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Autore: Lien    03/09/2005    5 recensioni
6° anno di James, Sirius, Remus e Peter! Storia masticata e rimasticata? Constatatelo voi, ma è la mia prima fic, quindi siate clementi!! ^^" - Sospesa -
Genere: Romantico, Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Rodolphus Lestrange, Severus Piton, Sirius Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ah! Finalmente la mia prima fic!! C'è, in realtà non è la prima che scrivo, ma la prima che pubblico quà.
Questa fic parla del 6° annoa Hogwarts dei miei personaggi preferiti di HP: i Malandrini!!! (e Lily Evans naturalmente)... Ora, contando che di one-shot sui malandrini ce ne sono fino a scoppiare avevo qualche dubbio inizialmente a scriverne una, poi però sapete com'è, la penna va da sola!!
Ma cosa sto ad annoiarvi qua con la storia della mia vita?? Cosa aspettate a saltare a pie pari questa introduzione e a leggere?? No, No, no! scherzavo, ancora una piccola cosa:

Io non posseggo in qualunque modo i personaggi di questa fic (tranne quelli che ho inventato e guai a ki me li ruba) ma appartengono alla Rowling (anche perchè se fossero appartenuti a me il 5° avrebbe avuto finale ben diverso e Peter sarebbe stato sotterrato da 4 metri di terra almeno da due o tre libri!!)

Ora ho finito? No! hihihi ancora alcuni punti: io sono una superpignola in fatto di seguire alla lettera ciò che è scritto nei libri (vi sconsiglio di vedere un film di HP con me perchè bisbiglierei ogni differenza e errore per tutta la durata!) quindi è bandito in questa fic lo yaoi (chi ha letto il 6° sa che anche per Remus nn c'è speranza su questo fronte). Cercherò inoltre di essere abbastanza imparziale vero Minus, ma purtroppo qualche frecciatina me la dovrete concedere!
Ora ho finito? Si!!!! Quindi leggete con comodo (se nn vi siete già stufati!) e mi raccomando, Commentate!!!



Erano le dieci e cinquantasette del 1° settembre quando alla stazione di King’s Cross un ragazzo stava sfrecciando tra le persone in attesa del proprio treno, trainando sul davanti un pesante baule sopra il suo carrello. Il ragazzo era alto, con capelli scuri arruffati che ricadevano a ciocche sugli occhiali, dietro ai quali scintillavano due maliziosi occhi nocciola.
In quel momento stava correndo a tutta velocità verso i binari nove e dieci, ignorando completamente gli insulti che i passanti gli lanciavano quando venivano quasi travolti dal carrello. Arrivato davanti al muro che separava i due binari si fermò, prese un po’ di rincorsa e senza guardarsi in torno per vedere se qualcuno lo stava osservando si lanciò contro il muro, ritrovandosi qualche secondo dopo davanti al rosso e scintillante espresso per Hogwarts, che fischiava sul binario nove e tre quarti pronto alla partenza, puntuale come ogni anno alle undici spaccate.
“Hei James! Come va?” lo salutò una voce da un finestrino e molte altre mani spuntarono dagli scompartimenti mentre lui passava correndo sulla banchina. James ne ricambiò la maggior parte ma senza realmente prestarci attenzione: con tutta probabilità conosceva soltanto un paio tra tutti quei ragazzi. Certo, lui non conosceva tutta la scuola, ma non c’era un solo ragazzo ad Hogwarts che non conoscesse il celebre Potter e i suoi celebri amici. Un ghigno si stampò sul viso del ragazzo che però venne riscosso dai suoi pensieri quando vide il grosso orologio del binario segnare un minuto alle undici.
“Ramoso! In ritardo come al solito?” ghignò da uno scompartimento la voce del suo migliore amico, Sirius Black
I’amico era appoggiato al finestrino con un gomito di fuori, i capelli corvini che scivolavano sugli scuri occhi grigi che gli davano quello straordinario misto tra eleganza e fascino che faceva svenire l’intera popolazione femminile di Hogwarts.
Il ghigno di James si fece più esteso che mai, si avvicinò all’entrata della carrozza, tirò su il baule senza troppi sforzi e con un saltò si ritrovò sul treno, mentre il controllore fischiava e le porte si chiudevano alle sue spalle.
Trascinò il baule per il corridoio. Tra qualche ora sarebbe finalmente tornato ad Hogwarts, sarebbe finalmente tornato a casa. Passare due mesi lontano dai suoi amici era stato insopportabile: normalmente Sirius avrebbe dovuto trascorrere l’estate da lui, dato che era scappato di casa l’anno prima, ma questa volta sua cugina Andromeda lo aveva convinto a stare da lei. Non aveva dato molte spiegazioni a James e per gran parte dell’estate lui ci era rimasto così male che era convinto che appena avrebbe rivisto il suo *amico* gliene avrebbe dette sicuramente quattro. Eppure ora, quando aveva rivisto Sirius affacciato al finestrino gli era passata completamente la rabbia, non gliene fregava più niente di cosa era successo durante l’estate, perche quando aveva rivisto il suo migliore amico, aveva capito immediatamente: si, era tornato finalmente a casa.
“Potter, vogliamo fare notte? Ti vuoi levare?!”, una voce lo risvegliò dai suoi pensieri. Si accorse di essersi fermato nel bel mezzo del corridoio e una ragazza ora gli si era piazzata davanti con l’aria seccata, incrociando le braccia mentre aspettava che il ragazzo si togliesse di torno. Non era molto alta, ma aveva dei folti capelli rosso scuro e profondi occhi verdi.
La ragazza era uscita qualche minuto prima dal suo scompartimento per andare in bagno, ma quando stava per tornare dalle sue amiche si era trovata la strada sbarrata dall’ultima persona al mondo che avrebbe voluto vedere in quel momento: James Potter.
Per un attimo ebbe la tentazione di infilarsi nel primo scompartimento che trovava e barricarsi dentro finche il ragazzo non fosse andato via, ma tanto sicuramente lui l’aveva già vista e lei non voleva che pensasse che lei lo prendesse anche soltanto minimamente in considerazione. Quindi rimase ferma, aspettando che quella voce beffarda che odiava tanto la chiamasse, ma non accadde. La ragazza squadrò Potter diffidente: aveva ancora una mano sulla maniglia del suo baule, ma era fermo, in piedi impalato a guardare un punto imprecisato fuori dal finestrino del corridoio, completamente perso nei suoi pensieri.
Era così buffo, pensava Lily, con quegli occhi nocciola persi nel vuoto, la camicia sneza il primo bottone allacciato e fuori dai pantaloni; senza la sua solita aria sicura e beffarda faceva quasi tenerezza… ma che andava a pensare?! Scosse la testa e si sistemò la gonna; per quanto volesse evitarlo, il suo scompartimento era proprio dietro il ragazzo e lei doveva trovare il modo di passare.
“Allora? Sei sordo? Ti ho chiesto di spostarti!” sbotto la rossa.
James si voltò e appena riconobbe la ragazza il suo ghigno tornò a farsi strada sulle sue labbra. Lily roteò gli occhi al cielo: dio quanto lo odiava!
“Evans! Vedo che la grinta non ti è svanita durante le vacanze!” si avvicinò alla ragazza, una mano scattata prontamente a spettinarsi i capelli già arruffatissimi, “allora, ti sono mancato?” aggiunse sogghignando e allungando una mano verso la testa della ragazza.
Lily indietreggiò tirando uno schiaffo alla mano che si avvicinava pericolosamente “Ho meglio da fare durante le vacanze che pensare ad uno sbruffone arrogante come te!!” e con questo lo spintonò da un lato, ma lui fu più veloce, grazie ai pronti riflessi sviluppati durante gli innumerevoli allenamenti di Quidditch tese un braccio impedendo alla rossa di passare.
La ragazza si trovò ad appena un paio di centimetri dal forte petto del ragazzo e senza volerlo arrossì visibilmente. Poi una voce la fece sobbalzare “Sai che quando ti arrabbi sei ancora più carina?” gli sussurrò piano ad un orecchio Potter, avvicinatosi al suo viso. Si voltò di scatto ritrovandosi di fronte ai suoi lucidi occhi nocciola: era troppo vicino per i suoi gusti, ed un’ombra di panico cominciò ad insinuarsi nella sua mente.
James sembrò accorgersene, perché rise “Cos’è, hai paura adesso Evans?” e le prese una ciocca rosso fuoco portandogliela dietro l’orecchio
Quel gesto sembrò finalmente far riscuotere Lily “fanculo Potter!” e gli tirò un altro spintone riuscendo stavolta a passare.
James rimase a ridacchiare scuotendo la testa, poi riprese in mano il baule e si avviò verso lo scompartimento dei suoi amici.
Arrivato aprì la porta scorrevole trovandosi di fronte ai suoi tre migliori amici: Sirius Black, ancora seduto sul bracciolo del sedile, appoggiato al finestrino; Remus Lupin del quale sbucavano solo i capelli color sabbia e gli occhi ambrati al di sopra di un grosso libro che era profondamente intento a leggere e Peter Minus, che appena era entrato James aveva squittito eccitato, facendo saltare la sua figura rotonda sul sedile e lanciato i suoi occhietti acquosi sull’amico.
Remus abbassò il libro che aveva in mano “Ciao James!”
Il ragazzo gli rispose con un cenno della testa mentre tirava su il suo baule. “Dì un po’, come mai ci hai messo tanto?” chiese Sirius distogliendo lo sguardo dal paesaggio.
“Ho avuto un piacevole imprevisto” sogghignò Ramoso
“Questo imprevisto aveva mica ricci capelli rossi?”
“E piantala!” rispose lasciandosi cadere sul sedile più vicino.
“Allora, James, raccontaci un po’, come sono andate le vacanze?” chiese Remus da dietro il libro, più per farli smettere di battibeccare che per vero interesse. Non sentendo una risposta però abbassò nuovamente il libro scrutando l’amico con un sopraciglio alzato. James stava lanciando sguardi in tralice a Sirius che, di proposito o no, si ostentava a guardare fuori dal finestrino.
“Uno schifo, ecco come sono andate!” rispose infine senza staccare gli occhi dall’amico “E se magari qualcuno non avesse deciso di passare le sue vacanze estive con un manipolo di gente che odia, invece che con il suo migliore amico, forse sarebbero andate diversamente!”
“Senti non è stata colpa mia, ok?” sbotto Sirius improvvisamente voltandosi verso James, “Se hai anche solo pensato per un secondo che preferivo stare con la mia *famiglia* dove tutti non fanno altro che guardarmi come se fossi la più abominevole delle acromantule, invece che a divertirmi insieme al mio migliore amico, bhè si vede che passare l’estate da solo ti ha fatto prendere troppo sole!”
Si guardarono male per un attimo, al di sopra dei capelli color polvere di Peter, poi senza preavviso, James scoppiò a ridere. Remus e Sirius si guardarono allibiti. “Ramoso, sei sicuro di non aver davvero preso troppo sole?”
Ma il ragazzo continuò a ridere “Non, ha ha, non pensavo che davvero te la saresti presa! Dovevi vedere la tua faccia! Ha ha…” Sirius per un po’ lo guardò come se fosse davvero convinto che avesse preso troppo sole, poi si unì anche lui alle risate, trascinando tutti gli altri passeggeri dello scompartimento.
“Scusami, sul serio” aggiunse quando riuscì a riprendersi “ma passare l’intera estate insieme a quel ammasso di altezzosi purosangue non mi lascia certo di buon umore! Se Andromeda non me lo avesse pregato in ginocchio non ci avrei pensato neanche!”
“A proposito, cosa voleva Andromeda da te per rendere la tua presenza così importante?”
Sirius assunse un’aria leggermente preoccupata “già… hem, senti… a questo proposito dovrei dirti una cosa James… quest’anno ad Hogw-“ ma fu interrotto dalla porta dello scompartimento che si aprì, facendo entrare il ben noto gruppo di Serpeverde: Bellatrix Black, Narcissa Black, Rodolphus Lestrange e Severus Piton.
“Bene, bene, ma guarda chi si vede! Black il ribelle, Black il rinnegato!” esordì Bellatrix, facendo ridere il resto delle serpi.
“Cissa, Bella, mi fareste un grandissimo piacere se potreste girarvi e continuare a battere il treno sculettando da un’altra parte, dovervi sopportare tutta l’estate è stato troppo anche per il mio cuore” rispose Sirius poggiandosi una mano al petto con uno sguardo falsamente addolorato. I Serpeverde tornarono seri e Rodolphus si avvicinò a Black mentre James scattava in piedi con una mano sulla tasca posteriore dei pantaloni, pronto a tirare fuori la bacchetta.
“Ti consiglierei di moderare i termini per non fare una brutta fine Black, ma dato che ci tengo a vederti ridotto male, ti consiglio di continuare su questa strada, così ti ritroverai in infermeria ancora prima dello smistamento!”
“Lestrange, non so se te ne sei accorto, ma in questo preciso momento hai tre bacchette puntate dritte sui tuoi gioielli di famiglia e ti ritroveresti a passare dal Quidditch alla danza classica ancora prima dello smistamento” rispose Sirius con un sorriso.
Narcissa fece un gesto con la testa e Lestrange si allontanò. James ghignò “Heilà, Mocciosus! Com’è che tu non hai niente da dire?” disse facendo roteare la bacchetta in aria e riprendendola al volo.
“Potter, non vorrai metterti nei guai ancora prima di arrivare a scuola?” fu Narcissa però a rispondere.
“Mmh, fammici pensare…” James fece finta di soppesare la risposta “divertirmi scagliando una fattura sulle persone più odiose della scuola senza insegnanti intorno e quindi senza il rischio di essere punito? Oh, hai proprio ragione, non mi conviene per niente!”
“Non ti conviene metterti contro i Black, Potter!” rispose adirata Bella>br> “yuuu! E io chi ti sembro?” rise Sirius sventolandole una mano davanti al viso
Ma un ghigno si delineò sul volto di Belatrix “Sai cuginetto, ero convinta che cercssi da anni di rinnegare l’appartenenza alla nostra casata, ma ti sarà difficile evitare la nostra famiglia, sembra che ad Hogwarts i Black sono destinati ad aumentare di anno in anno” e vedendo il risultato sul volto di Sirius sorrise soddisfatta e con un cenno i Serpeverde uscirono sbattendo la porta scorrevole.
“Cavolo Sirius, perché li hai lasciati andare via! Avrei voluto tanto divertirmi un po’ con Mocciosus!” e da lì partì con una tirata contro i Serpeverde che occupò gran parte del viaggio, tra partite a Sparaschiocco e abbuffate di cioccorane.
“Ragazzi, credo sia meglio cominciare a cambiarci, mi sembra di intravedere il castello” li riscosse Remus dal torpore mentre schiacciava il naso contro il finestrino per vederci meglio.
Sirius era sdraiato su due sedili, appoggiato sui gomiti con le gambe incrociate mentre giocava distrattamente con Peter a scacchi magici, mentre James era seduto vicino al corridoio accanto a Peter, poggiando i piedi sull’unico sedile lasciato libero da Sirius, con le braccia dietro alla testa, fantasticando probabilmente sul suo “piacevole contrattempo”.
Si alzarono controvoglia, tirando giù i bauli e indossando lentamente le divise. Peter ebbe bisogno dell’aiuto di Remus per allacciarsi la cravatta rossa e oro, mentre sia James che Sirius la tenevano col nodo largo, semislacciata. Remus li guardò con disappunto scoccando occhiate ai polsini slacciati e alla camicia fuori dai pantaloni, ma un intero anno da prefetto insieme a loro gli aveva fatto capire che non aveva speranze di redimerli.
Scosse rassegnato la testa mentre usciva dallo scompartimento, seguito a ruota dagli altri tre Malandrini.
  
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