Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: M_Lucry_J    30/05/2010    4 recensioni
Era già da due anni che viaggiavo da tutte le parti per truccare le grandi star, e ora dopo quasi un mese di riposo mi toccava seguire una band in un tour europeo. Non mi informai nemmeno del nome del gruppo mi interessavano solamente le somme. Poco importava l'apparenza, la sostanza era molto più essenziale;era la mia filosofia di vita in tutto. [Citazione del 1° Cap.] By Lucry
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio:

LiTtLe BaBy : Si infatti dopo tanto tempo la nostra Vanessa doveva fare un pò di pulizia in testa XD Certo, ma... chi potrà dirlo? ihihi grazie e continua a seguirmi!!! ^^

AlexaHumanoide : Si,si anche io sono esaltata! Ho aspettato parecchio affinchè facessero pace. ^^ Ahahah, ma tu mi togli il più bello! Aspetta e vedrai! Il camerino *___* Grazie e continua a recensireeeeee <3

 ada12 : Yes, peace and love! XD Si infatti un appuntamento di lavoro... Ma chissà se sarà realmente di lavoro? ihihi Grazie mille cara e continua a seguirmi! Baciiii ^^






Mi si dipinse uno strano sorrisetto sul volto, in fondo non vedevo l'ora di uscire!

Posai il telefono e  ritornai nella vasca per finire il mio bagno.
Intanto pensavo insistentemente:


"Si, mi piaci Bill Kaulitz"




Il tempo passava lentamente stranamente però mi venne in mente una frase che giustificasse ciò:

Il tempo passa molto più velocemnte se non pensiamo troppo...

In effetti... Era così, ma non riuscivo a non pensarci!
Ero lì seduta sul bordo dell'enorme letto matrimoniale con addosso un vestito di velluto beige e gli occhi contornati di nero a fissare l'orologio appeso alla parete.
Sbuffavo in continuazione, e ogni volta che lo facevo non mi spiegavo il motivo di tanta impazienza.
Decisi di alzarmi e di andare fuori alla terrazza per ammirare Amburgo.
Tirava un vento leggero e fresco; si insinuava tra i capelli e mi lasciava una sensazione di piacere.
Estrassi dalla borsetta tempestata di borchie il mio amato pacchetto di sigarette.
Iniziai a fumare tranquilla e rilassata e osservavo per bene il panorama: la città quella sera era illuminata da milioni di lampioni e rendeva tutto più incantevole.
Mi stava iniziando a piacere Amburgo.
I miei pensieri oramai viaggiavano lungo le strade di quella città ma...



"
Dear mother,
Can you hear me whining?
It's been three whole weeks
Since that I have left your home...

want to take you through
a wasteland I like to call
my home
Welcome To Paradise"



Tanto dallo spavento che il mio braccio si contorse facendo scivolare la borsetta verso il basso.
Guardai la mia meravigliosa borsetta di Gucci che per la prima volta provava l'ebrezza del volo per centinaia e centinai di metri.
Volevo fare qualcosa; recuperarla? Impossibile.
Ero rimasta con il braccio teso e l'espressione da ebete...
Improvvisamente mi misi a correre e con un gesto frettoloso chiusi la porta della suite e mi feci venti piani in fretta e furia per le scale, nonostante quel hotel avesse a disposizione più di un ascensore.
Con l'affanno mi ritrovai nella Hall e corsi ancora verso l'uscita ma mi scontrai violentemente con qualcosa...
O meglio qualcuno.
Il viso schiacciato contro una giacca di pelle dal colore scuro e arricchita da fibie e catenine.
Essì, senza dubbio era lui.
Indietreggiai affinchè potessi dare spiegazioni ma lui mi sorrise e mi ciondolò davanti agli occhi, la mia borsetta.
Spalancai la bocca, incredula di come avesse fatto a recuperarla.

"Vanessa mi è piombata questa bella borsettina sul capo e per fortuna era abbastanza leggera" disse ridendo per l'accaduto alquanto assurdo.
"Eheh, eri al posto giusto al momento giusto direi" dissi ridendo di gusto.
Mi restituì la borsetta e camminammo un pò per il viale mi spiegò che aveva parcheggiato la macchina un pò lontanto.
Passeggiavamo accanto nè troppo distanti e nè troppo vicini; ogni tanto le nostra dita si sfioravano per via dei movimenti ma poi nulla di più.
Quella sera Bill era a dir poco incantevole: indossava quella giacca nera e da sotto si intravedeva una maglia griggiastra, i suoi pantaloni erano rigorosamente neri e lucidi,al piede aveva i suoi soliti anfibi, e il tutto era completato da catene al collo e trucco pesante."
Di tanto in tanto tra una parola e l'altra si soffermava a guardarmi; dapprima mi guardò in viso ma poi il suo sguardo si spostò anche sul mio abbigliamento.
Raggiungemmo la sua macchina spettacolare: un'audi R8.
Vi entrai e guardai allibita: avrà lavorato sodo per permettersi questo gioiello. Pensai.

"Dove ti piacerebbe andare a mangiare, Vany?" disse con il sorriso da angelo.
"Ehm, Bill non saprei. Portami dove vuoi..." arrossii visibilmente sia al suo sorriso che al soprannome.
Qualunque gesto e qualunque parola detta e fatta da lui mi faceva un certo effetto.
Acconsentii e guidò per le strade di Amburgo.
Scrutavo la gente e le coppiette felici che passeggiavano: tutti vestivano abbastanza leggero,ma non faceva nè caldo e nè freddo.
Si stava bene; dopotutto eravamo a metà maggio.
Ad un certo punto però udii un sottofondo musicale, mi girai e vidi che Bill aveva appena inserito un CD.

"So let Mercy Come
And Wash Away
What I’ve Done

I’ll face myself
To Cross out what I’ve Become
Erase Myself
And let Go of What I’ve done

[...]

What I’ve Done
Forgiving What I’ve Done"


"What I've done dei Likin Park" dissi a bassa voce.
"Si sono loro, bella canzone, vero?" mi chiese con una punta di doppio senso nel tono di voce.
Non gli risposi.
Quella canzone mi rimase in gola,quelle parole mi avevano toccato.

"Quel che ho fatto
affronterò me stesso
per tracciare una croce
su ciò che sono diventato
cancellare me stesso
e lasciar andare quel che ho fatto…

lascia perdere ciò che hai pensato di me
mentre io pulisco questa parete
con le mani dell’incertezza
quindi lascia che la pietà
arrivi e cancelli...

quel che ho fatto
quel che ho fatto
perdonando quel che ho fatto…"

Mi rimbombava la canzone in testa... Era troppo idonea.
Lo guardai e gli canticchiai l'ultimo pezzo della canzone...
"What I've done, forgiving what I've done..."
Mi guardò perplesso, gli si leggeva negli occhi che quella canzone aveva un duplice senso.
Mi osservò ma non proferì parola.
Intanto la canzone era terminata, abbassò la testa e riprese a guardare la strada.

In quel momento mi sentii , strana...


Mi avrà perdonata? Ancora non trovavo risposta...


Note dell'autrice:

Mi dispiace aver ritardato un pò per questo cap ma sono occupata anche con un'altra fanfic che vi invito a leggere...
Si chiama  A,B,C  ...Bill  
Dateci un'occhiata se vi va! :-D
Comunque oramai si va di male in peggio, direi. XD
Siamo passati solo a 3 recensioni...
Vabbè non smetterò mai di continuare a recensire, perchè davvero ci tengo! :-(


  
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