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Autore: Aerius    30/05/2010    2 recensioni
"Ma i suoi piani erano quelli di una formica in confronto a quelli che aveva in mente la Regina. Fu costretto a mettersi al suo servizio, a piegarsi. Che altro poteva fare? Per la prima volta, il guerriero più potente, consapevolmente, si piegò, decise di servire.. la parola stessa gli dava una orrenda sensazione di disgusto, ma era l'unica scelta, o quella o la morte. E la morte non era ancora un'opzione accettabile." [Cross-over Final Fantasy VII-VIII-IX]
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

 

 

 

 

Capitolo 2 -Galbadia alla Guerra-

La sala comando della base spaziale Proteus era immersa nel buio. Un finestrone era aperto nel muro più lontano, e della luce stellare trapelava all’interno, dando a stento un’idea di ciò che vi era al suo interno.

Forme simili a colonne di libri e fogli si intravedevano, e alcuni mobili, da cui si elevavano neri spuntoni riconducibili ad armi di vario genere. In fondo a tutto questo, rivolta verso la porta d’ingresso del locale vi era un’ombra più grande di quella che probabilmente era una scrivania, e da quest’ombra se ne elevava una seconda, alta e rigida, forse una sedia o una poltrona.

Apparentemente la sala era vuota, se non fosse che sulla poltrona vi era una figura seduta, in silenzio e immobilità, a malapena intravedibile nella poca luce che trapelava dal finestrone.

Qualcuno bussò alla porta, lievemente, un suono leggero, ma questo bastò a risvegliare dal suo torpore la figura sulla poltrona dietro la scrivania. Nel buio della stanza, all’altezza dell’occhio sinistro della persona seduta, si accese una luce rossa, chiaramente artificiale, che immediatamente sondò la porta.

Passò un istante, quindi emise un mormorio stanco, dicendo –avanti-

La porta si aprì, lasciando accedere alla stanza la luce del corridoio, che rese chiare molte ombre della sala comando: i libri erano libri, accatastati su fogli, e poi su altri libri, formando pile interminabili che tappezzavano ogni spazio libero della sala, tranne un corridoio che dalla porta arrivava fino alla scrivania, in fondo alla stanza; i mobili non erano mobili, ma vere e proprie rastrelliere di armi, piene di spade, lance, archi, alcune pistole, pugnali, daghe.. ogni genere di arma, bottino di ben tre mondi.

La scrivania era enorme, gigantesca, un blocco nero privo di fregi o decorazioni, piena anch’essa di libri e carte, che però erano state disposte in modo da lasciare un riquadro di spazio da cui l’occupante della poltrona poteva guardare chi entrava a disturbare la sua quiete. Ma ancora la sua figura era troppo in ombra e celata per poter essere chiara, solo il suo occhio sinistro cibernetico, con la sua rossa luminescenza era veramente visibile. Ma null’altro.

Dalla porta si fece avanti una ragazza, con addosso un camice da scienziata, con sottobraccio un plico di fogli. Di questa ragazza colpiva sicuramente la giovane età, non superiore ai trent’anni, una bellezza non indifferente, ma soprattutto i capelli di un colore inusuale, il viola, e poi, bhe.. un corno che spuntava esattamente al centro della sua fronte, perforando la frangetta che la ragazza tentava di tenere a bada con un fiocco.

Tenne la porta aperta, mentre percorse il corridoio concesso da libri e fogli attraverso la stanza fino alla scrivania in fondo.

-Ecco a lei, Colonnello Strife- disse la ragazza, una volta arrivata davanti all’enorme scrivania, tendendo il plico di fogli –il rapporto sul Risveglio effettuato due ore fa.. e un’analisi sul nuovo Risveglio ad area del dottor Totto- espose, seria, precisa, diretta. Non sembrava minimamente a disagio, come se venisse in quel luogo ogni giorno.

Una mano con indosso un guanto nero si fece largo tra le ombre e afferrò il plico di fogli. Per un attimo regnò il silenzio, interrotto soltanto dai fogli che scorrevano fra le dita del Colonnello, che evidentemente, grazie al suo occhio non aveva alcun bisogno di luce per controllarne il contenuto.

-Ne avete persi quattro- fu infine il commento, secco e diretto, del Colonnello. La sua voce era fredda e glaciale, priva di qualsiasi morbidezza, paragonabile al ferro che striscia sulla roccia.

-L’individuo di tipo Alfa è tornato integro- fece notare la ragazza –non sono stati necessari interventi cibernetici..-

-Ne avete persi quattro, tre individui di tipo Delta e un tipo Beta- ripeté il Colonnello, senza nemmeno prendere in considerazione le parole dell’altra –dottoressa Carol, un individuo di tipo Alfa non giustifica quattro perdite, non con gli organici ristretti che ci ritroviamo-

-No, Colonnello Strife, ha ragione.. il dottor Totto e io stiamo tentando in tutti i modi di..- tentò nuovamente di scusarsi la dottoressa, ma il Colonnello continuò a parlare, mostrando totale disinteresse.

-Vi do un’altra settimana- esordì, senza mostrare emozione, gettando davanti a sè i fogli –e se non porterete risultati accettabili per quella data, l’intero progetto sul Risveglio ad area sarà cestinato.. e ora vorrei un rapporto sulla situazione attuale del nuovo pianeta-

-Le spie ci riferiscono che l’attuale presidente dello stato di Esthar, Laguna Loire, è in pericolo di vita- lo informò la dottoressa, piegandosi alle decisione del Colonnello. Non che potesse fare molto altro –la Regina ha intenzione di assassinarlo e sostituirlo con un suo sottoposto-

Si sentì una secca risata provenire dalle ombre del Colonnello –insolito.. una volta tanto Brahne mostra un minimo di astuzia e sottigliezza..-

-Non è un caso- proseguì la dottoressa –le risorse tecnologiche di Esthar sono.. bhe, incredibili, superano di molto quelle rinvenute su Tera. I nostri strateghi sono dell’opinione che voglia impossessarsene, prima di fare terra bruciata-

-Sbagliato- pronunciò invece il Colonnello, con tono derisorio –ci troviamo di fronte a qualcosa di assurdo, incredibile e.. vantaggioso-

La dottoressa Carol non poté reprimere un’espressione di pura perplessità, non riuscendo a seguire il filo del discorso –mi.. mi scusi?-

-Ha paura- chiarì il Colonnello Strife, assaporando quelle parole –e noi ne approfitteremo.. convocate subito Flatrey-

I proiettili fischiavano attorno al misero masso che ora stava usando come nascondiglio. Si raggomitolò più che poté, sentendo ogni colpo che veniva sparato sulla superficie rocciosa che lo proteggeva.

-Rinforzi! Porca miseria, dove siete?!?- urlò alla ricetrasmittente, mentre si sporgeva quel poco che bastava da sparare un colpo.

-Fzzz*crack*zzz.. iamo.. crrr.. vando ora..- sentì rispondere. Imprecò pesantemente. Pure le linee radio guaste. Grandioso.

Prima di poter fare qualsiasi altro pensiero, sentì alle sue spalle il sibilo di un missile. Con uno scatto si sporse a sinistra, correndo arretrando –ritirata!- urlò quindi –ripiegate verso la seconda linea!-

Con un ultimo scatto, Irvine Kinneas si accucciò e si rifugiò nella trincea, ansimando pesantemente. Sopra di lui sentiva ancora il sibilo dei missili e il rumore di mitragliatrici che dalle linee arretrate tentavano di tenere a bada il nemico quanto bastava a dare loro un minimo di respiro.

Irvine si tolse il cappello a falde larghe, da cowboy, sventolandoselo addosso per farsi un po’ d’aria, il sudore gli imperlava totalmente il volto stanco. A parte il fucile che impugnava con facilità con la mano destra, per il resto, con il suo giaccone lungo beige e pantaloni e comodi stivali, non sembrava nemmeno un soldato, a differenza di tutti gli altri che gli stavano attorno, chiusi in armature e caschi blu, emblema delle uniformi di Galbadia.

Da qualche tempo, un nemico misterioso aveva preso d’assedio il Garden, tanto che il Preside aveva chiesto rinforzi dal governo. I SeeD purtroppo non bastavano, erano pochi, tutti distribuiti lungo il perimetro del Garden, troppo ampio da essere coperto efficientemente. Per questo i rinforzi dall’esercito.

Lui era stato assegnato assieme a un piccolo manipolo di soldati nella prima linea, esattamente davanti all’entrata. Una decisione cretina, visto che lui era un dannato cecchino. Chi diavolo mette un cecchino in prima linea?!

Il punto è che non avevano scelta, con la scarsità di combattenti che avevano.

Irvine era a conoscenza che il Preside aveva chiesto aiuto anche ad altri Garden, ma a quanto pareva non erano gli unici ad avere guai..

La copertura delle linee arretrate finì, annunciando il silenzio.

-ORA!- urlò, sporgendosi dalla trincea, e trovandosi davanti un enorme essere alto tre metri coperto da capo a piedi da una elaborata corazza metallica, che sventolava un paio di mazze ferrate come se fossero bouquet di fiori.

-Oh merda- riuscì solo a dire, prima di saltare lateralmente, rintanandosi nuovamente nella trincea, prima che entrambe le mazze ferrate di quell’enorme guerriero si abbattessero sul resto dei suoi soldati.

-Rinforzi, dove cazzo siete?!- urlò ancora al microfono, mentre apriva il fucile e caricava alcuni “colpi speciali” –Irvine a Comando, qualcuno sa dirmi perché non siamo stati avvisati che ci stava arrivando addosso un peso massimo?!- continuò, mentre prendendo di mira la testa metallica di quell’enorme corazza, faceva esplodere una decina di colpi perforanti che la trapassarono senza sforzo. E senza risultato, l’enorme e tremendo essere corazzato continuava a massacrare le sue linee e a demolire le trincee.

-Bzzz*crack*ccrr.. qui Com.. ando.. zzzccr.. è apparso all’improvviso! Doveva avere qualche.. bbzztt.. dispositivo di occultamento!- fu la risposta alla trasmittente.

-E i fottuti rinforzi dove sono?!- continuò a urlare nella trasmittente, nella vana speranza che arrivasse qualcuno. Il suo manipolo era stato annientato, ora a giudicare dall’elmo perforato del bestio metallico, stava puntando verso di lui.

Ricaricò il fucile, mentre l’altro gli si avventò contro mulinando una mazza che si infisse sul terreno a mezzo metro da Irvine, che ebbe la prontezza di scansarsi, quindi alzò il fucile, ora carico, iniziando nuovamente a tempestare il nemico di proiettili.

Era un cecchino, quindi sapeva individuare i punti deboli di chiunque con una sola occhiata; i suoi proiettili, troppi e troppo veloci perché l’altro potesse accorgersene, trapassarono la corazza della creatura all’altezza di gomiti e ginocchia come se fosse burro. Se non andava giù normalmente avrebbe dovuto renderlo innocuo. L’essere metallico traballò leggermente sulle gambe ora malferme, mentre gli cadevano di mano entrambe le mazze metalliche.

-Vai giù, dannato, vai giù!- mormorò a denti stretti Irvine, seriamente irritato –vai giù!!- urlò ora, sparandogli un ultimo colpo all’altezza del collo.

Quello crollò prima sulle ginocchia, si sentì uno stridore, come di ingranaggi che si bloccano all’improvviso, quindi il bestione di ferro si fermò del tutto, senza più muoversi.

Irvine tirò un sospiro di sollievo ed esasperazione, mentre da una tasca del giaccone estraeva una sigaretta e se l’accendeva, iniziando a fumare con espressione estatica.

-Irvine.. crrr..- si sentì alla trasmittente –torna immediatamente.. bzzffssh.. re rapporto al Comando..-

-No- rispose invece il SeeD –venite voi qui. E mandatemi dei rinforzi. Tanti rinforzi-

All’orizzonte era chiaramente visibile la massa e la forma di altri dieci orrori corazzati come quello appena abbattuto.

La stanza era ampia, spaziosa, enorme e riccamente decorata in ogni sua parte, con fregi dorati, ampi arazzi di ogni colore e fattura, tutti splendidi e di gran pregio. Al centro della stanza vi era un enorme e lungo tavolo, a cui erano poste otto sedie, due alle estremità, e tre per lato. Una delle due sedie agli estremi aveva lo schienale molto più alto, inoltre era assai più decorata delle altre, con fregi in argento, mithril, oro. Ed era voltata verso una enorme e alta finestra che mostrava all’esterno il Garden sotto assedio, dando le spalle alla porta d’ingresso da cui stavano iniziando a entrare, lentamente, alcune persone.

Il primo a entrare fu un uomo ben piazzato, anziano, chiuso dentro un’armatura completa, che appariva praticamente perfetta, senza ammaccature, perfettamente lucida e in piena efficienza, con sopra un cinturone che tratteneva sulle spalle uno spadone a due mani. Il volto, visibile dall’elmo aperto era vecchio e stanco, con una cicatrice che gli solcava il naso, e scendeva fino a tagliare il labbro, per poi perdersi nell’enorme mascella. Si sedette in uno dei tre posti del lato destro del tavolo.

Dopo il cavaliere, fece il suo ingresso una donna coi capelli castani e una benda metallica che gli copriva un occhio, indosso aveva una giacca lunga grigia a cui erano state applicate in alcune parti, con grande perizia, precisione e abilità delle placche metalliche e pezzi di armatura. Al fianco portava una spada a una mano, con curiosi intarsi rossi. Si sedette accanto al cavaliere, anch’ella senza dire nulla.

L’ultimo a entrare fu un giovane dall’aspetto nobile, con lunghi capelli grigi e un’espressione di perenne derisione sul volto efebico. Il suo vestiario era nero, nera giacca, con neri stivali e neri guanti; un paio di spallacci metallici gli ornavano le spalle, e al fianco portava senza alcuno sforzo e impedimento una lunghissima katana. Si sedette con la massima naturalezza sull’altro posto a capotavola, poggiando i piedi sul tavolo stesso, attendendo.

Ci fu un istante di silenzio, poi una voce femminile dietro la sedia voltata domandò –e gli altri tre?-

Sephiroth, a capotavola, scrollò le spalle, non ne aveva idea e non era affar suo.

-Uno è in missione a Pandemonium, sta cercando una base di ribelli- rispose la donna, guardando le informazioni su un supporto olografico apparso sul suo guanto –e altri due a Junon.. anche se so che si sposteranno presto a Edge, per imbarcarsi sulla Diomedes-

-Grazie, Beatrix- rispose nuovamente la voce femminile –passiamo al motivo di questa riunione.. la Regina sta pensando personalmente alla faccenda di Esthar, e a delegato a me.. a noi.. la questione dei Garden- li informò –oggi ho testato alcuni wardroid di classe 3 contro le loro linee, e abbiamo ragione di supporre che abbia funzionato anche l’interferenza radio..-

-Mpf, metodi indegni di noi..- commentò l’uomo in armatura –una volta non ci saremmo sprecati in “interferenze” e “prove” con squallidi robot di terza mano..- poi scosse il capo, concludendo –‘mala tempora corrunt’-

-Oggi non è “una volta”, Comandante Steiner- replicò la voce femminile, dietro all’alto schienale –oggi è oggi, nient’altro. E oggi la Regina ha ordinato di ridurre al minimo le perdite.. le prove coi wardroid sono state effettuate per testare le difese di quella roccaforte, e hanno dato ottimi risultati-

Si sentirono alcuni rumori elettronici, trasferimento dati, e ai tre presente apparve sul braccio uno schermo olografico verde che iniziò a mostrare dati in sequenza.

-I vostri ordini..- replicò la figura seduta sulla sedia, con voce angelica e incredibilmente compiaciuta –per il momento, il comando delle truppe starà al Generale Sephiroth-

L’interessato sorrise, a sua volta compiaciuto e felice. Un bagno di sangue è sempre un’occasione per lui di essere felice. Tolse i piedi dal tavolo, alzandosi in piedi e facendo per andarsene. Prima però, fece un lieve inchino, sempre con quel sorriso derisorio che lo caratterizzava.

-Vi ringrazio per la fiducia, viceRegina Garnet- ringraziò, prima di uscire dalla sala.

                   

Irvine irruppe nella sala comando come un uragano, coi vestiti bruciacchiati, e il cappello con ancora una fiammella in cima, il volto che mostrava a chiunque incrociasse che era veramente incazzato nero. In una mano teneva il fucile, ancora fumante, addirittura rovente per via di tutti i colpi sparati, e nell’altra un pezzo di armatura strappato di forza a una di quelle macchine che avevano attaccato le sue linee fino a dieci minuti prima.

-Ah, Kinneas, finalment..- iniziò a dire uno dei capi, ma Irvine lo bloccò sul nascere, sbattendo furiosamente sul tavolo il pezzo di armatura, e ruggendo –Dove. Cazzo. ERAVATE?!?!-

Per un attimo vi fu il silenzio, intervallato solo dai profondi respiri del SeeD che si sforzava di non imbracciare il fucile e far secchi tutti i comandanti presenti.

-Irvine, se ti calmi giusto un attimo..- iniziò a dire un ufficiale di Galbadia -..forse riuscirai a sapere che tutto il perimetro del Garden è stato attaccato.. un centinaio di quei droidi sono apparsi da tutte le direzioni praticamente dal nulla..- spiegò.

-Precisamente- prese la parola un altro un ufficiale –pensiamo che abbiano utilizzato una qualche protezione magica, ma..- scosse il capo –il nostro reparto scientifico ha raccolto alcuni rottami ed ora li sta analizzando.. dice non c’è alcuna traccia di componenti elettroniche, solo meccaniche- l’ufficiale scrollò le spalle, con aria impotente -non riusciamo nemmeno a capire come si muovano..-

Irvine afferrò subito la situazione e crollò a sedere sulla prima sedia disponibile, annichilito –quante perdite?- chiese unicamente.

-I dieci soldati che componevano la tua unità, altri tredici sul lato sud, e una trentina sparsi sugli spalti durante il primo attacco con fuoco a distanza.. più quattro SeeD, e tre uomini dei Gufi della Foresta- elencò l’ufficiale, leggendo un rapporto.

L’altro ufficiale invece esaminò il pezzo di armatura che Irvine, nel pieno dell’ira, aveva portato fin lì. Batté un paio di volte le nocche su di esso, tanto per saggiarne la durezza.

-Interessante..- disse poi, con aria sorpresa –Wedge, quest’affare è di un materiale mai visto prima-

Gli altri due si tirarono su, incuriositi.

-Cioè? Mi stai dicendo che non è di questo mondo?- domandò l’altro, incredulo e sprezzante.

-Ho fatto un corso militare per riconoscere i componenti delle armi, so cosa sto dicendo..- rispose, risentito –e ti dico che mai è stato ritrovato un metallo simile. Diavolo, i nostri cannoni al massimo gli potrebbero provocare una leggera scalfittura! Irvine, come hai fatto ad abbatterne dieci..? E guardate il simbolo inciso sopra- i due si sporsero, vedendo che sul metallo era inciso con un sistema a bassorilievo una città da cui si innalzava una spada –dimmi tu, Wedge, hai fatto il corso di geografia all’accademia, no? Di che paese è questo emblema?-

-Bhe..- rispose Wedge –nessuno, direi.. nessuno conosciuto almeno-

Irvine mollò un profondo sospiro –insomma, non sappiamo nemmeno cosa diavolo stiamo combattendo! L’attacco di oggi poi non era nemmeno un attacco, pareva che stessero..-

-Si, stavano solo mettendo alla prova le nostre difese- concluse distrattamente per lui Wedge, ancora impegnato nell’esaminare l’armatura.

-Ecco! E non solo, ma pure Balamb e Trabia sono nella merda quanto noi..!-

-Ehm, no, Trabia non più..- si intromise uno addetto alle comunicazioni lì vicino –abbiamo appena avuto conferma che il Garden è stato distrutto-

La notizia fu come una doccia gelida che paralizzò tutti i presenti. Un Garden era stato distrutto. Il silenzio permeò per alcuni istanti i presenti, si sentiva solo il rumore delle macchine che attorno a loro lavoravano.

Irvine si alzò di scatto e si allontanò a grandi passi. Un ufficiale gli corse dietro.

-Irvine Kinneas, dove stai andando?!-

-A Trabia, diavolo! Ho un’amica lì..!-

-E qui hai oltre cinquecento soldati che contano su di te per non crepare domani!- l’ufficiale lo fermò prendendolo per un braccio e facendolo voltare.

-Biggs, ti consiglio di non provare nemmeno a fermarmi- replicò il SeeD, serio e furioso.

-Fai come ti pare, ma prima pensaci bene: cosa pensi di fare tu, da solo, in un Garden distrutto?- replicò l’ufficiale –abbiamo appena avuto conferma da Balamb che il Garden sta recuperando e accogliendo i superstiti.. tu ci servi qui, Irvine- fece un cenno alle sue spalle –ora, se gentilmente vuoi seguirmi, devo assegnarti un nuovo manipolo-

Le spalle di Irvine caddero, prese dallo sconforto –ok.. va bene..- si rassegnò, seguendo nuovamente Biggs all’interno della sala comando.

 

Angolino dell'Autore:

Ebbene, come vedete, riesco a mantenere un minimo di continuità in questa storia che sta prendendo pieghe inaspettate anche per me.. <__<" passiamo subito ai ringraziamenti:

Tico_Sarah : ahimè, non hai indovinato, il tizio appena scongelato NON è Cloud, mi spiace.. u__u" anche perchè, che io sappia, Cloud non ha la coda o.O e nemmeno io saprei trovare una spiegazione plausibile del perchè venticinque anni prima fosse assieme a una quindicina di burmer (quelli scongelati assieme al tizio) °__° hai anche ragione a dire che però personaggi biondi con occhi azzurri abbondano in ogni Final Fantasy xD ma solo uno ha la coda u__u vedrò di continuare ad essere puntuale, ma visti i miei passati in fatto di puntualità, non è il caso di sperare troppo.. moan.. .__. grazie ancora! ^^

Questo è tutto per oggi, anzi per la settimana =) alla prossima!

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