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Autore: Deeper_and_Deeper    29/05/2010    2 recensioni
Sun Rain è una ragazza strana, diversa. È sempre chiusa e non parla quasi mai con nessuno, se non chè per rispondere alle continue domande dei suoi compagni. È stata adottata da due famosi stilisti, Luc e Arnold, i quali sono gli stessi stilisti incaricati di fare un abito a Bill Kaulitz, che Sun ha incontrato una sera al parco. Sun ha una brutta storia alle spalle ed è a causa di questa che lei si caccerà nei guai molto spesso. Riuscira, però, a trovare una persona che la capisca e le impedisca di fare gesti stupidi?
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sun Rain'
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02
02 Scream!


"Emh... c'è qualcuno?".

Sun stava tranquillamente leggendo nell'Atelier dei suoi fratelli, quando quella voce così tremendamente familiare la scosse profondamente. Che ci faceva lui quì?

"Ciao... ci sono io... i miei fratelli stanno per arrivare" disse facendo finta di non averla riconosciuto.

Era lui, il ragazzo gentile cui aveva detto il proprio nome. Era lui, il cantante. Solo dopo si era resa conto di chi fosse. Nel parco, la sera prima, era così stata presa dall'arroganza di quel buzzurro che non si era accorta che era Bill Kaulitz, il dolce curioso e per un momento aveva rabbrividito pensando a come era stata sciocca. Lei, infatti, odiava quella stupida band per cretini e compativa chi li ascotava.

"Ma sei... SUN!" disse lui eccitato per averla conosciuta "La tossica del parco"

"Non sono una tossica" rispose Sun storcendo la bocca con disapprovazione.

"Dici sul serio? Perchè eri sdraiata sull'erba come una tossica?" le domandò curioso.

"Affari miei" disse lei stringendo le spalle.

Rimasero in silenzio. Bill si chiedeva perchè quella ragazza fosse così chiusa in sè stessa, poi riflettè su ciò che aveva detto quando era entrato nell'Atelier. Era la sorella dei suoi stilisti? Non gli avevano mai accennato di avere una sorella e lui ne era molto dispiaciuto.

"Cosa leggi?"

Sun posò nuovamente il libro e guardò il ragazzo. Si era seduto su una delle due poltrone in pelle azzurra e le gettava occhiate gentili. Lei però si chiedeva per quale motivo Bill Kaulitz volesse parlare con una ragazza che aveva inizialmente preso per una tossica.

Perchè sei l'unico essere umano nel raggio di un chilometro!

"Mille Splendidi Soli... di.. di... Kalled Hosseini"

"Sembri impaurita" osservò Bill poggiando una mano sotto al mento per osservarla meglio.

Era così. Per la prima volta in vita sua, Sun era impaurita. Non dal libro, che non era affatto dell'orrore, ma da lui, Bill Kaulitz, il primo col quale aveva avuto una conversazione personale da... una vita.

"Non... non... sono arrivati gli stilisti" disse indicando la porta che si apriva.

Entrarono due uomini alti e allampanati. Avevano entrambi i capelli grigi e corti, indossavano dei jeans scoloriti ed due camice nere con sopra una giacca bianca. Si chiamavano Luc e Arnold, erano nel mondo della moda da moltissimo tempo, tanto che a stento potevano uscire in giro.

"Io me ne vado prima che diventi un interrogatorio" borbotto Sun, salendo di sopra.

L'Atelier aveva tre piani. Il primo piano era destinato all'esposizione, vi erano vestiti ovunque e tutti dei colori più sgargianti, il secondo era il laboratorio di produzione e progettazione e il terzo era il deposito.
Vi erano mille e mille scatoloni pieni di stoffe, bottoni e altre cose simili. A Sun piaceva ripararsi tra quegli scatoloni, nascondersi e leggere.

Potessi nascondermi anche da quel ragazzo...

Ma non poteva. Bill Kaulitz gli ricordava qualcuno di stranamente familiare, qualcuno con cui un tempo era stata felice... chi, però? Chi erano le persone con cui Sun Rain poteva dirsi felice e con le quali lei era in pace con sè stessa? Luc e Arnold erano come parenti, quasi genitori, quasi...

Smettila di farti tanti complessi mentali, leggi e basta!

"Sì... Sun è molto... chiusa" disse Luc, in lontananza.

"Perchè?" chiese Bill.

Di nuovo con quella sua curiosità! Non poteva farsi gli affaracci suoi quel ragazzo? Era diventata un'ossessione da soli trentacinque minuti.
Una parte di Sun, chissà quanto piccola, era però felice che Bill si interessasse a lei e a ciò che pensava, non l'aveva mai fatto nessuno.
Sun tese la testa per sentire meglio la conversazione.

"...i suoi genitori?"

"Non ci sono... non ci sono mai stati... cioè... noi le avevamo detto che, sì, insomma... non erano in grado di mantenerla, ma in realtà la situazione è un po' più complicata..." disse Arnold.

"..Quanto complicata?"

"...Sono... morti in un attentato a Kabul..."

"A Kabul!? Non erano italiani?"

"Soldati... ma ti ho detto.. è una storia complicata"

"Quanto mi dispiace... ma perchè non le avete detto nulla?" domadò Bill, un po' più cupo.

"Perchè... non vogliamo che ricordi... sai... lei ha assistito alla morte dei suoi genitori... aveva un anno...  e... per questo non le chiediamo mai come va"

Sun rimase paralizzata. Allora quel sole che lei vedeva... non era l'Italia, ma il sole di Kabul.. la città motale. Perchè? Perchè non gliel'avevano detto? Era stato da stupidi... razza di idioti...

Come avresti reagito, eh Sunny? Avresti detto: "Ok! Ho assistito alla morte dei miei genitori! Andiamo al parco!?"

"Smettila!" intimò Sun alla sua voce nella testa.

Lo sai che ho ragione!

"Lo so!" urlò la ragazza, stringendosi le tempie.

Luc, Arnold e Bill sentirono un urlo, seguito da un pianto convulso. Corsero al terzo piano e la trovarono tra gli scatoloni, in posizione fetale, che piangeva. Era uno spettacolo orribile per quei due fratelli, che ora avevano in loro un senso di colpa e disagio.






  
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