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Autore: purplebowties    01/06/2010    2 recensioni
Un tempo Chuck e Blair erano adolescenti che si rincorrevano ed io ero un'adolescente che scriveva di loro. Una collezione di storie brevi, frammenti di vita che hanno condotto questi personaggi a dirsi le celebri three words, eight letters. Storie acerbe, leggere e speranzose, un pò come ero io quando le scrissi.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio, Più stagioni
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8 Years Old: AudrEy Hepburn

"Blair, perchè non andiamo da Serena?" chiese Nate, gli occhi assonnati e un'espressione annoiata dipinta in volto.

"Serena è di nuovo senza fissa dimora," gli rispose Blair con una certa tensione. Nessuno, nessuno poteva preferire un pomeriggio nel caotico mondo di Serena Van der Woodsen a Colazione da Tiffany.

"Cosa?!"

Nate sembrava interessato. Blair sbuffò, convenendo che raccontargli la storia e tagliare corto sarebbe stato probabilmente il metodo più rapido per fare in modo che si concentrasse sullo splendore del tubino di Audrey.

"Claus con la C...o con la K?" si fermò a riflettere per un attimo. Dimenticava sempre quale dei due fosse quello con una passione sfrenata per, come diceva suo padre, Biancaneve. "Beh, un Claus," proseguì generica con fare sbrigativo, "ha mollato Lily e lei ha ben pensato di cambiare casa per...riorganizzare il centro delle sue energie," terminò Blair, tentando di ricordare se fosse stata quella l'espressione precisa che aveva utilizzato Serena.

"E quindi?" chiese Nate, incitandola a proseguire.

Blair si trovò a sbuffare per la seconda volta. A volte Nate semplicemente non capiva che lei avrebbe preferito passare il tempo a conversare sui film della Hepburn e su come sarebbe stato favoloso il loro matrimonio, piuttosto che sprecare minuti preziosi a parlare degli svariati mariti della madre della sua migliore amica.

"E quindi, mentre l'arredatrice di Lily si occupa di riorganizzare il centro delle energie, Serena ed Eric sono in una suite del Palace." Sorrise, sperando di aver chiuso una volta per tutte l'argomento Serena.

"Penso che dovremmo andare a farle compagnia," sentenziò Nate, con sguardo deciso.

Blair non rispose, limitandosi a trattenere un'espressione imbronciata. "Ha già compagnia, Nate. Il Palace è l'hotel di Chuck e se lo conosco non avrà perso l'occasione di tormentare un altro essere vivente."

"Oh...d'accordo," mormorò Nate. Sembrava deluso.

"E va bene, andremo da Serena," sentenziò infine Blair, sentendosi contenta quando vide un sorriso spuntare sul viso di Nate. "Ma questa viene con noi!" esclamò, prendendo in mano la cassetta di Colazione da Tiffany.

Nate annuì, sorridendo.

***

Blair era seduta sul letto della suite di Serena, l'espressione imbronciata. Gli altri giocavano a nascondino.

A lei non era mai piaciuto, preferiva i suoi film in cassetta. E così, preso possesso del televisore, se ne stava imbambolata a ripetere a memoria le battute del suo film preferito.

Un giorno sarebbe stata come Audrey, così elegante e perfetta.

"Lui è buono, vero Gatto? Su, vieni qua, povero amore, povero amore senza nome," ripetè meccanica e sorridente insieme a Holly, "ma io penso che non ho il diritto di dargli un nome," proseguì Blair, prima che l'attrice potesse recitare la sua battuta.

"Se vuoi puoi sempre dare un nomignolo a me, Waldorf. Bart lo fa sempre con le mie tate," disse Chuck alle sue spalle.

Blair soffiò innervosita. Ora la giornata avrebbe preso davvero una piega terribile. Non solo il suo fidanzato aveva preferito venire in un hotel a giocare a nascondino con la sua migliore amica piuttosto che stare con lei, adesso Chuck Bass pretendeva di intromettersi nella sua visione di Colazione da Tiffany.

"Ciao anche a te, Bass," lo salutò freddamente, mettendo in pausa il film.

Quel bambino era davvero assurdo, vestito come un adulto e con gli occhi sempre tristi. E poi, chiamava suo padre per nome. Chi diavolo chiama il propio padre per nome?

"Oh, ma io me ne stavo andando," le disse, con un'occhiata altezzosa. "Perché in fondo noi due non ci apparteniamo, è stato un incontro casuale," proseguì, citando Holly.

Le sorrise, con quel suo farfallino e il fazzoletto in tinta nel taschino della camicia. "Ci vediamo a scuola, Blair."

Se ne andò, sparito prima che lei avesse avuto il tempo di salutarlo.

E Blair, rimasta sola, sorrise. Al modo c'era ancora qualcuno capace di apprezzare Audrey Hepburn.

   
 
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