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Autore: Yu_    28/05/2010    2 recensioni
Ero a casa. Stavo per cominciare il mio primo giorno di liceo nella nuova scuola. La mia scelta non era stata molto sensata: avevo deciso di cambiare scuola di qualche chilometro solo perché non amavo molto le materie. Il mio cambiamento?Dalla scuola di Forks a quella di La Push. Eh sì...il mio cambiamento che pensavo fosse stupido si è rivelato...non so nemmeno io come. Di sicuro mi ha portato in un mondo scononsciuto che mai avrei pensato... La mia prima fic su Twilight. Se vi ho incuriosito leggete e recensite.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la prima fic che scrivo su Twilight. Premetto che non so se riuscirò ad aggiornare in fretta perchè ultimamente ho molto da fare perchè ho anche gli esami. L'ho scritta su suggerimento di LittleCullen e questo capitolo è dedicato a lei. Un'altra cosa: é possibile che troviate i caratteri dei personaggi un pò diversi dal libro originale perchè è tanto che non lo rileggo. Ora che non ho più voglia di scrivere vi lascio al capitolo (il titolo è un pò scemo ma nn mi è venuto in mente altro...se non vi piace ditemelo che lo cambio.)

 

 Ero a casa. Stavo per cominciare il mio primo giorno di liceo nella nuova scuola. La mia scelta non era stata molto sensata: avevo deciso di cambiare scuola di qualche chilometro solo perché non amavo molto le materie. Il mio cambiamento?Dalla scuola di Forks a quella di La Push. E poi quelli di Forks non erano nemmeno molto simpatici. Lì tutti sapevano sempre tutto di tutti anche perché il paese era molto piccolo. Le voci giravano e nessuno si faceva mai i cavoli degli altri. La famiglia più tartassata dalle voci erano i Cullen. Io non ci vedevo niente di strano. Solo perché erano arrivati da poco ed erano super belli e super fichi la gente era invidiosa. Quel posto non faceva assolutamente per me. Visto che dopo il secondo anno uno può decidere di cambiare scuola ho colto subito l’occasione. Mentre preparavo lo zaino analizzavo le opzioni a mia disposizione:

a)Farmi accompagnare dai miei genitori.

b)Farmi accompagnare da mio fratello.

c)Fregare il motorino di mio fratello e andare a scuola con quello.

d)Andare dalla mia amica e farmi accompagnare da lei.

L’opzione a non mi sembrava molto bella. No, niente genitori anche se non credo che La Push sia come Forks. Almeno spero perchè sennò il mio cambio di scuola non era servito a niente.

L’opzione b era accettabile ma non ne ero così sicura. Forse l’avrei presa in considerazione.

L’opzione c non la dovevo nemmeno pensare. Se avessi fregato il motorino a mio fratello senza chiedergli il permesso si sarebbe incazzato moltissimo. Anche se gliel’avessi chiesto lui mi avrebbe detto di no. Quindi questa opzione era assolutamente da escludere.

L’opzione d era forse quella migliore. La mia amica aveva il motorino e aveva anche preso la patente. Io ancora non avevo l’età per poter guidare anche se avrei compiuto sedici anni quest’anno. Scesi le scale e dissi a mia madre:

“Mamma io vado a scuola.”

“E con cosa?Non ruberai il motorino a tuo fratello, vero?Sai che si arrabbia…”

“No, mamma, vado da Leah. Lei mi accompagna a scuola. E poi James tra poco se ne va, giusto??Quindi non avrò più motivi per fregargli il motorino.”obiettai.

“Se lo dici tu…basta che mantieni la promessa. Qualche settimana e ritornerà in Canada.”

“Non vedo l’ora…vabbè io vado. Ciao.”risposi sarcastica.

“Ciao.”mi rispose.

Mi chiusi la porta alle spalle. Forks era come al solito nuvolosa e umida. E noiosa!Non c’è quasi mai il sole.Chissà come mai…360 giorni su 365 piove o è nuvoloso. Mi avviai su per la salita del tornante. Un po’ mi dispiaceva lasciare i miei vecchi compagni, ma in fondo li potevo rivedere i fine settimana o anche altri giorni. Almeno però conoscevo qualcuno: Leah aveva la mia stessa età. Speravo che almeno saremmo state in classe insieme. Attraversai la strada con il cartello che dava il benvenuto a La Push. La casa di Leah non doveva distare molto dal cartello se non ricordavo male. Era da un mese che non ci tornavo e ho una memoria abbastanza corta. Svoltai a destra e mi trovai di fronte alla casa di Leah. Suonai il campanello. La porta si aprì.

“Chi è?”

“Ehi Seth, sono Kate. C’è Leah?”

“Sì, vieni, entra, è aperto.”mi rispose con un’aria di chi ha dormito solo quattro ore.

Spinsi il cancello ma non si apriva. Seth stava tornando dentro ma gli dissi:

“Seth, non mi hai aperto...”

“Sì, scusa ora ti apro.”

Pigiò un pulsante sul citofono che avrebbe dovuto aprire il cancello. Lui fece per tornare dentro ma gli dissi:

“Seth!!!!Mi vuoi aprire sì o no?”

“Stupido cancello!!!!Papà ancora non l’ha riparato…”

Prese le chiavi e mi venne ad aprire. Lo guardai meglio. Era torso nudo e scalzo. Diciamo che aveva solo un paio di pantaloni di una tuta blu.

“Sbaglio o qualcuno è molto assonnato stamattina?”gli domandai sarcastica.

“Ah, zitta!!!Non ho dormito un accidenti stanotte..”

“Chissà che altro avevi da fare…”insinuai.

“Mi stai prendendo per il culo?”

“Sì…diciamo di sì.”

“A quest’ora non è molto divertente!!!”sbottò lui.

Mi aprì e entrammo. Il vialetto era bagnato a causa della rugiada che era caduta la notte prima.

“Scusa ma devo finire di fare colazione. Leah è sopra.”mi disse entrando in cucina.

“Sì, sì, fai pure.”risposi appoggiandomi al mobiletto della cucina.

“Ma come mai sei qui a quest’ora?Non dovresti già essere a scuola?Nella scuola di Forks intendo.”disse lui mangiando latte, cereali e nesquik.

“No, mi accompagna Leah.”

“Fino a Forks?”chiese perplesso.

“No. Sai, ho cambiato scuola.”lo sapevo solo io. Nessun altro. Nemmeno Leah che avrebbe dovuto accompagnarmi. Non l’avevo avvertita.

“Veramente?E dove vai adesso?”

“Vengo alla scuola della riserva. Sai com’è…La Push mi convince di più.”

“Davvero?Ma accettano anche i visi pallidi alla mia scuola ?”disse enfatizzando la frase.

“Ah ma che spiritoso. Forse se mi hanno ammesso li ammettono che dici?”

“Sì sì senza nulla togliere ai visi pallidi…”questa volta rise.

“Seth piantala…ricordati che sono più grande di te!”lo ammonii in tono di sfida.

“E che mi fai?”cantilenò. Adoravo quando faceva così. Mi faceva incazzare ancora di più.

“Vuoi proprio vedere?”

In quel momento arrivò Leah. La mia salvezza. O forse quella di Seth.

“Ehi ma che succede?”esclamò lei.

Io e Seth ci stavamo per prendere a pugni per scherzo. Io avevo la mano alzata verso di lui e lui aveva i pugni rivolti verso di me. Ci ricomponemmo. Lei aveva un’espressione strana.

“Ciao Kate. Seth smettila di fare l’attaccabrighe.”fece lei.

“Ma, ma io non ho fatto niente…”disse lui in tono innocente.

“Certo Seth tu non sei mai.”gli dissi prendendolo in giro.

“Ti ho già detto che le prese per il culo di mattina non vanno bene.”mi ammonì lui.

“Ehi la piantate voi due?Seth muoviti o faremo tardi. Vatti a vestire!”avvertì il fratello.

“Sì, vado, eh?”e lui si avviò sulle scale.

“Ehi Kate che ci fai qui di prima mattina?”mi chiese, quando finalmente Seth se ne fu andato.

“Mi serve un favore…”risposi.

“A quest’ora?”ora era perplessa.

“Sì. Mi accompagni a scuola?”le chiesi tagliando corto.

“E sarebbe questo il favore?”

“Sì.”

“Ma dobbiamo arrivare a Forks?Guarda che vuole un po’ da qui e io e Seth siamo già in ritardo se quell’imbecille non si muove.”urlò sperando che il fratello la sentisse.

“No Leah. Ho cambiato scuola. Vengo a quella della riserva.”

“Veramente?Sono contentissima. Ma siamo in classe insieme?”

“Non lo so. Io sono nella 3 C del liceo. E tu Leah?”

“Anche io!!!Che bello!!!”esclamò tutta felice.

“C’è qualcun altro di nostra conoscenza?”chiesi impaziente.

“Non credo. Paul e gli altri sono nella 3 B.”

“Ti siederai con me?”chiesi adesso speranzosa.

“Assolutamente sì. Nella mia classe sto sul cavolo a tutti. Anche alle ragazze.”

“Allora mi accompagni?”domandai.

“Certo che ti accompagno!!”esclamò lei.

“Ehi andiamo visto che rompete tanto?”Seth si era vestito e stava scendendo le scale. Aveva una maglietta a maniche corte blu, un paio di jeans stretti e le scarpe da ginnastica.

“Seth mettiti una felpa.”gli disse Leah.

“No, non risalgo.”rispose svogliato.

“Seth infilati la felpa!!”mi intromisi.

“Che palle!Mi sembrate due seconde madri.”si lamentò.

“Essere più grandi ha i suoi poteri.”lo presi in giro.

“Oh Kate questa mattina non ti si sopporta!”esclamò lui, mentre risaliva a prendere la felpa.

“Seth muoviti che siamo in ritardo!!”gli urlò Leah.

“Arrivo, un attimo…”e salì le scale

“Seth quanto ci vuole per prendere una felpa?”mi lamentai dopo cinque minuti che era salito.

“Non la ritrovo…”disse lui

“Seth fai pena!”gli risposi. Stavo salendo le scale per vedere cosa stava combinando.

“Kate stai zitta!!”esclamò.

Entrai in camera sua. Era più disordinata della mia il che voleva dire molto.

“Scusa, ma questa cos’è?”domandai indicando la felpa sopra la sedia.

Sobbalzò. Non si era accorto che ero appena entrata in camera sua.

“Ecco dov’era finita!!Grazie Kate sei un tesoro!”e mi mandò un bacio con la mano.

“Certo Seth!!Sono un tesoro solo quando ti pare, vero?”gli urlai ma lui mi ignorò.

“Possiamo andare?Siamo in ritardo!!”ci sgridò Leah mentre scendevamo.

Uscimmo di casa e ci dirigemmo verso il garage. La Polo blu di Leah era tutta appannata perché era rimasta fuori tutta la notte. Quando Seth vide che volevo andare davanti affrettò il passo ma ormai mi ero già messa seduta e gli dissi:

“Oggi davanti ci vado io. Spero non ti dispiaccia.”dissi facendo finta di compiangerlo.

“Uff…Kate sei una rottura!”sbuffò lui.

“Seth ti muovi?”lo incitò Leah.

“Ma è sempre colpa mia?”replicò lui.”Non pensi che qualche volta la colpa sia anche di Kate che mi fa perdere tempo?”

Leah lo ignorò e partì. Vidi Seth distendersi sulla pancia sul sedile.

“Che ore sono?”domandai.

“Le 8.12. Dovremmo essere in classe tra tre minuti.”rispose Leah.

Dopo qualche minuto sentimmo russare. Leah guardò lo specchietto e disse:

“Quello scemo si è addormentato. E non è nemmeno la prima volta!Io vorrei sapere che fa tutta la notte in camera…guarda la tv?Sta al pc?Il fatto è che ha sempre sonno.”esclamò.

“Tra quanto si arriva a scuola?”chiesi.

“Tra cinque minuti.”

“Tranquilla, lo sveglio io.”

Dopo cinque minuti arrivammo a scuola. Sul piazzale non c’era più nessuno. Scendemmo dalla macchina e io aprii la porta dietro dove stava Seth. Strisciai sul davanti del sedile fino al suo orecchio. Presi il telefono e cercai una canzone rock. Alzai il volume al massimo e gli misi il telefono vicino all’orecchio. Pigiai play.

“Oddio, ma che è?!Kate, ma sei stupida?!Mi hai stimpanato!!!Tu non ragioni e non sei nemmeno razionale!!Dio mio!!Ora mi fa male l’orecchio. È tutta colpa tua!Non sarebbe una brutta cosa se ti uccidessi in questo preciso momento!!!Ah, no, sennò chissà cosa mi farebbe Paul…”

Io mi stavo sbellicando dalle risate. Era veramente una risata di quelle che quando inizi non smetti più.

“Kate, io non ci trovo niente da ridere!!!Spero che il tuo dannato telefono si rompa!La prossima volta ti faccio vedere io.”urlò ancora.

“Ricordati che sono più grande di te.”lo avvertii.

“E tu invece che la prossima volta ti uccido anche se Paul ucciderà me!”ribattè lui.

Già, Paul. Il mio migliore amico che non vedevo da settimane.

“Ehi, se avete finito, vogliamo entrare?Siamo veramente in ritardo adesso.”gridò Leah.

“Sì, arriviamo!”dissi.

Entrammo dentro la scuola. Una grande aula magna con un dipinto ci accoglieva. Ormai tutti i ragazzi erano in classe. Da lì si diramavano tre corridoi con degli armadietti. Molto più accogliente di Forks.

“Ciao Seth.”Leah salutò il fratello.

“Ciao Leah. Ciao Kate. Ricordati che la prossima volta ti uccido.”disse lui.

“Ma certo!Ciao Seth.”lo salutai.

“Ok, andiamo.”disse Leah.

Ci avviammo lungo il corridoio e stavamo per entrare in classe. Speravo che andasse tutto bene.

 

   
 
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