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Autore: bubysan    29/05/2010    9 recensioni
Avete mai sognato di incontrare i nostri beniamini... nella realtà?
Se vi capitasse di trovarvi tra le braccia di Benji, andare in moto con Tom e ballare con Mark nel mondo così come lo conosciamo, il nostro mondo... cosa pensereste? Finireste per innamorarvi e non voler più tornare indietro?
Questa è la storia di una ragazza comune e di un'esperienza che di comune ha ben poco... vi va di vivere questo piccolo sogno con me?
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio, Taro Misaki/Tom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusate il ritardo di questo capitolo, negli ultimi tempi ero riuscita ad aggiornare su base settimanale... Tra lavoro e impegni vari stavolta proprio non ce lho fatta anche perché, udite udite, ho ripreso ad andare a cavallo!!! Il che rappresenta più o meno un avvenimento per la sottoscritta, in quanto lultima volta che ho montato seriamente risale al lontanissimo 1995 (mi duole un poco pensare che alcune di voi allepoca erano delle bimbette^__^)

Tornando a noi, il capitolo che segue fa sempre parte della triade Disperazione & Co, questa volta visto dagli occhi di Benji (così come penso saranno i prossimi due, mi è mancato tanto che ho voluto restituirvelo con gli interessi^^).

Prometto che a seguire il tono si smorzerà un poco, anche perché ho versato fin troppe lacrime di recente ^__-

Buona lettura e grazie come sempre a chi mi dedica parte del suo tempo, ho raggiunto quota 127 recensioni e sono commossa!!! Mi raccomando, continuate così, sono fiera di voi^^

Bacetti a tutte!

 

 

25

 

Benji

 

“Benji stai bene?”

Sempre la stessa domanda. Tutti sembravano interessati al mio stato d'animo, manifestando una cantilenante preoccupazione del tutto priva di senso. In particolare l’alcol, assurto a tema principe di ogni conversazione. Il nuovo amico con il quale scivolavo giù per il tunnel della perdita di controllo, l’amore ormai ridotto a un ammasso informe di dolore.

“Benji stai bene?” ripeté la voce.

La stessa domanda, eppure suonò di una nota diversa. Alzai la testa dal tavolo sul quale mi ero accasciato dopo l’ennesima sbronza e notai che, a dispetto di ogni precedente esperienza, il mondo non giocava alla giostra con il mio senso dell'equilibrio.

Ciononostante faticai non poco nel mettere a fuoco gli oggetti circostanti. Concentrati su un punto fisso Price, puoi farcela.

Dopo qualche istante i miei sforzi vennero ripagati, e una figura dai contorni incerti prese forma dinanzi a me. Mi stropicciai gli occhi e li riaprii. Per poco non caddi dalla sedia.

Myriam era in piedi, al centro della cucina.

Un calore di indescrivibile potenza mi abbracciò, impedendomi qualunque movimento. Il vuoto che nemmeno l’alcol era riuscito a colmare si dissolse dolcemente, come se non fosse mai esistito.

Superato il primo momento di shock riuscii ad alzarmi, avvicinandomi di qualche passo. Qualcosa però non quadrava. Nonostante mi sentissi improvvisamente sobrio e nel pieno delle mie facoltà mentali, Myriam sembrava circondata da un alone di luce innaturale.

Allungai la mano verso di lei e, con un sorriso che mi fece balzare il cuore in gola, lei fece lo stesso. Le nostre mani si sfiorarono ma non sentii alcun contatto fisico.

“Sei un'allucinazione, vero?” La domanda sfuggì controvoglia dalle mie labbra, temendo una risposta che mi avrebbe ucciso per la seconda volta.

Non rispose, avanzando un poco, senza staccare il palmo dalla mia mano. Non potevo percepirne il calore, eppure vederla era come un balsamo per le mie ferite, tutto sembrava sopportabile con lei accanto.

Sorrise di nuovo, e mi sembrò di scorgere una lacrima sulla serenità del suo volto. “Non preoccuparti, stai solo sognando.”

La sua voce, la dolce voce della mia piccola peste. Tirai un sospiro profondo, con il desiderio di non svegliarmi più.

“Mi manchi” mormorai, temendo che potesse svanire da un momento all’altro. “La mia vita non ha alcun senso senza di te.”

Prima che potessi dire altro mi fu vicina tanto da sfiorarmi. Sembrava così reale. Avrei dato qualunque cosa in mio possesso, qualunque, pur di stringerla anche solo un istante tra le braccia.

“Torna da me” dissi in un soffio appena percettibile.

Alzò il braccio, e con la punta delle dita mi accarezzò una guancia. Chiusi gli occhi in silenzio, concentrandomi su quell’unico istante prima di morire. Come quando si era dissolta nel vento, quella sera di tanti secoli prima, e il nulla mi aveva inghiottito.

La guardai nuovamente, annegando nella dolcezza di quelle iridi dorate. “Torna da me” ripetei con voce strozzata.

Una seconda lacrima le rigò il volto e il suo sorriso si spense, insieme all'arcobaleno che aveva invaso la stanza. “Non posso” rispose senza muovere le labbra.

La sua immagine sembrò vacillare.

“Peste non andare, ti prego."

I suoi occhi si caricarono di emozione e capii che i granelli di sabbia della nostra clessidra stavano volgendo al termine. Sfiorai l'aria delle sue labbra con un bacio e il sogno si dissolse con le mie illusioni, lasciandomi solo al buio, ancora una volta. Per un attimo accarezzai la tentazione di perdermi in esso.

Peste dove sei?

Ripresi conoscenza, seduto al bancone della cucina, il capo abbandonato sul braccio. Le palpebre pesavano come piombo, nella testa una disarmonia di sorde pulsazioni.

“Benji tutto bene?”

Una voce maschile, conosciuta. Il mondo intorno a me piroettò in una lunga vertigine, fino a fermarsi di colpo. Un déjà vu privo di ogni attrattiva.

“Stai bene capitano?”

Tom mi lanciò un’occhiata preoccupata, tale da superare i livelli di coscienza che avevo frapposto fra me e il regno dei vivi.

“No.” La mia voce rauca suonò come quella di uno sconosciuto.

“Quanto hai bevuto?”

“Quanto serviva per dimenticare.”

“E ha funzionato?”

“No.”

Sentivo lo sguardo perso nel vuoto ma non avevo la voglia, né la forza di focalizzarmi su un pensiero razionale. Le allucinazioni erano ormai le rivali incontrastate del vuoto che si estendeva nella mia anima, falla di una petroliera carica in mare aperto.

Tom si fece avanti, prendendo posto su uno sgabello di fronte a me. “Non puoi continuare così, finirai per impazzire.”

Il mondo riprese a girare, accompagnato da una forte sensazione di nausea.

Cercai di mantenere il controllo. “Non sono affari tuoi Tom. Perché non torni da dove sei venuto e ci resti?

Mi fissò con espressione indecifrabile, deciso a mettere alla prova la mia pazienza. “Pensi sul serio di avere il monopolio della sofferenza umana?”

Gli lanciai uno sguardo torvo, indeciso se dargli o meno ragione. Provavo il disperato bisogno di sfogare il senso di rabbia e frustrazione che covava dentro di me. “E tu pensi di sapere cosa sto provando?"

La mia domanda colpì nel segno. Tom non aveva mai ammesso i suoi sentimenti per Myriam e, invece di essergliene grato, mi sentivo preda di un demone interiore ormai votato all’autodistruzione. "Anche a te sembra di non avere più un cuore da quando se ne è andata?”

Sebbene stesse soffrendo, il che era palese persino nelle mie condizioni, Tom era in pensiero per me. Avrei dovuto sentirmi in colpa, provare vergogna per quelle parole così dure. Eppure non potevo farne a meno. Non ero mai stato il bravo ragazzo io, il vecchio Price era risorto dalle ceneri del nuovo.

I suoi occhi non tradirono alcuna incertezza. “Se anche fosse non te lo direi, ti farebbe solo stare peggio.”

“Nulla potrebbe farmi stare peggio di così.”

Non rispose, limitandosi ad allontanare la bottiglia di whisky semi vuota. “Non credo che così facendo Myriam tornerà, anzi."

Lo fissai in silenzio e un barlume di lucidità mi attraversò la mente. Scossi il capo, scendendo dallo sgabello e mettendo la testa sotto il rubinetto. I fumi dell’alcol si diradarono un poco, in parte annegati nello scroscio di acqua ghiacciata. Afferrai un canovaccio abbandonato sul lavello, passandomelo su viso e collo. Rivoli freddi mi colavano lungo la schiena ma li ignorai.

Tom si alzò in piedi fissandomi, serio in viso. “È proprio questo che uccide lentamente. Il non parlare.”

“Dove trovi la forza Becker?” domandai con sincerità. Non finiva mai di stupirmi, al suo posto avrei sbattuto la porta da un pezzo.

Un sorriso amaro gli piegò le labbra, e una fitta molto simile al rimorso accompagnò il ricordo delle parole pronunciate poco prima. "Avresti fatto bene a prendermi a pugni sin dall'inizio. Perdonami Tom, come amico faccio schifo.”

Mi fissò con occhi carichi di sfida e il senso di colpa si acuì maggiormente.

"Per una volta sono d’accordo. Aggiungerei che non meriti una ragazza come Myriam ma, per motivi a me ignoti, sembra aver scelto proprio te. Smetti di piangerti addosso e fai qualcosa, o cederò alla tentazione di prenderti a pugni sul serio.

Aveva ragione, senza ombra di dubbio. Il problema è che non sapevo da che parte cominciare.

“Non puoi arrenderti così, devi lottare per riportarla indietro” proseguì concitato. “Guarda Holly e Patty, negli anni hanno imparato a superare ogni tipo di ostacolo.”

“Holly e Patty sono i due pezzi mancanti di un puzzle da duemila, noi i pezzi di due scatole diverse finiti per sbaglio nella stessa.”

Tom non riuscì a trattenere una buffa smorfia. Si passò una mano sul mento, come ad accarezzare una barba che non aveva, al contrario di me. La mia capacità di ridurmi a uno straccio sembrava non conoscere limiti.

“Non posso darti tutti i torti Price, la vostra è senz’altro una storia a distanza fuori dal comune. Ciò non toglie che, così come Myriam è venuta da noi, tu dovresti poter andare da lei. Il passaggio tra le dimensioni sembra legato a determinati avvenimenti, tutto sta nel capire quale sia quello più adatto a te.

Mi limitai a fissarlo in silenzio, oracolo di Delfi improvvisato al cui cospetto non potevo che inchinarmi.

“Secondo me dovresti fare qualcosa di eclatante per attirare l’attenzione del nostro misterioso burattinaio. Tipo buttarti da una scogliera... che ne pensi?

Inarcai un sopracciglio, e le mie labbra si piegarono nel primo vero sorriso da settimane. “Cosa c’entra la scogliera?”

Tom fece spallucce. “Non saprei, è un'idea che mi è venuta così. Magari per qualcuno funziona.”

 

***

 

Faceva freddo, il vento si infilava fra i palazzi e non vi era spiraglio che potesse sfuggirgli.

Avevo finito gli allenamenti da un pezzo eppure non riuscivo a tornare a casa. Persino le fan più accanite avevano desistito e il campo era ormai deserto.

Mi alzai, prendendo il borsone per i manici e lanciandomelo dietro la spalla. I compagni di squadra avevano capito che era meglio lasciarmi solo, e non ero stato più coinvolto nelle cene organizzate a turno da mogli e fidanzate.

Le prime partite del campionato avevano segnato una svolta nella monotonia della mia vita. Per quanto paradossale potesse sembrare, non avevo mai dato prova di tanta concentrazione. Ai nostri avversari non era rimasto che difendere la propria porta ad ogni costo, essendo la mia diventata se possibile più inviolabile che in passato.

Sorrisi per un attimo a quel pensiero. La distanza che separava i pali alle mie spalle era sempre stata lo specchio della mia vita. Non permettevo a nessuno di avvicinarmi, né tantomeno di entrare.

La breve visita di Tom si era conclusa il giorno prima, era rientrato a Parigi solo dopo avermi strappato la promessa che entro la fine del mese sarei andato a trovarlo. Essendo l'unico a conoscere il mio segreto si era convinto che parlare con lui mi facesse bene. Strano a dirsi, avevo finito per dargli ragione.

Non erano stati tutti altrettanto comprensivi. Dalla sera della festa, Patty era passata dal non darmi tregua per capire quanto accaduto al non rivolgermi la parola.

Cosa puoi averle fatto per spingerla a scomparire dalle nostre vite senza nemmeno un saluto?

La sua domanda mi aveva ossessionato per giorni, sebbene fossi conscio che il vero motivo della nostra separazione era un altro. I primi giorni avevo odiato Myriam con tutto me stesso per avermi impedito di seguirla nel suo mondo, per poi capire che anche lei, come Tom, aveva ragione.

Cosa avevo da offrirle? Un carattere terribile in bilico tra realtà incompatibili tra loro? Persino tra coppie di uno stesso mondo un terzo dei matrimoni finiva in separazione, la logica e il buon senso erano dalla sua parte. Era giusto che avesse dei figli, un avvenire roseo accanto a un uomo che potesse amarla come meritava.

Purtroppo non sarò mai quell’uomo, pensai mentre l’ennesima fitta mi attraversava il petto.

“Signor Price?”

Mi voltai verso la voce che mi aveva chiamato, incrociando lo sguardo timido di una ragazzina nascosta nell’ombra di un lampione, a pochi passi dal cancello di ingresso agli impianti sportivi. Provai tenerezza nel vederla visibilmente provata dal freddo e dall’attesa.

“Da quanto sei qui?” le chiesi con voce gentile. I miei compagni erano usciti da almeno due ore, speravo non avesse atteso tutto quel tempo da sola e con quel vento. Si sarebbe senz'altro buscata un raffreddore coi fiocchi.

“Un po’” ammise abbassando gli occhi al suolo. “Ci tenevo ad avere il suo autografo.”

Per un attimo dimentico delle mie sciagure posai il borsone a terra e lo aprii, tirandone fuori la felpa di ricambio. Mi avvicinai con cautela, di modo da permetterle di assorbire lo shock che evidentemente la mia vista le provocava.

“Come ti chiami?” domandai coprendole le spalle, prima di piegarmi su un ginocchio per chiuderle la zip sul petto. Sorrisi nel vederla così infagottata, ne sarebbero entrate comodamente altre due come lei.

“Elisabeth” rispose piano, lo sguardo incredulo per ciò che stava accadendo. “Ma tutti mi chiamano Lizzy.”

“Non dovresti andare in giro da sola a quest’ora Lizzy, dove abiti?” Fui il primo a sorridere di quel tono paterno che così poco si confaceva al mio personaggio.

Indicò un punto poco distante. “La mia mamma lavora in quel palazzo, tra poco esce e torniamo a casa.”

“Allora va da lei, non mi muovo finché non ti vedo entrare nel portone. Potrai tornare a vedere i nostri allenamenti tutte le volte che vorrai" aggiunsi subito, vedendo quanto fosse reticente a concludere il nostro incontro. "Parlerò con il responsabile del centro sportivo, te lo prometto."

Un sorriso di genuina sorpresa le illuminò il volto. I giornali non erano soliti dipingermi come una persona tenera e accomodante. Portò le mani alla felpa per restituirmela ma la fermai subito.

“È un regalo, te lo sei meritato.”

Il sorriso si trasformò in pura luce scaldandomi nel profondo, laddove fino a pochi istanti prima c'era stato solo un gran vuoto. Ero un bugiardo, il regalo più prezioso lo stava facendo lei a me.

“Davvero posso tenerla signor Price? Mio fratello non ci crederà mai!”

“Dovrà crederci per forza, questo modello non è ancora uscito in commercio” la rassicurai facendole l’occhiolino. “E poi chiamami Benji, il signor Price è mio padre.”

Esitò per un attimo, prima di buttarmi le braccia al collo e stamparmi un bacio sulla guancia. “Tornerò a trovarla signor Price!” esclamò ignorando la mia richiesta e facendomi sentire di vent’anni più vecchio.

Trotterellò via felice, avrei potuto giurare che i suoi piedi non toccassero terra. Attraversò la strada e, prima di scomparire alla vista, si voltò per salutarmi con la mano.

Ricambiai con un sorriso, grato per quella piccola parentesi di normalità. Price l’invincibile, salvato da una bimbetta allegra e tenace.

Raccolsi nuovamente il borsone da terra, avviandomi con passo lento al fuoristrada parcheggiato poco distante. Lo lasciai cadere nel bagagliaio, prima di salire in macchina e bloccarmi per lo stupore.

Un signore anziano con dei baffi degni di un generale prussiano se ne stava seduto sul sedile del passeggero, sfoggiando la serenità di chi è stato invitato per il tè delle cinque.

Lo fissai con aria interrogativa. Tale la distrazione, mi ero probabilmente dimenticato di chiudere le portiere e doveva averne approfittato per ripararsi dal freddo.

“Questa è la sera del buon samaritano signor Price” disse leggendomi nel pensiero. “Come si sente nei panni di novello benefattore?”

Non potei fare a meno di inarcare un sopracciglio. “Ci conosciamo?”

“Diciamo che la osservo da un po’” rispose enigmatico. “Questa è la prima volta che ci incontriamo, ma presumo abbia sentito parlare di me.”

Come in uno scacchiere all’apparenza criptico, la chiave per lo scacco matto in tre mosse si delineò d’un tratto nella mia mente.

“Lei è...

Annuì prima ancora che potessi completare la frase.

Digli qualcosa Price, dannazione!

Non riuscivo a spiccicare parola. Avevo desiderato incontrarlo per settimane e, ora che ce l’avevo di fronte, non sapevo da che parte cominciare.

 

 

Note:

Essendo Benji appassionato degli U2, ritengo che la canzone più adatta a comunicare il suo stato d'animo in questo capitolo sia la splendida "One" (http://www.youtube.com/watch?v=ftjEcrrf7r0). 

 

¨ ¨ ¨

 

Cast della FF

 

Myriam

Benji

Tom

Lizzy

 

¨ ¨ ¨

 

In risposta alle sempre bellissime recensioni ricevute, stavolta sono quasi più lunghe del capitolo! ^_^

 

 

benji79

Il ritorno alla realtà è duro per entrambi, in questo capitolo abbiamo visto come se la cava Benji (non benissimo direi, per quanto lui non sia incinto ^_^). Spero di non averti intristito troppo, anche perché il colpo di scena finale ci da qualche speranza, no?

Ciao ciao e a presto!

Brennan

Non puoi non riprenderti, come faccio poi senza le tue recensioni? :-)

Benji e Tom mancano a tutte noi, per questo ho fatto in modo di farli tornare velocemente sulla scena... hehe!

Le tue perplessità sulla gravidanza sono più che legittime, sono stata a lungo in dubbio se prendere o meno questa strada. Non volendo spoilerare mi limito a dirti che già nel prossimo capitolo si intuirà il perché di questa mia scelta per quanto, ovviamente, ognuno ha la sua opinione e potresti non essere comunque d’accordo ^__^

E’ carino che ti fossi convinta che Myriam avrebbe trovato il “suo” Benji, ed effettivamente un eventuale seguito della storia potrebbe incentrarsi sui vari paradossi spaziali nei quali mi sono infilata... onestamente non so ancora esattamente cosa succederà, quindi lascio aperta ogni strada.

Bye bye e alla prossima, sono curiosissima di sapere cosa pensi di quest’ultimo aggiornamento!

Fulmy

Hehe... lo avevi intuito, eccome se lo avevi intuito! Quando ho letto quella tua recensione sono stata divisa in due: una parte di me temeva di aver pensato a una trama scontata, mentre l’altra era felice di vedere che non ero la sola a pensarla così!

Sul fatto che il futuro nascituro sarà un collegamento tra il mondo reale e quello di Benji puoi scommetterci, non intendevo certo separarli per sempre! Resta da vedere come e quando questo accadrà... Come sono kattifa!!!! ^__-

Anche perché, effettivamente, la situazione di Myriam non è delle più semplici: trovarsi di nuovo nel suo mondo, da sola e incinta, farebbe disperare chiunque. Però alla fine i vari fili si intrecceranno, e spero che la storia continui ad appassionarvi come ora!

Sono anche molto contenta che la scelta dei personaggi vi piaccia (Emma Watson da ragazzina è DOLCISSIMAAAAA!!!) e che i miei gusti in ambito maschile vi aggradino (se non lo avete riconosciuto, Patrick è l’attore protagonista di “Prison Break”).

Ciao ciao e alla prossima!!!

Bex

GRAZIE GRAZIE GRAZIE! Mi sento ripetitiva nel dire che le tue dolcissime recensioni mi riempiono il cuore, ma è così!

So bene di aver scritto una serie di capitoli tristi ma, premesso che non avevo molta scelta se volevo proseguire nella storia in maniera coerente (pur nella mia follia da dimensioni spazio-temporali-fumettesche), sono felicissima che il tono dei personaggi vi sia comunque piaciuto.

Per restituirvi Benji e Tom ho dovuto lasciar sola la povera Myriam... non ve ne abbiate a male, a breve tornerà in scena anche lei :-) 

Sulla scena in fumetteria mi sono intenerita tantissimo, e speravo sinceramente che facesse lo stesso effetto anche a voi. Ero in dubbio se confrontarla con il fumetto o con il cartone, ma alla fine ho pensato che fosse più dolce ridarle il famigerato primo numero che recentemente ha creato tanti problemi a tutti.

Se si tratta o meno di un dettaglio casuale... sinceramente non saprei, potrebbe anche nascondere qualcosa, ma non ne sono ancora sicura al 100% ^__^

Sul fatto che la gravidanza sia un legame tra i due mondi posso invece risponderti che è assolutamente così, nei prossimi capitoli la questione ovviamente prenderà sempre più forma.

Sono felice che la storia ti appassioni sempre di più, anche perché conto sul tuo supporto morale a ogni aggiornamento!!!

Baci baci e a presto!

Sany

Ciao Sany, benvenuta tra noi! Innanzi tutto complimenti per aver letto la storia tutta d’un fiato, il documento word completo superare le 150 pagine! ^__^

Grazie per il bellissimi complimenti, sono felice che i miei beniamini ti abbiamo emozionata e persino commossa! A questo punto mi auguro che il seguito non ti deluda, se ti va fammi sapere cosa ne pensi ^_^ 
Ciao ciao e a presto!

Lady Snape

La tua recensione è stata deliziosa... e mi onora che la gravidanza di Myriam venga considerata la notizia della settimana :-P

Ebbene sì, i pacchetti colorati altro non erano che i classici assorbenti imbustati, che non ho voluto menzionare chiaramente per non rovinare l’effetto suspense che ho cercato di tenere alto fino all’ultima frase del capitolo. Certo l’allusione alle nausee, alla stanchezza e infine al test lasciano a intendere l’epilogo, ma ci tenevo a mettere il colpo di scena proprio alla fine.

Confermo che la situazione si andrà un po’ complicando, ma il bello è proprio questo no? Ammetto anche che un manga non dovrebbe mettere incinta una ragazza “normale”, ma è anche vero che il mondo che ho “creato” è vero in tutti i dettagli, con molteplici riferimenti comuni (es. Micheal Bublé, gli U2, Giorgio Armani, etc.) quindi diciamo che anche un bimbo concepito con amore ci sta abbastanza ^__-

Spero che il seguito continui a intrigarvi... Ancora grazie!

Dafny

Benvenuta anche a te! Ebbene sì, incinta... di Benji ovviamente. C’è chi se lo immaginava, chi è caduto dalle nuvole, chi ha gradito e chi invece è indeciso. Staremo a vedere se il seguito metterà tutti d’accordo oppure no :-)

Concordo sul sadismo del vecchietto ma tranquilla: per quanto abbiano un po’ tutti preso il sopravvento, sono ancora decisa a non far morire nessuno ^__-

Confermo il lieto fine (non potrebbe essere altrimenti) ma non spoilero nulla per non rovinare la sorpresa. Mi perderò quindi le tue persecuzioni, anche se mi hai fatto talmente ridere che la tentazione di farti uno scherzetto c’è stata... hehe.

Baci baci e alla prossima, fammi sapere cosa ne pensi del finale di questo capitolo...

Florence

Ciao bellissima! Con tutte le tue splendide (e numerosissime) recensioni mi trovo a dover scrivere un romanzo... perdona se ti metto per ultima (di solito rispetto l’ordine cronologico in cui le recensioni vengono inserite) ma quello che segue è un vero e proprio compendio sulla mia fic!^^

Ma andiamo per ordine, traggo gli elementi salienti di tutte le recensioni da te scritte:

Capitolo 10

Hehe... lo sapevo che il riferimento a Twilight ti avrebbe stuzzicato! Diciamo che mi è venuto spontaneo poco dopo aver visto il film, quando ancora non sapevo che si trattasse di un caso “letterario”. Tant’è che a fine capitolo ho inserito una breve sinossi, probabilmente superflua per la maggior parte delle lettrici :-)

Mi divertiva il parallelismo tra Edward/Myriam e Bella/Benji: per quanto basato su presupposti molto diversi, entrambi sono legati dall’appartenenza a mondi diversi e all’apparenza icompatibili.

Probabilmente avrai notato il velatissimo riferimento a New Moon presente in questo capitolo... mi sono troppo divertita a scriverlo!

Capitolo 11

Come hai avuto modo di vedere in seguito non si tratta di un sogno, né lei è in coma. Ho pensato di creare una dimensione parallela fittizia e al contempo reale, in cui far muovere la nostra Myriam prima su toni sbigottiti, poi divertiti e via via più seri.

Capitolo 12

La mitica voce del cronista... sempre lo stesso e misteriosamente onnipresente dalle giovanili agli Europei (che c’entra il Giappone con l’Europa, ve lo siete mai chieste?) fino ai mondiali!

Certo un incontro Benji vs Buffon/Gilardino non sarebbe male... quasi quasi ci faccio un pensierino! :-)

Capitolo 13

L’immagine del lettore tonno mi ha fatto morire dal ridere... diciamo che questo capitolo rappresenta la prima vera svolta di M&B, in cui lei si mette a nudo e lui, da bravo maschietto impulsivo qual è, cerca di capirla e starle vicino. In fondo è una prima volta anche per il lettore, che comincia a conoscerla meglio, comprendendo il perché di tanti suoi atteggiamenti.

Capitolo 14

Sai che mi hai fatto riflettere con la domanda sulla metafora? Non ci avevo pensato razionalmente, ma sicuramente la barca rappresenta una sorta di fuga dalla realtà e di intimità pura con la quale confrontarsi. Il porto sicuro in cui approdano dopo la tempesta è senz’altro un modo per trasmettere il crescente affiatamento dei due e il fatto di aver superato insieme diversi ostacoli verso i quali non erano preparati.

Capitolo 16

Hai ragione, solo Patty poteva risolvere la situazione! Sinceramente ce la vedi a scegliere un diamantino piccino e discreto? Ovviamente no!

E solo Tom poteva aiutare Benji a capire i suoi sentimenti, così come quest’ultimo doveva confrontarsi con i suoi dilemmi interiori prima di capire la vera verità :-)

Capitolo 17

Una sola risposta: abbasso le ex!!!!!!!!!!!!!!

Capitolo 18

Ebbene sì, lo ammetto, sono una scrittrice dagli istinti sadici :-P

Concordo pienamente con l’elenco di persone da mettere al rogo (Nathalie indiscutibilmente al 1° posto e con distacco rispetto al secondo ^__^). Sul fatto che Myriam abbia lasciato in giro il manga, ti vorrei ricordare che lo aveva nascosto tra i vestiti nel suo armadio quasi dimenticandosene, essendosi ormai abituata alla nuova vita.

Le persone ricche però hanno la servitù che gli prepara i bagagli, cosa a cui lei non è abituata e... zac! Succede il fattaccio.

Cmq devi ammettere che è stata una sciccheria dare in mano a Benji il fumetto incriminato, avrei pagato per vedere le vostre facce quando la governante glielo consegna e si capisce di cosa si tratta... l’ho detto o no che sono un po’ sadica? ^__-

Capitolo 19

Ebbene sì, Myriam soffre di foderamento occhis di prosciuttos, sindrome propria di chi ama (corrisposta) un tenebroso bonazzo e ne ha un altro come migliore amico :-P

Diciamo che è un po’ tonta, anche se nel capitolo 21 cerca di dare un senso alla situazione incasinandola ancora di più (effetto collaterale della sindrome di cui sopra).

Capitolo 20

Mi sono troppo divertita con il trittico amoroso!!! Non vedo l’ora di beccare un capitolo dove poterlo riproporre. Se devo dirla tutta, il personaggio più divertente dal quale vedere la storia è Tom, ma purtroppo non posso “utilizzarlo” quanto vorrei.

La tua metafora sulla panatura e capitan findus mi ha fatto letteralmente rotolare dalle risate (nel pan grattato^^)

Capitolo 21

Nel caso non si fosse capito, amo disperatamente Josh Harnett, con il quale farò fuggire Myriam alla fine della storia. SCHERZOOOOOOO!!!

Lo sbavo ci sta davvero tutto, così come il confronto tra i 2 prosciuttini avallato, seppur controvoglia, da un Benji che comincia a capire che il mondo non è solo bianco e nero, e che se ami veramente una persona devi pensare alla sua felicità in maniera altruista. Mi rendo conto che rappresenta un cambiamento epocale per un maschietto abituato a mettersi al centro dell’universo ^__^

In effetti la scena ricorda molto quella tra Bella e Jacob, con la sostanziale differenza che in Eclipse Jake fa di tutto per convincerla, esponendosi al punto da baciarla quasi con la forza, mentre qui è Myriam a forzare un tantino la situazione (come darel torto? :-P).

Capitolo 22

Sono felice di vedere che la pensi come me. La parentesi con Tom, dettata dalla confusione e dall’affetto che lei prova per lui, mette in risalto l’importanza dei sentimenti che M&B provano l’uno per l’altra.

Mark e Bruce poi sono fantastici, se potessi darei loro più spazio.

Capitolo 23

E’ stato il capitolo più triste scritto ad oggi, mi sono dovuta dotare di fazzoletto e mio marito si è seriamente preoccupato vedendomi tirare su con il naso davanti al pc! :-)

Cmq ho risolto il tema della dipartita di Myriam con un escamotage temporale, per cui i 6 mesi vissuti con Benji sono equivalsi ad un unico giorno nel mondo reale. Sinceramente non mi sono posta il problema di lei che non arriva al suo appuntamento a Milano... ooooops!!! Mettiamola così: ho scritto il 1° capitolo nel 2004, una piccola distrazione ci sta :-P

Capitolo 24

Anche questo capitolo è stato abbastanza tosto, far passare la tristezza senza essere lagnosi non è stata una passeggiata. Resta il fatto che lei è disperata, e le DUE linee sicuramente non aiutano!

Spero che anche quest’ultimo aggiornamento ti sia piaciuto, fammi sapere che sono curiosissima!!!

Ora smetto di blaterare, ti sarai probabilmente addormentata 5 capitoli fa ^__^

 

 

   
 
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