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Autore: Leireel    27/05/2010    2 recensioni
Oh, dovevo immaginarlo che sarebbe stato un completo disastro. Come avrebbe potuto andare diversamente? Un cast di dilettanti – senza neanche un briciolo di professionalità! Neanche un misero granello! –, una scenografia che cadeva letteralmente a pezzi, e Silvanus Kettleburn di mezzo... Come avrebbe potuto andare bene?
Prima classificata al contest Dietro le quinte indetto dal Collection of Starlight.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Titolo: Dietro le quinte
Autrice: leireel/silvershiver/whatever
Beta: la fantastica Kukiness, che non finirò mai di ringraziare <3
Riassunto: «Uno spettacolo natalizio per allietare i giovani studenti costretti a rimanere a scuola durante le festività... riuscite a immaginare qualcosa di più delizioso?»
Wordcount: 3502 (W)
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Herbert Beery, Albus Silente, Silvanus Kettleburn
Generi: Generale, Commedia
Rating: G
Avvertimenti: //
Note:  La versione sintetica di Silente nelle Fiabe di Beda il Bardo è molto, mooooooolto meglio. Io mi sono solo divertita a vederla dal punto di vista di Beery, tutto qua xD Persone, animali, cose, sono pescate un po' a caso dal Lexicon o da Hp, a seconda di come mi andava di più =D
Prima classificata al contest Dietro le quinte indetto dal forum Collection of Starlight <3 - col bannerozzo stupendoso *_____*

Dietro le quinte

Oh, dovevo immaginarlo che sarebbe stato un completo disastro. Come avrebbe potuto andare diversamente? Un cast di dilettanti – senza neanche un briciolo di professionalità! Neanche un misero granello! –, una scenografia che cadeva letteralmente a pezzi, e Silvanus Kettleburn di mezzo... Come avrebbe potuto andare bene?

Capitolo I

L’idea di base – mia, naturalmente – non era di certo così male. Uno spettacolo natalizio per allietare i giovani studenti costretti a rimanere a scuola durante le festività... riuscite a immaginare qualcosa di più delizioso? Il mio progetto era semplicemente perfetto. Avevo curato con molta attenzione la ricerca della pièce da mettere in scena e, una volta che la scelta era ricaduta su La fontana della buona sorte, mi ero premurato di adattarla personalmente per una rappresentazione teatrale.

Certo, convincere il preside non era stato molto facile – una personalità così sterile, così sorda ai seducenti richiami dell’arte! – ma, alla fine, con le mie abilità retoriche (e un trascurabile aiuto da parte di Albus) ero riuscito a farlo capitolare. Oh, la magia del teatro! Quale maggiore gioia che farla rivivere tra le fredde pareti di questa triste scuola, quale maggior gaudio che onorare con i nostri versi la sua nobile tradizione? Fui estremamente felice di notare come anche l’intero corpo docenti fosse rimasto affascinato dalla mia proposta; era un segno, mi dissi, che preannunciava lo straordinario successo cui saremmo andati incontro. Come riuscii a essere tanto stolto, ancora non me lo spiego; avrei dovuto immaginare, dal bagliore sinistro negli occhi di Silvanus, che quell’eccessivo entusiasmo non avrebbe portato ad alcunché di positivo.

A ogni modo, la calda accoglienza che la mia proposta aveva ricevuto tra gli insegnanti mi portava a sperare in un’attiva partecipazione da parte degli studenti, che avrebbero formato l’intero cast di attori e scenografi. Ahimè, le mie speranze furono totalmente disattese. Ai provini – della lunghezza straordinaria di tre intere giornate – parteciparono solo pochi fanciulli di scarso talento, timidi e imbranati, e qualche ragazzaccio accorso unicamente per prendersi gioco di me e della mia produzione. Ovviamente quei manigoldi furono puniti severamente – oserei dire che Serpeverde in quei giorni perdette più punti di quanto avesse fatto nei tre mesi precedenti - ma ciò non cambiava lo stato delle cose: inaugurato solo da pochi giorni, il mio progetto rischiava di naufragare prima ancora di iniziare. Disperato, chiesi consiglio ad Albus, che aveva sostenuto la mia proposta sin da quando si era affacciata alla mia mente, e il cui parere tenevo in grandissima considerazione. Con la consueta affabilità, si limitò a suggerirmi che forse i ragazzi, se incentivati dalla promessa di ricevere dei crediti extra per la loro partecipazione a un progetto che li avrebbe fatti crescere così tanto umanamente e artisticamente, avrebbero accettato più di buon grado di unirsi allo spettacolo. Inoltre avanzò con grande umiltà la proposta di occuparsi lui stesso della scenografia, risparmiando agli studenti l’onere di un’attività tanto delicata e impegnativa. Fui subito entusiasta del suo progetto e non esitai a metterlo immediatamente in pratica; non l’avessi mai fatto! Avvicinare dei poveri fanciulli a un’arte così complessa e raffinata solo grazie all’ausilio di mezzi tanto rozzi e spregevoli quali l’adescamento per fini puramente materiali, me ne resi conto solo troppo tardi, avrebbe inquinato senza ombra di dubbio la sacra magia del teatro. Ma in quel momento la mia mente era annebbiata dall’idea, così terribilmente allettante, di un’orda di ragazzini estremamente promettenti il cui addestramento era affidato unicamente a me. Quanti talenti avrei potuto scoprire! Quante doti nascoste avrei potuto svelare! Chi non si sarebbe sentito attratto da una simile prospettiva?

Come previsto, alla notizia dei crediti extra moltissimi alunni si fiondarono ai provini, ansiosi di mettere alla prova le loro capacità recitative. Nessuno di loro, ebbi modo di constatare, possedeva del vero talento; ciò nonostante, scelsi i quattro che mi sembravano più capaci come protagonisti, e destinai un discreto numero dei rimanenti al nobile ruolo di comparse, che avrebbero affollato i cancelli del giardino. Erano già gli ultimi giorni di Novembre; ci restavano solo poche settimane per portare a termine il nostro difficile compito. Mi misi al lavoro di buona lena, adattando il copione alle diverse esigenze sceniche e provvedendo affinché tutto andasse nel migliore dei modi.

Ma, per quanto mi impegnassi, come avrei mai potuto competere con il capriccioso Cupido che in quei giorni aveva deciso di prendersi gioco di me? Dopo anni di esperienza, posso affermare con certezza che l’amore porta solamente guai. Specie se associato a un gruppo di adolescenti particolarmente vendicativi.

   
 
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