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Autore: Annette85    01/06/2010    4 recensioni
I tacchi alti picchiettavano ritmicamente sul selciato di Diagon Alley. Come ogni mattina, la loro proprietaria si stava dirigendo verso la redazione di Strega3000, il tabloid che teneva sempre aggiornate le streghe inglesi sui principali gossip dei personaggi più in vista del mondo magico.[...]
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nota: Nuova storia a capitoli che ha una protagonista molto particolare (non voglio rovinarvi la sorpresa :p), io non la sopporto molto, quindi non spaventatevi se la "maltratto" all'interno della storia.
Comunque vi do un piccolo indizio: questa storia nasce da un'affermazione che Luna fa alla fine di uno dei capitoli della mia storia At the end of July. Chissà quale... XD
Un ultimo appunto, poi vi lascio alla lettura, alcuni personaggi originali, nonché i genitori della protagonista, sono di mia invenzione, quindi gradirei essere avvisata se volete riusarli (anche se sono solo accennati, quindi è un po' difficile riusarli).

Buona lettura^^


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Per un cammello in più

Capitolo 1

I tacchi alti picchiettavano ritmicamente sul selciato di Diagon Alley. Come ogni mattina, la loro proprietaria si stava dirigendo verso la redazione di Strega3000, il tabloid che teneva sempre aggiornate le streghe inglesi sui principali gossip dei personaggi più in vista del mondo magico.

La sede era un grosso palazzo che dava sulla strada principale della via dei maghi e negli anni era stata ingrandita per fare spazio anche alla tipografia che stampava in loco quotidianamente il giornale. All’ingresso un mago corpulento che lavorava come portiere e buttafuori, se ce n’era l’occasione, salutò la giornalista appena arrivata con un sorriso che lasciava scoperti i suoi perfetti denti bianchi e la osservò come sempre con molta attenzione mentre entrava. Non si poteva certo dire che lei non facesse nulla per tenere quegli sguardi lontani da sé, anzi: in più di qualche occasione aveva sorpreso i maghi bloccarsi nel bel mezzo delle conversazioni e seguirla con lo sguardo.

«Buongiorno, Adrian», lo salutò cordialmente, prima di entrare nell’ascensore alla sua sinistra e dirigersi al piano dove lavorava.

Un brusio confuso l’accolse quando mise piede nell’ufficio che divideva con altre cinque streghe, tutte intente a scambiarsi opinioni sulla nuova moda o su questo o quell’altro gossip che stava per essere pubblicato sul tabloid.

«Cosa si racconta nel resto del mondo magico?» chiese col sorriso sulle labbra, attirando così l’attenzione delle altre.

«Ciao, Romilda», la salutò Blanche, una strega bionda che abbondava sempre col trucco per mettere meglio in risalto quello che considerava il punto forte del proprio corpo: gli occhi. «Pare che Carlotta Pinkstone si stia per sposare con un Babbano più giovane di lei di almeno vent’anni. Pensavo che certa gente, per quanto portasse avanti campagne meritorie, si trattenesse dal fare queste cose».

Romilda rise buttando indietro la testa prima di rispondere a quell’affermazione: «Mia cara, dovresti ormai saperlo che quelle come la cara, vecchia Lotty non si trattengono facilmente dal far parlare di sé».

Le altre giornaliste non poterono fare a meno di ridacchiare sommessamente alla conclusione di Romilda.

«Signorina Vane», la voce imperiosa e amplificata del direttore di Strega3000 fece morire le risate sulle bocche delle presenti all’istante. «Potrebbe venire un attimo nel mio ufficio? Dovrei discutere con lei di una cosa».

Calliope e Galatea si guardarono un po’ preoccupate prima di rituffarsi tra le numerose lettere che erano arrivate quella mattina; Odette fece finta di non aver mai smesso di leggere i vecchi appunti per l’oroscopo delle celebrità; Rosalind si accorse solo in quel momento che la piantina sulla propria scrivania stava per lasciarci le foglie e passare a miglior vita, così decise di bagnarla un po’ con un getto d’acqua fuoriuscito dalla bacchetta; Blanche invece cercò di sorridere incoraggiante verso l’interessata.

L’ex Grifondoro si diresse a passo lento verso l’ufficio del direttore chiamando a raccolta il suo sangue freddo. Quando il grande capo chiamava non era mai un buon segno, anzi, poteva voler dire solo due cose: licenziamento o trasferimento. Sperava non si trattasse di nessuna delle due possibilità; lasciare quel posto di lavoro, sia per un motivo che per l’altro, avrebbe significato lasciare un lavoro che le aveva sempre dato numerose soddisfazioni.

Sospirò ricomponendosi prima di abbassare la maniglia della porta ed entrare.

«Buongiorno, direttore», salutò col sorriso sulle labbra. Se lui voleva licenziarla tanto valeva entrare con un’espressione serena, piuttosto che con una faccia da funerale.

«Si sieda», ordinò lui, senza guardarla negli occhi, troppo impegnato a leggere per l’ennesima volta una lettera arrivatagli quella mattina. «Non mi sarei mai aspettato che lei arrivasse a tanto pur di pubblicare un articolo sul nostro tabloid», disse poi incrociando le mani sulla scrivania e osservandola con... era disprezzo quello che Romilda leggeva nei suoi occhi?

«Volevo solo dimostrare che...», tentò di difendersi capendo perfettamente a cosa si riferisse.

«Che cosa? Che lei è una che non si fa problemi a infangare le persone?» chiese lui quasi urlando, alzandosi e girandosi a guardare il panorama fuori dalla finestra per calmarsi almeno un po’.

«Credevo che i pettegolezzi, per diventare gossip da prima pagina, andassero vagliati e confermati. E questo ho fatto io: ho cercato e comprovato ciò che si sentiva in giro», spiegò Romilda cambiando strategia, cercando di non attaccare o di confutare quanto stesse dicendo il direttore. Ammetteva i suoi sbagli e i suoi metodi, ma non per questo doveva risultare colpevole di qualcosa che aveva fatto solo per smascherare l’ennesimo donnaiolo.

«Questa volta ha passato il limite, signorina Vane», disse il direttore voltandosi verso di lei. «Stamattina mi è arrivata questa lettera e sono costretto a sollevarla da qualsiasi altro lavoro».

«Mi sta licenziando?» chiese a bocca aperta, non riuscendo a capire se quel “sollevarla da qualsiasi altro lavoro” fosse una cosa temporanea o meno.

«No, le sto solo suggerendo di farsi una vacanza e tornare tra qualche mese, quando tutto ciò si sarà calmato», spiegò tranquillamente il direttore. «Può andare, ora».

Romilda prima di alzarsi e uscire tentò di dire un’ultima cosa, ma pensò che fosse meglio tacere, onde evitare che quel provvedimento si trasformasse in licenziamento vero e proprio.

Blanche, Calliope, Rosalind, Odette e Galatea guardarono la collega, quasi ex, uscire dall’ufficio del direttore lentamente, con lo sguardo basso e l’aria mesta. Nessuna provò a dire qualcosa, avevano già capito che per qualche tempo non avrebbero visto l’amica in redazione.

«Ci vediamo», disse solo Romilda riprendendo l’ascensore per poi tornarsene a casa. Solo in quel frangente si ricordò che quella stessa sera avrebbe dovuto andare a cena dai suoi. Dargli la notizia della sospensione non sarebbe stato certo facile.


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Sorpresa!

Ok, la smetto.
Se siete giunti fin qui vuol dire che la sorpresa bene o male vi è piaciuta. Di certo il personaggio scelto non è dei più semplici o dei più amati della saga, ma ho pensato che... fosse bene dare una possibilità anche a lei. Penso. Anche se, come ho già detto, tendo a "maltrattarla" nella storia.
Ringrazio come sempre Raf, che mi dà un prezioso aiuto nella stesura di ff del genere e mi sopporta per mesi quando scrivo.
Se la ff vi è piaciuta, se vi ha intrigati o volete anche solo salutare, potete lasciare un commento cliccando sul link qui sotto.
Ora vi saluto e non vi rompo oltre, il prossimo capitolo verrà pubblicato presto, non temete (questa volta non succederà come per le due ff che ho cancellato oggi u_u).

Ciao ciao

   
 
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