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Autore: Any Ikisy    29/05/2010    5 recensioni
C'era una volta una ragazza dai lunghi capelli rosa, la quale attendeva intrepida il principe azzurro.
Sarebbe stato romantico, attorniato dagli uccellini e dalle farfalle; sul suo vessillo l'avrebbe condotta oltremare...
Un bel giorno, da lei giunse un'altra bellissima principessa con degli appunti di istologia e un mazzo di camelie purpuree.
[ InoSaku ]
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Ino Yamanaka, Sakura Haruno
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Questa storia parla di come cade la neve durante gli inverni particolarmente freddi – nel cuore e al di fuori di esso.

La stessa neve candida e fresca che giunge dal cielo chiaro. La stessa neve che, giacendo sul paesaggio, lo rende bianco e uniforme. La neve che ricopre ogni cosa sotto una spessa coltre. Quella che riveste i lampioni in strada, ma che scende anche ai loro piedi. E la neve non è più solo bianca: si tinge d’arancione, come la luce irradiata dal lampione stesso.

Lenta e cadenzata, Ino la può seguire con lo sguardo: dal negozio di fiori Yamanaka sospira tranquilla, mentre i suoi occhi cerulei osservano i volteggi dei fiocchi. Aveva sempre trovato piacevole rimanere ad osservare la loro discesa, sopratutto da un posto asciutto e ben illuminato com'era la bottega dei suoi genitori.

Le fragranze floreali giungono distrattamente al suo naso, la primavera dentro si unisce all'inverno fuori dalle vetrate trasparenti. Ringrazia di non trovarsi a scuola, al momento, e di potersi godere quel bellissimo panorama con calma. Le serve una pausa, presa com’è dalla vita e dalla propria crescita.

Una campanella trilla e la riporta coi piedi per terra: un cliente è giunto per acquistare dei fiori, oppure un amico è venuto a farle visita. La sua mente urla “Sakura?...” e lei si emoziona, ma preferisce accantonare quella sensazione quasi piacevole.

Dipinge un sorriso piacente sul volto, iniziando un rito di finzione tutto suo... “Buongiorno signore!”

La neve scende con estrema grazia, mentre il vento la fa volteggiare a proprio piacimento. Senza troppa energia né troppa lentamente. Il suo ritmo scandisce le letture di Sakura, la quale non ha altro metro di misura all'infuori di un fastidioso ticchettio d'orologio. Potrebbe ignorarlo, per quanto le riguarda.

Sta studiando per l'imminente esame, dato che a breve si concluderà l'anno scolastico; le manca un voto in istologia.

Ogni tanto concede ai propri occhi e alla mente una tregua dallo sforzo; li lascia volare verso la finestra affacciata sulla strada, dove incontrano solo bianco. Il suo pensiero raggiungeva una persona dall’altra parte della città, rintanata tra i fiori e la neve.

Abbassa lo sguardo dalla finestra. È nervosa. La matita tamburella sul foglio da cui leggeva tanto attentamente, senza trovare la concentrazione che sembra cercare; senza riuscire a liberarsi dalla tensione soltanto picchiettando il legno contro la carta... e così un sussurro esce dalle sue labbra leggermente rosse per il freddo: Ino.

I suoi pensieri si dissipano come fossero... neve al sole. È bastato dirlo ad alta voce, ammettere con se stessa cosa la fa agitare. Perché si sente meglio dopo aver pronunciato quel singolo nome?

Istologia la chiama, non può rispondere. O forse non vuole?

Sul comodino nella stanza di Sakura Haruno giace una foto: raffigura una bambina dai capelli rosa, corti. Gli occhi verdi, la divisa scolastica della sua scuola che le calza a pennello... e la mano intrecciata a quella più pallida e sottile di un'altra bimba. Lei ha invece un nastro rosso a raccogliere i capelli biondi. I suoi occhi, di un azzurro opaco ma vivace, si incrociano e brillano assieme a quelli della sua amica.

La stessa foto, nella stessa cornice, occupa il comodino in parte al letto di Ino Yamanaka.



┼ LA NEVE SCENDE SUI FIORI DI PRIMAVERA ┼



Il sole inizia a splendere: la stagione fredda ha già raggiunto il suo culmine, di conseguenza le ore luminose sono meno rispetto a quelle d'ombra. I caldi raggi solari giungono sulla neve bianca, accentuando il loro bagliore, facendo socchiudere gli occhi che ci si posano sopra. È tuttavia risaputo che le giornate soleggiate non sono propriamente tipiche dell'inverno... perciò la luce e la neve non s’incontravano poi tanto spesso.
L’inverno porta con sé freddo e malesseri, quest’anno. Febbre, raffreddore, tosse, influenza... tutti sintomi fastidiosi, alcuni dei quali costringono Sakura a letto, mentre fuori la neve cala senza fretta dal cielo carico di nubi.

La ventenne sospira pensando agli istanti di vita che sta perdendo per colpa di quella maledetta influenza virale: avrebbe potuto trovarsi con gli amici più cari, ridere e scherzare con loro, o anche recarsi all'università per studiare e imparare qualcosa di utile sarebbe stato meglio. Però sa che la colpa rimane comunque sua: se non avesse indossato una maglia scollata per l'appuntamento con Sasuke Uchiha, non avrebbe preso freddo.

“Oggi Ino dovrebbe incontrarlo” per un’uscita di convenienza, rammenta: entrambi sono rappresentanti d'istituto, così la bionda ogni tanto ne approfitta per arrangiare un incontro col moro. E lei non ha la possibilità di ostacolare il loro appuntamento, incastrata com’è nel suo letto.
Così come per i voti migliori, per il fisico più invidiabile, per la mente più veloce, Sakura sa che Ino è la persona con cui vale confrontarsi.
Prende tra le mani una tazza di tisana dal comodino, bevendone un sorso tentando di non ustionarsi la lingua. Si lecca le labbra, con involontaria lentezza, gustando la bevanda in ogni sua sfaccettatura. Si chiede se la Yamanaka sia al corrente di quanto le piacciono le tisane che le procura. Ino... le aveva mai detto quanto quelle tisane la mandano in estasi?
Pensa che quelle mani delicate, quasi desiderabili, siano quanto di più femminile una ragazza possa desiderare. Un uomo fa questo genere di pensieri…
Ripone il bicchiere ancora mezzo pieno sul comò, afferrando il grosso trattato lì in parte, e inizia a sfogliarlo. Meglio annegare quei pensieri, ancora una volta, nello studio della medicina.
Ultimamente questo genere di idee si affaccia nella sua mente molto spesso, spiazzandola e lasciandole l'amaro in bocca. Come, come potrebbe accettare di provare quello sviato desiderio per le ragazze, dopo tutta una vita in cui le è stato insegnato come comportarsi e come ragionare? Se avesse parlato a sua madre di questo suo problema, lei avrebbe potuto ancora riconoscerla come figlia?

Sakura è da sempre condizionata dai propria famiglia: Ino ha notato già da tempo il modo in cui lei cerca l'approvazione di chiunque, che siano amici o parenti.

Aveva capito la fragilità di Haruno e aveva tentato di aiutarla ad uscire da quella soggezione che crea nei confronti di tutti. Sin da piccola, Yamanaka si rende conto della differenza di carattere tra loro: lei è forte, Sakura per niente. Si sente orgogliosa di lei quando poi viene smentita al riguardo. Orgogliosa e un po’ invidiosa, lo ammette.
Invidiosa, o forse gelosa... della piccola Haruno che ha trasformato in una piacevole rosa nel pieno della sua primavera.
Sistema il ciuffo biondo dietro l'orecchio, mentre prende appunti per la sua Sakura, all'università. Quello stesso pomeriggio passerà per darglieli.

Due ragazze così diverse, così distanti nel modo di pensare e di agire... ma proprio per questo un legame così saldo le univa.


Una figura oscura e lontana aleggia in un paesaggio che ostentava solo chiarore.
Con volteggi leggiadri, l'ombra in lontananza si poggia al suolo, assumendo una forma definita.
Un volatile dalla grossa stazza, coperto da un folto piumaggio color amaranto, si volta e mostra il suo becco pronunciato.
Sakura l'osserva, stupefatta di tanta superbia. Lo guarda, e sente crescere una certa invidia.
Vorrebbe anche lei un paio d'ali con cui poter volare.
Cerca di raggiungerlo, attratta come una falena alla luce, e l'animale con sensualità spicca di nuovo il volo. Lascia la ragazza sola. Nel panorama offuscato e di poco rilievo. Sente di farne parte, in qualche modo. Parte di ciò che non conta.
E non le piace. Per niente.

Sakura raggiunge il punto in cui si trovava l'uccello, sperando di trarne l'essenza rimasta, e si china a raccogliere una piuma. A quel punto, si accorge che il pavimento non è altro che uno specchio; riflette il cielo candido e fin troppo anonimo.
Si rimira, assente, poggiando una mano sul terreno, incrociando quella del proprio riflesso. Al contatto, l'immagine cambia: appare Sasuke, inginocchiato come lei, con la mano protesa, mentre con l'altra tiene in mano una piuma color ardesia chiaro.
Abbassa l'altra mano per sbilanciarsi, mettendo in contatto inevitabilmente le due piume colorate.

Il moro segue i suoi movimenti anche quando questa si abbassa e preme le sue labbra contro lo specchio, socchiudendo gli occhi.
Sembra un attimo, e la lingua di Sakura esce per scontrarsi con lo specchio freddo. Pare lottare, voler sciogliere il vetro che la separa dal ragazzo. Poi ci riesce, quando sente un muscolo liscio e caldo venire incontro al suo.
Prova con le mani a sfondare quella barriera, affinché la lingua non sia da sola in quel viaggio di sensi. Poi succede: sente che qualcosa non funziona. Riapre gli occhi, e non si aspetta l'azzurro chiaro di quelli di Ino.
Vorrebbe provare a togliersi di lì, vorrebbe scappare ancora una volta, vorrebbe mentire a se stessa dicendo di non desiderare tutto questo... ma ammette che le piace condividerlo con Ino invece che con Sasuke. Non si spiega nemmeno perché.
E non le piace. Per niente.

La piuma ancora trattenuta nel pugno, gli occhi stretti a tal punto da lacrimare, una strana sensazione allo stomaco e un senso di umido tra le gambe.
Rialza le palpebre quando sente che la lingua di Ino scivola lungo il suo collo, abbandonando definitivamente la corrispondenza con lo specchio.

Vede di fronte a sé una fenice: la riconosce come il rapace che tanto invidiava.
Non sente più la necessità di scappare da tutto quel bianco. Non vuole più le ali con cui librarsi nel cielo. Vuole solo rimanere ancora un po’ a crogiolarsi in quella sensazione, che tanto le fa sembrare di non essere parte della foschia. E non è Sasuke a farla sentire speciale: basta Ino a farla uscire da quel libido incolore. È Ino le sue ali.

Sakura rinviene di soprassalto, sudando e ansimando pesantemente. Solo un sogno? Quella visione è stata un gioco e niente più? Geme spossata. Alza la coperta, solo per vedere un viscido liquame trasparente che le imbratta le mutande...

Le serviva un fazzoletto.


Camminando frettolosamente verso il bagno, Ino libera i capelli lunghi e lisci. Scivolano con grazia fino al fondoschiena, vittime dei movimenti della ragazza.
Oggi deve andare ad un appuntamento con Sasuke, il rampollo della famiglia Uchiha. Il primo premio della competizione tra lei e Sakura, oltretutto.
Entra nel bagno per darsi una rinfrescata: apre l'acqua fredda del rubinetto, mette le mani a coppa per raccoglierne un po’ e ci si sciacqua il viso.
Dapprima Sasuke era un ragazzo avvenente, dalla personalità intrigante e molto desiderato anche dalle altre universitarie. Non aveva fatto caso, inizialmente, a quanto quella carnagione fosse candida, quegli occhi dal taglio così elegante, quei suoi lineamenti così femminili...
Ino si asciuga il volto con una salvietta. Guarda il proprio riflesso allo specchio, rivedendo lo sguardo deluso che aveva fatto anni addietro non appena aveva scoperto che anche la sua Sakura pareva interessata a quel ragazzo così efebico.
Sapere di non essere più il centro delle attenzioni della Haruno.
Capire l'importanza che stava perdendo gradualmente.
Non poter fare niente per tornare indietro...
Non era riuscita semplicemente a dimenticare Sakura come era stato fatto con lei: aveva iniziato a sfidarla, provocarla, sperando quantomeno di non essere abbandonata. Di non essere messa da parte come una vecchia bambola inutile.
Ino si volta, entrando in una delle cabine. Abbassa la gonna viola che indossa in occasione del incontro col suo acerrimo rivale, nonché ignaro aiutante, Sasuke Uchiha.
D’un tratto il suono di un tonfo la mette al corrente che non è più sola in quel gabinetto.
Si era chiusa in uno degli scomparti, perciò non può scorgere fuori dall'abitacolo. In compenso, i suoni sono estremamente eloquenti: gemiti femminili coperti da altri maschili, vestiti che strusciano rumorosamente su una superficie altrettanto ruvida. Ino si tappa la bocca con una mano, perché non escano suoni di stupore o anche solo per riflesso condizionato. Sconvolta di trovarsi in una situazione tanto assurda, non riesce più a liberarsi dalla propria pipì. Semplicemente, attende.
Passano all'incirca quindici minuti, e Yamanaka ancora non si è spostata. Le sue orecchie si sono in qualche modo abituate ai rumori animaleschi e poco fraintendibili, così quando questi si regolano e ha una tregua sufficiente, fa ciò che ormai non sperava più di riuscire a terminare: urina.
Esce dal bagno con tranquillità disarmante e si avvia allo specchio per iniziare a truccarsi. Nella sua mente, mia e Sakura sono parole che vanno affiancate, e lei già sapeva perché.

Ha immaginato che quei gemiti fossero appartenuti alla Haruno, per renderli sopportabili: sono diventati estremamente gradevoli, con un po’ di immaginazione.
Guarda di sfuggita alla finestra: continua a nevicare con insistenza.


Nelle favole che le leggeva suo padre prima di farla addormentare, i principi giungono sempre dalle loro principesse, le quali sono più che felici di ricevere il loro amore. Tutto ciò convoglia alle nozze, sempre. All’epoca non aveva notato la monotonia di quel lieto fine.
Non ha fatto altro che cercarsi un cavaliere per tutta la vita, convinta che la sua fiaba si sarebbe conclusa esattamente come tutte le altre, però non le è mai capitato di svegliarsi mentre un perfetto sconosciuto le ruba il primo bacio; non ha mai indossato lunghi abiti merlettati, né sistemato i propri capelli con fiori e boccoli. Non avrebbe nemmeno accolto di buon grado l’idea che un pervertito profanasse le sue labbra, approfittando del suo stato incosciente.
Lei non è una principessa, alla fine… e allora per quale motivo un principe sarebbe dovuto andare da lei? Per sentirsi rigettare con stizza?
Le favole non esistono che per i bambini, e lei non lo è più da molto.
Passa le mani tra i capelli, distrattamente, riportando all’ordine una ciocca rosa ribelle. Quanta confusione.
Avrebbe voluto piangere, senza capire bene perché, e riesce a trattenersi solo pensando che non ve ne è un motivo valido.
“Il problema non c’è davvero: me lo sto solo immaginando!” vaneggia. “Prima di domani la febbre smetterà di farmi delirare.”
Sakura ricorda quanto forte è stato il desiderato che la lingua di Ino continuasse a vezzeggiare la sua clavicola, e la fatica compiuta per tenere a freno le proprie mani dall’accarezzare la pelle spoglia di lei.
Visti ora, questi dettagli assumono importanza notevole. Un significato più profondo, pensa.
Ormai è certa che c’è qualcosa in più sotto, che non dovrebbe esserci; decide di spostarsi in soggiorno, anche solo per cambiare ambiente.
Perché sente così forte il desiderio di capire, anche se nessuno le sta mettendo fretta?
Forse solo perché si tratta di Ino… per qualsiasi altra avrebbe rimandato ancora.
Perché le pare tutto così giusto e sbagliato al contempo?


Si suppone che Yamanaka incontri Uchiha alle tre e mezza del pomeriggio di fronte alla biblioteca d’istituto, così da fare lo stesso tragitto insieme e giungere all’incontro con gli altri rappresentanti. Il loro colloquio si sarebbe tenuto e si sarebbero successivamente defilati per dare avvio al reale appuntamento.
Sono a malapena le tre e sedici minuti quando Ino decide che tuttavia quel giorno ha di meglio da fare che incontrare un ragazzo antipatico e silenzioso quanto bello. Qualsiasi ragazza avrebbe voluto trovarsi al suo posto; nessuna di loro avrebbe mai declinato un’uscita con Sasuke. Prende il cellulare, cercando nella rubrica telefonica un numero che sia congeniale al moro: dal suo punto di vista, un Uchiha come nemico è fortemente sconsigliato. Scandaglia con cura i nomi, finché non trova chi fa al caso suo.

- Tra un quarto d’ora presentati alla biblioteca del plesso C. Se ritardi ti ammazzo. Vestiti in tiro e ingurgita una mentina: ti sto facendo un favore enorme, non farmene pentire…
PS: voglio sapere i dettagli, dopo.
Ino =) -

Quindi invia il messaggio e si dirige al negozio di fiori dei genitori. Sta prendendo la decisione giusta, si dice un po’ esitante. Rinunciare una volta per tutte a Sasuke, per poter finalmente dirigersi verso Sakura. La Sua Sakura.

Sasuke controlla ancora una volta l'orologio al polso. Sono le 15:45.
“Bene, anche l'ultimo autobus è perso.”
Alza lo sguardo, cercando la figura della ragazza bionda con cui ha fissato il proprio incontro. Ino Yamanaka. Non gli era mai particolarmente piaciuta quella ragazza, e avrebbe preferito scoprire in altre circostanze che non era per niente puntuale.
D’un tratto intravede dei movimenti sospetti: una macchia arancione e nera, che spiccava molto nel bianco circostante, corre verso di lui come se stesse scappando dalla morte.
Sasuke può dire solo “Dobe.”
Naruto Uzumaki è da sempre un soggetto tendenzialmente attivo e dinamico, ma la sua sbadataggine spesso lo porta in situazioni poco piacevoli. Una delle sue migliori qualità è appunto saper risolvere ogni problema grazie al carisma e alla forza di volontà di cui è fortunatamente dotato.
“Teme! Che-che ci fai tu qui?” Urla il biondo, quando è abbastanza vicino al moro da poterlo riconoscere. “Aspetto la Yamanaka: dovevamo andare all’assemblea d’istituto insieme, ma è in ritardo.” Così Naruto capisce cosa intendeva Ino con enorme favore. Sorride piano.
“A-hem, Sasuke?” “Cosa vuoi Usuratonkachi?” “Pensi davvero che con questa neve passino ancora autobus?…”
Dopo una ragionevole pausa di silenzio, Sasuke sospira e abbassa il capo: “Che proponi di fare?” “Saltare il maledetto consiglio studentesco a cui dovremmo andare entrambi e dirigerci alla prima tavola calda, lontano da ‘sto freddo?” Replica lui ironico.
Entrambi i ragazzi fanno parte dei rappresentanti d’istituto, assieme ad Ino ed altri tre giovani. Sempre in contrasto per ideologia e metodica, i due sono diventati rivali in tutto ciò che può presentarsi loro come una sfida. “Tsè, non ho ancora capito come hai fatto a farti eleggere rappresentante, dobe.” “Mh, io non ho mai capito perché tu lo abbia fatto, teme…”
Presto qualcuno li cercherà e rintraccerà, così ancora una volta Sasuke si lascerà trascinare dai propri impegni, però una piccola pausa con Naruto se la concede volentieri. Anche solo per evadere, anche solo per capire, anche solo per non sentirsi completamente vuoto e solo.
Anche solo per stare con questo biondino.

I capelli sporchi e disordinati di Sakura ricadono sul bracciolo del divano bianco, facendo sembrare più chiaro il loro colore.
Gli occhi smeraldini della ragazza vagano nella stanza, senza soffermarsi su un oggetto in particolare, mentre un chiodo fisso la fa angosciare: Ino, Ino, Ino, Ino, Ino…
Cos’è Ino?
Un fiore, un bocciolo.
Dai petali gialli, spenti; corolla rosea.
Vi giacciono sopra delle piacevoli gocce di rugiada azzurrine…
Ino è conflitto, sfida, novità, movimento. È vita. Non annoiarsi mai.
Ino è da sempre l’unione di ogni parte di tutto questo. Bella e stimolante come persona, Ino richiamava e respingeva l’essenza della Haruno. Ed è sensuale, oh
Sakura cos’ha da offrirle?
Il suo sguardo si ferma su una foto: raffigura una giovane donna dai capelli rosa, lunghi. Gli occhi verdi, l’uniforme dell’ultimo anno di superiori che le fa i fianchi un po’ troppo grossi… e la mano sulla spalla di quella sua amica che per anni non l’ha abbandonata. Questa ha un ciuffo biondo che ricade sul’occhio destro fastidiosamente. I suoi occhi, di un azzurro opaco ma vivace, si incrociano e brillano assieme a quelli della sua amica.
Quegli occhi…
Avverte l’intensità di quegli sguardi, cercando di afferrare il loro significato.
Quegli occhi sono cambiati: una foto sul suo comodino le testimonia che in quegli occhi si leggono sentimenti differenti. Gli uni rimasti ingenui, gli altri falsamente compiacenti.
Sorriso finto come una maschera di carnevale e amaro quanto il fiele.


La neve fiocca incessantemente da tutto il giorno, e le strade ormai sono ricoperte di neve rappresa. I bambini escono dalle scuole, ne raccoglievano una porzione. Le appallottolano e le lanciano.
Sakura piange, perché la confusione è tanta. Sente che le manca qualcosa, che non completa il puzzle in mancanza di pezzi.
Vuole andare fino in fondo, e si rende conto che Ino le nasconde dei frammenti preziosi per scoprire la verità che cerca.
Improvvisamente il campanello suona; sua madre l’ha lasciata sola in casa per andare a fare la spesa, e solo lei può aprire la porta perciò strozza un singulto, sistema il pigiama rendendolo presentabile, per quanto possibile, e apre.

“Ciao fronte spaziosa! Ti sei ripresa dalla febbre?” Il sorriso di Ino, più vero che mai, si riflette negli occhi azzurri. La bionda è avvolta in una pesante mantella violacea, leggermente coperta di neve.
Porge a Sakura un mazzo di camelie purpuree, adornate da un fiocco alla base degli steli. “La camelia è una pianta invernale, sai Haruno?” Ammicca.
La rosa non rispose. Continua a fissare Ino con aria scombussolata. Perché lei? Non ora!
“Ehi, tutto bene?” dice, abbassando il bouquet.
Sakura barcolla sulla porta, quindi si appoggia alla cornice di legno mentre le gambe l’abbandonano. Ino tenta di sorreggerla, finendo solo per accompagnare la caduta dell’amica. Una volta sul pavimento, l’abbraccia provando quantomeno a proteggerla dal freddo esterno. I fiori sono abbandonati in terra, prede della neve.

Ino era corsa a casa, aveva abbandonato la borsa scolastica su una sedia ed era scesa in negozio per prendere dei fiori a Sakura. Quando si presenta davanti alla sua porta di certo non si aspetta la padrona di casa in uno stato così pietoso.
Rimangono qualche minuto in quelle posizioni, attendendo un momento che solo loro possono definire. Allora Ino si fa coraggio e alza l’amica, dicendole di sedersi sul divano al caldo. Si chiudono la porta alle spalle e Sakura si stende sotto le coltri calde mentre Ino va in cucina per preparare una bevanda calda.
Torna dopo poco, sedendosi sul divano a farle compagnia. “Cos’è successo?” chiede, preoccupata.
“Mi sento strana e confusa…”
“Parla. Sai che sono qui per questo, no?” È cordiale.
“Credo che… la febbre mi stia facendo delirare, ma… ho fatto uno strano sogno e…”
“Tranquilla, calmati.” È sicura.
“Ino, credo di essere… sessualmente attratta da te.”

Avanti Ino, dille qualcosa. Sei qui per lei, hai rinunciato a Sasuke per lei, hai finalmente preso la tua decisione… ora combatti la tua guerra! “Hahhahaha!” O forse no…
È troppo presto.
È troppo presto!
Sakura tace. Si sente presa in giro. Perché quella risata? Così finta…
“Ino, non scherzo.” A quell’affermazione, Ino la fissa. “Ho avuto un… sogno strano poco fa, come ti ho detto. E poi, beh, ho riflettuto. Io e te siamo amiche da tanto tempo, non mi stupirei se una di noi due provasse qualcosa di diverso per l’altra. Credo… credo che-” “Sakura, non dire ciò che non pensi. Davvero, mi stai spaventando…” o forse è meglio dire innervosendo?
Il tempo va a ritmo coi loro cuori agitati, rumorosi. L’adrenalina ormai circola da diversi minuti, più simili a lunghe ore. Tutta un’amicizia concentrata in pochi discutibili secondi. Discussi secondi.
“Fammi capire, ti sei riscoperta lesbica?” “Io non ho detto questo!” “Avresti potuto dirmelo prima! Sono o no tua amica? Perché non ti sei confidata con me?” “Come facevo a parlartene?” “Esattamente come con tutto il resto!” “E allora tu?” “…”

Che cosa?

“Tu hai fatto lo stesso, Ino. Tu… hai taciuto finora, voglio sapere cosa non mi hai detto mentre scattavamo quella foto!” Replica Sakura, impetuosa, puntando il dito sulla foto della cerimonia per la consegna del diploma.
Ino è scoperta, in quel momento, come quei fiori che sono rimasti fuori dalla porta, a congelarsi sotto la neve.
“E se ti dicessi che ho una cotta per te, Sakura?”
“Da quanto?” Dannazione, da quanto tempo!
“Sono anni ormai…” E tu non mi hai mai scoperta!
“Ino, io- mi dispiace. Non...” Chiude gli occhi, poggiando mollemente un braccio sulla fronte.
Non sa che le prende, ma una voce le dice che era ciò che voleva sentire.
L’emozione è forte; fa piangere entrambe senza che quasi se ne accorgano. Ino però continua a fissare il volto della ragazza stesa al suo fianco, bella e attraente anche quando è colta dalla fragilità. Sente di ritornare al passato, a quando tutto il mondo girava intorno a loro. Nessun Sasuke. Nessuno all'infuori di loro… “Non fa niente, Haruno. Non fa niente.”

Pur lontane, non possono che essere costantemente vicine. L’una nei pensieri dell’altra.
Era così da sempre, e tanto bastava.

Ino si piega verso il basso, scende lentamente con le mani a scansare il braccio chiaro.

“Questo viaggio...” inizia titubante, senza sapere dove andare a parare. “Questo viaggio non lo devi affrontare da sola, capito?”

Non è la disperazione che mi porta a dire queste parole, come invece sembrerebbe dal tono che sto usando.

“Possiamo percorrerlo insieme, se ti va.”

Singhiozza, mentre un principio di risata tenta di pervaderle il viso rigato. Felicità. Tristezza. Incertezza. Stanchezza. Semplice voglia di piangere...

Sakura tiene gli occhi chiusi. Aprirli in qualche modo le pesa: affrontare quella realtà non è semplice... però ci prova, senza dimenticare le paure.

Brava, così...

Al freddo e al gelo invernale, un mazzo di fiori è rimasto in balia della neve. I fiocchi gelidi non li risparmiano solo perché sono profumati di primavera. Presto la neve sarà troppa per consentire alla signora Haruno di rincasare ed occuparsi della figlia. Probabilmente chiamerà per assicurarsi sulle condizioni della figlia malata, e a quel punto non so se qualcuno risponderà al telefono...




Grazie per questo bellissimo banner, Elos!

NdAny:

Questo contest è partito da oKelio, che però si è trovata in difficoltà e ci ha dato solo la griglia, senza commenti. Abbiamo cambiato giudice, e ci siamo lamentate anche di KonataChan. In conclusione, mi rimane questo bel banner e tanta fatica per niente. O forse no? Mi è sembrato un buon modo per affrontare i miei problemi. Mi resta solo questo.

Ho provato a ricontrollare la storia, anche se qui ci sarebbe semplicemente da togliere tutto XD

  
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