LOVING AND HATING
THE DARKNESS
PROLOGO
- " Il nostro amore resterà nel mondo, anche dopo
la morte" è questo il nostro detto...Perchè noi
siamo già morti; strisciamo nella notte, gli sguardi infuocati di odio e di amore...Amiamo l'oscurità e la temiamo allo
stesso tempo. Il nostro amore è resistito anche dopo la nostra morte: amore per
il sangue, per la carne, amore per la morte, amore perverso per
tutti quei esseri umani che uccidiamo. Ma odio per noi
stessi...Siamo vampiri- sillabò Ric con voce
amara - e sarà così per sempre, per l'eternità- si appoggiò al muro con gli
occhi chiusi -...finchè non moriremo davvero-.
Ric strisciò con la schiena verso il basso, fino a
sedersi sul pavimento freddo di pietra.
- Tanti vampiri temono quel giorno, e allo stesso
tempo si chiedono come sarà, vorrebbero subito
scoprirlo- il suo volto si contorse in un sorriso beffardo, come se avesse
voluto deriderli - Io so solo che quando ariverà quel
momento ringrazierò Dio- tornò serio. - Perchè, per
quanto noi vampiri possiamo essere presuntuosi, ci capiamo
più di quanto l'uomo possa capire se stesso. Ed è
questo che ci rende così pericolosi- Ric spalancò le
palpebre all'improvviso, scoprendo gli occhi rossi di fuoco e sangue. -Non
abbiamo mai dubbi su cosa fare- il vampiro si alzò di scatto con innaturale
slancio e velocità.
E morse con ferocia il collo della ragazza
legata e imbavagliata per terra dinnanzi a lui.
Sentiva i fremiti de quel corpo
debole e candido, le gocce di sangue cadevano come pioggia sul pavimento. Percepiva il
liquido scorrergli per la vene...gli regalava per
un attimo una patetica imitazione della vita.
Ric sorrise, soddisfatto. Poi tornò
a sedersi sul pavimento ormai coperto di sangue, in trance.
-Per quanto dovrà continuare?- pernsò mentre fissava gli
occhi vuoti della ragazza davanti a sè. Sentiva
il sangue che scorreva giù fino al collo, si leccò le labbra vermiglie.
- E' già troppo- si disse.
Ric aprì stancamente la botola sul pavimento scoprendo un
fosso scavato nella roccia. Si fermò un attimo a fissare quello spazio
profondo. Non vedeva nulla, non sentiva nulla, ma sembrava ricordare gli
ultimi lenti battiti di ognuno delle centinaia di
persone che aveva ucciso in quei pochi mesi. Buttò il cadavere della ragazza
nel fosso. Si sentì un tonfo.
Era morta. Le aveva rubato l'anima.
- Questo non è affatto giusto!- sbottò Ric sbattendo la testa alla parete, preso dalla colera e dalla disperazione. Il sangue nero sgorgò dalla fronte, la testa gli pulsava terribilmente.
E scoppiò
a ridere.