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Autore: Archangel 06     03/06/2010    1 recensioni
Lei si chiama Angela e viene dall'Italia, lui è Janne, il tastierista dei Children of Bodom, e viene dalla Finlandia. che cosa succedrà quando i due si ri incontreranno dopo un paio di anni a Helsinki, e si renderanno conto piano piano di piacersi? succederà che il dispettosissimo cupido si divertirà a rimescolare le carte in tavola a suo piacimento...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo Children of Bodom'
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Un anno e mezzo dopo...
Quella mattina mi alzai contenta, stiracchiandomi. Quello era il grande giorno! Finalmente dopo un lungo periodo, la Spinefarm Records aveva deciso di metterci sotto contratto, e quel giorno saremmo entrati per la prima volta in sala di registrazione! Ero sovreccitata. Alle nove avevamo appuntamento in sala, e mi ero svegliata alle sette: avevo tutto il tempo per prepararmi con calma. Feci colazione, mi feci la doccia, e mi vestii ben pesante, perché l’estate di Helsinki è estremamente rigida per chi è abituato a un clima mediterraneo, ed uscii, camminando nella neve. Nella mia inseparabile borsa tenevo le bacchette fortunate, quelle che mi aveva inviato Janne per il mio ventitreesimo compleanno. Ci eravamo tenuti in contatto, ci parlavamo ogni tanto via mail, e l’anno precedente mi aveva inviato quelle bellissime bacchette come regalo: erano tutte nere, con dei disegni tribali bianchi, e sotto aveva inciso il suo nome colorando l’incisione con un bianchetto, come denunciavano le sbavature. Non le lasciavo mai da nessuna parte, e non permettevo a nessuno di toccarle, conservandole come una reliquia sacra e usandole solo nei momenti davvero speciali.

Guardavo per terra per non esporre il viso al vento tagliente, e salii le scale che conducevano alla porta esterna della sala in tutta fretta, ansiosa di entrare e scaldarmi. Non mi accorsi di qualcuno che veniva dalla parte opposta, e ci andai a sbattere in pieno, cadendo all’indietro e rotolando giù dagli scalini. Con un balzo l’uomo che avevo urtato mi raggiunse, e mi aiutò ad alzarmi.

“Scusi, non ho guardato dove stavo andando…” dissi, alzando il viso. “Janne!!!” esclamai, riconoscendolo.
“Angela!” esclamò lui. Mi abbracciò, soffocandomi nel giubbotto. “Come stai? È un po’ che non ci sentiamo! Non mi avevi detto che…” disse, guardandola interrogativamente.

“Bene… sono qui per la registrazione del primo cd dei Death Call con la Spinefarm Records! Scusami se non te l’ho detto, però ero talmente presa che mi è completamente passato di mente… Francesco dovrebbe essere già arrivato… non so i session members…”

“Prima registrazione? O- ho! Avete fatto passi avanti eh? E con la nostra stessa label! Ha, complimenti!” disse.
“Grazie… ho le tue bacchette, mi porteranno fortuna!” dissi ridendo.

“A che ora finite? Se vuoi possiamo incontrarci dopo, andiamo a berci una birra, eh?” disse ridacchiando. Si ricordava che ero astemia, evidentemente.

“Vaffanculo stronzo!” risposi con una risata.
“Anche io ti voglio bene tesoro!” rimbeccò lui.
Ci sganasciammo dalle risate per cinque minuti buoni. Janne era un ragazzo davvero adorabile… e un gran figo, oltretutto.
“Devo andare ora… finiremo verso le quattro, penso…”

“Perfetto carissima, passerò a prenderti! Non pensare di andartene senza di me, eh?” disse allontanandosi.

Entrai, con uno strano senso di euforia: mi sentivo ancora più eccitata e piena di energia. Durante le registrazioni, nelle pause, mi sorpresi in pensieri poco casti su me e Janne. Ops. Dovevo essermi innamorata di lui…

***

"Angieeee! Sono qui!” sorrisi, sentendomi chiamare da quella voce che avrei riconosciuto fra mille. “Ciao, Janne!” lo salutai sorridendo. “Dove andiamo di bello? Sono fatta, mi ci vorrebbe una cioccolata calda…”

“Conosco il posto giusto allora” rispose con quel suo sorriso furbetto che mi mandava in pallone quando lo vedevo. Non parlammo durante la strada, troppo freddo. Mi portò in una cioccolateria del centro, dove ci sedemmo ad un tavolino. Ordinammo due cioccolate calde con i biscotti, e mentre aspettavamo iniziammo a chiacchierare senza freni.
“Allora, com’è andata la registrazione? Emozionante vero?”

“è fantastico! Presto uscirà il cd… non mi sembra vero, sono i sogni di una vita che si avverano!” gorgheggiai.
Improvvisamente però, non so perchè, mi tornarono in mente quelle parole che mio padre mi disse prima che me ne andassi di casa. "Non ce la farai mai!" pensavo di averle dimenticate, e invece... Mi intristii per un attimo: Janne se ne dovette accorgere, e mi prese la mano, lasciandomi di stucco.

***

Mi diedi centomila volte dell’idiota. Che cazzo le avevo preso la mano?? Eppure quando le avevo visto quell’ombra passarle sul viso non avevo saputo resistere, perciò tentai goffamente di rappezzare la mia gaffe.
“A cosa pensi che ti ha fatto intristire? Questo è un gran giorno, non essere triste…”
“Non è niente… mi è solo tornato in mente l’ultima volta che ho parlato con i miei genitori” disse lei, sospirando. “Sai… sono anni che non li sento più. Da quando ho mollato la scuola per fare musica…” si appoggiò allo schienale della sedia, ma non tentò di togliere la mano dalla mia.
“Nella mia famiglia tutti hanno sempre amato la musica, ma io sono sempre stata una pecora nera. Tutti amavano la musica classica o leggera, io invece da quando avevo 14 anni mi sono votata al metal… loro non l’hanno mai capito come genere. Ci litigavo spesso, e da quando ho smesso di andare in chiesa è stato anche peggio. I miei zii erano… sono… cattolici molto devoti. Per un po’ sono riuscita a tenerlo nascosto, però poi è venuto fuori, e quello è stato l’inizio della fine. Hanno cominciato a rimproverare i miei genitori di non avermi educata adeguatamente, e a me dicevano di essermi incamminata sulla via della perdizione… bah. Non ci ho più parlato dopo un po’, alla fine ho mollato tutto e mi sono trasferita da Francesco… è il mio migliore amico” disse tutto d’un fiato.
A sentire le ultime parole provai una stretta allo stomaco. È il mio migliore amico. Tuttavia mi costrinsi a sorridere, mentre lei continuava a parlare.
“È grazie a lui se noi Death Call esistiamo. Quando sono in uno stato d’animo particolare per qualche motivo glielo spiego: che sia disagio, euforia, tristezza… qualsiasi cosa, lui capisce. E si sente come me, come se fossimo, non so come dire, collegati in qualche modo… e riesce a comporre. Io poi ci metto il testo, ed è fatta…”
si interruppe quando la cameriera arrivò con il vassoio, e depositò sul tavolino due cioccolate e un piatto. Guardammo il piatto, poi la cameriera, che disse con un sorriso: “I biscotti sono un omaggio della casa… buon appetito!” e se ne andò. Scoppiammo a ridere: i biscotti erano a forma di cuore!! Ci mettemmo a mangiare di gusto chiacchierando del più e del meno. Fra una cosa e l’altra si fecero le sei.
“Ti accompagno a casa?” le proposi. “È buio…” “E una ragazza non deve stare da sola di notte” completò lei sorridendo. Come un anno e mezzo prima.

Quarto capitolo!!
Sweetevil: la storia del secchio l'ho seriamente letta su un fumetto western... Tex docit! :D a me piace di più Janne, e mi dispiaceva che non ci fosse neppure una FF su di lui...

darkdancer: e ma io sono troppo contenta di quello che scrivo, e devo raccontarlo pure a qualcuno! visto che alle altre non interessa, l'unica a portata di mano sei tu XD
   
 
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