suo posto. La violenza del colpo scagliò la guerriera dai capelli blu a terra, su cui cadde riversa.
La trasformazione di Mew Mint si sciolse; aveva esaurito ogni sua energia per combattere fino a quel momento contro decine e decine di chimeri.
Anche Mew Zakuro era ormai al limite: era stata ferita ad una spalla ed ora teneva la schiena premuta contro una colonna a poca distanza da loro; si stringeva il punto ferito con un’espressione sofferente e sembrava stare lottando per non crollare svenuta.
Mew Ichigo distrusse il mostro che stava minacciando Minto, ma questa volta il suo colpo fu più debole del solito perché ormai la stanchezza stava iniziando a impossessarsi anche del suo corpo.
Mentre cercava di mantenere la concentrazione, sentì riecheggiare da lontano le risate di Kassandra.
Un ennesimo, gigantesco chimero le si parò davanti e spalancò le fauci, tenendo otto occhi neri fissi su di lei. Mew Ichigo indietreggiò intimidita, ma sentì i passi leggeri di un altro mostro che le si avvicinava alle spalle, bloccandole la fuga.
La ragazza esitò a scagliare il suo colpo speciale. Probabilmente, per come era ridotta, non sarebbe stato di nessun aiuto.
Non riusciva a crederci. Sarebbe davvero morta con le sue compagne in quel posto, senza essere riuscita a concludere nulla?
Aveva fatto tutta quella strada per finire così?
Serrò gli occhi, stringendo forte la Strawberry Bell. Il chimero alle sue spalle lanciò un gridolino…
…e poi compì un balzo e si gettò sull’altro, facendolo a pezzi in pochissimi secondi.
Mew Ichigo non se lo era aspettata. Non appena si rese conto di essere ancora viva, riaprì gli occhi e osservò lo spettacolo incredula. «C-Cosa?!» mormorò, mentre il mostro che le aveva salvato la vita veniva attaccato dagli altri.
In sua difesa accorsero dei nuovi chimeri, in numero spropositato.
La mew gatto notò che erano diversi dagli altri: erano di colore chiaro, avevano delle zampe sottili e lunghissime ed il simbolo di un cerchio circondato da tre triangoli tatuato sui visi mostruosi.
Lei conosceva quel marchio. Lo aveva visto innumerevoli volte in passato.
«K-Kisshu…?!» sibilò.
«Esattamente,» le rispose l’alieno, atterrando accanto a lei. «Scusami se ci ho messo così tanto, ma ero un po’ arrugginito,» le disse con un sorrisino.
Kisshu era scomparso dal suo campo visivo poco dopo l’inizio della battaglia. Mew Ichigo aveva pensato che fosse fuggito, ma a quanto pareva aveva sfruttato il diversivo che lei e le sue compagne avevano inconsapevolmente creato per avere il tempo di generare i suoi parassiti.
Era stata un'idea geniale. Lei era troppo sorpresa per parlare, per cui lo ringraziò mentalmente. Gli doveva la sua vita e quella delle sue amiche.
«C-Come può quello stupido avere così tanto potere?!» strillò intanto Kassandra.
La sua domanda rimase senza risposta.
Sotto di lei, i chimeri ingaggiarono uno scontro all’ultimo sangue l’uno contro l’altro, ammucchiandosi nella navata centrale. Ben presto, divenne tutto un ammasso di corpi e zampe che si contorcevano. I chimeri di Kisshu attaccavano i più grandi in gruppo, gli altri si difendevano staccando loro le gambe o la testa con le chele. Erano alla pari: se avessero continuato così, avrebbero finito per annientarsi a vicenda.
«Ehi, Retasu!» gridò Kisshu alla mew focena, l’unica ancora in forze, «credo che ci sia del lavoro per te!»
Lei sussultò. «S-Sì!» annuì, distogliendo gli occhi da quello spettacolo terribile.
Prese le sue nacchere. Nel generare il suo colpo speciale, questa volta Mew Lettuce fece appello a tutte le sue energie. L’onda d’acqua che creò travolse entrambe le fazioni in lotta e si infranse contro le vetrate dietro l’altare, contro cui gli ormai pochi chimeri rimasti sbatterono; regredirono in massa, sotto gli occhi stupefatti di Kassandra. I parassiti che fuoriuscirono dai loro corpi smisero di brillare e si dissolsero.
«Fantastico, non ne è rimasto neanche uno!» esclamò Taruto, materializzandosi a pochi passi dalla mew mew; lei gli sorrise debolmente, per poi ricadere seduta sul pavimento. Il ragazzino alieno fece sedere accanto a lei una spossata Mew Pudding, che aveva protetto per tutto il tempo.

Kassandra chiuse con rabbia il suo ventaglio. «Non importa,» gracchiò. Tremava per il nervosismo, la cui presenza lasciava intendere quanto in realtà le importasse. «Il mio obiettivo è stato comunque raggiunto,» proseguì con arroganza, «le mew mew sono stremate e in trappola. Hiroyuki! Finiscile!»
Rispondendo all’ordine, l’alieno si teletrasportò a terra ed estrasse le sue sciabole. Mosse un passo nella navata centrale, ma solo per finire imprigionato in una rete generata dalle bolas di Taruto.
«Ora, Kisshu!» gridò.
Lui incrociò i suoi tridenti, generando una scarica di energia bluastra.
Mew Ichigo gli andò in aiuto. «Ribbon Strawberry Surprise!» gridò, evocando gli ultimi residui del suo potere. I due attacchi si fusero insieme e si diressero contro Hiroyuki, colpendolo in pieno e generando una piccola esplosione che distrusse parecchie lastre del pavimento ai suoi piedi.
La guerriera gatto guardò con apprensione la nuvola di povere sollevata dallo schianto. «Ce l’abbiamo fatta…?!» domandò.
Non aveva ancora neanche finito di parlare che Hiroyuki balzò fuori dal fumo. Riapparve fra  Mew Ichigo e Kisshu nel tempo di un respiro, generando uno spostamento d’aria innaturale che li mandò a sbattere in due direzioni opposte; poi spiccò un salto verso Minto.
Lei era ancora a terra, imprigionata dalla ragnatela e priva della sua trasformazione; vide l’alieno estrarre le spade mentre si preparava a colpirla. Non sarebbe mai riuscita a scappare e le sue compagne erano troppo sfinite per accorrere in suo aiuto.
Minto trattenne il fiato per la paura. Era la fine.
All’ultimo momento qualcosa si frappose fra di lei e Hiroyuki, salvandole la vita. La ballerina udì lo stridio delle sue lame che strisciavano contro un oggetto metallico e poi vide l’alieno venire respinto con forza.
La guardia del corpo di Kassandra volò all’indietro e, quando ricadde, strisciò a terra per molti metri; urtò la testa contro l’altare e non si rialzò.
Minto era senza parole.
«Scusa il ritardo,» le disse il ragazzo intervenuto per proteggerla. «Ho avuto qualche problema con quelle ragnatele.»
«W…Will?» sillabò lei, incredula.
Il giovane si inginocchiò davanti a lei e la aiutò a liberarsi.
«Ma davvero, possibile che tu non sappia fare altro che cacciarti nei guai? Non finirò mai di salvarti,» sbuffò lui, spolverandole via gli ultimi rimasugli di tela dorata dal vestito.
Lei non capì se la stava rimproverando o prendendo in giro. In generale, non riusciva a spiegarsi perché quel ragazzo era così forte né come facesse ad apparire dal nulla ogni volta che lei era in pericolo. Che cos’era? Il suo Cavaliere Blu personale?
Se era così, avrebbe dovuto essere felice di averne uno anche lei… ma allora perché si sentiva così agitata?
«Non avere paura,» le disse lui, come intuendo i suoi pensieri. Le sollevò il mento con due dita. «Non permetterò a nessuno di toccarti. E quando la Terra sarà sotto il controllo di Kassandra,» soggiunse con dolcezza, «io ti salverò.»
Subito dopo aver pronunciato queste parole, un portacandele di ferro gli piombò in testa dall’alto.
«Cosa ti fa pensare che, quando io prenderò il pieno possesso di questo pianeta, tu ti salverai?» gli strillò Kassandra, galleggiando un paio di metri più in alto. «Tu, volgare vigliacco e traditore!»
Strofinandosi il punto ferito, il ragazzo le lanciò un’occhiataccia.
«Aspetta, lasciami capire», proseguì furibonda la principessa aliena, «fino ad oggi non ti sei mai fatto vedere quando servivi, ed ora che finalmente stavo per ottenere il mio trionfo da sola, ti permetti di apparire dal nulla e rovinarmi tutto?! Ne ho abbastanza di te!»
«Trionfo?!» Will sollevò la testa per guardarla bene in faccia. «Ma cosa stai dicendo, Kass? E’ così importante per te uccidere una terrestre indifesa?»
«Non hai capito NIENTE!» strillò Kassandra. Incrociò le braccia al petto. «E comunque, se proprio vogliamo dirlo, schiacciare uno di questi miseri esserini sarebbe già una grande vittoria per te, visto che non ti ho mai visto riuscire a finirne uno. Cos’è, hai il cuore tenero?!»
«E’ divertente che sia proprio tu a dirmi che non sono in grado di far nulla, sai?!» replicò il ragazzo dal basso, cominciando a perdere la pazienza. «Se non fosse per quel tuo Hiroyuki…»
«Will,» lo chiamò Minto.
Quel sussurro appena percepibile bastò a farle ottenere la completa attenzione del ragazzo.
Quando lui si girò verso di lei, la trovò in piedi che lo fissava con un’espressione che non riuscì a decifrare.
«Will, tu non sei un essere umano, vero?» gli domandò Minto con voce tremante, dopo un lungo silenzio.
Lui corrugò la fronte e abbassò lo sguardo a terra. «Ho paura di no,» ammise.
Minto trattenne un respiro, sentendo le sue gambe minacciare di cedere. «Cosa… Chi sei, allora?»
Il ragazzo si morse un labbro e indietreggiò di un passo. «Perdonami se non te l’ho detto prima. Ho pensato che, se mi fossi presentato per come sono realmente, saresti fuggita. Ma io… te l’avrei detto, prima o poi.»
Minto non replicò. Continuò a restare lì immobile, in attesa. Spaventata da ciò che sapeva di stare per sentire.
«Non sono Will,» sospirò alla fine il ragazzo, cedendo. «Will non è mai esistito. Sono un abitante del Pianeta Nero,» disse, «e il mio vero nome è Ai.»






+ + +

Note:
* A differenza di quelli di Taruto e Pai, i chimeri di Kisshu sono marchiati con il simbolo di un cerchio circondato da tre piccoli triangoli. Probabilmente lo sapevate già tutti, ma io l’ho scoperto solo poco tempo fa. T___T Son tarda.
* Gli tsuchigumo sono demoni giapponesi dalla forma di ragni giganti.
* Ho un rapporto di terrore/amore con i ragni. Mi fan paura, ma amo l’ingegneria delle loro tele. E’ stato comunque tremendo doverli googlare e poi descrivere. Ci sono stati momenti in cui tremavo... Perché cavolo ho deciso di ficcare dei chimeri ragno??

  
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