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Autore: Globulo Rosso    31/05/2010    10 recensioni
Shikamaru sospirò. Perché aveva scelto di convivere con una ragazza simile?
"Mi ricordi perché sto con te, Ino?”
“Perché mi ami, che domande!” Già, che domande.

ShikaIno, of course.
Again.
[Quarta Classificata al Contest Gironi e Citazioni-I girone, indetto da hachi92 e Red Diablo sul Forum di EFP]
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction giunta quarta al  Gironi e Citazioni-I girone, indetto da Red Diablohachi92 sul forum di EFP. Ringrazio molto per il loro giudizio e mi complimento -anche se molto in ritardo- con i vincitori della prima manche <3




A Fede, perché crede nell'amore.
E perché crede in me.


Vince sempre lei!


“Non vedo dove sia il problema.”
“C’è invece.” ribatté lei, seccamente.

Shikamaru fece spallucce, girò i tacchi e fece per andarsene. Secondo i suoi calcoli, Ino l’avrebbe richiamato a sé esattamente dopo trentatré secondi. Non uno di più, non uno di meno.

Come lo sapeva? Semplice. La Yamanaka impiegava all’incirca sempre mezzo minuto per raccogliere le idee e per agire. Una dote che lui le invidiava parecchio.

“Shika...” esattamente trentatré secondi, proprio come aveva predetto.

“Si?”  Il ragazzo si bloccò, torcendo leggermente il collo per poterla guardare, senza però voltarsi completamente.

“FOT-TI-TI!” Shikamaru alzò un sopracciglio, sorpreso. Non si aspettava certo una reazione simile, non dopo tutti quei pronostici, che a parer suo, non potevano non essere corretti.

Ma d’altronde si parlava di Ino, non di una donna qualsiasi. Di Ino, una Yamanaka, la contraddizione in persona.

“La prossima volta, fatti furbo. Io non sono il ripiego di nessuno. Se Temari ti ha lasciato, sai che mi cambia...” La coda dorata seguiva i movimenti ciondolanti della ragazza, la quale dava libero sfogo alla sua indignazione commentando pungente la situazione sentimentale –disastrosa- del ragazzo.

“Non mi ha lasciato lei, l’ho lasciata io.” Mormorò lui, senza farsi sentire.

“…non devo accettare il tuo invito solo perché ti senti solo…”

“L’ho lasciata io…” la ragazza non parve udire nuovamente le parole del compagno.

“…Sai, Shikamaru? Dai molto valore alla compassione e alla pietà… non dovresti, un ragazzo abbandonato è già penoso di suo…”

Il volto di lui iniziò a mostrare i primi tratti di insofferenza.

“E poi, non dirmi che mi chiedi di uscire solo per tirarti su di morale. Dai, non è credibile…”

Shikamaru strinse i pugni e respirò rumorosamente, per far notare ad Ino che persino uno come lui poteva perdere le staffe.

“…Ci deve essere un motivo. Vuoi vendicarti? Perché se fosse così sarebbe un gesto ancora più infimo e meschino…”

Nulla, lei proseguiva imperterrita. C’era un modo per chiudere quella -bellissima- bocca?

“…e io che credevo di conoscerti! Dopotutto, già solo il fatto di stare con lei è stato un colpo al cuore, voglio dire, era di Suna! E poi, si parla di Temari! Quella Temari…”

Il limite era stato ignorato, sottovalutato e valicato. Shikamaru non resistette ad un’altra parola, e vuotò il sacco, nonostante le prime esitazioni.

“L’ho lasciata io, e l’ho fatto per te.” Sospirò, con le mani in tasca e l’espressione di una persona che si era appena sacrificata.

Doveva rassegnarsi all’idea di essere innamorato di lei. Non c’era nulla di più semplice, ma allo stesso tempo, di così complicato.

Perché si parlava di lei, e non di qualcun altro.

Ma di Ino Yamanaka, la sua compagna di Team, la sua migliore amica, l’amore nascosto ed ora, rivelato.

Ora cos’avrebbe fatto? Shikamaru ragionò: no, Ino ci teneva, alla sua immagine. Non avrebbe accantonato la sua estrema popolarità per seguire Nara e la sua personale ricerca della felicità.

In mezzo a tante altre storie ed esperienze, il ragazzo perseguiva uno scopo: una vita noiosa.

Era quello che voleva, una vita senza colpi di scena, una casa tranquilla, una donna tranquilla, degli amici tranquilli e via dicendo.

Eppure, perché si cacciava sempre in certi guai? Ino non era, come si vuol dire, il prototipo della noia.

Era estremamente affascinante, estremamente espansiva, estremamente perspicace, ma certamente non noiosa. Non ai suoi occhi, almeno.

“Potevi dirlo prima. Con una tale premessa uscire con te sarebbe stato un piacere, baka.”

Ancora una volta, Ino l’aveva spiazzato.

Altro che vita noiosa, quella che gli si prospettava davanti agli occhi si preannunciava decisamente seccante.

“Ammiro molto la tua sincerità, Nara. Sai colpire il cuore di una donna, questo è poco ma sicuro.”

 

 

Chouji gli passò uno scatolone, ridendo.

Era intrappolato. Intrappolato in quattro mura con una donna di ventitré anni che lo comandava a bacchetta.

“E dai, mica sarà tanto male! Ino deve essere molto dolce…Lo è già con i suoi amici, figurarsi con il ragazzo!”

Shikamaru deglutì, ansioso.

“Tra l’altro, dov’è?”

“Con Sakura, anche lei trasloca dall’Uchiha…” lasciò cadere con un pesante tonfo uno scatolone ricolmo di libri.

Perché non era gay? Avrebbe potuto fidanzarsi con Chouji, colui che lo conosceva fin nel profondo. Sarebbe stato più conforme al suo desiderio di vivere tranquillo. O con Shiho, perché no?

E invece, il suo cuore, il suo cervello e i suoi ormoni avevano optato per una ragazza un pochino più seccante, più autoritaria, più testarda dei suoi gusti.

Si era preso proprio una bella gatta da pelare.

La vita di Shikamaru aveva subito un’accelerazione repentina da quando stava con Ino: non si era accorto degli anni che passavano, non si era accorto nemmeno di aver accettato di convivere con lei.

Come aveva fatto a convincerlo?

Chouji interruppe il filo dei suoi pensieri gettando uno scatolone anch’esso pieno di tomi impolverati.

“Che te ne fai di questi? Hai tempo di leggere, con Ino in casa?” ridacchiò divertito. In effetti, sembrava che il Nara avesse accantonato temporaneamente quella sua pigrizia per stare al passo della compagna.

Ino aveva il potere di spronarlo, non c’è che dire.

“No, ma ciò non toglie che io me li tenga.”

“Ovviamente.”

“Chouji, perché ho detto di sì a Ino?” si lisciò il codino, confuso.

“Semplice, Shikamaru. Perché la ami.”

Lui sospirò, sfibrato.

“Ah, già.”

 

 

“Non credi sia l’ora? Voglio dire…”

“No.”

“Invece sì.”

Shikamaru sospirò. Perché aveva scelto di convivere con una ragazza simile?

“Mi ricordi perché sto con te, Ino?”

“Perché mi ami, che domande!”  Già, che domande.

 

L'immaginazione di una donna è molto veloce; salta dall'ammirazione all'amore e dall'amore al matrimonio in un momento .”

 

Quella frase riaffiorò tagliente dall’inconscio del ragazzo, che non riuscì a trattenere una smorfia di esasperazione.

Le parole del padre, in quel preciso istante, calzavano a pennello. Il problema comunque, era che Ino non aveva immaginato, Ino aveva agito.

Ma perché cazzo non dava mai ascolto ai suoi genitori?

Ce n’erano a migliaia, di ragazze meno seccanti di lei, eppure Shikamaru si era scelto la prima in classifica.

“E perché mi sono innamorato di una seccatura simile, di grazia?”

“Probabilmente è perché non mi trattengo in certe occasioni, Signor Nara.” Ammiccò lei, indicando la stanza di sopra, ovvero la camera da letto.

“Probabilmente anche per quello.”

Convivevano da tre anni oramai. Erano grandi, e la mentalità romantica tipica di qualsiasi donna, aveva trovato spazio anche nella testa della Yamanaka.

Ora sognava una vita di famiglia, come tutte.

“Che ti costa?”

“La libertà.” Sentenziò lui, incrociando le braccia e fissandola negli occhi.

 Oh, i suoi maledettissimi occhi. Li amava, come d’altronde amava qualsiasi cosa di lei.

“Non sei libero, sei già mio, Nara. Te lo sei dimenticato? Ti possiedo da quando hai deciso di stare con me.”

Aveva ragione. Per l’ennesima volta. Doveva ammettere però,  che il fatto che lei lo possedesse non gli dispiaceva affatto.

“Io non me lo ricordo.”

“Io invece sì, molto bene.”

“Vorrà dire che ho poca memoria.” Sentenziò lui, ironico.

“Ammiro la tua capacità di auto-giudizio, Shikamaru.” Gli si sedette sulle ginocchia, con lo sguardo di chi ha in mente qualsiasi cosa, purché sia perversa.

“Vuoi convincermi a sposarti seducendomi? Sono mezzucci, cara. Non me li sarei mai aspettato da te.” Lei gli schioccò un bacio sulla guancia, sorridente.

“E’ una strategia come tante altre, Shikamaru. E comunque, non vorrai che Sakura si sposi con Sasuke prima di me e te, vero? Non te lo perdonerei mai.” Gli diede un bacio a fior di labbra, sempre con lo sguardo puntato agli occhi scuri del compagno.

“Non basta, Yamanaka.”

“Vedremo, Nara.”

Una carezza e un altro bacio, e Shikamaru la sposò.

Inutile dirlo, anche se il suo spirito libero desiderava l’indipendenza, agognava ancor più quella ragazza.

“Cazzo Ino, vinci sempre tu!”

“Avevi qualche dubbio? E poi ammettiamolo Shikamaru: tu sei facile da convincere.”

Il ragazzo sospirò, scrollando la testa. Sorrise, baciandola di nuovo.

La Seccatura, con la S maiuscola, l’avrebbe perseguitato a vita.

E Shikamaru non avrebbe desiderato di meglio.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note Autore: *what if…? Segnalato per quanto riguarda l’accenno al ritorno di Sasuke al Villaggio.

 

 

Disclaimers: i personaggi sopracitati appartengono esclusivamente a Masashi Kishimoto e a TV Tokyo. Provengono dal Manga di Naruto, e sono utilizzati senza alcuno scopo di lucro.

Non mi avvalgo della maternità di essi.

La citazione proviene da un libro di Jane Austen, Pride and Prejudice.

  
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