Eccomi
qui con un altra Ficer. È una storia semplice, quasi banale,
vagamente ispirata alla canzone “Minuetto” di Mia Martini.
Spero vi
piaccia.
Buona
lettura ^^
“Sono sempre tua,
quando vuoi,
nelle notti più che
mai,
dormi qui,
te ne vai,
sono sempre fatti tuoi.
Tanto sai che quassù male che ti vada avrai
tutta me, se ti
andrà, per una notte...
sono tua...
... la
notte a casa mia, sono tua, sono mille volte tua... “
[Minuetto-Mia Martini]
Staccai dal ristorante,
buttai il grembiule nel cesto, timbrai e uscii di fretta.
Camminai veloce fino a casa, come se
avessi qualcosa da fare, qualcuno che mi aspettasse.
Entrai nell'appartamento.
Quello all'ultimo piano, quello con la
terrazza sul soffitto, quello pagato da lui.
Mi sentivo sempre in debito, anche se
lui aveva detto chiaramente che non voleva niente in cambio.
Come sempre preparai la cena per due.
Non sapevo a che ora, ma sarebbe
arrivato.
Mangiai lentamente, un bocconcino alla
volta.
Poi il citofono.
Come tutte le sere andai a chiedere chi
è.
Come tutte le sere sentii la sua voce
rispondermi.
Sentii, come tutte le sere, i passi
lenti e decisi per le scale.
E come tutte le sere, lo vidi apparire
davanti ai miei occhi.
Bello come sempre, con il solito
ghigno, il solito portamento da re.
Sorrisi, aprii le braccia, pronta ad
accoglierlo.
Si avvicinò in pochi passi, mi prese,
mi strinse, mi baciò.
La solita routine serale.
Chiuse la porta con il piede e mi portò
verso il tavolo.
E da qui, niente sarebbe stato uguale
alle altre sere.
-Come va?- chiese per primo iniziando a
mangiare.
-Uhm, al solito. Anche se oggi mamma
non ha telefonato-.
Strano. Di solito mamma telefonava
sempre dopo pranzo per accertarsi che stessi bene, che non mi fosse
successo niente, per chiedermi di tornare a casa, per sentirsi
rispondere con un gelido rifiuto e riattaccare con voce rotta di
pianto.
-Forse ha capito che sei troppo
testarda- sorrise, scacciando i miei brutti pensieri come un raggio
di sole scaccia le nuvole.
-Tu come stai?-.
-Tutto apposto. La mamma continua a
chiedermi quando ti trasferisci da noi- ridacchiò.
Sorrisi.
Narcissa mi adorava.
Ogni scusa era buona per invitarmi a
cena o pranzo da loro.
-In effetti sarebbe una buona idea...-
buttò lì interrompendo i miei pensieri.
-Come?- chiesi spalancando gli occhi.
Non era mai stato d'accordo con
quell'idea!
-Beh, sì. Ho scoperto che hanno fatto
costruire un'altra casa vicino alla villa. Hanno fatto iniziare i
lavori quando avevo due anni. Era per il mio futuro, per quando avrei
voluto andarmene dalla villa- spiegò mordicchiandosi il labbro.
-Non ti piacerebbe andare a vivere
insieme?- chiese prima che potessi replicare.
Aveva assunto un espressione quasi
supplichevole, le mani protese sul tavolo verso di me.
Ci teneva davvero.
Non sapevo che rispondere.
Abbassai lo sguardo e mi alzai a portare i piatti in cucina.
Un inutile modo per ritardare il
momento della risposta.
Non avrebbe mai lasciato perdere la
domanda.
Si alzò veloce e mi bloccò davanti al
frigo.
Mi prese il volto fra le mani e mi
costrinse a guardarlo negli occhi.
-Ginny, vuoi venire a vivere con me?-
chiese solennemente.
Sembrava quasi una proposta di
matrimonio.
Deglutii rumorosamente.
Il cuore prese a battere forte.
Era quello che volevo?
Passare le mie giornate a prendermi
cura di lui.
Non avere sempre addosso quella
sensazione di solitudine, di incertezza.
Avere un posto da chiamare veramente,
definitivamente casa.
-Draco... io...- farfugliai
distogliendo lo sguardo.
-Ginny, ti prego, dammi una risposta-
mi stava supplicando.
Ci teneva veramente.
Mi amava veramente.
Lo sapevo.
E lo stavo facendo soffrire.
Respirai profondamente, deglutii e
fissai gli occhi nei suoi.
-Sì. Draco, io voglio venire a vivere
con te- dissi sorridendo, il respiro e il battito accelerato.
Sorrise anche lui, dolce, sincero,
bellissimo.
Mi baciò più e più volte tendomi
premuta contro il frigo.
Poi mi prese in braccio, senza smettere
di baciarmi e mi porto nella mia stanza.
Mi distese sul letto.-L'ultima notte- disse piano.
-L'ultima notte in questa casa-
replicai.
Venne sopra di me, ci spogliammo
lentamente a vicenda.
Le labbra corsero avide sul mio collo.
Le mani sicure ed esperte sul mio
corpo.
Dolce, forte, sensuale.
Presente ovunque.
E così, come tutte le sere, ci unimmo
in quella lenta, sensuale danza, i corpi allacciati come pezzi di un
puzzle.
Rosso e oro uniti un unica fiamma di
passione.
Lui, forte e pieno, dentro di me
Io, piccola e fragile, sotto di lui.
Facemmo l'amore, dolce e lento, forte e
passionale, finché la stanchezza non prese il sopravvento e ci
addormentammo abbracciati, fra le coperte candide umide.
Il solito buon odore di sesso
nell'aria, ma con una nota in più.
Una nota che diceva chiaramente che non
era solo sesso.
Che era amore.
Un amore forte, passionale, possessivo.
Che diceva che oltre ogni logica
spiegazione, io ero sua, mille volte sua.
Bene, ora che siete arrivati fino a qua, se vi è piaciuta o vi
ha fatto schifo, se vi ha lasciati indifferenti o se preferivate
passare questi 10 minuti a leggere qualcos'altro, potete dirmelo in una
recensioncina!
Grazie per la vostra attenzione ^^