Libri > Hyperversum
Segui la storia  |       
Autore: cartacciabianca    26/05/2010    3 recensioni
[ SOSPESA ]
Giocatori, siete nell'Anno del Signore 1232.
Luigi VIII, appena di ritorno sconfitto dall’Inghilterra, punta le lance in resta contro Tolosa, dimora di Raimondo VII. Impadronitosi di quelle terre ne coglie l’intera giurisdizione, affiliando nel 1226 definitivamente la Linguadoca alla Francia. Il Leone di Francia viene meno nell’inverno di quell’anno, e il potere succede così ad un piccolo Re, all’epoca solo dodicenne. Luigi IX, detto il Santo per la sua calorosa religiosità e collezione di reliquie, guidato dalla spavalderia degli uomini di cui è circondato, e appoggiato dalla madre Bianca, eccolo già in battaglia contro una nuova rivolta. Nel 1228 giunge ad un compromesso con Raimondo VII, e nel 1229 promette al conte la giurisdizione delle sue terre, in cambio della sua unica erede Giovanna promessa al fratello del Re, Alfonso di Poitiers, e la completa ammissione della regione nei domini Francesi. La Crociata Albigese si conclude definitivamente nel 1229.

A Phoenix e Châtel-Argent sono trascorsi 17 anni. Ian e Daniel varcano la soglia della quarantina e conti come Granpré stanno per raggiungerli. Non si sentono vecchi o stanchi, ma solo maturi, vissuti e cavalieri di Francia ogni giorno di più. Mettiamo alla prova il coraggio di una ragazzina e l’ambizione del suo migliore amico. Il risultato è una fan fiction esilarante che ce la metterà tutta pur di mostrarsi degno tributo alla trilogia di Cecilia Randall.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Qualcuno a curarsi del suo aspetto venne ugualmente.
Su commissione dell’Alta Corte, e come preannunciato da Jean de Ponthieu, quattro ancelle minute e discrete irruppero nella stanza poco dopo che il gran Conte era scomparso, e si sparpagliarono per la camera l’una ad effettuare preparativi per la loro signora senza badare minimamente al lavoro dell’altra.
Erano ragazze bellissime, notò Hellionor con un certo stupore. Non avevano l’aria delle povere servette squattrinate che spesso sono costrette a “servire” in modo particolare i padroni di casa. Erano molto differenti tra loro, ma rappresentavano per intero lo splendore e il benestare di tutte le classi sociali francesi, specialmente in quei secoli di pace. Nonostante il severo rispetto dovuto alla presenza di una principessa - che lavarono, vestirono e pettinarono in un lasso di tempo brevissimo - l’atteggiamento tranquillo e il sorriso solare facevano pensare a Biancaneve. Immaginare che quelle erano le originali compagne di ventura di Eléonore de Sancerre che, come tutte le dame di tutte le corti medievali, la storia proteggeva, le fece accapponare la pelle. Se da una parte cominciò ad apprezzare le condizioni nelle quali si trovava, dall’altra non riusciva a combattere un’angoscia costante. Non c’era qualcosa fuori posto che facesse ulteriormente pensare ad un malfunzionamento di Hyperversum o ad uno scenario creato del cervello umano sotto shock. Non poteva trattarsi di un sogno, tantomeno di realtà virtuale: era tutto troppo perfetto, troppo vero.
Mentre un’ancella le stringeva i lacci del corpetto sulla schiena, ad Hellionor mancò la terra sotto i piedi e per poco non crollò a terra svenuta di nuovo. La damigella se ne accorse e tese il collo per guardare l’immagine sua e della ragazza riflesse nello specchio che Hellionor aveva di fronte.
-Mademoiselle, vi sentite bene?- domandò in francese, ma la Freeland lesse nei suoi occhi smarriti il significato in lingua inglese.
Hellionor annuì timidamente stirandosi le pieghe del vestito quando la donna alle sue spalle ebbe finito di allacciarle il corpetto. Mentre la prima si allontanava, poco convinta di quella risposta, una seconda ancella prese ad acconciarle i capelli in una treccia, decorata di nastri rossi - lo stesso colore che il casato dei Sancerre sfoggiava con tanta fierezza – e come dettava la moda dell’epoca. Il tutto abbellito da un cerchietto bianco a strisce rosse, che serviva a tenere in ordine le ciocche sfuggenti che un tempo, Hellionor Freeland, portava a mo’ di frangia.
Non appena la principessa ebbe le scarpette basse ai piedi e la sopravveste primaverile addosso assieme all’abito bianco e rosso, tre delle quattro damigelle si misero in disparte commentando e parlottando fra loro.
Hellionor restò di spalle per quanto poté, sotto i riflettori di quelle tre pettegole che con molta probabilità avevano notato qualcosa di strano in lei. Sono fritta… pensò irrigidendosi. Ora andranno a raccontare la cosa al primo passante, e presto tutti a Séour sapranno chi sono! Anzi, chi non sono!
La quarta ed ultima damigella, la più anziana, solo dopo aver finito di ripiegare la veste da notte sotto il cuscino del letto rifatto, scacciò quelle tre comari battendo le mani intimando loro di smetterla e andarsene. Le ragazze abbandonarono la stanza all’istante, come tre topini che hanno appena visto un gatto con gli artigli piantati nel pavimento, pronto a spiccare un balzo e mangiarseli tutti in sol boccone. Quando furono scomparse nel corridoio e poi giù per le scale della torre, Hellionor vide la ragazza indugiare un istante sulla sua figura, squadrandola da capo a piedi e poi soffermandosi a fissarla negli occhi.
La Freeland si tese ancor più sulle zampe. Altro che gatto dal pelo rizzato… se ne avesse avuta la forza, sarebbe scappata urlando a gambe levate.
Gli occhi incredibilmente azzurri della ragazza - che non dimostrava più di una ventina d’anni - la congelarono sul posto. Il fisico asciutto, le forme proporzionate, il viso allungato, i capelli neri, lunghi fino alle spalle, un po’ mossi, e l’abito color fiore di granturco – blu chiaro – le infusero un certo imbarazzo che Hellionor non riuscì a dissimulare dietro il goffo gesto di voltarsi tutt’altra parte.
-Scusami se ti ho dato fastidio-.
Hellionor quasi sobbalzò per lo stupore di sentirsi rivolgere quelle parole nella sua lingua. Certo, la cadenza francese c’era, ma che quella damigella sapesse di doversi rivolgere a lei in inglese la turbava oltremodo.
-Je m’appelle Ariane- disse, questa volta nella sua lingua –e servo la famiglia della principessa da tempo sufficiente per capire che tu non lo sei-.
La voce era profonda, sapiente e nonostante la crudezza delle parole, Hellionor si sentì stranamente sollevata. Ariane non sembrava per nulla infastidita, arrabbiata o minimamente alterata. Il suo viso era una maschera di compostezza e comprensione che infusero in Eva la medesima calma.
All’inizio…
-Prima che tu salta alle conclusioni, i miei erano dubbi privati: non credevo del tutto alle voci che circolano nel palazzo, ma solo ora che ti ho di fronte mi rendo davvero conto di cosa sta succedendo-.
-Come sai che parlo inglese?-.
Era la domanda più sensata che le fosse venuta in mente.
Ariane sorrise debolmente. –Forse non avrei dovuto, ma ho origliato un po’ della conversazione tra te e le Faucon d’Argent-.
-E tu perché lo parli?- scambiando due chiacchiere amichevoli con quella ragazza, ad Hellionor piaceva pensare di potersi creare una prima valorosa alleata. Sopravvivere nella Francia medievale senza sapersi rivolgere ad altri era una battaglia che non voleva combattere da sola.
-I miei genitori hanno vissuto durante la guerra- cominciò Ariane senza staccare gli occhi dai suoi. -Mentre mio padre combatteva l’invasione anglosassone al fronte, mia madre perdeva tempo ad insegnarmi la vostra lingua piuttosto che la nostra. Di fatti, pochi mesi più tardi, la cittadella da cui vengo venne conquistata dagli inglesi e rimase nei loro domini molto allungo. Se sopravvissi lo devo a lei, mia madre, che si ammalò e morì poco tempo dopo. Di mio padre so per certo che spirò versando le sue ultime gocce di sangue sul campo di Bouvines. Ero solo una bambina quando madame Donna mi trovò sul ciglio della strada, rivisitando assieme al marito le terre liberate dall’invasione. Poiché non parlavo una parola di francese, mi ritengo ancora oggi fortunata: la pietà di quella donna mi ha salvata dalla prostituzione e il suo amore mi ha cresciuta come una figlia. Eléonore era per me una sorella. La sua scomparsa mi rattrista molto. Quando ho sentito dire che Fabien l’aveva riportata al castello, in me si è acceso un barlume di speranza, che però, adesso… è spento per sempre- quel racconto risvegliò sentimenti e dolori inimmaginabili in Ariane, che continuò a fissarla negli occhi traspirando la solita compostezza, come se l’appena pronunciato fosse semplicemente un copione da teatro e non la sua storia. La sua triste storia.
Quel minimo senso sentimentalista, occultato da un profondo senso del dovere, infastidì troppo l’Americana perché se ne stesse zitta al suo posto.
-Sei hai sentito bene, dovresti sapere che nessuno si sta dando per vinto qui! Il Falco ed Etienne ritroveranno Eléonore!- eruppe Hellionor d’un tratto, suscitando una reazione poco conveniente nella fanciulla. Forse non avrebbe dovuto essere così incisiva, impulsiva di fronte a chi sta soffrendo tanto, e questo Jean Marc glielo aveva anche suggerito.
Ariane aggrottò la fronte e la sua espressione si fece più dura. –Sei una povera illusa se pensi come tutti gli altri che qualsivoglia siano i mezzi e gli sforzi, la vera Eléonore tornerà tra noi. A te poi cosa importa, scusa? Chissà chi eri prima di trasformarti in una nobile principessa! Magari una povera contadina, o peggio ancora, figlia dello stesso poveraccio che pur di assicurarsi un radioso futuro per la parente, ha scelto di rapire la vera Eléonore e aspettare che ci finissi tu sul trono!-.
La Freeland tremò a quell’accusa, che sosteneva un’ipotesi plausibile e un inganno ben architettato.
-Perciò smettila di darti tanta pena per la nostra perdita e pensa a recitare bene la tua parte- disse avviandosi verso la porta –per quanto ne so, potresti essere una pidocchiosa attrice da circo che indossa solo una maschera- commentò prima di uscire, dando le spalle alla ragazza. –Voi inglesi mi fate schifo…- borbottò sparendo nel corridoio con passo ritmato.
Hellionor sedé lentamente sul bordo del letto, sentendo la terra mancarle ancora una volta sotto i piedi. Era il colmo se oltre a dover giocare un ruolo che non le apparteneva e non aveva mai chiesto, era anche costretta a sorbirsi spinose offese sulla razza anglosassone, della quale non faceva nemmeno parte! Sono Americana, diamine! Ma che vuoi che ne sappiano questi francesini con la puzza sotto al naso della Grande Mela!
Il quel momento Hellionor percepì aumentare la collera. Non avrebbe permesso ad Ariane di trattarla in quel modo! Se era stata incoronata principessa temporaneamente le doveva lo stesso il rispetto che un tale appellativo merita di diritto. Che racconti a chi vuole la vera versione dei fatti! Per quanto IO ne so, le persone meno fidate che entrano a conoscenza di questo segreto non fanno una bella fine, e se Ariane l’ha scoperto da sé, vuol dire che i signori Sancerre non hanno voluto dirglielo, sperando che non si accorgesse della differenza… cosa che invece, be’… è successa.
















.:Angolo d'Autrice:.
Imploro umilmente il vostro perdono per aver avuto il coraggio di postare questo abominevole capitoletto di appena 3 pagine, ma ho sentito necessario fermarmi qui. Come avrete notato, sto diventando una lumaca negli aggiornamenti per colpa dei bellissimi libri che sto leggendo, che mi rubano gran parte della giornata (assieme a scuola, sport, friends & Co.)
Volevo porgere i miei omaggi a Cfrancy che si è sparafleshata 10 capitoli in un arco di tempo brevissimo, commentandoli anche! Apprezzo molto le tue critiche costruttive, senza dubbio mi sono di aiuto per quanto riguarda la manipolazione della trama e lo stile dei personaggi. La storia d’amore di cui parli è un po’ argomento tabù in questa storia, nel senso che ci sarà, ma sto architettando bene bene cosa, quando, come… ma soprattutto tra chi farlo accadere! XD Quando Donna e Ian hanno parlato nella stanza di Eléonore, Hellionor era sveglia, certo, ma capiva poco e niente di quello che si dicevano i due francesi! XD Per il resto… Sono felicissima che la fan fiction ti abbia presa, spero che continuerai a seguirla. ^-^
Un ulteriore ringraziamento va a cioccolatoprego, che ha corretto il mio blasfemo francese da Google Translator in qualcosa di sensato e adatto alla fiction! ^-^ Mercie!
Si ringrazia in fine anche:
_TattaFede_
xevel
Leowynn95
Sbrodolina
Nynphy Lupin
Per aver aggiunto la storia tra le preferite/seguite/da ricordare, o semplicemente per aver recensito qualche sperduto capitolo ^-^
Detto ciò, vorrei aprire una piccola parentesi per Ariane, che sarà un personaggio portante in questa fan fiction e che, se avete intenzione di continuare a seguirmi (XD), di tenere sotto stretta osservazione. Per lei ho in mente grandi cose assieme, e ne combinerà certe assieme ad Hellionor e quel povero Gabriel! Probabilmente può non essere apparso molto rilevante, ma anche Marc giocherà il suo ruolo *sghignazza: muahahahahahah*
U_U A presto (spero!)


   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hyperversum / Vai alla pagina dell'autore: cartacciabianca