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Autore: sailormoon81    28/05/2010    6 recensioni
E' una domenica mattina quando qualcuno bussa alla porta di casa Chiba con una lettera e una bambina: la figlia di Usagi...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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4.

In partenza

 

 

La sveglia suonò che avevo già gli occhi aperti.

Strano come, dopo tutti i voli che aveva fatto giù dal comodino, non fosse ancora spirata…

Mi vestii con più accuratezza del solito, pensando di non potermi presentare a Ikeda troppo casual, perché avrebbe potuto pensare che non ci tenessi a fare bella impressione, ma neanche potevo indossare un completo troppo impegnativo, altrimenti avrei dato l’idea di qualcuno troppo sicuro di sé.

Alla fine, trovai un accordo con un semplice completo scuro e una camicia blu: non troppo elegante, ma nemmeno troppo poco.

Mi fermai a comprare il Magazine e mi diressi verso la redazione.

Alla scrivania, come di consueto, trovai la copia dello Shinbun aperta già alla pagina della Tsukino.

Accesi il computer e, aspettando che si caricasse, cominciai a leggere.

A stento repressi uno sbadiglio nel leggere l’appello della mia rivale a dare una mano ai bisognosi della città. Non c’era che dire: era una sognatrice senza precedenti.

Iniziai a pensare alla replica, e decisi che avrei usato più ironia del solito: dopotutto, quello avrebbe potuto essere il mio ultimo pezzo per il Magazine, e dovevo mettercela tutta.

 

Molti pensano che, solo perché è Natale, siamo tutti più buoni, e dobbiamo sentirci obbligati a dare una mano ai senzatetto.

Ma, punto primo: chi l’ha detto che a Natale dobbiamo essere migliori rispetto al resto dell’anno?

Punto secondo: al Natale manca ancora un mese.

Punto terzo: che senso ha donare uno Yen a chi, sicuramente, lo spenderà per ubriacarsi? Mi dispiace, ma il mio Yen sta bene dove sta, cioè nella tasca dei miei pantaloni.

Svegliatevi, gente! Se avessimo donato uno Yen a tutti quelli che tendevano la mano, come saremmo ridotti oggi? Io non starei qua a parlare con voi, ma con molta probabilità sarei sotto un ponte, a sperare che qualcuno potesse donarmi un soldo per una cassa di birra.

Se davvero questi bisognosi, questi senzatetto, hanno la forza per elemosinare, hanno anche la capacità di trovare un lavoro per mantenersi.

Chi pensa ai lavoratori che, per uno strano scherzo del destino, non hanno cento Yen in più per comprare un libro al figlio?

Di certo, nessuno dice “Oggi dono uno Yen al mio collega perché deve comprare la medicina al cane”; i cosiddetti bisognosi, secondo alcuni calcoli, guadagnano, in un mese, più di un lavoratore medio. E non hanno mai uno Yen in tasca perché li spendono tutti in alcool.

Natale non vuol dire farsi fregare i soldi dalle tasche: vuol dire fare un bilancio della propria vita, contando i cambiamenti avvenuti e proponendone di nuovi per l’anno seguente.

Cambiate anche voi con me, e non lasciatevi imbambolare da chi vi chiede più di quello che già fate.

 

Lo rilessi più e più volte, e fui soddisfatto del mio operato.

Lady Tsukino non avrebbe saputo come replicare, anche perché probabilmente non avrebbe avuto più un giornale su cui ribattere.

Terminai talmente in fretta l’articolo che rimasi buona parte della giornata in attesa della chiamata di Ikeda.

Rimasi incollato alla scrivania anche durante la pausa pranzo, ma del direttore nessuna chiamata.

Iniziavo a sentirmi a disagio: possibile che se ne fosse dimenticato? O, peggio, che avesse cambiato idea?

Scacciai violentemente questi pensieri dalla testa, e rimasi in attesa.

Il telefono squillò a metà del pomeriggio; risposi al secondo squillo. “Mamoru, Ikeda ti aspetta” mi informò Rei. Aveva uno strano tono di voce, quasi trionfale. Non ci feci caso e mi diressi verso la stanza del direttore: faticai per non correre e per mantenere un comportamento adeguato al mio status.

Rei non era alla scrivania; non mi scomposi, e bussai alla porta dove, a chiare lettere, era inciso il nome di Ikeda.

Non attesi risposta ed entrai. Fui stupito di vedere Rei seduta di fronte il direttore, ma non me ne preoccupai; anzi, lo interpretai come un buon presagio.

“Bene, accomodati.”

Raggiunsi la sedia libera accanto a Rei e rimasi in attesa del grande annuncio. Sembrava quasi che Ikeda si divertisse a lasciarmi sospeso in quel modo…

“Ragazzi miei” cominciò, infine, “sono lieto di annunciare la mia decisione.”

Mi sentivo elettrizzato, sul punto di saltare in piedi sulla sedia e urlare la mia gioia al mondo intero.

“Da oggi, la  nostra già grande famiglia sarà ancora più grande. Ho il piacere di comunicare a voi due, in primis, che abbiamo concluso l’accordo col direttore dello Shinbun.”

L’euforia di pochi istanti prima lasciò il mio corpo, rendendomi privo di qualsiasi reazione. Non potevo, e non volevo, credere a ciò che Ikeda stesse dicendo; non gli prestai più molta attenzione, e percorsi mentalmente gli ultimi tre anni della mia vita, dal mio primo lavoro come addetto agli annunci pubblicitari, fino alla possibilità di scrivere realmente, al presente e alle opportunità che, per un atroce scherzo del destino, mi erano state così brutalmente tolte, prima ancora che riuscissi ad assaporarne l’idea.

Sentii Rei balbettare qualcosa, ma il mio cervello non voleva collaborare; riuscii solo a capire che, anche lei, era stata presa alla sprovvista da quella notizia.

“Sciocchezze, signorina Hino!” La voce del direttore, unitamente a un pugno sulla sua scrivania come a sottolineare la sua decisione, mi riportarono alla realtà. “Sono certa che Tsukino e Chiba saranno una coppia eccezionale.”

Sbattei le palpebre: forse, nel mio stato confusionale, mi ero perso più di quanto avrei dovuto… “Scusi? Credo di non aver afferrato molto bene…” provai a dire, ma Ikeda si era già alzato dalla sua poltrona diretto verso la porta.

“Suvvia, Chiba. Non mi dirai che ti pesa lavorare con qualcuno? Sono sicuro che con la tua arguzia e la dolcezza della Tsukino, riusciremo a primeggiare definitivamente. E ora, se non vi dispiace, dovrei andare a una riunione con il direttore dello Shinbun.”

Senza quasi rendermene conto, mi ritrovai in corridoio con Rei. Dalla sua espressione, capii che questa notizia avesse sconvolto anche lei. La sola cosa che mi premeva, in quel momento, era capire di che entità fosse il danno…

Lo chiesi alla mia collega e, dopo aver raggiunto la mia stanza e versato per entrambi un caffé doppio, la ascoltai attentamente, forse per la prima volta da quando ci eravamo conosciuti.

“Non hai ascoltato una parola, vero?” domandò, conoscendone già la risposta. Non mi permise di aprire bocca, che continuò: “In pratica, Ikeda vuole vedere come potrebbero funzionare le due teste più brillanti di Tokyo messe insieme: dovremo andare allo Shinbun domani sera e portare con noi la cara Lady Tsukino. Sarà la tua ombra…”

“Starai scherzando, vero? Io dovrei lavorare con quella là?”

Scosse il capo, sorseggiando la sua bevanda più lentamente del normale. “Ikeda è convinto che voi due insieme possiate fare faville, e per un breve periodo sarai di stanza in periferia, per coordinare i lavori della Tsukino laggiù. Ora, ci sono due sole possibilità per noi” continuò, non staccando i suoi occhi dai miei. “O farai del tuo meglio, come sempre, e aiuterai lo Shinbun a risorgere dalle sue ceneri, oppure farai del tuo peggio e lascerai affondare il giornale, definitivamente. In ogni caso, tu potrai uscirne vincitore: in caso di sconfitta, non ti si potrà rimproverare nulla, dal momento che nessuno può fare miracoli, salvando chi ha già un piede nella fossa, e ti verrà finalmente proposta la conduzione del programma di attualità che è in cantiere da tempo; se, al contrario, comincerai ad apprezzare la vita di campagna… beh, in quel caso avrai un nuovo giornale per cui scrivere.”

La osservai pensieroso. “E tu, in tutto questo, cosa ci guadagni?” le domandai: il suo interesse verso questa situazione non poteva essere totalmente disinteressato, ed ero deciso a capire cosa ne sarebbe venuto a lei.

“Io voglio che lo Shinbun affondi” disse semplicemente. Una strana luce negli occhi me la fece apparire diversa dal solito. “Se dovessero cancellare il tuo programma televisivo, sarò costretta a chiudermi dietro una scrivania per il resto della mia vita. Invece, seguendoti nella scalata al successo, avrò la mia occasione per dimostrare quanto valgo, fuori da queste quattro squallide mura.” Fece un gesto di disprezzo con la mano, indicando tutto ciò che ci circondava. Poi continuò: “Anche tu vuoi la stessa cosa, Mamoru: non puoi negarlo. E insieme, noi due, potremo fare in modo che Lady Tsukino e tutti i suoi amichetti facciano i bagagli prima che possano scrivere gli auguri per il Ringraziamento.”

Non le risposi, perché in effetti aveva detto esattamente ciò che volevo anche io; avevo sempre saputo che Rei volesse di più, dalla sua vita, ma non ero certo di conoscere con quali mezzi volesse ottenere quel di più.

Mi porse la mano e gliela strinsi. Con un sorriso di vittoria sul volto, uscì, lasciandomi solo nella stanza, in cerca di qualcosa di utile da fare.

Come un automa, mi sedetti alla scrivania, non riuscendo a non domandarmi se avessi appena stretto un patto col demonio…

L’indomani avrei visto pubblicato il mio ultimo articolo per il Magazine: qualunque sarebbe stato l’esito di quel “periodo di prova” allo Shinbun, come l’aveva chiamato Ikeda, non avrei più messo piede al giornale in qualità di giornalista; una crescita dello Shinbun avrebbe legato la mia carriera in quel paesino di periferia, a fare da spalla a Tsukino, mentre un suo crollo mi avrebbe spalancato il portone sul mondo televisivo.

Sperai vivamente di poter tornare, un giorno, a salutare i miei vecchi colleghi in qualità di astro nascente della televisione, e decisi che avrei fatto di tutto per non veder affondare la mia carriera e la mia vita: la sola cosa che importava, in quel momento, era continuare la mia scalata verso il successo.

 

 

Oh, yeah!
Ogni tanto anche io ritorno a pubblicare qualcosina...
Vogliate perdonare la poca attenzione che ho verso di voi e verso questa (e molte altre) storie che attendono un mio impegno più costante, ma proprio non mi riesce di avere un aggiornamento costante...
Quello che posso promettere, ora che ho finito col lavoro pomeridiano, è di cercare di aggiornare una volta al mese, ma non so se riuscirò a mantenere la promessa...
In ogni caso, un grazie immenso a chi ha la pazienza di continuare a seguirmi negli aggiornamenti, a chi legge e a chi leggerà in futuro.
E un grazie in particolare a chi, nonostante le mie latitanze, spende un minuto del suo tempo per lasciare una traccia del suo passaggio, facendomi sapere cosa pensa delle mie idee malsane ^^"

A presto (spero...)
Bax, Kla

   
 
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