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Autore: shining leviathan    28/05/2010    9 recensioni
una raccolta di flashfic dedicate a Genesis ed Angeal. Dalla loro infanzia e oltre..
Dal capitolo quattordici: “ Mi chiamo Genesis” continuò il rosso imperturbabile “ Tu sei Sayuri, non è vero?”
Lei non rispose.
“È un bel nome”
Lei non rispose.
“ Non voglio farti del male” Genesis sorrise, ma il suo sorriso assunse un tono involontariamente ironico, irritato dall’indifferenza nei suoi confronti. Sayuri non rispose nemmeno stavolta.
Si alzò, lentamente, e altrettanto lentamente sparì dietro il paravento decorato che divideva le camere.
Genesis rimase inginocchiato, osservando l’airone di stoffa abbandonato sul tatami. Assottigliò le palpebre.
Cosa pensavano di ottenere?
Sbuffò.
Forse aveva sempre sottovalutato l’orgoglio di quei selvaggi.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angeal Hewley, Genesis Rhapsodos
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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MUTANDE

 

“ Mamma!”

Genesis si fiondò in camera sua, notando sua madre china sui cassetti della biancheria.

“ Che stai facendo?”

La donna si raddrizzò, piegando con cura un paio di calzini.

“ Preparo la tua borsa. Non vorrei che a Midgar ti mancassero i calzini puliti”

E sorrise, facendo avvampare il ragazzo di rabbia.

“ Guarda che non sono messo così male! Me la faccio io la borsa”

“ Tranquillo. Ci pensa la tua mamma a queste cose”

“ ARGHHH!!” e si fiondò fuori di casa, sentendo ancora sua madre domandarsi :

“ Dove avrò messo le mutande appena stirate?”

Partire non è poi un’idea così malvagia, dopotutto.

 

 

Genesis si diresse a grandi falcate verso la sua nuova sistemazione, trascinando il pesante borsone sotto lo sguardo beffardo dei suoi superiori, che commentavano malignamente la sua altezza rispetto al bagaglio.

Idioti, quando sarò un Primo vi pentirete.

Ma per il momento la strada era lunga.

Subito dopo la cerimonia avevano smistato i fanti nelle loro camere e aveva scoperto con disappunto che lui ed Angeal erano stati divisi.

“ Pazienza amico”

Ed ora eccolo lì, nero di rabbia sia per quel fatto per la divisa stretta che le graffiava l’interno coscia.

Un inizio da dimenticare, ma almeno la speranza  che il suo compagno di stanza non fosse quel radicale fanatico dello scomparto treno di fronte lo animava di un leggero, per quanto instabile, buonumore.

 

 

 

“ Perché quelli di Corel sono tutti dei terroristi. Un manipolo di minatori ignoranti che scioperano per avere la retribuzione anche sugli straordinari quando fino a un mese fa non sapevano nemmeno cosa significava. Terroristi ingrati. Dovrebbero leccare i piedi al Presidente per la concessione che li ha fatto, la Shinra è grande”

Genesis ogni tanto annuiva, tenendo lo sguardo fisso sulla borsa che stava disfando. Senza prestare attenzione a quell’idiota ( che a quanto pare era di una nobile famiglia ,profondamente  razzista verso la classe operaia e persone con strane tendenze) poggiava la biancheria sul letto.

“ E quegli uomini che si vestono come donne??” esclamò scandalizzato sedendosi per terra “ Non li trovi disgustosi?”

“ Uh.. sì, certo”

Prese un paio di mutande, ma srotolandole si accorse con orrore che erano di un leggero color rosa. Per di più, notò spalancando gli occhi, erano pure piene di pizzo sul bordo.

Deglutì, spostando lo sguardo sul compagno di stanza.

Era rimasto paralizzato, con gli occhi fuori dalle orbite ad osservare sia lui che l’indumento. Capire a  che stava pensando era inutile, si poteva vedere benissimo dalla sua espressione.

Genesis fece un sorrisetto, cercando di buttare il tutto sul gioco.

“ Ti piacciono le mie mutande, tesoro?”

 

 

 

“ E ha voluto assolutamente cambiare stanza?”

“ sì, Angeal, non poteva convivere  con la feccia. Il “tesorino””

Angeal sogghignò “ Sei una carogna, Genesis”

“ Già, ma almeno ora siamo in stanza insieme”

“ Stai cercando di sedurmi?”

“ Va al diavolo!”

“ Qualcuno si è preso una cotta? La parte della donna al matrimonio la fai tu però, visto che hai già la biancheria giusta”

Un paio di mutande svolazzò allegramente sopra le strade di Midgar.

  
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