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Autore: Isotta    31/05/2010    6 recensioni
Una storia senza pretese. Visto che non so bene come riassumerla vi lascio un pezzetto della storia (che poi sarebbe il prologo)
Come aveva potuto il ragazzo più desiderato dell’università, arrivare a manomettere MSN a una ragazzina per leggere le sue conversazioni? Come aveva potuto quella ragazzina a legare a sé quel ragazzo con qualche spiegazione data a quella sfaticata di Rosalie?
Mistero totale.
E quando Alice, la sorella diciottenne, scoprì tutto presentò al fratello la sua migliore amica, Tanya.
La ragazza perfetta per lui. Carina, simpatica, intelligente, senza troppe pretese.
Peccato che Alice non aveva calcolato un piccolissimo, insignificante dettaglio: Tanya era la sorella di Bella.

Spero vi piaccia.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ormai era diventata abitudine. Una noiosa routine.

Prima dava l’esame, prendeva il solito 30, si trovava una pupattola da quattro soldi e se la scopava.

Ormai neanche quello gli dava più emozione.

Ed era una cosa che non capiva. Non capiva cosa gli era successo.

Che cos’era una metamorfosi?

Un cambiamento radicale, nel corpo e nelle abitudini.

Edward non era mai stato d’accordo con la sua professoressa di biologia, alle superiori. Una metamorfosi è molto di più.

Un cambiamento radicale, nel corpo, nell’anima e nella vera sostanza dell’essere.

L’aveva attraversata, lui. Ma non si ricordava quando.

Prima era un ragazzo entusiasta di tutto, al quale bastava un po’ di sole per sorridere o una partita a calcio con gli amici. Adesso era diventato indifferente a tutto e a tutti, quasi cinico, niente lo faceva più emozionare. La sua vita era ridotta a una noiosa giostra.

Solamente la sua famiglia gli faceva ancora provare qualcosa, ma ultimamente aveva l’impressione che anche il loro effetto benefico stesse svanendo.

“Ehi, cocco.” Alice, sua sorella, fece capolino alla sua porta.

Come al solito stava parlando al telefono.

Alice aveva l’innata capacità di riuscire a stare sempre attaccata al cordless, perfino la mattina mentre faceva colazione. Edward aveva i suoi dubbi che attaccava per farsi la doccia.

E questo fattore era spesso motivo di grandi rimproveri da mamma Esme, per le bollette troppo care.  Ma ad Alice quelle lunghe prediche le entravano da un orecchio e le uscivano dall’altro, sempre che ‘l’altro’ non fosse chiuso dal telefono.

“Che c’è, Alice?” la voce gli uscì un poco impastata, complice il sonno e il troppo alcool della sera prima.

“Ti vuole il Grande Capo.” Rispose spalancando la porta e girando le spalle.

Il Grande Capo, come lo chiamavano loro, non era altro che il loro papà, Carlisle Cullen, medico affermato e padre affettuoso.

Edward scappò un attimo in bagno, per darsi una rinfrescata, sperando di riprendere un po’ di lucidità. Non ci riuscii e alla fine si infilò direttamente sotto la doccia.

 

 

“Tetti, mi accompagni a scuola?” chiese Isabella scendendo a rotta collo le scale.

La persona a cui era rivolta, sua sorella Tanya, o ‘Tetti’, sorseggiava il suo caffè, nero, ma con un cucchiaino di zucchero. “Non ti può accompagnare mamma?”

“No.” Rispose Sue, la nuova moglie dello sceriffo Swan, l’unica che era riuscita a colmare il vuoto che si era creato con la morte della prima moglie. “Devo andare a fare delle commissioni a Port Angeles.”

“Su, Tetti, che faccio tardi.” Borbottò Isabella rubando una frittella dal vassoio che Sue stava preparando.

“Ma sentila” esclamò esasperata Tanya, anche se però la guardava con il sorriso sulle labbra e già si stava alzando.

Isabella sbuffò, il tempo di recuperare lo zainetto nero, e si catapultò in giardino, aspettando la sorella.

“Prendi la macchina di papà, oggi va al lavoro più tardi.” Disse gentilmente Sue a colei che, ormai, considerava una delle sue figlie.

“Sì, mamma.”

 

 

“Papà, mi volevi parlare?” Edward entrò in salotto, fresco di doccia.

“Veramente, sì.”

“Qualcosa non va?”

Carlisle sospirò. Fare il padre era proprio complicato. Vedeva suo figlio cadere e non sapeva come aiutarlo. Non riusciva neanche a parlargli, aveva il timore di allontanarlo ancora di più.

“Edward.” Iniziò cercando le parole giuste. “Abbiamo sbagliato qualcosa?” chiese all’improvviso.

Edward sussultò. Sbagliato? “Scherzi?”

“No, Edward, sono serio. Sono serissimo. Hai tutto ciò che si può desiderare: una famiglia normale che ti vuole bene, la possibilità di crearti un futuro, non mi pare che ti abbiamo mai fatto mancare niente. Sbaglio, forse?” Carlisle iniziava a sentirsi in colpa. Forse era proprio perché Edward aveva tutto con estrema facilità che era così disinteressato a tutto.

Edward fece cenno di no, non sbagliava.

Carlisle sospirò, passandosi la mano fra i capelli. Era un tic nervoso che anche il figlio aveva ereditato. “E allora perché?” chiese sconfitto.

Edward si accigliò. “Perché…?”

“Perché sei così… apatico?” Edward sussultò e sbirciò il volto stanco di suo padre. Poteva capirlo? Certo che sì.

“Non lo so.” Parlava lentamente, scandendo bene ogni parola. “E’ come se tutto non avesse senso. Come se fosse un qualcosa che si deve fare, ma che non è importante. Una cosa senza emozione.” Era difficile per lui esprimere ciò che provava ad alta voce.

Anche perché non capiva neanche lui ciò che succedeva.

Carlisle annuì, lentamente.

“Distraiti, Edward. Esci dal giro quotidiano, trova qualcosa di bello, di sensato. Non immagini quanto ci fa male vederti così… La vita è bella, ne abbiamo una sola. Non sprecarla, Edward.”

Il ragazzo abbassò lo sguardo, mortificato. Non gli piaceva l’idea di aver fatto soffrire i suoi genitori. “Ci proverò. Sarà un periodo, passerà.” Ci sperava davvero.

Questa situazione era diventata troppo pesante, per tutti.

“Porco cazzo!”

“Rosalie!” esclamarono Carlisle e Edward nello stesso momento. Ultimamente la piccola di casa, Rosalie, usava un po’ troppe parole.

Ogni frase che diceva conteneva almeno una parola oscena, e questo stonava molto con la sua aria da bambina benedetta da Dio.

“Che è successo?”chiese Alice passando con un bicchiere di latte freddo in mano.

Era una piccola mania di Alice, questa.

Aveva sentito in televisione che una dieta ricca di calcio e di vitamina D diminuiva i dolori mestruali e da allora in casa entrava una quantità indicibile di latticini e pesce.

Alice beveva un bicchiere di latte freddo la mattina e la sera, mangiava uno yogurt il pomeriggio e formaggio durante i pasti, di cui uno era sicuramente a base di pesce.

“Quella cazzo di sveglia non ha suonato e ho perso quel cazzo di autobus e oggi devo assolutamente andare a scuola perché quella stronza della Minervini spiega e quella zoccola della Giuliani interroga.” Borbottò la piccola buttandosi a peso morto sul divano, coprendo il tessuto bianco della spalliera con la cascata dei suoi capelli biondi.

“Rosalie.” Di nuovo coro generale a cui rispose lo sbuffo infastidito della ‘bimba’.

“La accompagni tu, Ed?” chiese Alice sorseggiando il suo latte.

“Devo andare all’università.” Rispose il ragazzo scrollando un po’ le spalle.

“Capito. Vado io.” Disse Alice vuotando quel che rimaneva nel bicchiere.

 

 

“Bella, per favore, devi venire per forza.” Jessica Stanley, di cui tutti avevano capito la pasta anche se era quasi una bambina, non capiva che non c’era verso.

“Primo. Non devo fare niente per forza. Secondo. Perché?” rispose Bella guardando la sua importunatrice scocciata. Non c’era neanche Angela per dividere quella pena, aveva la varicella.

“Ma come perché?” rispose quella infastidita. “Ma allora non mi hai ascolti?” Jessica non si rendeva conto di quanto aveva ragione. “Mi ha chiesto se mi offendevo se mi baciava! Quindi mi vuole baciare. E tu devi essere lì!”

Bella sospirò. “Sì, ma perché?”

“Perché devi fare le foto.”

Bella roteò gli occhi. “Jessica, lo sai che non mi piace andare in pizzeria.”

“Bella Bella Bella.” Iniziò l’oca con aria da una che ti dà l’ultima possibilità. “Se non vieni dico a Eric che ti piace.”

Bella sbiancò. Eric era il suo spasimante più accanito; se Jessica avrebbe detto una simile falsità non se lo sarebbe più tolto dai piedi. Sconfitta, sospirò.

“Verrà anche Lauren.” Aggiunse cauta la bionda.

‘Fantastico’ pensò con ironia la povera vittima innocente. Lauren non le aveva mai parlato, salvo una volta. E l’aveva coperta di insulti perché aveva osato rifiutare suo fratello.

Bella non capiva come mai quasi tutti i ragazzi le andavano dietro.

“Quando?” sputò a denti stretti.

“Stasera alle otto. Ovviamente vieni a casa mia per le cinque così mi preparo. Entriamo?”

“No. Aspetto Rose.”

Jessica fece uscire una specie di risolino. “Sicuramente non viene. Farà filone. Da una ragazzetta come lei si ci può aspettare solo che va lungo il Garigliano!*”

Gli occhi di Bella luccicarono di una rabbia metallica molto pericolosa. Era molto difficile farla arrabbiare, ma quando succedeva… meglio scappare.

E per Bella la sua migliore amica era sacra: guai a parlare male di Rosalie davanti a lei.

“Mi chiedo come possono venirti in mente certe assurdità. Chi penserebbe mai che una ragazzina va al Garigliano? Forse, e dico forse, lo pensi perché tu stessa ci vai e pensi che tutte sono come te!” Bella pronunciò ogni parola con cura, cercando di non prendere a schiaffi Jessica la quale, capendo che aria girava, se ne andò.

In quello stesso momento arrivò Rosalie. “Bella, tesoro!” pigolò uscendo di corsa dall’auto e abbracciando l’amica.

“Rose!”

“Tesoro dopodomani abbiamo il compito di geometria sul Teorema di Pitagora, giusto?” chiese Rosalie che già vedeva una bella insufficienza.

“Sì, ma non tutta l’Unità. Solo quello che ci ha spiegato.” Rispose tranquillamente Bella.

“E cioè?” sollecitò Rose, che andava perfetta a tutte le materia, era inevitabile essendo la migliore amica di un genio, salvo geometria.

“L’applicazione del Teorema base e quella su un triangolo all’interno del quale si formano due triangoli rettangoli.”

“Ammazza. Io non so neanche che cazzo hai detto.”

“Rosie, lo sai che non gradisco le parolacce.” La riprese Bella facendo una smorfia delicata.

“Va bene, By, ma io non so un caz… niente!” sbuffò portandosi una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio. Era un tic anche questo, visto che i capelli erano tenuti dietro da una fascia azzurra.

“Se vuoi domani possiamo fare i compiti insieme. Così magari ti aiuto.” Propose timida Bella. Non le piaceva fare sfoggio dei suoi successi scolastici.

“Ti adoro, Bella! Ma perché non oggi?”

Bella sospirò. “Mi rapisce Jessica.”

Rosalie fece una smorfia. “Povera.”

 

*Il Garigliano è il fiume del mio paese e separa Il Lazio dalla Campania. Anticamente, e spesso anche oggi, lungo il suo corso si possono trovare delle prostitute.


Quando ho visto 12 recensioni sono cadutra dalla sedia. 12 recensioni. Per me è un record. Ma, visto che mi devo sempre rovinare l'umore, non è che avete commentato così in tanti solo per i 2 punti bonus che danno a chi commenta una storia monocapitolo, vero??? Scusatemi, ma sono insicura per natura, ecco anche il perchè di questo aggiornamento-lampo.

googletta: Nono, non la cancello, o meglio non credo. Io sono un anno più piccina di Bella, però ho fatto la primina, quindi stessa classe!

Maria Andrea: Grazie mille!

essebi: Grazie, spero di non deluderti.

SweetCherry: certo, l'età non l'ho scelta a caso! Mi piaceva l'idea che Bella facesse la mia stessa classe, magari per farle vivere le mie stesse sensazioni scolastiche. Poi volevo che Edward fosse maggiorenne, ma non troppo grande. Così cerco di far dutrare la storia un paio d'anni e... ops sto dicendo troppo!

edwardina4e: grazie, ma perchè non ci puoi credere?

giulythebestofthebest: grazie!! Ecco e dimmi se non ti ho deluso!!!

okkidacerbiatta: Et voilà! Spero che non ti abbia deluso...

kandy_angel: oddio riaverti anche qui è un sollievo. Perchè veramente con le recensioni mi hai aiutato molto a Passato e Presente. Spero che anche questa storia ti piaccia come la precedente, anche se mi impegno per non fare gli stessi errori!

alexia__18: Grazie! Spero che sia diversa e interessante, lo spero proprio. Non è che Alice appoggia Tanya, ma ovviamente, è la sua migliore amica... e poi quello che fa Edward sarà proprio sbagliato... poi capirai meglio se seguirai la storia...

Shinalia: grazie! Spero che questa cosuccia chiamata pomposamente storia continui ad attirarti!

I__Freddi: Grazie!!! Beati voi che vi fanno andare su internet nell'ora informatica...

JP più semplice di così: Hai capito benissimo xd.


Se siete arrivati fin qui vi ringrazio immensamente. Spero che i vostri commenti (se ce ne saranno) siano sinceri e senza peli sulla lingua. Vorrei leggere la vostra opinione sincera, così che potrò migliorare me e la mia storia.

Se volete fare quattro chiacchiere vi lascio il mio contatto msn:  luis4-98@hotmail.it

   
 
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