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Autore: Damia    29/05/2010    10 recensioni
Come si festeggia ad Hogwarts l'ultimo anno?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa piccolezza l'ho scritta per un contest, ma poi il giudice ha avuto dei problemi di connessione, per cui è rimasta inedita su EFP. Poi...se il giudice tornerà ad essere operativo...vedremo se ne scriverò un'altra.

Per inciso parte tutto da un video di Queer As Folk, che qui non pubblico...che non si sa mai!

 

“Hey Harry, hai deciso con chi vieni?” Ron gli diede una leggera gomitata nelle costole, mentre stavano cercando di finire i compiti.

“Uh? Dove?” Harry si risvegliò dal torpore.
“Al ballo di fine anno, amico! Io ci porto Hermione,” disse l’amico, con un sorriso pieno d’orgoglio.
“Ci mancherebbe solo che non ci portassi la tua ragazza! Comunque no, non ho deciso. Penso che verrò da solo. Non è come al Ballo del Ceppo che dovevo per forza portare qualcuno, no?” Harry fece spallucce e tornò alla sua pergamena.

“Harry, ma non puoi venire da solo! Guardati in giro, hai solo l’imbarazzo della scelta. Qualsiasi ragazza ti direbbe di si!” Ron era quasi offeso dal pensiero che Harry non si approfittasse, nemmeno un pochino, della fama derivante dalla sua vittoria. Va bene che erano dei Grifondoro leali e corretti, ma erano anche ragazzi nel pieno del loro….vigore. Si, Hermione l’aveva chiamato così. Ron preferiva definirlo ‘tempesta ormonale’.

“Ron, vedremo ok? Forse inviterò qualcuna.” Harry gli lanciò un’occhiata che indicava chiaramente che il discorso, per lui, si chiudeva lì.

Si, qualsiasi ragazza mi direbbe di si. Ma io non voglio una ‘qualsiasi ragazza’.

La sera si ritrovarono tutti in Sala Grande per cena. Al ballo mancavano poche settimane e tutti gli studenti erano più eccitati da quell’evento, che dagli esami che incombevano. Beh, quasi tutti: Hermione non faceva altro che studiare e ripassare, aveva persino fondato dei gruppi di studio.
La guerra aveva insegnato loro molte cose. Non uccidersi a vicenda ed imparare a conoscersi erano, forse, quelle che potevano mettere in pratica più spesso.
Così Hermione aveva dichiarato, senza possibilità di replica, che i SUOI gruppi di studio sarebbero stati aperti a chiunque volesse partecipare.
Harry si ritrovò a studiare Incantesimi e Pozioni con altri Grifondoro, ma anche Corvonero, Tassorosso e persino qualche Serpeverde.
Non si stupì quando, per la prima volta, vide entrare Draco Malfoy. Harry si chiese spesso se fosse stata la guerra a cambiarlo, o se fosse sempre stata la persona che stava conoscendo pian piano nei pomeriggi dedicati alle esercitazioni.

All’inizio quasi non ci fece caso, ma Draco non era più strafottente o maligno. Aveva conservato la sua ironia pungente e quell’aria aristocratica non l’aveva abbandonato, ma era più disponibile verso tutti, persino verso i Grifondoro.
Si ritrovò spesso a fissarlo. Quando Draco si concentrava, si estraniava dal mondo, socchiudendo leggermente gli occhi e mordendosi il labbro. Come in quel momento.
“Ehi, Draco, ti serve una mano?” Harry gli si avvicinò, curiosando, da sopra la spalla, la pergamena.
“No grazie, Potter.” Draco rispose sovrappensiero.
“Proprio non ce la fai, vero?” ridacchiò Harry.

Draco alzò gli occhi dalla pergamena per fissare il compagno di scuola.
“A fare cosa?” chiese sospettoso.

“A chiamarmi per nome. Ne ho uno, sai? Potresti provarci, una volta o l’altra,” disse Harry con un sorriso ironico.

“Presumo sia la forza dell’abitudine. Immagino di poterci riuscire, se mi applico,” ribatté Draco con un ghigno.

Harry si sedette a fianco a lui e gli sfiorò la mano, per spostargliela. Draco sussultò leggermente a quel tocco e lo guardò fisso negli occhi.
Harry arrossì leggermente e disse piano, “Fammi vedere su cosa lavori…”

Nei giorni successivi studiarono spesso assieme. Harry si ritrovò a capire molto meglio Pozioni, quando gliele spiegava Draco.
“Harry! Non devi agitarlo, quel mestolo! La pozione deve essere mescolata delicatamente!” Mentre lo diceva, gli si avvicinò da dietro, gli si appoggiò sulla schiena e fece scorrere il suo braccio su quello di Harry, prendendogli la mano e guidandolo nel procedimento.
“Ecco, così…” la voce di Draco era un soffio sul suo collo. Non si rese nemmeno conto che, mentre con una mano mescolava la pozione, mise l’altra sul fianco del Grifondoro, come in un leggero abbraccio.
Harry fremette nel sentire il corpo di Draco premuto contro il suo e, quasi istintivamente, portò la mano libera ad intrecciarsi con quella del Serpeverde.
L’entrata improvvisa e rumorosa di Ron li costrinse a separarsi.
“Harry, muoviti, è quasi ora di cena!” Ron non li guardò neppure, andando direttamente a prendere la borsa che aveva lasciato in classe. I due ragazzi si guardarono brevemente, arrossendo entrambi.
“Eccomi, arrivo Ron…” disse Harry a mezza voce.

Quella sera a cena, Harry continuò a fissare Draco, seduto al tavolo in fondo alla sala. Ogni tanto il Serpeverde alzava lo sguardo dal piatto per incontrare il suo.
Finito di mangiare, tutti si spostarono nelle rispettive sale comuni.
Mentre Ron discuteva di Quidditch con Seamus, Hermione si avvicinò ad Harry.
“Allora, come vanno le cose con Draco?” chiese tranquillamente.
Harry la guardò sorpreso, poi sospirò.
“E’ così evidente?”
“Beh, Ron non si è accorto di nulla. E’ ancora convinto che inviterai una ragazza al ballo. Ma si, è abbastanza evidente. State sempre vicini, non smettete mai di cercarvi e di sfiorarvi durante i gruppi di studio. Quindi? State insieme?” domandò con aria cospiratrice.
“No. Io…non so come comportami,” ammise Harry.
“Beh oddio…così ad intuito, direi che chiederglielo potrebbe essere un buon inizio, non trovi?” fece Hermione con un sorrisetto ironico.
“Cioè? Dirgli che mi piace? A Draco? Così mi sfotterebbe fino alla fine dei miei giorni! No, non se ne parla,” rispose Harry tutto d’un fiato.
“Harry, ma non lo vedi? Stasera non ti toglieva gli occhi di dosso quando non lo guardavi. Perché non lo inviti al ballo?” aggiunse, quasi distrattamente, Hermione.
“Che differenza c’è tra invitarlo al ballo e dirgli che mi piace?” chiese scettico.
“Oh beh, niente di sostanziale. Ma se ti dicesse di si, sapresti già che ha un qualche interesse per te, senza dovergli dire esplicitamente cosa provi tu. Se ti dicesse di no, almeno non ti saresti scoperto del tutto.”
“Hermione, lo sai che io e il ballo non andiamo proprio d’accordo,” ribatté Harry, facendo una smorfia.
“Per questo c’è un rimedio facilissimo. La McGranitt ha organizzato delle lezioni di danza. Lo sai che ci tiene che i Grifondoro facciano bella figura. Ci sarà anche Neville!”
“Ok, ci penserò, va bene?” buttò lì Harry, prima di andare in camera e cercare di addormentarsi.

Poiché imparare a ballare non lo avrebbe di certo ucciso, decise di frequentare le lezioni di danza. Scoprì di avere un po’ di talento per alcuni ritmi, piuttosto che altri, soprattutto se aveva un po’ di feeling con la dama.
Una sera, uscendo dall’aula dove si tenevano i corsi, si scontrò con Draco.
“Oh scusa Draco, non ti avevo visto.”
“Me ne sono accorto. Prendi lezioni di ballo?” chiese Draco incuriosito.
“Uh? Oh si, volevo evitare di fare la stessa figuraccia che ho fatto al Ballo del Ceppo. Tu come te la cavi?”
“Beh, tra i vari obblighi di un Malfoy, c’è anche quello di padroneggiare perfettamente i balli principali, in modo da intrattenere appropriatamente le signore durante le serate di Gala,” disse, sfoderando il suo miglior cipiglio aristocratico.
“Ok, lo prendo come un ‘bene’. E chi ci porti al ballo?” chiese con nonchalance.
“Pansy. Tu?”
“Oh, non sapevo che avevate una storia,” disse, senza riuscire ad evitare del tutto una smorfia di disappunto.
“Non ce l’abbiamo, infatti. Siamo amici da quando eravamo piccoli, tutto qui. Non mi hai risposto però. Tu chi ci porti?” lo incalzò Draco.
“Nessuno, la persona che volevo invitare è già occupata,” disse, girandosi e dirigendosi verso il suo dormitorio.

Quando arrivò in sala comune, Hermione notò immediatamente l’espressione delusa sul viso di Harry.
“Harry, tutto bene?” chiese preoccupata.
“Si Herm, tutto a posto.” Mormorò.
“Gliel’hai chiesto, vero?” indagò l’amica.
“No, gli ho chiesto chi ci portava. E’ già impegnato. Ci va con Pansy.” Non riuscì ad evitare l’amarezza nella sua voce.
“Beh Harry, magari non è come pensi…”
“No, non stanno insieme. Me l’ha detto lui. Ma resta il fatto che ci va con qualcun altro. Ora scusami Herm, vado a dormire.” Harry fece le scale, si cambiò e si buttò a letto, sperando di addormentarsi.

Gli esami per i G.U.F.O. e i M.A.G.O. si svolsero regolarmente. I risultati sarebbero stati inviati a casa degli studenti dopo un mese circa.
Quella stessa sera si sarebbe tenuto il Ballo di Fine Anno.

“Harry, sei pronto?” chiese Hermione, dal fondo delle scale.
“Voi andate, magari vi raggiungo più tardi,” le urlò di rimando Harry.
Hermione scosse la testa sconsolata e fece per salire.
“Ehi, dove vai? E’ il dormitorio maschile quello!” la fermò Ron.
“Come se non ci fossi mai salita, vero?” gli rispose Hermione, con un sorriso malizioso.
Ron arrossì e cominciò a balbettare una risposta. “Beh si, ma è diverso, ci vieni con me!”
“Ed ora ci vado da sola per trascinare Harry al ballo. Aspettaci davanti all’entrata.” Gli diede un bacio e salì verso la camera dei ragazzi.

Quando Hermione entrò nella stanza, trovò Harry disteso sul letto, in pigiama.
“Harry, muoviti.” Si diresse verso l’armadio di Harry e prese qualche vestito a caso.
“Hermione, che ci vengo a fare?” fece lamentoso.
“Harry. Se non glielo dici, come pensi di sapere se ti ricambia o meno?” gli fece notare Hermione.
“E poi, te l’ho detto, secondo me Draco è cotto di te. E con Pansy non c’è niente, te l’ha confermato lui stesso, no?” aggiunse con enfasi.
Harry sospirò. “Ok, te lo concedo. Intanto mi vesto e vengo al ballo…poi vedremo, va bene?”.
Rimise nell’armadio i vestiti che aveva preso Hermione e scelse cosa indossare.
Indossò un paio di semplici pantaloni neri a vita bassa ed una camicia di seta azzurra, lasciando aperto solo il colletto. Se doveva rendersi ridicolo, tanto valeva farlo con stile.

Harry entrò al seguito di Hermione e Ron. Si sentiva di troppo, ma vista l’insistenza dell’amica, si lasciò convincere a restare.
Quasi rimase senza fiato quando vide entrare Draco. Indossava un completo blu notte che esaltava la sua carnagione ed i suoi capelli biondi. La camicia era di un bianco perlato che, a seconda della luce, rifletteva colori diversi.
Lo vide accompagnare elegantemente Pansy al loro tavolo e chiacchierare tutta la sera con lei e Blaise.
Harry non trovò il coraggio di avvinarsi al gruppo.

A mezzanotte le luci si abbassarono e la musica si fece più intensa.
Si diffusero, nell’aria, le prime note di un famoso tango argentino.
Pansy trascinò Draco sulla pista da ballo e il Serpeverde fece volteggiare l’amica seguendo la melodia, catturando l’attenzione di tutti i presenti.

Harry rimase appoggiato alla parete per un attimo.
Adesso o mai più.

Si diresse con passo sicuro verso la coppia.

“Posso?” chiese, guardando fisso negli occhi Draco.
“Prego…” gli rispose lui, porgendogli la mano di Pansy.
“Non lei, TU. Ti dispiace Pansy?” Harry nemmeno guardò la ragazza e, senza aspettare risposta, passò una mano dietro al collo di Draco e lo strinse a sé, lasciando un braccio libero. Incrociò una gamba tra quelle del Serpeverde e lo spinse con il suo corpo verso il centro della piattaforma. Con passo cadenzato, lo guidò in quella danza sensuale, senza distogliere gli occhi da quelli di Draco.

Ad ogni giro armonico del bandoneon Harry indietreggiava leggermente, facendo eseguire al compagno i passi desiderati, per poi riportarlo a sé.
Lasciò la presa, mentre, con una movenza felina, gli girava intorno, senza mai lasciarlo con lo sguardo.
Si fermò alle sue spalle, e lo abbracciò possessivamente da dietro, chiudendo gli occhi e assaporando il profumo del suo collo. Lo spinse nuovamente via, prendendolo per il polso e facendolo girare immediatamente verso di lui.
Quando i loro corpi si scontrarono, Harry passò una mano fra i capelli di Draco, mentre con l’altra lo premeva contro il suo corpo. Lo baciò come se fosse l’unica cosa in grado di tenerlo in vita. Fu uno scontro di labbra e di lingue, a ritmo di tango, dimentichi del pubblico che li osservava incantato.
Quando la musica terminò, per i due ragazzi fu come risvegliarsi da un sogno. Si resero conto di quanta gente li stava guardando, mentre rimanevano immobili al centro della pista.

“Avevi detto che la persona con cui volevi venire al ballo era impegnata…” disse Draco.
“Lo era. Credo di averla appena rubata alla sua dama,” rispose Harry, con un sorriso.
Draco spalancò gli occhi. “Parlavi di me, quella volta?”
Harry annuì.
“E’ parecchio tempo che vorrei dirti…quello che sento, ma non trovavo il modo, il momento giusto. E il coraggio. Stasera sarebbe stata l’ultima possibilità. Dopo la fine della scuola, avremmo anche potuto non rivederci più. Non volevo rimanere con questo rimpianto, Draco.”
Draco lo fissò per qualche momento, senza rispondere. Poi lo baciò.
“Adoro il tango,” sussurrò nell’orecchio di Harry.


La canzone è questa: http://www.youtube.com/watch?v=3zD9W9SZj9w

   
 
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