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Autore: IsAry    26/05/2010    20 recensioni
Mentre stavo rilleggendo New Moon (per la 10...000 Volta), proprio il punto in cui Edward telefona, mi è venuta questa piccola ideuzza. Bella risponde alla sua telefonata e Jacob lascia la casa. Cosa si direbbero i nostri due begnamini?
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una telefonata Il mio paradiso

Eravamo nella cucina di casa mia.
Io e Jacob.
Avevamo appena discusso e lui si era scusato.
Alice era fuori, ad aspettare che lui se ne andasse.

Ci trovavamo faccia a faccia accanto al lavandino e lui si avvicinava sempre piu pericolosamente al mio viso.
Potevo sentire il calore emanato dalla sua pelle farsi sempre piu intenso, il suo lieve respiro sfiorare sempre piu da vicino la pelle del mio viso. Piano piano vedevo sempre meno del volto del mio migliore amico. Ero sempre piu costretta a fissarlo negli occhi.
Sapevo cosa stava per fare, ma io lo volevo?

Mi ritrassi leggermente per fargli capire che doveva fermarsi e infatti lui capì anche se non si allontanò di molto.
"Jake..." bisbigliai.
"Bella, io... scusa non dovrei essere cosi affrettato, ma non ce la faccio piu." ammise.
Lo fissai sbigottita e aspettai il seguito delle sue parole.
"Bella, ormai è troppo tempo che ho smesso di vederti come una semplice amica, io provo qualcosa di molto piu forte che un semplice senitmento di amicizia." mi prese il viso tra le mani: "Bella, io ti amo."

Spalancai gli occhi a quella rivelazione.
Sapevo che Jacob provava per me qualcosa di diverso da quello che io provavo per lui, ma non avrei mai creduto che fosse amore.
"Jacob io..." provai a dire qualcosa, ma in quel momento il telefono di casa si mise a suonare.

Vidi Jacob sbuffare perchè stava aspettando con ansia le mie parole, ma quando cercai di liberarmi dalla sua presa non mi trattenne.
Mi spostai verso il muro sul quale era appeso l'apparecchio e risposi.
"Pronto?" chiesi.
"..." Dall'altra parte non ebbi risposta.
"Pronto? Chi parla?" chiesi per tentare di far parlare il mio interlocutore.

Nel frattempo Jake mi fissava preoccupato.
"Pronto?!" dissi nuovamente spazientita: "Senti, chinque tu sia non sono in vena di giochetti quindi o rispondi o io riattacco."
Non ricevendo risposta.
Stavo perdendo la pazienza, feci per chiudere la communicazione quando una voce che non sentivo da troppo tempo mi rispose.

"Bella?"

Il mio cervello andò in blackout.
Non poteva essere lui, non...
Perchè mi aveva chiamata? Che senso aveva la sua telefonata? Non voleva piu avere niente a che fare con me, ma allora perche mi aveva chiamata?
Alzai lo sguardo su Jacob e vidi il suo volto contratto in una smorfia di rabbia.
Aveva sentito la voce. Aveva riconosciuto il mio interlocutore.
Mi guardò negli occhi e con solo lo sguardo mi supplicò di riagganciare e lasciarlo perdere.

"Bella? Sei tu?" mi chiese nuovamente la SUA voce.
Anche io con il solo utilizzo degli occhi, mi scusai con Jacob, non ero in grado di lasciarlo andare proprio ora che mi aveva richiamata.
Jake, capendo, se ne andò via sbattendo la porta di servizio della cucina alle sue spalle.

Rimasi pochi secondi a fissare il vetro che ancora tremava per l'urto, poi tornai alla telefonata.
"Edward..." bisbigliai.
Pronunciare il suo nome era un dolore tremendo al petto, ma potergli parlare anche per solo pochi secondi mi riempiva di una grandissima felicità.

"Bella... ma... tu... Alice è li da te?" mi chiese dopo un momento di indecisione.
"Si." risposi solamente. Perche mi chiedeva di Alice?
"E che ci fa li?" chiese con tono leggermente acido.
"E' mia amica, è venuta a trovarmi." risposi con le lacrime agli occhi senza riuscire ad arrabbiarmi.
Passarono dei minuti di silenzio.
"Scusa se ti ho disturabata. Ciao."

"No!" esclamai quasi urlando certa che non sarebbe servito a niente, ma la comunicazione non fu chiusa.
Mi feci coraggio per continuare a parlare: "Perchè hai telefonato? Se volevi parlare con Alice bastava chiamarla sul suo cellulare."
"Io..." esitò: "Ho saputo del tuo salto dalla scogliera, Rosalie mi ha detto della visione di Alice e che era venuta a Forks per dare una mano a Charlie. Non ho voluto crederle, ma sapendo che Alice mi avrebbe mentito, ho preferito chiamare a casa tua per sapere la verita."
"E perchè avrebbe dovuto interessarti?" chiesi senza un'intonazione particolare nella voce.
Non ricevetti risposta.

"Perchè lo hai fatto Bella?" mi chiese dopo un po con tono preoccupato. Sicuramente credeva che avessi tentato di suicidarmi.
"Non ho tentato il suicidio, volevo solo svagarmi un pò. Avrei dovuto aspettare jacob, ma lui non arrivava e cosi ho saltato da sola non pensando alle onde e al resto."
"Bella, non fare piu sciocchezze del genere... per favore..." mi disse con voce bassa.

Fu allora che tutto il dolore represso usci fuori da me come un ondata di rabbia.
"MA A TE COSA TE NE IMPORTA? MI HAI LASCIATA, NON TI IMPORTAVA PIU NULLA DI ME, NON MI AMAVI PIU E QUESTO NON LO CONTESTO, MA ORA LA MIA VITA NON DOVREBBE PIU RIGUARDARTI, INVECE FACCIO UNA SCIOCCHEZZA E TU RIAPPARI! BASTA!"
Tentai di riprendere il controllo di me stessa prima di prosseguire mentre scivolavo con la schiena lungo la parete ragruppando le ginocchia al petto: "Avevi detto che sarebbe stato come se tu non fossi mai esistito, ma questo non potra mai accadere. Riapparire però adesso dopo questi mesi riapre una farita che ho cercato inutilmente di far guarire in questo tempo e che ho imparato a contenere il minimo indispensabile per vivere. Ma basta poco per far crollare tutto il mio lavoro e... non ce la faccio piu...io..."

"Bella..." sussurrò con voce rotta.
Cosa faceva? Piangeva? Soffriva?
Io scoppiai a piangere, ma cercai di trattenere i singhiozzi per non farmi sentire da lui.
Sentii un paio di braccia fredde circondarmi le spalle e stringermi contro un corpo altrettanto freddo e duro.
Alzai leggermente la testa e vidi Alice sorridermi dolcemente.

"Bella mi dispiace, io..."
"Non dire niente Edward, è inutile... farebbe solo piu male..."
E nuovamente calò il silenzio.
Io continuavo a piangere oramai senza trattenermi, mentre lui respirava pesantemente dall'altra parte.

"Bella?" mi chiamò, ma io decisi di ignorarlo.
Dovevo riattaccare e farlo sparire dalla mia vita. Ne sarei stata capace?
"Bella?" riprovò mentre io muovevo la mano verso la base del telefono.
"Bella, io ti amo ancora." disse ad alta voce.

A quelle parole mi immobilizzai.
Sicuramente stavo sognando, perche non potevano essere vere quelle parole.
"Bella per favore ascoltami." probabilmente si era reso conto che il mio respiro era troppo lontano dal telefono e che quindi non lo avevo all'orecchio.
"Bella ti prego." mi supplicò.

Feci per riportarmi l'apparecchio all'orecchio quando Alice me lo tolse di mano.
La sentii parlare troppo velocemente per le mie povere orecchie umane. Era un botta e risposta tra i due vampiri, quello lo avevo capito e probabilmente il punto centrale della discussione ero io, ma il resto era un insieme di suoni indistinti.

Poco dopo, Alice mi allungo nuovamente la cornetta sorridendomi e bisbigliandomi un: "Vado in sala."
E così fece sparendo in meno di un millesimo di secondo.
Esitante tornai a Edward.
"Cosa vi siete detti?"
"Che al telefono non è il modo migliore per parlare."
"E quindi?" chiesi trapidante.
"E quindi domani pomeriggio sarò sotto casa tua."

La mia mente si svuotò a quelle parole.
Lui stava tornando.
Lui stava tornando da me.
"Perchè?" chiesi esitante.
"Bella..." sospirò: "Io ti amo e tutto quello che ho fatto l'ho fatto pensando al tuo bene, ma è un discorso troppo lungo da affrontare al telefono. Ti prego aspettami e concedimi di parlarti."
"Sai che non crederò a tutto questo fino a quando non ti vedrò vero?" gli chiesi.
"Conoscendoti... si lo so."
Rimasi di nuovo in silenzio.
"A domani allora." dissi esitante.
"A domani."

Riagganciare fu dura, perchè non volevo perdere quel contatto certo con lui.
Aveva detto che sarebbe arrivato da me l'indomani, ma diceva sul serio? Come potevo fidarmi?
Mi cinsi le ginocchia con le braccia e vi posai la fronte.
Avevo risentito la sua voce meravigliosa e aveva detto di amarmi. Sarà stata la verita?
Non volevo sperare troppo nell'incontro del giorno successivo, pensando che ad un eventuale delusione sarebbe stato peggio.

Traballante, andai in sala dove trovai Alice seduta sul divano che leggeva una rivista di moda.
Non appena mi vide, mi accolse tra le sue braccia dove mi lasciai andare ad un pianto liberatorio, avevo bisogno della mia amica.
Passai tutta la serata in sua compagnia e passo la notte nella mia camera.
Logicamente Charlie, dopo lo stupore iniziale, non aveva fatto storie sul farla rimanere da noi e io gliene fui grata..

Il mattino successivo lo passai sempre con la mia migliore amica.
Ridevamo e scherzavamo come avevamo sempre fatto.
Per la prima volta da quel 13 settembre avevo ripreso a ridere e divertirmi senza Jacob.

Gia Jacob.
Lui era un problema.
Avevo tentato di telefonargli tutta la mattina per potergli parlare e spiegare, ma lui non rispondeva. A rispondere o era Billy o la segreteria telefonica alla quale lasciavo messaggi lunghissimi.
Lui però non mi richiamò.

Il pomeriggio ero un fascio di nervi. Lui sarebbe potuto arrivare da un momento all'altro e io non sapevo come comportarmi.
Rivederlo sarebbe stato un bel colpo al cuore soprattutto se lui avesse poi deciso di andarsene di nuovo, ma allo stesso tempo non riuscivo a non desiderare quell'incontro con ogni briciola del mio corpo.
Alice decise di andare a caccia per lasciarci soli, ma partì molto prima dell'arrivo del fratello, anche se sicuramente si era assicurata che non facessi sciocchezze di alcun tipo nell'attesa.

Fui strappata dalle mie riflessioni dalla forte sensazione di essere osservata.
Alzai lo sguardo e mi guardai intorno.
Non c'era nessuno.
Ma quella maledetta sensazione persisteva, così mi alzai sal divano sul quale ero seduta e mi diressi alla finestra esattamente di fronte a me.
Scrutai l'ambiente circostrante la casa tentando di vedere attraverso la fitta pioggia che stava cadendo.
Non vedevo anima viva. Probabilmente mi ero sbagliata.

Quando pero feci per voltarmi un movimento attirò la mia attenzione.
Fu allora che lo vidi.
In tutta la sua bellezza, Edward se ne stava in piedi incurante della pioggia all'inizio del mio vialetto fissandomi proprio attraverso quella finestra. Era vestito allo stesso modo del giorno in cui mi aveva lasciata, anche se la stoffa era sgualcita dall'uso e bagnata dalla pioggia. I capelli ramati erano appiccicati al volto e scuriti dalla pioggia, i suoi occhi neri come la pece mi scrutavano.

Rimasi imbambolata, ma per poco.
Scattai immediatamente alla porta e la spalancai.
Lui non si era mosso, si era limitato a spostare lo sguardo sulla porta.
"Edward..." bisbigliai, ma lui mi sentì perchè mi sorrise.
Non riuscendo a resistere, mi lanciai verso di lui tentando di non cadere e mi tuffai tra le sue braccia che si aprirono per accogliermi in quel rifugio che trovavo sempre accogliente.
Lo strinsi con tutta la forza umana che possedevo mentre lui faceva lo stesso limitando però la sua di forza.

E in quel momento mi sentii a casa.
In quel momento mi sentii come se fossi tornata nel mio luogo d'origine dopo anni di lontanza.
Sentivo di appartenere a quelle braccia fredde che ora mi stringevano, a quelle mani che mi accarezzavano la schiena.
A quelle labbra che vicino al mio orecchio bisbigliarono: "Ti amo Bella."

Alzai gli occhi per incontrare i suoi e vi lessi la piu totale sincerita.
Ogni dubbio spari e anche ogni rancore se mai ce ne fosse stato. Sparirono anche tutte le cose che ci circondavano.
Non mi importava piu di niente e di nessuno. Non mi importava piu il motivo per cui mi aveva mentito abbandonandomi, non mi importava che mio padre sarebbe potuto tornare da un momento all'altro e trovarci in quella posizione arrabbiandosi molto, non mi importava piu di Alice ne di Jacob.
Eravamo solo io e lui. Lui ed io. Noi.

Le sue labbra lentamente si avvicinarono alle mie, ma si bloccarono come in cerca di una conferma.
Io mi misi in punta di piedi per tentare di avvicinarmi e lui capi.
Le nostre bocche si scontarono dolcemente, si assaporarono con amore.
Le mie mani scivolarono nei suoi capelli bagnati mentre lui mi prendeva in braccio. Io gli cinsi la vita con le gambe. Poi lui iniziò a camminare verso la casa al riparo della pioggia, nonostante ormai fosse inutile essendo entrambi bagnati.

Mi staccai leggermente da lui rimandendo sempre tra le sue braccia.
"Ti amo anche io Edward." dissi: "Ma non abbandonarmi mai piu." lo supplicai.
Lui mi baciò di nuovo con piu passione.
"Mai piu, amore mio."
E li, tra le sue braccia, era il mio paradiso.






Salve a tutti!
Oggi ero in vena di one-shot!
Teoricamente dovrei essere dietro a scrivere uno dei capitoli delle mie ff, oppure l'ff che dovrei inviare al contest a cui mi sono iscritta, ma non avevo ispirazione per nessuno. Ma mentre stavo rilleggendo New Moon (per la 10...000 Volta), proprio il punto in cui Edward telefona, mi è venuta questa piccola ideuzza.
Non so se ho reso bene, spero di si.
Mi piacerebbe però sapere cosa ne pensate! Ciao!
   
 
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