1. ~Lieti momenti da tramandare.
-
Fuori dal mio locale.
Un
tono fermo e glaciale, che non ammetteva repliche, costrinse tre paia
di occhi sbigottiti a posarsi sull'attempato e baffuto gestore dalla
giugulare palpitante, il quale rafforzò la propria
ingiunzione
gesticolando eloquentemente con la mano.
-
Non voglio piantagrane, qui! Levatevi di torno, e non fatemelo
ripetere!
Al
trio non restò altro da fare che cospargersi il capo di
cenere e
guadagnare l'uscita con aria mesta, occhieggiati malamente dagli
astanti del ristorante.
-
Che razza di imbecille sei, eh? - Sbottò Ben all'indirizzo
di Kevin
non appena messo piede oltre la soglia della porta, ad un passo dal
lanciargli una scarpa e fissandolo col caratteristico cipiglio
omicida di chi ti vuol fare a tocchetti. – Almeno ti rendi conto
del casino che hai combinato?
Kevin
scosse la testa ed esclamò, nel patetico tentativo di
alleggerire la
tensione: -Non sei sportivo, vedi come te la prendi? Rilassati
amico, ti ho fatto un favore, quel lavoro non faceva per te.
Per
evidenziare la fine - unilaterale - delle ostilità e
trasmettergli
un messaggio di pace con la consueta delicatezza, gli
mollò
un'amichevole pacca sulla spalla, rassomigliante più a uno
sganassone, che lo colse alla sprovvista e per poco non lo
stampò
faccia a terra.
Gwen,
che assisteva un po' in disparte, si coprì gli occhi con una
mano,
ripromettendosi di apprendere il teletrasporto, prima o poi. Era
abituata da sempre ad interagire con maschi vanagloriosi - era la
storia della sua vita - e pensava di averci fatto il callo, eppure
ogni volta quei due erano capaci di condurla sull'orlo di nuovi ed
inesplorati baratri di disperazione.
Era successo tutto molto in fretta, non aveva quasi fatto in tempo ad accorgersene. Pochi attimi prima che scoppiasse quel parapiglia inumano, Kevin aveva appena finito di sfottere amabilmente la livrea da cameriere di Ben che, a quanto pareva, non mancava di provocargli un'immotivata ilarità. In seguito era passato a lamentarsi della sedia scomoda e del tavolo troppo basso, e poi tempo di stiracchiarsi una gamba che lo scenario si era fatto improvvisamente apocalittico: il decollo di spaghetti al pomodoro, polpette al sugo di carne e zuppa casereccia aveva innescato una bailamme di improperi e sproloqui al vetriolo che, senza l'intervento dell'eroico gestore italiano, sarebbe senz'altro culminata in una scazzottata vecchio stile.
E
purtroppo questo rischio sussisteva ancora, si disse Gwen,
specie dopo
che Kevin aveva provato a mettere una pezza alla deprecabile
situazione che aveva involontariamente causato. Gli si leggeva in
faccia che suo cugino recepisse quel raffazzonato modo di sdrammatizzare
simpatico ed efficace come il proverbiale felino attaccato ai maroni.
Tuttavia,
quelle ferali aspettative vennero disattese, perché Ben
soppresse l'abituale virulenza e non si rivoltò contro l'irriverente responsabile
sputando
fiamme dagli occhi: con la divisa tristemente inzaccherata e i capelli in
disordine si limitò a sedersi sul bordo del marciapiede,
contrito e
a testa bassa, svuotato di colpo da tutte le energie.
A vederlo così si sarebbe detto l'emblema della depressione,
oppure
un profugo appena scappato.
-
Ben, non ti abbattere...troverai presto un altro lavoro, non
preoccuparti!- Tentò subito Gwen, sedendoglisi accanto e
circondandogli le spalle con un braccio. Kevin invece rimase
impagliato lì dov'era, guardando per terra con aria
desolata, come
se avesse appena schiacciato un gattino con l'auto.
-
Apprezzo lo sforzo, cugina, ma vorrei essere lasciato solo, adesso...
– Dichiarò lui slacciandosi l'ormai inutile
grembiule con gesto
melodrammatico, poi continuò, inasprendo la voce - ...Prima
di
commettere azioni di cui potrei pentirmi.
-
Non esiste che ti lasci da solo in un momento come questo! -
Insistette lei, materna – Che ne dici di andare a prenderci
qualcosa da Mr. Smoothies? Solo io e te, naturalmente.
Kevin
fece per aprire bocca ma venne redarguito da un categorico cenno di
Gwen che, fuori dal campo visivo di Ben, mimò il gesto
della
cornetta e gli sillabò col labiale un austero “ti
chiamo dopo”.
“Wow,
non vedo l'ora”, pensò lui, reprimendo la stizza.
✪✪✪✪
Ahem...Scusate
se appesto il fandom scrivendo fanfic ad cazzum, ma non faccio in
tempo a iniziare una raccolta che ho già delle idee per una
nuova
pseudo-long xD La mia vena cazzara è risorta,
urrà! Giubilo e
gaudio. Devo tutto a questi due fluffini e al nuovo fandom, che mi ha
risvegliato dal torpore.
Tornando
alla storia, probabilmente si è capito poco e niente di
questo breve
capitolo che più breve non si può, ma non temete,
in un futuro
assai prossimo ogni cosa verrà chiarita.
Detta
la mia solita trafila di inutilità, passiamo ai
ringraziamenti.
Carissima
Blackhorse96, tu e i tuoi complimenti smodati mi farete innalzare la glicemia xD E' sempre un piacere leggere le tue
recensioni. Perché leggendole regredisco a uno stato
primordiale di
puro crogiolamento insensato, e tutto ciò è molto
bello. Grazie.
Erato1984,
lietissima di averti fatto cappottare xD Sì, è la
verità. Kevin è
imbarazzante. E ludico. E sfrontato. Ah ~ *muore squeeeando*
Piccola
Sakusasu92, sei troppo gentile, mi sento lusingata e pertanto
correrò a nascondermi in un angolino, che mi emoziono
facilmente, io
*o* Comunque non so fino a che punto li farò arrivare, sono
troppo
pudica e non credo proprio di spingermi molto in là xD A
dire il
vero più che pudica sono totalmente imbranata a descrivere
le scene
HOT, sigh.
Bene,
rinnovo i miei più sinceri ringraziamenti. Appuntamento nel
prossimo
capitolo!^^
P.S. Ammazza, quanto sono cattiva con Ben xD