Legami Invisibili
di Lilyan
18. Due mondi a confronto
Era già passata un’ora da quando Harry e Draco
erano stati rinchiusi da Silente in quella stanzetta.
A ben pensarci, avevano parlato più in quel breve lasso di tempo che in tutti i sei e più anni oramai trascorsi
ad Horgwarts. E cosa molto più strana, non avevano
ancora litigato!
- Tu cosa pensi dovremmo fare allora? Dopotutto se
anche continuassimo a nascondere la cosa qui a scuola, come hai detto tu tra
poco anche questa sarà finita… e allora dovremo cavarcela da soli! -. Harry non
comprendeva ancora del tutto i timori di Draco, anche se iniziava ad
immaginarsi le difficoltà che da lì a pochi mesi sarebbero
potute iniziare.
- Non hai capito Potter? Quando usciremo di qui le
nostre strade si divideranno, e se saremo abbastanza
attenti… - E gli scoccò uno sguardo molto eloquente che gli diceva “SE TU
STARAI ABBASTANZA ATTENTO” - … allora non dovrebbero esserci grossi problemi…
in fondo sarò io a dover continuare a tener nascosta a mio padre tutta questa
storia. Tu continuerai la tua vita come sempre… senza alcun problema… -.
Draco era visibilmente malinconico mentre parlava.
Harry si domandò che cosa aveva dovuto passare in quegli anni… di certo, non
doveva essere stato molto facile per lui, ingannare Piton e soprattutto Lucius
per tutto quel tempo… ma cosa credeva il serpeverde? Che
invece per lui sarebbero state tutte rose e fiori?
- Credi che per me sarà facile? Se non te ne sei
ancora accorto non sono proprio una cima in
occlumanzia… e considera che la mia vita non sarà di certo senza problemi… non
lo è mai stata! Te ne sei forse dimenticato? Là fuori c’è più di una persona
che mi vuole morto… Voldemort, i mangiamorte, tuo padre… e un giorno anche… -
Harry si bloccò appena un istante prima di dire quello
che entrambi sapevano… un giorno anche Draco sarebbe stato uno di “loro”, e se
già non lo odiava abbastanza da volerlo vedere morto, prima o poi sarebbe
arrivato anche quel momento.
Draco aveva compreso benissimo quello che Harry
voleva dire. Il giorno che avrebbe seguito suo padre nella sua missione, non
sembrava poi così lontano.
Tra i due scese per un po’
un silenzio agghiacciante.
Draco si alzò allora dalla poltrona e si mise ad
osservare incuriosito tutti quei libroni impolverati che giacevano sugli
scaffali della libreria. C’erano alcuni testi di storia della magia che
risalivano al decimo secolo. Il biondo intuì che dovevano essere di grande valore oltre che molto interessanti. Chissà perché
non erano in biblioteca assieme agli altri… era un vero spreco lasciare che
libri così rari venissero rovinati a quel modo dal
passare del tempo. Tra i vari titoli, Draco ne riconobbe alcuni che possedeva
anche suo padre, e che lui aveva già letto, comodamente seduto nella biblioteca
di casa Malfoy... finché il suo sguardo non fu attirato da uno in particolare.
Che Silente avesse fatto apposta a rinchiuderli in
quel buco era più che palese. E
che volesse forzare gli eventi, era altrettanto ovvio. Ma che fornisse loro
anche le letture appropriate all’occasione… era certamente
da malati mentali!
Harry era rimasto seduto a riflettere.
Il futuro.
Non ci aveva mai pensato seriamente. O meglio, lui
sapeva di voler diventare Auror a tutti i costi e che avrebbe combattuto i
Mangiamorte e Voldemort fino alla morte, se fosse
stato necessario. Lo doveva fare. Doveva in qualche modo vendicare la morte dei
suoi genitori e quella di molti altri innocenti. Non era solo questione di
destino. Lo doveva fare per se stesso. Per riuscire a placare
la propria anima, lacerata dal dolore, dal giorno della scoperta che i suoi
genitori erano morti per salvarlo. Ma non si
era mai soffermato a pensare veramente a quali conseguenze avrebbe portato la
sua scelta. Fino a quel momento gli era sembrato tutto semplicemente
“giusto”, e quindi i dubbi non lo avevano mai assalito. Ora, di fronte a
quel ragazzo, aveva capito che un giorno si sarebbero dovuti incontrare. Ma non si sarebbe trattato più di qualche litigio o qualche
stupido incantesimo. Non più. Un giorno avrebbero dovuto incontrarsi uno di
fronte all’altro a lottare veramente, ognuno per i propri ideali… e uno dei due
sarebbe morto.
A quel pensiero se ne aggiunsero
poi altri. Al suo fianco, nella battaglia contro il Signore
Oscuro, avrebbero combattuto molti degli attuali studenti di Hogwarts… e questo
era incoraggiante… ma ce ne sarebbero stati anche dalla parte del nemico… e
Harry avrebbe dovuto lottare contro di loro… contro quei ragazzi, che nel bene
o nel male, condividevano con lui quei giorni di spensieratezza a scuola.
Questo non era giusto!
- Sfregiato, tieni, forse questo ti potrebbe
aiutare! – Con la solita arroganza, Draco aveva allungato a Harry uno di quei
libri polverosi.
- Che diavolo è? - Chiese stupito Harry, che era stato
richiamato bruscamente alla realtà da quelle parole.
- Non sai più leggere, Potter? –
Harry allora abbassò il suo sguardo.
La copertina ingiallita diceva:
“Vincoli di parentela, Patti
di sangue, Unioni magiche”
Sottotitolo:
“Tutto quello che dovreste
sapere sui legami tra i maghi”
- Che cos’è? – Chiese comunque capendoci meno di prima.
- Ma non ci arrivi proprio,
eh Potter? Capitolo sedici, pagina quattrocentotrentadue.
Leggi! – Draco spazientito si era di nuovo seduto. Sembrava una tigre in
gabbia. Non riusciva a stare fermo per più di dieci
minuti e poi continuava a camminare per la stanza senza sapere cosa fare.
- Vediamo… capitolo sedici…
- Harry iniziò a sfogliare il libro facendo volare nell’aria un mucchio di pulviscolo.
– Eeeee-tchu! H-Hai detto pagina quattrocento…? -.
- Quattrocentotrentadue! -.
“Capitolo XVI - Il Mistero
delle Anime Affini “
- Ma tu come…? - Solo in
quel momento Harry si rese conto della precisione delle indicazioni di Draco.
- L’ho letto penso… un
centinaio di volte. Ormai conosco intere parti a memoria. Non credere però, non
troverai nessuna risposta alle tue domande, solo forse comprenderai meglio le
responsabilità che questa situazione comporta -.
Harry lesse tutto attentamente, divorato dalla sete
di conoscere.
Riassumendo il tutto, si poteva dire che il
discorso di Silente e il racconto di Ron ricalcassero
più o meno le parti salienti di quel capitolo… insomma: il destino, il legame
indissolubile, grandi imprese… una lista di nomi di maghi famosi… nulla però che ne spiegasse il perché. Solo
una cosa aveva incuriosito Harry e gli aveva fatto
nascere qualche dubbio…
“Sin
dall’antichità, si è notato come spesso questo particolare tipo di legame si
sia tramandato all’interno di una stessa
famiglia, creando quelle che nei secoli vengono
ricordate come le alleanze di maggior successo tra clan di maghi.”.
Gli erano tornate in mente in quel preciso istante
le parole di Andromeda: “Era nel vostro sangue!”.
La domanda nacque spontanea nella mente di Harry –
Malfoy? -.
- Mhh? -
- Nella tua famiglia ci sono mai stati casi simili?
Sì, insomma, ci sono mai stati casi di anime affini?
-.
- Che io sappia, no. Ma devi
sapere che ha radici molto lontane, non per niente è una delle famiglie di
purosangue più antiche… non escludo che ci possano essere stati in passato…
perché me lo domandi? -.
- Beh, qualcuno mi ha detto che… sì, che questa
cosa ce l’avevamo nel sangue, come se fosse già
successo qualcosa di simile… -.
- Ci avevo pensato anch’io leggendo quel libro…
però quando l’ho chiesto un giorno a mio padre, ha detto
che nemmeno a lui sembrava fosse mai accaduto qualcosa del genere ai Malfoy. Perché, nella tua famiglia è già successo? – Chiese a sua
volta il biondino incuriosito da quel discorso.
Harry rifletté un attimo.
Di certo, da parte di sua madre non poteva essere; non
c’erano stati mai altri maghi, altrimenti zia Petunia non avrebbe mancato di
raccontare se qualche altro parente, anche lontano, avesse mai infangato il
buon nome, per non parlare del quieto vivere, della loro famiglia. Non restava
che suo padre, dei cui consanguinei, però, non conosceva praticamente
nulla, se non il fatto che non ci fosse più nessuno.
Draco si rese conto di aver fatto una domanda a cui
Potter non avrebbe potuto rispondere. Non aveva nemmeno conosciuto i suoi
genitori… come poteva sperare che sapesse qualcosa della sua famiglia?
- Potter, non credo si tratti di ereditarietà
se è questo che pensi – Cercò di toglierlo e togliersi dall’imbarazzo – E’
stato un caso, tutto qui. Poteva succedere a chiunque,
purtroppo è accaduto a noi.
Dobbiamo solo accettarlo. -
- E TU sei stato in grado
di accettarlo? – Gli chiese Harry.
Era giunto il momento della
verità?
Draco si accomodò meglio sulla poltroncina. Con una
mano si sistemò un ciuffo di capelli che era sfuggito dalla chioma ingellata e
prese un profondo respiro prima di iniziare a parlare.
- Se vuoi sapere se me ne
sono fatto una ragione, allora posso dirti che ancora oggi, quando ci ripenso,
mi chiedo perché proprio io. Però ho accettato la situazione, il fatto che, per
quanto io ci stia a ragionare e a scervellarmi sul
come evitare di rimanerne coinvolto, non c’è nulla che si possa fare per
uscirne -.
- Hai detto che lo hai scoperto ancora prima di
iniziare la scuola, quel giorno da Madama McClan. Allora perché non me lo hai
detto subito, o almeno una volta arrivati qui ad
Hogwarts? Mi odiavi già così tanto ancora prima di conoscermi? – Harry si rese
conto da solo che quella era una domanda stupida. Ovvio che Malfoy lo odiasse! Chissà da quanto tempo aveva
sentito parlare da suo padre di Harry Potter, il neonato che aveva causato la
disfatta di Voldemort, il loro Signore. Ovvio che lo detestasse
senza aver bisogno di conoscerlo. E perché mai avrebbe
dovuto volerlo conoscere?
- Io non ti odiavo… avevo
paura! – Lo spiazzò Draco, il cui viso assunse un colorito rosato.
- Cooooosa? – Incredulo Harry si era lasciato
scappare un gridolino acuto.
Draco iniziò a muoversi in visibile imbarazzo. La
poltrona gli sembrava improvvisamente parecchio scomoda e così si alzò per
l’ennesima volta iniziando a marciare su e giù per la piccola stanzetta.
- Cooosa? Draco Malfoy che ammette di aver avuto
paura? -.
- Piantala Potter, non
iniziare a fare il cretino come al tuo solito! -.
- OK. Ma tu adesso mi
spieghi di cosa avevi paura… insomma io non sapevo nemmeno tenere in mano una
bacchetta, cosa pensavi ti avrei potuto fare? Al massimo ti avrei preso per
pazzo, visto che non conoscevo praticamente niente del
mondo dei maghi! -.
- Non hai capito nulla Potter, come sempre, del
resto. Io non avevo paura di te, si vedeva lontano un miglio che eri spaurito e intimorito da questo mondo… -.
- Allora spiegami perché io voglio capire. Di cosa
avevi paura? -.
- Non capiresti… comunque,
di me stesso e di quello che ero e sono tutt’ora -.
- Hai ragione, non capisco!
-.
- Vedi Potter, io avevo già scoperto da tempo cosa significasse il simbolo che ogni tanto appare
sul mio braccio ed ero curioso. Curioso di sapere chi era
l’altra persona che lo possedeva e che avrebbe condiviso con me la mia vita.
Quando ti ho incontrato per la prima volta, non sapevo chi fossi
e non mi importava. Nel momento in cui ho capito che
tu eri la mia anima affine e che avresti frequentato Hogwarts, il mio unico
pensiero era diventato quello di riuscire ad avvicinarti e raccontarti tutto -.
- E perché non lo hai fatto,
allora?! – Lo interruppe brusco Harry.
Draco continuò il suo racconto come se niente fosse
- Poi il primo giorno, sul treno, è circolata una voce. Harry Potter, proprio
il bambino sopravvissuto, avrebbe frequentato Hogwarts e la curiosità generale è dilagata. Tutti volevano vederti, incontrarti, vedere chi fossi. Io incluso. Volevo sapere che faccia avesse il
bambino che aveva sconfitto il Signore Oscuro; chi era
tanto potente senza nemmeno saper usare la magia… e poi ti vidi. In quel
momento tutto quello che mi ero immaginato era crollato, tutte le mie speranze
svanite. Harry Potter era la mia anima affine e io ho avuto paura. Io ero e sono un Malfoy, non poteva accadere a me. Tutti ma non tu.
Mio padre non lo avrebbe mai accettato. -.
- E’ per questo che non
glielo hai mai detto? Che gli hai nascosto sempre
tutto? Avevi paura di lui, che ti potesse fare
qualcosa? – Harry rabbrividì all’idea che un padre potesse
fare del male al proprio figlio. Ma dalle parole udite
un giorno da Silente, aveva imparato che da Lucius Malfoy c’era da aspettarsi
di tutto. Persino che uccidesse il proprio figlio per
i propri scopi.
- Non pretendo che tu capisca. Non è solo questione
di tenere segreta una cosa a mio padre. Lui ha le sue idee su certe cose e
nessuno può fargliele cambiare. Se lui vuole raggiungere qualcosa, prima o poi la ottiene e non guarda in faccia a nessuno! –
- Ma se è questo il problema fino ad adesso sei riuscito a fregarlo! Se non
lo ha scoperto in sei anni… -.
- E credi che per
me sia stato semplice? Hai idea dello sforzo che richiedono
le lezioni di occlumanzia? – Draco sbottò innervosito e Harry annuì appena. –
Bene, io devo mantenere quella stessa concentrazione quasi
sempre, quando sono da solo con mio padre… spesso tenta di penetrare
nella mia mente per capire se c’è qualcosa che gli nascondo e io non posso
permettere che questo succeda! -.
- E quando sarà finita la
scuola che farai? Non potrai nasconderglielo per tuta la vita, vero? – Harry fu
scosso all’idea che Draco potesse raccontare tutto a Lucius, avrebbe
di certo dovuto guardarsi ancor più da lui in futuro… ma più di tutto,
provò per la prima volta compassione, per quel ragazzo. Sembrava quasi avesse timore del proprio padre.
- Scusa, Potter, ma questi non sono affari tuoi! –
Draco sembrava non voler proseguire in quel discorso.
- Sono anche fatti miei se permetti! Siamo o no
anime affini? Credo che se la mia vita dovrà peggiorare
ancor più di così forse dovrei saperlo, non credi? Per te potrà anche essere
facile, ma venir cacciato anche perché sono per
qualche motivo legato a te… beh, almeno mi piacerebbe saperlo prima!-.
- Pensi solo alla tua salvezza, vero Potter? Come
sempre! Comunque, non ti preoccupare, se ti faranno
fuori non sarà per colpa mia… se non l’ho detto a mio padre in tutti questi
anni, ho i miei buoni motivi. Quindi non temere, non
ho intenzione di raccontarglielo ancora per molto tempo! -.
- Ma quando sarai uno di loro dovrai
dirglielo! – Harry se l’era fatto sfuggire. Da quando erano restati soli in
quella stanza una sola domanda gli frullava per la
testa. Voleva sapere cosa sarebbe successo il giorno che Draco sarebbe
diventato un Mangiamorte come suo padre.
Draco si era di colpo voltato verso Harry
fulminandolo con lo sguardo.
- Non sai di cosa parli Potter, ora stai davvero
oltrepassando il limite! – Gli occhi di Malfoy lo avrebbero incenerito se solo
avessero potuto.
- Non so di cosa parlo, eh? Vediamo se hai almeno
il coraggio di dirlo qui dove non ti può sentire nessuno tranne me… prova a
dire che non diventerai un Mangiamorte… - Harry era fuori di sé e osservò Draco
titubare a quelle parole - … visto! Non lo puoi dire perché sai che è così, lo
sanno tutti e tu non puoi nasconderlo! -.
- Non ho proprio nulla da nascondere perché non c’è
nulla da dire! Tu non sai niente di me, tu non mi conosci e non sai cosa
voglio! Facile per te sputare sentenze, Potter. Chi ti può fermare se vuoi
prendere una decisione… forse i tuoi genitori? Ah, no che sbadato. Tu non ce li
hai i genitori! Tu non hai nessuno! Puoi fare tutto quello che vuoi della tua vita, perché tanto nessuno potrà mai
impedirtelo! Io non sono così fortunato! – Draco rasentava il color porpora
mentre urlava velenoso quelle parole. Era stato punto
sul vivo e doveva e voleva difendersi.
- FORTUNATO? Ma ti rendi
almeno conto di quello che dici o il tuo misero cervello si è preso una
vacanza? Fortunato a non avere una famiglia, fortunato a sentirsi gli occhi
dell’intero mondo puntati continuamente addosso e che si aspettano che tu
faccia chissà quali miracoli? Ma ti resta un briciolo di intelligenza?
Tu non sai nemmeno quanti nemici ho là fuori, che vogliono tutti
la mia morte… pensi che la tua bella vita di principino viziato sia
tanto peggiore della mia? Perché se è così faccio
volentieri a cambio! – Harry era schizzato in piedi rosso
come un peperone e ora fronteggiava Malfoy faccia a faccia.
- Tu sei pazzo Potter, non immagini neanche
lontanamente cosa significa essere un Malfoy! –
- E tu non ti rendi conto di cosa voglia dire essere Harry Potter! –
…
…
I due si guardarono per qualche istante quasi avessero esaurito tutte le parole che avevano da dirsi.
Entrambi avevano sfogato le loro frustrazioni e
avevano ancora molte domande in attesa di una risposta… ma quella sfuriata era
servita a qualcosa…
Draco distolse per primo lo sguardo e con
noncuranza si diresse verso la sua poltrona. Si sedette tranquillamente e fece
segno ad un incredulo Harry di fare lo stesso. Quando venne
raggiunto il giovane Malfoy lasciò Potter senza parole.
- Allora spiegamelo tu! -.
Harry sulle prime non reagì.
Forse la sorpresa per quella affermazione,
forse il cervello che ancora stava elaborando quelle parole… poi un respiro
profondo precedette la sua risposta.
- COSAAAAA? COSA VUOI CHE
TI SPIEGHI? -
- Semplice. Spiegami cosa significa essere te, Harry
Potter! –
- Stai scherzando, vero? -.
- Mai stato più serio. Volevi Parlare? Ecco
l’occasione migliore, spiegami quello che hai passato in questi anni! -.
- Ma tu sei tutto matto!
Io non ti racconto un bel niente di me. Vuoi scoprire
qualcosa sul mio conto per poi andare a spifferare tutto a tuo padre, non è
vero? – Harry non riusciva a comprendere quel repentino cambiamento in Draco e
se già prima si fidava poco di lui ora non gli credeva affatto.
- Insomma, è così difficile per te trattarmi come
qualsiasi altro in questa scuola? Possibile che tu non riesca a parlare con me
come fai con tutti gli altri? – La voce di Draco tradiva una certa amarezza.
- Come puoi chiedermi una cosa del genere? Ti rendi
conto, Malfoy, che sono più di sei anni che ci comportiamo
a questo modo, perché dovremmo cambiare proprio ora? Perché
dovrei voler cambiare atteggiamento nei tuoi confronti, se poi già sappiamo
entrambi che non potrà durare a lungo? – L’allusione continua al futuro di
mangiamorte di Draco stava davvero stufando la serpe.
- Allora facciamo così! Ti dirò io qualcosa sul mio
conto così forse capirai finalmente chi è il
sottoscritto! -.
Harry tacque di colpo.
Draco Malfoy che gli raccontava aneddoti sulla
propria vita era un evento surreale e fosse cascato il
mondo non avrebbe voluto perdersi nemmeno una sillaba di quello che stava per
sentire. Quindi senza farselo ripetere anche Harry si sedette e attese
incredulo che il Serpeverde parlasse.
- Se credi che per me sia
facile essere un Malfoy, ti sbagli di grosso. Tante volte vorrei essere uno
qualunque e non il figlio di Lucius Malfoy… ma purtroppo non posso
e devo convivere con questa mia condizione. Mio padre ha le sue idee, i suoi
ideali e alle volte per me è difficile essere all’altezza delle sue aspettative… essere il figlio che lui vorrebbe… purtroppo
per molti versi non lo sono e non manca occasione per farmelo notare. Non
credere Potter che sia sempre bello avere dei genitori, non quando il nome e le
apparenze diventano più importanti di tutto il resto! E’ per quello che ti dico
che alle volte preferirei non averli dei genitori–.
- Non capisco, vuoi dire che i tuoi non ti vogliono
bene?-.
- Non è così semplice. A loro modo tengono a me… ma
non si può certo parlare di amore! – Rispose tra i
denti.
- Ma com’è possibile, sono
i tuoi genitori!-.
- Sì, ma sono prima di tutto dei Malfoy e poi sono…
- Draco non poteva dirlo, ma Harry comprese al volo dall’espressione del
ragazzo.
- Lo so, ma nonostante tutto sei
sangue del loro sangue! –
- E appunto per questo pretendono
che io sia sempre all’altezza, che sia il figlio che possono orgogliosamente
mostrare ai loro amici, senza tener conto di quello che in realtà desidero io!
– per l’ennesima volta Draco si era alzato e ora dava le spalle a Harry.
- E tu che cosa vuoi? –
Chiese ansioso Harry.
- Vorrei essere libero! – Sussurrò senza voltarsi.
- Ma tu sei libero! –
Esclamò Harry alzandosi a sua volta e raggiungendolo. – Tu puoi fare quello che
vuoi! Non hai gli occhi di tutti puntati addosso. Nessuno si aspetta da te che
salvi il mondo o che sconfigga chissà quale male… se solo sapessi come mi sento
tutte la mattine quando mi sveglio! Il peso di tutte
le responsabilità che mi hanno cacciato addosso mi angoscia costantemente. Non
so mai cosa aspettarmi da un giorno all’altro, non so nemmeno se sopravviverò… - A quelle parole Draco si voltò a guardarlo
in faccia e Harry proseguì – Non è solo Voldemort a volere la mia morte… e io
ho paura. Ma questo non può saperlo, tu sei il primo a
cui lo dico. E tu vuoi essere libero? Io che cosa
dovrei dire? –
- Io non sono libero come credi, nemmeno io posso
scegliere, loro vogliono che … -.
In quel momento un cigolio fastidioso distrasse e i
due giovani che si voltarono verso il vecchio portone che si stava finalmente
aprendo. Dietro i battenti apparve Silente accompagnato dal professor Piton e
dalla McGrannit.
- Visto che stanno
entrambi bene, professori? – Disse ironicamente il preside. – Sapete ragazzi, i
vostri responsabili pensavano vi fosse successo qualcosa, ma io avevo cercato di
rassicurarli sul fatto che voi foste in grado di rimanere nella tessa stanza senza picchiarvi, non è vero? -
Grifondoro e Serpeverde fissarono i tre basiti. Ma allora erano tutti coinvolti in quella farsa?
- Credo che ora potete tornarvene alle vostre stanze.
E’ quasi ora di cena e vorrete prepararvi, no? -.
Improvvisamente Harry si accorse di una cosa. –
Preside, ma Hermione? –
- Oh? Sì, che sbadato, abbiamo trovato il modo di
rompere l’incantesimo, ora lei signor Malfoy e la signorina Granger sarete liberi! – Sorrise Silente.
- Ma è fantastico! –
Esultò Harry che non vedeva l’ora di vedere come stava l’amica.
- Molto bene, era ora! – Draco aveva invece ripreso
il suo solito tono acido.
- Adesso potete andare, vi
aspettiamo in Sala Grande per la cena! – Li congedò il preside che li
osservò uscire a passo spedito da quella stanzetta.
Appena girato l’angolo Harry stava già avviandosi
lungo il corridoio quando Draco, che aveva già sceso
un paio di gradini delle scale lo richiamò.
- Hey Potter! -
- Che c’è Malfoy? – Harry
si fermò all’istante.
Draco rimase un istante in silenzio fissando il
ragazzo che aveva di fronte. Stava facendo forse un errore? Non importava più
ormai. Aveva preso una decisione!
- Allora cosa c’è Malfoy? E’ già tardi! – Lo spronò
il Grifondoro.
- Volevo… volevo solo che
sapessi… che io non voglio essere come loro! – Dopo aver detto quelle parole
Draco corse giù dalle scale più in fretta che poté.
Harry, impietrito, restò invece lì fermo in mezzo al corridoio.
Era anche quello un trucco, o davvero Malfoy non
voleva diventare come i suoi genitori?
Quella sera, a cena, né il Grifondoro né il
Serpeverde si fecero vedere.
Il piano di Silente stava cominciando a sortire
qualche effetto!
*
*
*
Continua
* * * * * *
Eccomi
qui di nuovo dopo le agognate vacanze!!! Lo so non
sono riuscita a postare il capitolo prima di partire, ma ora sono a casa e
potrò dedicarmi alla scrittura a tempo pieno… o quasi! Ora che mi sono
ossigenata il cervello ( o quei pochi neuroni che sono rimasti ) spero di avere
maggior ispirazione e di non deludervi!!! Mentre ero
al mare mi è venuta un’ idea per un’altra storia… vorrei provare a scrivere una
Harry-Draco… ma è presto per parlare di questo.
Come
sempre un abbraccio a tutti!
© Lilyan ©