Questa storia parla di come cade la neve durante gli inverni particolarmente freddi – nel cuore e al di fuori di esso.
Lenta e cadenzata, Ino la può seguire con lo sguardo: dal negozio di fiori Yamanaka sospira tranquilla, mentre i suoi occhi cerulei osservano i volteggi dei fiocchi. Aveva sempre trovato piacevole rimanere ad osservare la loro discesa, sopratutto da un posto asciutto e ben illuminato com'era la bottega dei suoi genitori.
La neve scende con estrema grazia, mentre il vento la fa volteggiare a proprio piacimento. Senza troppa energia né troppa lentamente. Il suo ritmo scandisce le letture di Sakura, la quale non ha altro metro di misura all'infuori di un fastidioso ticchettio d'orologio. Potrebbe ignorarlo, per quanto le riguarda.
Sta studiando per l'imminente esame, dato che a breve si concluderà l'anno scolastico; le manca un voto in istologia.
Ogni tanto concede ai propri occhi e alla mente una tregua dallo sforzo; li lascia volare verso la finestra affacciata sulla strada, dove incontrano solo bianco. Il suo pensiero raggiungeva una persona dall’altra parte della città, rintanata tra i fiori e la neve.
I suoi pensieri si dissipano come fossero... neve al sole. È bastato dirlo ad alta voce, ammettere con se stessa cosa la fa agitare. Perché si sente meglio dopo aver pronunciato quel singolo nome?
Sul comodino nella stanza di Sakura Haruno giace una foto: raffigura una bambina dai capelli rosa, corti. Gli occhi verdi, la divisa scolastica della sua scuola che le calza a pennello... e la mano intrecciata a quella più pallida e sottile di un'altra bimba. Lei ha invece un nastro rosso a raccogliere i capelli biondi. I suoi occhi, di un azzurro opaco ma vivace, si incrociano e brillano assieme a quelli della sua amica.
La stessa foto, nella stessa cornice, occupa il comodino in parte al letto di Ino Yamanaka.
┼ LA NEVE SCENDE SUI FIORI DI PRIMAVERA ┼
Il
sole inizia a splendere:
la stagione fredda ha già raggiunto il suo culmine, di
conseguenza le ore
luminose sono meno rispetto a quelle d'ombra. I caldi raggi solari
giungono
sulla neve bianca, accentuando il loro bagliore, facendo socchiudere
gli occhi
che ci si posano sopra. È tuttavia risaputo che le giornate
soleggiate non sono
propriamente tipiche dell'inverno... perciò la luce e la
neve non
s’incontravano poi tanto spesso.
L’inverno porta con sé freddo e malesseri,
quest’anno. Febbre, raffreddore,
tosse, influenza... tutti sintomi fastidiosi, alcuni dei quali
costringono
Sakura a letto, mentre fuori la neve cala senza fretta dal cielo carico
di
nubi.
La ventenne sospira pensando agli istanti di vita che sta perdendo per colpa di quella maledetta influenza virale: avrebbe potuto trovarsi con gli amici più cari, ridere e scherzare con loro, o anche recarsi all'università per studiare e imparare qualcosa di utile sarebbe stato meglio. Però sa che la colpa rimane comunque sua: se non avesse indossato una maglia scollata per l'appuntamento con Sasuke Uchiha, non avrebbe preso freddo.
“Oggi
Ino dovrebbe incontrarlo”
per un’uscita di convenienza, rammenta: entrambi sono
rappresentanti
d'istituto, così la bionda ogni tanto ne approfitta per
arrangiare un incontro
col moro. E lei non ha la possibilità di ostacolare il loro appuntamento, incastrata
com’è nel suo
letto.
Così come per i voti migliori, per il fisico più
invidiabile, per la mente più
veloce, Sakura sa che Ino è la persona con cui vale
confrontarsi.
Prende tra le mani una tazza di tisana dal comodino, bevendone un sorso
tentando di non ustionarsi la lingua. Si lecca le labbra, con
involontaria
lentezza, gustando la bevanda in ogni sua sfaccettatura. Si chiede se
Pensa che quelle mani delicate, quasi desiderabili, siano quanto di
più
femminile una ragazza possa desiderare. Un
uomo fa questo genere di pensieri…
Ultimamente questo genere di idee si affaccia nella sua mente molto
spesso,
spiazzandola e lasciandole l'amaro in bocca. Come,
come
potrebbe accettare di
provare quello sviato desiderio per le ragazze, dopo tutta una vita in
cui le è
stato insegnato come comportarsi e come ragionare? Se avesse parlato a
sua
madre di questo suo problema, lei avrebbe potuto ancora riconoscerla
come
figlia?
Sakura
è da sempre condizionata
dai propria famiglia: Ino ha notato già da tempo il modo in
cui lei cerca
l'approvazione di chiunque, che siano amici o parenti.
Aveva
capito la fragilità
di Haruno e aveva tentato di aiutarla ad uscire da quella soggezione
che crea
nei confronti di tutti. Sin da piccola,
Invidiosa, o forse gelosa... della piccola Haruno che ha trasformato in
una
piacevole rosa nel pieno della sua primavera.
Sistema il ciuffo biondo dietro l'orecchio, mentre prende appunti per
la sua
Sakura, all'università. Quello stesso pomeriggio
passerà per darglieli.
Due ragazze così diverse, così distanti nel modo di pensare e di agire... ma proprio per questo un legame così saldo le univa.
Una
figura oscura e lontana
aleggia in un paesaggio che ostentava solo chiarore.
Con volteggi leggiadri, l'ombra in lontananza si poggia al suolo,
assumendo una
forma definita.
Un volatile dalla grossa stazza, coperto da un folto piumaggio color
amaranto,
si volta e mostra il suo becco pronunciato.
Sakura l'osserva, stupefatta di tanta superbia. Lo guarda, e sente
crescere una certa invidia.
Vorrebbe anche lei un paio d'ali con cui poter volare.
Cerca di raggiungerlo, attratta come una falena alla luce, e l'animale
con
sensualità spicca di nuovo il volo. Lascia la ragazza sola.
Nel panorama
offuscato e di poco rilievo. Sente di farne parte, in qualche modo.
Parte di
ciò che non conta.
E non le piace. Per niente.
Sakura
raggiunge il punto in
cui si trovava l'uccello, sperando di trarne l'essenza rimasta, e si
china a
raccogliere una piuma. A quel punto, si accorge che il pavimento non
è altro
che uno specchio; riflette il cielo candido e fin troppo anonimo.
Si rimira, assente, poggiando una mano sul terreno, incrociando quella
del
proprio riflesso. Al contatto, l'immagine cambia: appare Sasuke,
inginocchiato
come lei, con la mano protesa, mentre con l'altra tiene in mano una
piuma color
ardesia chiaro.
Abbassa l'altra mano per sbilanciarsi, mettendo in contatto
inevitabilmente le
due piume colorate.
Sembra un attimo, e la lingua di Sakura esce per scontrarsi con lo
specchio
freddo. Pare lottare, voler sciogliere il vetro che la separa dal
ragazzo. Poi
ci riesce, quando sente un muscolo liscio e caldo venire incontro al
suo.
Prova con le mani a sfondare quella barriera, affinché la
lingua non sia da
sola in quel viaggio di sensi. Poi succede: sente che qualcosa non
funziona.
Riapre gli occhi, e non si aspetta l'azzurro chiaro di quelli di Ino.
Vorrebbe provare a togliersi di lì, vorrebbe scappare ancora
una volta,
vorrebbe mentire a se stessa dicendo di non desiderare tutto questo...
ma
ammette che le piace condividerlo con Ino invece che con Sasuke.
Non si
spiega nemmeno perché.
E non le piace. Per
niente.
La
piuma ancora trattenuta nel
pugno, gli occhi stretti a tal punto da lacrimare, una strana
sensazione allo
stomaco e un senso di umido tra le gambe.
Rialza le palpebre quando sente che la lingua di Ino scivola lungo il
suo collo,
abbandonando definitivamente la corrispondenza con lo specchio.
Vede
di fronte a sé una fenice:
la riconosce come il rapace che tanto invidiava.
Non sente più
la necessità di scappare da tutto
quel bianco. Non vuole più le
ali con cui librarsi nel cielo. Vuole solo rimanere ancora un
po’ a crogiolarsi
in quella sensazione, che tanto le fa sembrare di non essere parte
della
foschia. E non è Sasuke a farla sentire speciale: basta Ino
a farla uscire da
quel libido incolore. È Ino le sue ali.
Sakura rinviene di soprassalto, sudando e ansimando pesantemente. Solo un sogno? Quella visione
è stata un
gioco e niente più? Geme spossata. Alza
la coperta, solo per vedere un
viscido liquame trasparente che le imbratta le mutande...
Camminando
frettolosamente
verso il bagno, Ino libera i capelli lunghi e lisci. Scivolano
con
grazia fino al fondoschiena, vittime dei movimenti della ragazza.
Oggi deve andare ad un appuntamento con Sasuke, il rampollo della
famiglia Uchiha.
Il primo premio della competizione tra lei e Sakura, oltretutto.
Entra nel bagno per darsi una rinfrescata: apre l'acqua fredda del
rubinetto,
mette le mani a coppa per raccoglierne un po’ e ci si
sciacqua il viso.
Dapprima Sasuke era un ragazzo avvenente, dalla personalità
intrigante e molto
desiderato anche dalle altre universitarie. Non aveva fatto caso,
inizialmente,
a quanto quella carnagione fosse candida, quegli occhi dal taglio
così
elegante, quei suoi lineamenti così femminili...
Ino si asciuga il volto con una salvietta. Guarda il proprio riflesso
allo
specchio, rivedendo lo sguardo deluso che aveva fatto anni addietro non
appena
aveva scoperto che anche la sua Sakura pareva interessata a quel
ragazzo così
efebico.
Sapere di non essere più il centro delle attenzioni della
Haruno.
Capire
l'importanza che stava
perdendo gradualmente.
Non
poter fare niente per
tornare indietro...
Non
era riuscita semplicemente
a dimenticare Sakura come era stato fatto con lei: aveva iniziato a
sfidarla,
provocarla, sperando quantomeno di non essere abbandonata. Di non
essere messa
da parte come una vecchia bambola inutile.
Ino si volta, entrando in una delle cabine. Abbassa la gonna viola che
indossa
in occasione del incontro col suo acerrimo rivale, nonché
ignaro aiutante,
Sasuke Uchiha.
D’un tratto il suono di un tonfo la mette al corrente che non
è più sola in
quel gabinetto.
Si era chiusa in uno degli scomparti, perciò non
può scorgere fuori dall'abitacolo.
In compenso, i suoni sono estremamente eloquenti: gemiti femminili
coperti da
altri maschili, vestiti che strusciano rumorosamente su una superficie
altrettanto
ruvida. Ino si tappa la bocca con una mano, perché non
escano suoni
di stupore o anche
solo per riflesso condizionato. Sconvolta di trovarsi in una situazione
tanto
assurda, non riesce più a liberarsi dalla propria
pipì. Semplicemente, attende.
Passano all'incirca quindici minuti, e
Esce dal bagno con tranquillità disarmante e si avvia allo
specchio per
iniziare a truccarsi. Nella sua mente, mia
e Sakura sono parole che vanno
affiancate, e lei già sapeva perché.
Ha
immaginato che quei gemiti
fossero appartenuti alla Haruno, per renderli sopportabili: sono
diventati
estremamente gradevoli, con un po’ di immaginazione.
Guarda di sfuggita alla finestra: continua a nevicare con insistenza.
Nelle favole che le leggeva suo padre prima di farla addormentare, i
principi
giungono sempre dalle loro principesse, le quali sono più
che felici di
ricevere il loro amore. Tutto ciò convoglia alle nozze,
sempre. All’epoca non aveva
notato la monotonia di quel lieto fine.
Non ha fatto altro che cercarsi un cavaliere per tutta la vita,
convinta che la
sua fiaba si sarebbe conclusa esattamente come tutte le altre,
però non le è mai capitato di svegliarsi mentre
un perfetto sconosciuto le ruba
il primo bacio; non ha mai indossato lunghi abiti merlettati,
né sistemato i
propri capelli con fiori e boccoli. Non avrebbe nemmeno accolto di buon
grado
l’idea che un pervertito profanasse le sue labbra,
approfittando del suo
stato incosciente.
Lei
non è una principessa, alla
fine… e allora per quale motivo un principe sarebbe dovuto
andare da lei? Per
sentirsi rigettare con stizza?
Le favole non esistono che per i bambini, e lei non lo è
più da molto.
Passa le mani tra i capelli, distrattamente, riportando
all’ordine una ciocca
rosa ribelle. Quanta confusione.
Avrebbe voluto piangere, senza capire bene perché,
e riesce a trattenersi
solo pensando che non ve ne è un motivo valido.
“Il problema non c’è davvero: me lo sto
solo immaginando!” vaneggia. “Prima di
domani la febbre smetterà di farmi delirare.”
Sakura ricorda quanto forte è stato il desiderato che la
lingua di Ino
continuasse a vezzeggiare la sua clavicola, e la fatica compiuta per
tenere a
freno le proprie mani dall’accarezzare la pelle spoglia di
lei.
Visti
ora, questi dettagli
assumono importanza notevole. Un significato più profondo,
pensa.
Ormai
è certa che c’è qualcosa
in più sotto, che non dovrebbe esserci; decide
di spostarsi in
soggiorno, anche solo per cambiare ambiente.
Perché sente così forte il desiderio di capire,
anche se nessuno le sta
mettendo fretta?
Forse solo perché si tratta di Ino… per qualsiasi
altra avrebbe rimandato
ancora.
Perché le pare tutto così giusto e sbagliato al
contempo?
Si
suppone che
Sono a malapena le tre e sedici minuti quando Ino decide che tuttavia
quel
giorno ha di meglio da fare che incontrare un ragazzo antipatico e
silenzioso
quanto bello. Qualsiasi ragazza avrebbe voluto trovarsi al suo posto;
nessuna
di loro avrebbe mai declinato un’uscita con Sasuke. Prende il
cellulare,
cercando nella rubrica telefonica un numero che sia congeniale al moro:
dal suo
punto di vista, un Uchiha come nemico è fortemente
sconsigliato. Scandaglia con
cura i nomi, finché non trova chi fa al caso suo.
PS: voglio sapere i dettagli, dopo.
Ino =) -
Sasuke
controlla ancora una volta
l'orologio al polso. Sono le 15:45.
“Bene, anche l'ultimo autobus è perso.”
Alza lo sguardo, cercando la figura della ragazza bionda con cui ha
fissato il
proprio incontro. Ino Yamanaka. Non gli era mai particolarmente
piaciuta quella
ragazza, e avrebbe preferito scoprire in altre circostanze che non era
per
niente puntuale.
D’un tratto intravede dei movimenti sospetti: una macchia
arancione e nera, che
spiccava molto nel bianco circostante, corre verso di lui
come se
stesse scappando dalla morte.
Sasuke può dire solo “Dobe.”
Naruto Uzumaki è da sempre un soggetto tendenzialmente
attivo e dinamico, ma la
sua sbadataggine spesso lo porta in situazioni poco piacevoli. Una
delle sue
migliori qualità è appunto saper risolvere ogni
problema
grazie al carisma e
alla forza di volontà di cui è fortunatamente
dotato.
“Teme! Che-che ci fai tu qui?” Urla il biondo,
quando è abbastanza vicino al
moro da poterlo riconoscere. “Aspetto
“A-hem, Sasuke?” “Cosa vuoi
Usuratonkachi?” “Pensi davvero che con questa neve
passino ancora autobus?…”
Dopo una ragionevole pausa di silenzio, Sasuke sospira e abbassa il
capo: “Che
proponi di fare?” “Saltare il maledetto consiglio
studentesco a cui dovremmo
andare entrambi e dirigerci alla prima tavola calda, lontano da
‘sto freddo?”
Replica lui ironico.
Entrambi i ragazzi fanno parte dei rappresentanti d’istituto,
assieme ad Ino ed
altri tre giovani. Sempre in contrasto per ideologia e metodica, i due
sono
diventati rivali in tutto ciò che può presentarsi
loro come una sfida. “Tsè,
non ho ancora capito come hai fatto a farti eleggere rappresentante,
dobe.”
“Mh, io non ho mai capito perché
tu
lo abbia fatto, teme…”
Anche
solo per stare con questo biondino.
I
capelli sporchi e disordinati
di Sakura ricadono sul bracciolo del divano bianco, facendo sembrare
più chiaro
il loro colore.
Gli occhi smeraldini della ragazza vagano nella stanza, senza
soffermarsi su un
oggetto in particolare, mentre un chiodo fisso la fa angosciare: Ino,
Ino, Ino,
Ino, Ino…
Cos’è Ino?
Un fiore, un bocciolo.
Dai
petali gialli, spenti;
corolla rosea.
Vi
giacciono sopra delle
piacevoli gocce di rugiada azzurrine…
Ino è conflitto, sfida, novità, movimento.
È vita. Non annoiarsi mai.
Ino è da sempre l’unione di ogni parte di tutto
questo. Bella e stimolante come
persona, Ino richiamava e respingeva l’essenza della Haruno.
Ed è sensuale, oh…
Sakura cos’ha da offrirle?
Il suo sguardo si ferma su una foto: raffigura una giovane donna dai
capelli
rosa, lunghi. Gli occhi verdi, l’uniforme
dell’ultimo anno di superiori che le
fa i fianchi un po’ troppo grossi… e la mano sulla
spalla di quella sua amica
che per anni non l’ha abbandonata. Questa ha un ciuffo biondo
che ricade sul’occhio
destro fastidiosamente. I suoi occhi, di un azzurro opaco ma vivace, si
incrociano e brillano assieme a
quelli
della sua amica.
Quegli occhi…
Avverte l’intensità di quegli sguardi,
cercando di afferrare il loro
significato.
Quegli
occhi sono cambiati: una
foto sul suo comodino le testimonia che in quegli occhi si leggono
sentimenti
differenti. Gli uni rimasti ingenui, gli altri falsamente compiacenti.
Sorriso
finto come una maschera
di carnevale e amaro quanto il fiele.
La
neve fiocca incessantemente
da tutto il giorno, e le strade ormai sono ricoperte di
neve rappresa. I
bambini escono dalle scuole, ne raccoglievano una porzione. Le
appallottolano e
le lanciano.
Sakura piange, perché la confusione è tanta.
Sente che le manca qualcosa, che
non completa il puzzle in mancanza di pezzi.
Improvvisamente
il campanello
suona; sua madre l’ha lasciata sola in casa per andare a fare
la spesa, e solo
lei può aprire la porta perciò strozza un
singulto, sistema il pigiama
rendendolo presentabile, per quanto possibile, e apre.
“Ciao
fronte spaziosa! Ti sei
ripresa dalla febbre?” Il sorriso di Ino, più vero
che mai, si riflette negli
occhi azzurri. La bionda è avvolta in una pesante mantella
violacea,
leggermente coperta di neve.
Porge
a Sakura un mazzo di
camelie purpuree, adornate da un fiocco alla base degli steli.
“La camelia è
una pianta invernale, sai Haruno?” Ammicca.
La rosa non rispose. Continua a fissare Ino con aria scombussolata. Perché lei? Non ora!
“Ehi, tutto bene?” dice, abbassando il
bouquet.
Sakura barcolla sulla porta, quindi si appoggia alla cornice di legno
mentre le
gambe l’abbandonano. Ino tenta di sorreggerla, finendo solo
per accompagnare la
caduta dell’amica. Una volta sul pavimento,
l’abbraccia provando quantomeno a
proteggerla dal freddo esterno. I fiori sono abbandonati in
terra, prede
della neve.
Ino
era corsa a casa, aveva
abbandonato la borsa scolastica su una sedia ed era scesa in negozio
per
prendere dei fiori a Sakura. Quando si presenta davanti alla
sua
porta
di certo non si aspetta la padrona di casa in uno stato
così pietoso.
Rimangono qualche minuto in quelle posizioni, attendendo un momento che
solo
loro possono definire. Allora Ino si fa coraggio e alza
l’amica, dicendole di
sedersi sul divano al caldo. Si chiudono la porta alle spalle e Sakura
si
stende sotto le coltri calde mentre Ino va in cucina per preparare una
bevanda
calda.
Torna dopo poco, sedendosi sul divano a farle compagnia.
“Cos’è successo?”
chiede, preoccupata.
“Mi sento strana e confusa…”
“Parla. Sai che sono qui per questo, no?”
È cordiale.
“Credo che… la febbre mi stia facendo delirare,
ma… ho fatto uno strano sogno
e…”
“Tranquilla, calmati.” È sicura.
“Ino, credo di essere… sessualmente attratta da
te.”
Avanti Ino, dille qualcosa. Sei qui per lei, hai rinunciato a Sasuke
per lei,
hai finalmente preso la tua decisione… ora combatti la tua
guerra! “Hahhahaha!”
O forse no…
È troppo presto.
È troppo presto!
Sakura tace. Si sente presa in giro. Perché quella
risata? Così finta…
“Ino, non scherzo.” A quell’affermazione,
Ino la fissa. “Ho avuto un… sogno strano
poco fa, come ti ho detto. E poi,
beh, ho riflettuto. Io e te siamo amiche da tanto tempo, non mi
stupirei se una
di noi due provasse qualcosa di diverso per l’altra.
Credo… credo che-” “Sakura,
non dire ciò che non pensi. Davvero, mi stai
spaventando…” o forse è meglio
dire innervosendo?
Il tempo va a ritmo coi loro cuori agitati, rumorosi.
L’adrenalina ormai circola
da diversi minuti, più simili a lunghe ore. Tutta
un’amicizia concentrata in
pochi discutibili secondi. Discussi
secondi.
“Fammi capire, ti sei riscoperta lesbica?”
“Io non ho detto questo!” “Avresti
potuto dirmelo prima! Sono o no tua amica? Perché non ti sei
confidata con me?”
“Come facevo a parlartene?” “Esattamente
come con tutto il resto!” “E allora
tu?” “…”
Che cosa?
“Tu
hai fatto lo stesso, Ino.
Tu… hai taciuto finora, voglio sapere cosa non mi hai detto
mentre scattavamo
quella foto!” Replica Sakura, impetuosa, puntando il dito
sulla foto della
cerimonia per la consegna del diploma.
Ino è scoperta, in quel momento, come quei fiori che sono
rimasti fuori dalla
porta, a congelarsi sotto la neve.
“E
se ti dicessi che ho una
cotta per te, Sakura?”
“Da quanto?” Dannazione,
da quanto tempo!
“Sono anni ormai…” E
tu non mi hai mai
scoperta!
“Ino, io- mi dispiace. Non...” Chiude gli occhi,
poggiando mollemente un
braccio sulla fronte.
Non
sa che le prende, ma una
voce le dice che era ciò che voleva sentire.
L’emozione
è forte; fa
piangere entrambe senza che quasi se ne accorgano. Ino però
continua
a fissare il volto
della ragazza stesa al suo fianco, bella e attraente anche quando
è colta
dalla
fragilità. Sente di ritornare al passato, a quando tutto il
mondo girava
intorno a loro. Nessun Sasuke. Nessuno all'infuori di loro…
“Non fa niente,
Haruno. Non fa niente.”
Pur lontane, non possono che essere costantemente vicine.
L’una nei pensieri
dell’altra.
Era così da sempre, e tanto bastava.
Ino
si piega verso il basso, scende lentamente con le mani a scansare
il braccio
chiaro.
“Questo viaggio...” inizia titubante, senza sapere
dove andare a parare.
“Questo viaggio non lo devi affrontare da sola,
capito?”
Non è la disperazione che mi porta
a dire
queste parole, come invece sembrerebbe dal tono che sto usando.
“Possiamo percorrerlo insieme, se ti va.”
Singhiozza, mentre un principio di risata tenta di pervaderle il viso
rigato. Felicità.
Tristezza. Incertezza. Stanchezza. Semplice voglia di piangere...
Sakura tiene gli occhi chiusi. Aprirli in qualche modo le pesa:
affrontare
quella realtà non è semplice... però
ci prova, senza dimenticare le paure.
Brava, così...
Al
freddo e al gelo invernale, un mazzo di fiori è rimasto
in balia della neve.
I fiocchi gelidi non li risparmiano solo perché sono
profumati di primavera. Presto la neve sarà troppa per
consentire alla signora
Haruno di rincasare ed
occuparsi della figlia. Probabilmente chiamerà per
assicurarsi sulle condizioni
della figlia malata, e a quel punto non so se qualcuno
risponderà al telefono...
Grazie per questo bellissimo banner, Elos!
NdAny:
Questo contest è partito da oKelio, che però si è trovata in difficoltà e ci ha dato solo la griglia, senza commenti. Abbiamo cambiato giudice, e ci siamo lamentate anche di KonataChan. In conclusione, mi rimane questo bel banner e tanta fatica per niente. O forse no? Mi è sembrato un buon modo per affrontare i miei problemi. Mi resta solo questo.
Ho provato a ricontrollare la storia, anche se qui ci sarebbe semplicemente da togliere tutto XD