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Autore: Phoenix_cry    29/05/2010    3 recensioni
Dopo la morte di diversi Vulcaniani Spock incomincia a comportarsi aggressivamente fino a che l'equipaggio comincia ad avere paura del leale Vulcaniano. é presto chiaro che Spock non è l'unico Vulcaniano affetto e ciò che resta della sua specie potrebbe essere in serio pericolo.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Star Trek Series'
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Capitolo 5

 

Spock non provava nessun interesse nel prendersi qualche giorno di permesso su una Base Stellare, o in qualsiasi altro posto per quel che importava. Ritornando a bordo della nave controllò che sul Ponte tutto andasse bene. L’equipaggio ridotto a pochi elementi lo rassicurò che tutto era a posto. Sentiva il bisogno di restare sul Ponte, ma con la nave che non andava da nessuna parte non era logico continuare a restare vigili.

 

Spock cominciò allora a vagabondare per tutti i corridoi, controllando ingegneria, la sala teletrasporto, il controllo ausiliario, ed innumerevoli altre stazioni. Quando si ritrovò a controllare addirittura l’Infermeria si rese conto che non stava facendo tutti questi controlli perché ce n’era bisogno, ma perché lui aveva bisogno di fare qualcosa.

 

“Posso esserle d’aiuto, Signor Spock?”

 

“No, Signorina Chapel, sto semplicemente controllando le varie stazioni.”

 

“Oh, beh le cose qui non si faranno movimentate per almeno altre sei ore.”

 

“Devo intendere che lei prevede un aumento delle attività quando si visitano le Basi Stellari?”

 

“Ogni volta.”

 

“Questo dovrebbe fare piacere al Dr. McCoy.”

 

“Non prova mai piacere nel vedere un membro dell’equipaggio ferito, Signor Spock.” Replicò la Signorina Chapel un po’ ferita.

 

“Lo so, proverà piacere perché avrà la prova di essere stato nel giusto.”

 

“Allora sarà di buon umore.”

 

“Indubbiamente.” Concordò Spock.

 

“È sicuro che non posso aiutarla in nessun modo?”

 

“Perché lo chiede?”

 

“Non viene mai quaggiù solo per…chiacchierare.”

 

“Sono in perfetta salute. Buona giornata, Signorina Chapel.”

 

“Buona giornata, Signor Spock, per favore dica a Nyota che probabilmente non ce la farò per il nostro match di tennis questa sera.”

 

“Lo farò.”

 

Continuando a sentirsi scomodamente pieno di energie Spock decise di utilizzare quell’energia per qualche scopo. Camminò fino a raggiungere il livello dove si trovava la palestra. Non era sicuro di cosa voleva fare, correre in tondo non sembrava avere un vero scopo. Arrivato negli spogliatoi tuttavia scorse un formidabile avversario.

 

“Signor Sulu, potrei coinvolgerla in un duello?”

 

“Sempre, Spock.” Sorrise Sulu. “Lei è l’unico su questa nave che non posso battere facilmente. La incontrerò al campo 4 in dieci minuti.”

 

“Eccellente.”

 

Spock incontrò Sulu nel grande campo come d’accordo. Si erano entrambi cambiati. Ora indossavano una tuta bianca aderente alla pelle con maniche che arrivavano fino ai polsi, il colletto copriva la gola, un paio di guanti bianchi completavano il corredo. Armati con delle sottili spade da scherma si misero uno di fronte all’altro come da tradizione. Duellavano con le regole della spada rendendo legittimi i colpi a qualsiasi parte del corpo senza eccezioni. Dato che non indossavano maschere decisero di vietare i colpi al volto.

 

“Pronto?” Chiese Sulu sfoggiando un sorriso smagliante.

 

“Pronto.”

 

Con un grido proveniente dal cuore Sulu si lanciò addosso a Spock con sprezzante abbandono e grande abilità. Era chiaro che godeva immensamente dell’avversario Vulcaniano. Spock fu abbastanza veloce da deviare il primo colpo e squarciare brutalmente l’addome di Sulu. Sulu aveva compiuto un salto all’indietro, ma finì lo stesso con una linea rossa che gli colava dallo stomaco.

 

“Bel colpo!” Lo lodò Sulu.

 

“Grazie.”

 

I seguenti round consistettero unicamente nel rumore dell’acciaio con cozzava con l’acciaio. Mentre Spock aveva la guardia alta a destra Sulu colse l’opportunità di colpire la sua spalla sinistra. Un verde brillante macchiò la spalla di Spock. Con quel colpo entrambi intensificarono lo scontro. La larga stanza permetteva sia la carica che la ritirata. Dopo tanto Sulu era gocciolante di sudore ed entrambi erano coperti di segni colorati dove erano andati a segno colpi minori.

 

Alla fine Sulu ebbe la meglio e affondò la sua spada nel centro del petto di Spock. Il vestito in principio bianco si macchiò del verde che sgorgava dalla ferita. Sulu arretrò e abbassò la spada, fissando Spock. Spock guardò la macchia e alzò un sopracciglio.

 

“Signor Sulu, quello non è un colpo mortale per un Vulcaniano.”

 

“Giusto, ogni tanto me lo dimentico.”

 

“Le concedo la vittoria dato che in accordo alle regole tradizionali quello è un colpo vincente.”

 

“Grazie.”

 

Spock infilò il dito indice nella manica del braccio destro e premette un piccolo pulsante. Le macchie di verde sulla tuta bianca svanirono immediatamente. Sulu fece altrettanto e il match ricominciò. Le spade che utilizzavano erano fantasma, solo l’elsa era solida. Ponevano resistenza solo quando si toccavano l’un con l’altra. Quando la spada immaginaria entrava in contatto con il tessuto speciale della tuta creava un effetto visivo facendo comparire del sangue.

 

Ripuliti incominciarono il secondo match. Incominciando a respirare pesantemente Spock mise tutta la sua concentrazione nello scontro. Fece indietreggiare Sulu fin quasi al muro questa volta. Sulu non aveva fiato da sprecare in scherzi e non aveva più il suo sorriso smagliante. Chiunque avesse assistito alla scena avrebbe creduto che i due si stessero affrontando in un duello fino alla morte.

 

Dato che avere le spalle al muro lo poneva in una situazione di chiaro svantaggio Sulu eseguì una mossa rischiosa per riuscire a scappare. Quando Sulu provò a scappare roteando su sé stesso Spock lo squarciò violentemente. Essendo di spalle il colpo lo attraversò diagonalmente. La tuta di Sulu si illuminò di rosso segnalando un colpo mortale, in questo caso la spina dorsale spezzata. Sconfitto Sulu si voltò e si inchino a Spock.

 

“Sta diventando sempre più spietato, Signor Spock.” Ridacchiò Sulu. “È la prima volta che mi ha colpito alle spalle anche se ho fatto spesso l’errore di offrirgliele.”

 

“Le mie scuse.”

 

“Non ce n’è bisogno, è parte del gioco.” Sulu scrollò le spalle. “Ne facciamo un altro?”

 

“La prego.”

 

Questa volta Sulu si trovò rapidamente nei guai. La sua tuta gocciolava con falso sangue a causa dei brutali, ma non mortali, attacchi di Spock. Mentre il match si faceva più violento Sulu notò del sudore gocciolare dalla pelle di Spock. Sulu non ricordava di aver visto nemmeno una volta, neanche dopo i loro match più energetici, Spock sudare.

 

Quando Spock sferrò un colpo illegale alla faccia Sulu balzò automaticamente indietro anche se la spada non poteva fargli alcun danno. Perdendo l’equilibrio Sulu atterrò sulla schiena. Mostrando assolutamente nessuna pietà Spock colse l’opportunità per trapassare il cuore di Sulu. L’istante in cui realizzò di essersi appena approfittato di un avversario a terra, Spock lasciò cadere a terra la sua spada.

 

“Mi dispiace, Signor Sulu, è stato assolutamente inopportuno.”

 

“Non…non c’è problema, Spock. Alcune volte anch’io mi dimentico che è solo un gioco. Non credo di avere abbastanza energie per un altro match del genere.”

 

“È stato assolutamente antisportivo da parte mia.” Insistette Spock mentre offriva la mano a Sulu per aiutarlo ad alzarsi. “Ovviamente le cedo la vittoria.”

 

“Non è una questione di vincere o perdere, Spock,” sorrise Sulu “è il brivido del combattimento, e questo è stato certamente un match eccitante. Mi prenderò la rivincita in men che non si dica.”

 

I due si diressero verso gli spogliatoi. Spock alzò la mano e se la passo sulla fronte e poi rimase a fissare il liquido salato sulla sua mano. Non si era reso conto di quanto era stato dispendioso il match con Sulu fino a quel momento. Prendendo un profondo respiro Spock realizzò che si sentiva molto meglio rispetto a quando vagava per i corridoi. Il match era riuscito a fargli spendere completamente tutta quell’energia in più che aveva il pomeriggio.

 

Dopo essersi fatto una breve doccia Spock si rimise addosso l’uniforme e si domandò cosa fare. Decise di controllare nei suoi appartamenti per vedere se Uhura era ritornata dai suoi giorni di permesso. Entrando si rese subito conto di un piccolo e peloso invasore nella sua stanza quando questo si avventò sul suo piede. La risata musicale di Nyota subito gli stuzzicò le orecchie.

 

“Che cos’è?”

 

“Un gatto.” Nyota sorrise esitante.

 

“Questo lo posso vedere da solo. Immagino che avrei dovuto chiedere ‘Perché è qui?’.”

 

“L’ho adottato sulla Base Stellare 17, non ho saputo trattenermi.”

 

“Il Capitano è informato di questo animale?”

 

“Sì, gliel’ho chiesto, ha detto che andava bene. Infatti ha detto che pensava che avrebbe potuto farti bene.”

 

“A me?”

 

Spock guardò dubbiosamente il gatto rosso che si strusciava sulla sua gamba tenendo in alto la coda. Nyota trattenne il fiato quando Spock si chinò a raccogliere il gatto. Felice di stare ricevendo finalmente le attenzioni che meritava pienamente il gatto strofinò la testa sotto il mento di Spock cominciando a fare le fusa.

 

“Cosa sta facendo?”

 

“Sta facendo le fusa. Vuol dire che gli piaci.” Ridacchiò Nyota. “ Non hai mai sentito un gatto fare le fusa?”

 

“No. Su Vulcano i gatti venivano mangiati prima che avessero la possibilità di farle.” Spock passò il gatto a Uhura come se fosse stato un oggetto inanimato. “Penso che questo avrebbe un ottimo sapore in una salsa allo zenzero.”

 

“Cosa?” Chiese Nyota inorridita.

 

Un sorriso così lieve che toccò a malapena gli angoli della bocca di Spock gli apparve in viso. Non fu l’accenno di sorriso, quanto la breve scintilla di malizia che lampeggiò nei suoi occhi scuri che la fece fermare. Era uno sguardo così simile a quello del Capitano che per un momento la fece preoccupare, tuttavia, lo sguardo era apparso e svanito così in fretta che non era sicura di averlo visto davvero.

 

“Spock…era uno scherzo?”

 

“Sì.” Spock annuì e si avvicinò di nuovo il gatto. Completamente ignaro della finta minaccia il gatto continuò a fare le fusa.

 

“Allora lo possiamo tenere?”

 

“Ti rende felice?”

 

“Sì.”

 

“Allora è il benvenuto.”

 

“Grazie.” Nyota sorrise e baciò Spock sulla guancia.

 

“Questa creatura possiede un nome?”

 

“Anubis.”

 

“È un nome altamente illogico per un gatto dato che ‘Anubis’ era un’antica divinità egizia con il muso da sciacallo.”

 

“A me piace.”

 

“Anubis.” Ripeté Spock e il gatto alzò lo sguardo su di lui. “Sembra che anche a lui piaccia.”

 

Nyota ridacchiò di nuovo e arruffò il pelo di Anubis. Eccitato per aver trovato una nuova casa il gatto si mosse fra le braccia di Spock e si stiracchiò. Spock si mosse verso il letto e vi si sedette, accarezzando il soffice pelo di Anubis con sguardo assente. Nyota conosceva bene quello sguardo, stava pensando troppo a qualcosa.

 

Avvicinandosi al letto si sedette a fianco di Spock. Prese Anubis dalle sue mani e lo poggiò sul pavimento. Ancora immerso nei suoi pensieri Spock continuò a fissare davanti a sé. I muscoli delle spalle e del collo erano tesi per lo stress. Anche nella sicurezza dei loro appartamenti la sua postura era rigida come se un Ammiraglio potesse entrare da un momento all’altro. Un timido sorriso si diffuse sulle labbra di Nyota mentre si sporgeva e gentilmente applicava una leggera pressione sulla punta dell’orecchio di Spock con i denti. Spock chiuse gli occhi e prese un profondo respiro prima di riaprirli.

 

“Ti piace mordere le mie orecchie, non è vero?”

 

“Mi piace come ti fa rilassare.”

 

Spock annuì, tuttavia quando Nyota cercò qualcosa di più si sottrasse.

 

“Per favore non farmi questo oggi.” Disse Spock con calma. “È una discussione illogica che non desidero cominciare al momento.”

 

“Stavo solo essendo amichevole.”

 

“Mi stai torturando.”

 

“Non ti è mai dispiaciuto prima.”

 

“Le cose cambiano.” Replicò gelidamente Spock. “Comportamenti amorosi al di fuori del vincolo del matrimonio sono inaccettabili.”

 

“E io lo rispetto, davvero. Non cercavo niente di più che un bacio.”

 

“Presumo che i tuoi genitori non siano ancora interessati ad incontrarmi?”

 

“No.” Nyota ammise tristemente. “Mi dispiace, non avrei dovuto tenere nascosta la nostra relazione così a lungo, sta rendendo la loro approvazione ancora più difficile da ottenere. Mi serve solo più tempo, se non riesco a convincerli in sei mesi allora ci sposeremo senza di loro.”

 

“Uhura…” Spock si fermò senza continuare.

 

“Spock?”

 

“Uhura, io…io sto esaurendo il mio tempo. Potrei non avere sei mesi.”

 

“Che vuoi dire?”

 

“Sto invecchiando.”

 

“Hai trentadue anni…i Vulcaniani vivono centinaia di anni.” Disse Nyota sulla difensiva.

 

“Ne sono consapevole. È una delle ragioni principali che i tuoi genitori usano contro di me, no?”

 

“Sì, fra le altre.” Nyota sospirò. “Temono che quando invecchierò tu sarai ancora giovane e mi lascerai.”

 

“Si sbagliano, la mia giovinezza è ora…” Spock esitò di nuovo “ed è qualcosa che devo prendere in considerazione.”

 

“Non ti capisco.”

 

“Non mi aspetto che tu capisca.”

 

“Allora spiegami.” Domandò Nyota.

 

“Non posso.”

 

“Pensi che non capirò, che la mia mente umana non riuscirà a capire?” Ringhiò Uhura, improvvisamente arrabbiata.

 

“Non è così…”

 

“Non sei l’unico al quale pesa tutta questa attesa.” Sibilò Nyota mentre i suoi occhi brillavano per le lacrime. “Pensi che i tuoi migliori anni stiano svanendo? E i miei allora? Io non ho duecento anni da sprecare.”

 

“Nyota, ti prego non arrabbiarti…”

 

“Perché? Perché è troppo umano?”

 

“Uhu…”

 

“No, no, non voglio sentirlo.” Nyota si alzò in piedi. “Ti ho aspettato per quasi quattro anni, e ora tu non puoi concedermi sei mesi? Non posso credere che preferiresti sposare qualche stupida vagabonda su Natala piuttosto che aspettarmi o dimenticarti della tua natura moralista e semplicemente fare l’amore con me ‘fuori dal vincolo del matrimonio ’.”

 

“Non c’è nessuna su Natala per me.”

 

“Sì, certo. Pensi che sia stupida” Disse Nyota. “I Vulcaniani potranno anche non ammetterlo, ma tutta la Galassia sa che stanno cominciando un programma di riproduzione…è logico.”

 

“Hai ragione, ma io non ne sarò parte. Ho bruciato quel ponte, nessun Vulcaniano avrà niente a che fare con me, e io non avrò nulla a che fare con loro.”

 

“Allora dimmi cosa c’è che non va. Se non sposerai una Vulcaniana perché stai ‘finendo il tuo tempo’, spiegamelo.”

 

“Non posso.” Sospirò Spock.

 

“Spock,” disse Nyota “sei completamente illogico.”

 

Nyota girò sui tacchi e uscì dalla stanza. Spock ascoltò la porta che si apriva e si chiudeva mentre usciva. Se avesse potuto avrebbe sbattuto la porta ne era sicuro. Trovandosi improvvisamente a corto di fiato Spock si stese sul letto. Con la mano si premette la base del naso per fermare il mal di testa che stava arrivando. Anubis saltò sul letto e gli si strofinò contro.

 

“Perché non posso semplicemente dirglielo, Anubis?” Sospirò Spock al gatto. “Non è così complicato: se dovessi entrare nel Pon Farr a questo punto della mia vita…probabilmente morirei. Se non prenderò una compagna, sarò costretto a tornare su un mondo che non esiste più per partecipare ad una tradizione che è ormai proibita.”

 

Anubis fece le fuse e continuò a strofinarsi contro uno Spock turbato. Spock si alzò e spinse via con rabbia l’animale.

 

“Nyota ha ragione, sono completamente illogico…sto parlando con un gatto.”

 

 

 

 

 

Eccoci qua! Grazie ancora a tutti i lettori^^

  
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