….LA MIA STELLA….

Ero stufo di tutti. Non ne potevo più della spontaneità di Blaise, del romanticismo di Pansy e Daphne, del silenzio di Theo. Finii di bere il mio Whisky Incendiario, uscii il portafoglio, presi due galeoni, li lanciai sul tavolo e alzatomi, rivolsi un’occhiataccia a tutti per non farmi seguire fuori dal locale.

Uscii con il mio solito passo regale, “l’apparenza prima di tutto”, questo mi insegnò il mio paparino.

Non facevo più caso a dove andavo, ritrovandomi così all’entrata della Stamberga Strillante.

Mi guardai intorno, ero solo. Sorrisi amaramente mentre estraevo una sigaretta dal mio pacchetto. Mi sedetti su un sasso accendendola e feci, così, un primo tiro.

Tutto qui mi ricordava LEI. “Sono un masochista”. Risi istericamente a causa di questo pensiero. Stavo male, era innegabile. Tutto mi faceva star male. Era qui che ci incontravamo di nascosto quando venivamo a Hogsmeade.  Adesso tutto era tornato come prima. Adesso stava con Lenticchia, adesso stavo con Astoria, ma una cosa era cambiata.

-Io non ti odio più Hermione, non riesco più ad odiarti.-

“Ecco adesso parlo pure da solo”.

Mi tirai un pizzicotto e una smorfia di dolore si formò sul mio volto. Stavo male. Il mio cuore stava male. Il cuore che credevo non avere.

“Padre, vedi quello che mi stai facendo?”

Risi amaramente perché a lui non fregava niente del suo unico figlio.

“Sono diventato pazzo”.

Mi ripresi da questa specie di trans in cui ero caduto quando sentii la cenere della sigaretta mai fumata che cadde sui pantaloni e un’imprecazione uscì spontanea dalle mie labbra.

Sentii un rumore proveniente dal sentiero di fronte a me così gettai la cicca e mi nascosi dietro un albero. Non sopevo perché lo facevo, ma il mio istinto fiutava “pericolo”.

La vidi arrivare insieme a LUI. La vidi ridere insieme a LUI. Li vidi baciarsi nel “nostro” posto, o quello che consideravo nostro, sempre insieme a LUI. Quel che faticosamente cercavo di mettere insieme del mio piccolo cuore adesso si era frantumato in altrettanti piccolissimi pezzi.

“Ma lei era felice e viva, questo è quello che conta”

Sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla. Non mi voltai sapevo già chi era, lo riconobbi dal tocco.

-Non fa niente Blaise, quello che più m’importa è che lei sia viva e felice…-

-Anche se adesso sei tu a essere morto dentro?-

-Si Blaise, anche se sono morto dentro- ed era vero, il mio cuore aveva smesso di battere da quando non era più la “Mia Stella”.

-Andiamo- disse Blaise incamminandosi per il sentiero nascosto.

Guardai per un’ultima volta la mia Stella, "si, lo so, sono un masochista", e rivolsi al vento un ultimo sussurro –Ti amerò sempre mia piccola Stella-

Mi voltai per seguire il mio amico e lo raggiunsi.

-Blaise promettimi una cosa- gli chiesi fermandolo.

-Dimmi-

-Combatti sempre e comunque- lo guardai negli occhi.

-Si-