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Autore: heven89    01/09/2005    6 recensioni
"Appena uscì all’aria aperta una ventata di aria calda secca l’avvolse e le tolse il respiro. Si fermò per riprender fiato ed appoggiò le mani al parapetto del balcone. Da quella stanza si poteva scorgere una magnifica vista sul Nilo e di gran parte della città oltre che alcune sagome di rilievi in lontananza. Dall’interno della stanza si sentirono dei rumori. Poi la voce di qualcuno ordinare alle ancelle di uscire dalla stanza e queste ubbidire, uscendo, questa volta, senza far rumore. Poi più niente. Nev si girò verso la stanza e si trovò bloccata tra un ragazzo ed il parapetto del balcone. Il ragazzo guardava davanti a sé, l’espressione triste. Il vento scosse i suoi capelli. Ora che Nev lo guardava meglio ricordava di aver già visto la sua immagine, ma dove? Non fece a tempo a completare i suoi pensieri che vide il ragazzo indietreggiare, mentre la fissava negli occhi. - ma che…?! – disse Atem.................: CAPITOLO 12 ON-LINE
Genere: Generale, Comico, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atemu, Dark/Yami Yuugi, Nuovo personaggio, Seth, Seto Kaiba
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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capitolo 7

capitolo 7

- per commenti e ringraziamenti alla fine del capitolo!!!. Baci HEVEN -

BUONA LETTURA

 

Appena ebbe finito di parlare Nev lasciò il posto di nuovo a Sarah.

- forte! – disse lei guardandosi le mani.

- una peggio dell’altra – mormorò Seto massaggiandosi le tempie

- qualcosa da ridire? Non credo tu abbia il diritto di fare qualche commento dato che non hai mai provato ciò che ho provato io! -

- si, va beh! Andiamo. – disse lui alzandosi..

Si alzarono e Sarah passò in testa. Passarono fra gli infiniti corridoi della scuola, fra gli sguardi stupefatti degli altri studenti. Giunsero, poi, nell’aula di musica. Lei aprì la porta e gli fece entrare per poi richiuderla. Era una stanza abbastanza grande con un pianoforte a coda posizionato al centro di essa su un piano rialzato. Nell’aula, oltre a loro, c’era un professore intento a provare una canzone.

Sarah, silenziosamente, gli si avvicinò e, quando gli fu abbastanza vicina disse: la disturba se faccio vedere la classe di musica a due nuovi alunni professor Jacq?

- oh, sei tu Sarah! Si, certo, non mi dispiace. Anzi perché non cogliamo l’occasione per provare qualche canzone? -

nel frattempo Seto e Yami avevano preso posto vicino  al pianoforte, appoggiando la cartella nella sedia vicina.

- professore io … mi vergogno! ^////^ - disse lei arrossendo.

- ti vergogni della bellissima voce che hai? A voi non dispiace se proviamo, vero? ^_^ -

- si figuri non vi è alcun problema e poi sarei contento di sentirti cantare. Se hai una bella voce perchè nasconderla? – disse Yami.

- allora Sarah? Non vorrai far attendere il tuo pubblico spero! -

- e va bene! – e appoggiò la cartella vicino a quella di Seto. Entrò una brezza leggera e fresca dalle finestre aperte dell’aula. Il sole illuminava la stanza, facendola sembrare più grande di quello che era in realtà….. e le note cominciarono a prendere vita. Da segni disposti in ordine su un foglio esse divennero musica e Sarah cominciò a cantare con voce soave, voce che si sparse anche al di fuori dell’aula, nel giardino sottostante attirando l’attenzione di chi vi passava:

Ho capito e ora forse è inutile,

 chiedere anche agli angeli

di spiegare le ali …….

….io credo nei miracoli.

 

* certo che canti proprio bene Sarah! Complimenti! * disse Nev apparendo in trasparenza vicino a lei e salutando nella direzione di Yami e Seto, anche se quest’ultimo non poteva vederla.

* proprio brava…. Ha una voce soave… ma cosa sto dicendo! Devo stare …confusione, solo confusione * pensò Seto mentre, appoggiato il mento sul palmo della mano, guardava fuori il cielo apparentemente schiarirsi.

 

Molti sogni che si appendono……

 colano d’amore parlano…

Umidi di verità…

 asciuga vento le mie lacrime

che fanno male, da morire..

 * quante lacrime ho versato l’ultima volta…* pensò Sarah mentre cantava * poi ti spiego * pensò nuovamente dopo aver guardato brevemente l’espressione accigliata di Nev.

Sento che ho bisogno di te…..

Infinite volte ho pregato per te

 e sono qui a disperdermi nella polvere

che tu nascondi ……

.ti amo per sempre….

 infinite volte ti ho cercato amore, amami,

in questa notte che finalmente tu ……voli…… voli……voli…………………

 

- vai Sarah! Complimenti continua così. Ci siamo! Attenta alle prossime note. – disse il professore mentre svolgeva il pezzo solo strumentale

 

Apri le tue braccia al cielo e voltati

non avere più paura……

 senti l’aria scivolare su di te

che asciugherà le lacrime che fanno male, da morire!

Sento che ho bisogno di te………..

Infinite ho pregato per te

 e sono qui a disperdermi nella polvere che, tu, nascondi…

.. ti amo per sempre…..

 infinite volte ti ho cercato amore………

amami

 in questa notte che finalmente tu ………….voli … voli… voli……

In questa notte che finalmente, finalmente tu… Voli……

 

Prese fiato e si sedette vicino al prof. che iniziò la seconda melodia:

 

 Sono gocce di memoria queste lacrime nuove,

siamo anime in una storia, incancellabile…………

 

Nev cominciò a cantare insieme a Sarah. Ne risultava una seconda voce, l’effetto era armonioso, e, anche se non capiva come poteva succedere, il professore continuò a suonare senza torturarsi oltre per trovare risposta al suo quesito.

* Gocce di memoria…. anime in una storia…* ripeté mentalmente più volte Yami tentando di capire il senso di quelle parole. Era in italiano, la canzone, e lui non ne capiva molto. Nonostante ciò risultava bellissima.

 

E le infinite volte che mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote

 

- sembra stia parlando di te! – disse Seto

- perché dici così? – chiese Yami – non sapevo conoscessi l’italiano.

- me la cavo discretamente ma io sto leggendo da qui. – disse porgendogli un foglio con la traduzione in giapponese della canzone che Sarah, insieme con Nev, stava interpretando.

- ora comprendo….. c’hai ragione, sai! Sembra fatta apposta. * alludi alle innumerevoli stanze che ci sono nella tua stanza dei ricordi?* chiese Yugi apparendo vicino a lui. * si Yugi, hai proprio ragione. Stavo pensando proprio alle stanza…vuote..* rispose Yami mentre si faceva scuro in volto.

 

Inestimabile, inafferrabile,

la tua assenza che mi appartiene.

Siamo indivisibili,

siamo uguali e fragili

e siamo già così lontani…………………

………………………………………………

 

Con il gelo nella mente io sto correndo verso te

siamo nella stessa sorte che tagliendo ci cambierà

 

* cambiare, ma si può? Non si cambia per orgoglio o  perché non si ritiene opportuno? Ma… ma da quando in qua mi ritrovo a fare discorsi di questo genere! Mi sto … forse sto cambiando?* Seto abbozzò un sorriso a quei pensieri ma ritornò serio concentrandosi su uno stormo di uccelli che si dirigevano verso ovest, con chi sa quale meta.

 

aspettiamo solo un segno, un destino, un eternità

e dimmi come posso fare per raggiungerti adesso

……… per raggiungerti adesso,

per raggiungere te……………

 

… siamo gocce di un passato che non può più tornare..

 

 Questo tempo ci ha tradito è inafferrabile,

racconterò di te, inventerò per te quello che non abbiamo.

 

Le promesse sono infrante….

 come la pioggia su di noi,

le mie parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai.

Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità

 e dimmi come posso fare per raggiungerti adesso

per raggiungerti adesso

per raggiungere ………per raggiungere te..

 

……Io ti raggiungerò!

 

- devo farti i miei complimenti Sarah! Oggi sei stata particolarmente brava! Spero che allora mi aiuterai per via dello spettacolo. Va bene, ho capito. Credo che sia ora che tu vada! Ci vediamo. Arrivederci ragazzi!

- Arrivederci, professore! – risposero all’unisono prima di uscire dalla classe.

Yami si avvicinò a Sarah e scese l’ampia scalinata stando alla sua destra, Seto alla sua sinistra.

- complimenti! – esclamò il primo – i miei complimenti! Sei molto brava.

- grazie, grazie mille! Ma adesso andiamo, vi faccio vedere la palestra.

- devo dare ragione a Yami questa volta – intervenne Seto con il suo solito tono pacato – sei stata brava.

Sarah arrossì e abbassò lo sguardo. Poco dopo tornò a guardare davanti a se. Si sentiva osservata.

- Yami, c’è qualche problema? -

- e tu come fai a sapere che il mio nome è Yami? -

- perché non è Yami? -

- io mi sono presentato come Yugi non come Yami.

- e allora, se tu sei Yami, chi è Yugi? – chiese la ragazza fermandosi e voltandosi verso il faraone.

Yami si guardò in giro – che ne dici se non ne parliamo dopo? –

Lei lo guardò, fece spallucce e rispose – come vuoi tu!  qui a destra, prego- disse indicandogli una porta automatica che conduceva ad un porticato che collegava la scuola alla palestra.

* le 10:50. Bene! Questa e poi è finita. *

- siamo all’ultima. Questa è la palestra e poi abbiamo finito! – disse lei rivolta ai due ragazzi.

 

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Future

San Francisco

Quartier generale aerospaziale terrestre

Anno 2170

Ore: 22:00

 

‘Sala ricevimenti’

- ma quando mai impareranno a cucinare! Sembra che, ogni volta, rifilino gli avanzi della mensa! – protestò una donna sui venticinque anni, alta, slanciata dalla capigliatura rosso-ramata, frammentata qua e la da alcuni ciuffi argentei, la quale indossava un’alta uniforme formata da una giacca (stile cinese), camicia e pantaloni bianchi. Portava varie decorazioni sul petto e la greca dorata che seguiva i bordi della giacca e dei polsini indicavano il suo grado.

Ricevette un’occhiataccia da parte del ragazzo addetto al servizio buffet.

- beh, che vuoi? Dico solo la verità! – visto che il ragazzo non accennava a mollare con quel suo sguardo omicida per il “complimento” non accettato, Nev decise di allontanarsi.

Si guardò intorno. La sala ricevimenti, si ripeteva più volte, era stata costruita per adempire ad un unico scopo. Ammaliare e stupire tutti gli ospiti e non solo, che fossero entrati li dentro. Era un’enorme sala che di solito era collegata al quartier generale, ma che, per le feste importanti, poteva essere spostata sopra l’oceano Pacifico, poco distante dalle scogliere, collegata al resto dell’edificio da un corridoio illuminato sopraelevato coperto da una volta di vetro. ‘Un vero prodigio della tecnologia!’ pensò Nev mentre sorseggiava champagne da un calice di cristallo, guardando, attraverso la parete di vetro, la luna e le stelle riflettersi sulla superficie liscia dell’oceano.

- serata interessante! – esordì un uomo sui venticinque anni, biondo, di corporatura proporzionata, con occhi blu profondi come l’oceano, vestito con un’elegante uniforme bianca i cui bordi erano uguali a quelli di Nev.

- ma smettila Gabriel! – ribadì con tono scherzoso lei prima di sorseggiare nuovamente un po’ di champagne.

- ho visto che hai avuto da ridire al ragazzo del buffet. –

- che è? mi segui, mi spii? –

- devo farlo! Una come te e pericolosa se non sorvegliata…- ricevette un’occhiata che non ammetteva repliche da parte della ragazza -.. scusami.. scusami! Non intendevo offenderti! –

- si, si, va bene! allora come procede la serata secondo l’ammiraglio Schneider? - chiese lei indicando un uomo sulla sessantina, di corporatura robusta, capelli bianchi e due enormi baffi che nascondevano le piccoli e sottili labbra del tedesco.

- cosa vuoi che dica. È contento! Per non dire contentissimo! Il Consiglio Supremo l’ha accontentato in tutto e per tutto.-

- oh, guardate un po’ chi ho trovato! – a parlare era stato un altro uomo sulla cinquantina alto, slanciato e dal fisico allenato e i capelli non ancora del tutto bianchi, gli occhi sprigionavano allegria, ma non nascondevano l’intelligenza e l’esperienza che l’uomo aveva. Il sorriso dell’uomo scomparve appena fu vicino ai due ufficiali.

- qualche problema ammiraglio Hemmond?- chiese preoccupata Nev.

- si ma non posso parlarvene qui, seguitemi presto! –

Detto ciò li condusse fino alla griglia del teletrasporto e fatti salire sopra si mise alla console di comando e inserite delle coordinate ritornò vicino a loro.

- cosa vuoi fare James? – chiese con calma Gabriel

- è una cosa che deve rimanere … vi spiego dopo – e salito anche lui sulla piattaforma il teletrasporto si attivò. Le luci si chiusero in sequenza dato che non vi erano più occupanti in quella stanza.

 

Nev riaprì gli occhi. Si trovava in una piccola stanza  uguale alla precedente. Scese dalla piattaforma del teletrasporto ancora illuminata e salutò Roberto, ragazzo italiano addetto al teletrasporto della nave spaziale in cui si trovavano in quel momento. ‘Un momento! Nave spaziale?’

- James! – disse lei rivolta al suo collega più anziano, per poi rivolgere lo sguardo verso Gabriel che l’aveva appena raggiunta nel corridoio al di fuori della stanza del teletrasporto. Gabriel piegò la testa in segno di assenso e Nev comprese tutto. Hemmond l’aveva cacciata di nuovo in qualche strano piano o in qualche missione che di sicuro non sarebbe mai potuta, neanche largamente, rientrare nella categoria “facili”.

L’uomo più anziano li condusse fra numerosi corridoi, che tutti e tre conoscevano come le proprie tasche, della nave spaziale ‘USS Odissey Storm NCC 2700’.  Li condusse fino alla plancia della nave, brulicante di attività, per poi entrare in una stanza appartata, la sala tattica o come soprannominata da Gabriel ‘la sala delle buone notizie ’.

Quel nome, se preso per il suo senso ironico era azzecatissimo, preso letteralmente raramente combaciava.

L’ammiraglio Hemmond fece sedere i suoi due colleghi uno alla sua destra e uno alla sua sinistra.

- bene, ora possiamo parlare. – esordì Hemmond. Guardò i due ‘ragazzi’, che poi tanto ragazzi non erano! Ormai erano un uomo ed una donna maturi e consapevoli delle loro responsabilità e non a caso avevano raggiunto il grado di ammiraglio a soli venticinque anni! Era assai orgoglioso di quei due… sì! Lo ammetteva, non riusciva a considerarli altro che i suoi due ragazzi, i suoi due figli, quelli che non aveva mai avuto. Si disse fra se e se che non era momento per i sentimentalismi ed i bei ricordi, ma ala solo pensiero di quello che avrebbe dovuto comunicare ai due ragazzi che aveva davanti a se…. ‘basta!’ si ripeté per l’ennesima volta ‘devo compiere il mio dovere!’

Si alzò dalla poltrona su cui si era appena seduto per avvicinarsi allo schermo dietro di essa. Vocalmente lo attivò richiamando una serie di diagrammi  e schemi di parti della nave.

- come avrete ormai capito vi ho prelevati dalla festa per un motivo ben preciso. Vi devo affidare una missione.- guardò per l’ennesima volta fuori dalla paratia trasparente che permetteva di avere una visuale mozzafiato della terra e di una piccola porzione di mantello nero stellato; poi riprese – La missione consisterà nel primo viaggio temporale mai effettuato dall’uomo! –

- COSA?! – proruppero i due ufficiali.

- Avete capito bene. Vi affido il comando del primo viaggio temporale dell’uomo. –

- Dico – iniziò Nev con tono leggermente alterato – ti rendi minimamente conto di quello che ci chiedi? –

- ne sono pienamente consapevole, Nev. Non a caso ho scelto voi due! Comunque non potete tirarvi indietro! Vi ho raccomandato personalmente al Consiglio di Flotta per questa missione. Ne avevo già parlato con Gabriel il quale mi ha fatto anche il tuo nome date le tue conoscenze in fatto di storia. –

- quindi inizialmente la missione era stata affidata solo a Gabriel? –

- esatto! Ma poi…-

- ma poi ha tirato dentro anche me! Mi sembra giusto, perché no? – Nev pronunciò queste ultime parole rivolgendo uno sguardo omicida all’indirizzo dell’amico, che definirlo amico in quel preciso istante, risultava, per lei, assai difficile.

- beh! – continuò Hemmond – tanto ormai il danno è fatto! Partirete immediatamente. Nei vostri alloggi troverete le specifiche. Non mi resta che augurarvi buona fortuna. Ho fiducia in voi, ragazzi. – detto questo si avviò al teletrasporto. Un silenzio carico di tensione si formò nella stanza delle riunioni degli ufficiali anziani. Nev e Gabriel, non si erano mossi. Erano ancora seduti uno di fronte all’altro, ma non osavano guardarsi negli occhi. Il silenzio fu interrotto da Roberto il quale annunciò l’avvenuto teletrasporto di Hemmond. Nev lo ringrazziò e chiuse la comunicazione. Poi non ce la fece più. Si alzò di scatto e sbatte violentemente le mani sul tavolo di mogano, piallato e riverniciato da poco.

- MA COME TI SEI PERMESSO DI FARE IL MIO NOME PER UNA MISSIONE DEL GENERE SENZA NEANCHE IL MIO PERMESSO! SENZA NEMMENO PARLARMENE! – una lacrima le solcò la guancia bianca. Perché piangeva? Non c’entrava niente! Forse si sentiva delusa dal comportamento di Gabriel… si, sì! Era proprio per quello! Si sentiva delusa da quel comportamento.

- NEV! AVRESTI PER CASO RIFIUTATO? –

- NON È UNA SCUSA SUFFICIENTE!!

- LASCIA CHE TI SPIEGHI! –

- NO, NO, NO!!! NON VOGLIO… NIENTE SPIEGAZIONI! – era paonazza dalla rabbia. Lei e Gabriel in passato avevano litigato, si questo era vero, ma mai in quel modo. Non voleva più vederlo! Si diresse verso l’uscita e, nel farlo, gli passò vicino. Lui afferrò il suo braccio. Si volse e sciolse quella stretta per poi correre fuori nel corridoio e quasi non investiva le persone che stavano passando per di lì. Era arrabbiata, infuriata e dannatamente confusa. Entrò nel primo turboascensore che trovò e si precipitò dentro. Arrivò finalmente nel suo alloggio e si lasciò andare sulla grande poltrona azzurra. Lasciò che le lacrime scendessero lungo le sue guance. Era tanto che non piangeva, ma non ce l’avrebbe fatta a trattenere quel pianto liberatorio.

 

Nello stesso istante Gabriel si lasciò andare nuovamente sulla poltrona color alcantara per poi guardare la Terra.

Cosa gli era preso a Nev! Cosa gli era preso a lui! Appoggiò entrambi i gomiti sul tavolo e si massaggiò gli occhi doloranti per il sonno a cui non avevano potuto concedersi da un po’ di tempo.

Non era  né il momento né il luogo adatto per pensare al da farsi, per risolvere ciò che era appena accaduto. Prima di dirigersi al suo alloggio per concedersi un po’ di meritato riposo, si sarebbe diretto in plancia per dare l’ordine di partenza. Si alzò dalla poltrona leggermente barcollando per poi dirigersi verso la porta che conduceva alla plancia. Entrato un giovane ragazzo dai capelli neri brizzolati, gli occhi viola scuro e degli strani tatuaggi sul collo, appena lo vide disse rivolto agli altri: ammiraglio Schmidt in plancia!

- riposo. Comandante Richmond proceda con le operazioni a velocità sostenuta, domattina alle 7:30 è stata prevista la partenza.-

- sissignore! – e dopo il saluto militare si girò verso una giovane africana per mettere in atto ciò che gli aveva chiesto il suo superiore.

 

Sedutosi sul divanetto Gabriel si schiarì le idee. Si tolse la giacca e si sbottonò la camicia. Ora sapeva che cosa fare. Domattina presto si avrebbe sistemato le cose con Nev andandole a parlare nel suo alloggio e poi avrebbero dato il via alla missione.

 

 

Allora? Che ve ne pare? Avete già pensato di uccidermi? Non vi preoccupate! Queste digressioni sul futuro si concluderanno nel prossimo capitolo per poi continuare nel passato ( ma ha un vago senso ciò che ho appena scritto? Ndme)(no! Se è per questo niente di quello che scrivi a senso ndSeto)(>> come dici scusa? Non credo di aver compreso? Ndme)(chi ha parlato? Per caso io? Ma non sia mai detto! U.U NdSeto)(prima o poi ti frego stanne certo! ù.ù ndme)

 

HEVEN tenta di creare un discorso con un filo logico:

eh sì finalmente riesco a mettere qualche risposta alle recensioni, non per questo non le ho mai lette prima sia ben chiaro!!! Anzi sono molto grata a chi sta seguendo questa fic! E ringrazio anche chi la legge senza lasciare un piccolo commentino …. Ma non importa! L’importante è che qualcuno legga e gli piaccia.

Per Evee: grazie mille per i tuoi commenti! È vero che non aggiorno da tanto ma primo ci sono state le vacanze  e secondo il computer non ha voluto collaborare per molto e da parte mia c’ho messo un po’ a buttare giù un capitolo che fosse leggibile!

 

Per kelly: grazie anche a te! Mi fa molto piacere il fatto che segui il proseguimento delle mie storie! Grazie mille!!!!!

 Dopo anni  e anni (come ha voluto precisare anche yami) sono riuscita a scrivere il sesto capitolo e ora sono qui con il settimo!! Eh sarei felice di chiarire qualsiasi dubbio, basta che tu me lo dica!! E questo vale anche per le altre ( o gli altri!), non ho nessunissimo problema ha chiarirvi i vostri dubbi!

 

Ringrazio inoltre Jaly Chan, Nadia Sakura Kan.

 

Per Akemichan: dove sei finita? Volevo solo sapere se leggi ancora i miei capitoli e colgo, un’altra volta, l’occasione per ringraziarti dei consigli che mi hai dato circa la scrittura dei capitoli! Grazie mileeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!! ^O^

 

Ed ora passo e chiudo!!! ^_-! ( di male in peggio!! Ndpersonaggi)(me incompresa ;_; ndautrice)(su su!! Non scoraggiarti! ^^’’’ ndpersonaggi)(così va meglio ^__^ ndautrice) PS: le canzoni, di cui ho scritto il testo sono rispettivamente 'infinite volte' e 'goccie di memoria' di Giorgia.

 

Ciao ciao, alla prossima, HEVEN

 

  
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