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Autore: Salice    03/06/2010    10 recensioni
Un breve spaccato dell'infanzia di Alistair a Redcliffe
(tratta dal capitolo)
- Alistair, cosa ti hanno detto quei ragazzi? - Chiese solamente, senza guardarlo, con la solita espressione pensierosa. Il fatto che qualcuno stesse chiedendo la sua versione dei fatti sconvolse talmente il ragazzino, che ci mise qualche secondo a rimettere insieme le idee.
- Ouch, Umpf, e anche Ahia! - Gli scappò detto, prima che potesse controllare la lingua. Un'occhiata di fuoco del giovane uomo lo fece tornare serio immediatamente. - Oh... Intendevate prima. -
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'L'alba degli Eroi'
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Redcliffe – Fango






- Hai visto quello? E' il figlio bastardo dell'Arle! -
- Chi? Quello con la faccia da scemo? -
Il ragazzino seduto sulla staccionata tirò su con il naso, cercando di ignorare le voci dei due garzoni di stalla che sussurravano alle sue spalle. Saltò giù dalla palizzata, schizzando fango un po' ovunque, e calciando nervosamente un sasso, che andrò diritto a colpire la mangiatoia dei maiali. Gli animali, che grufolavano col muso lì attorno, lo ignorarono.
Come tutti, del resto.
Si girò e raddrizzò le spalle, mettendo in mostra la sua espressione più indifferente e menefreghista prima di voltarsi e allontanarsi.
- Ma tanto ora che l'Arlessa è incinta lo manderanno via di sicuro. -
- Certo, qualunque cosa sperasse di ottenere, non la avrà più! -
Alistair dovette controllare con energia i muscoli della sua faccia, per non dare soddisfazione a quei due ragazzi, di poco più grandi di lui, che non facevano che sparlare di cose che non sapevano.
Era un bastardo, e questo era vero, ma non era il figlio dell'Arle. Sapeva bene che Eamon l'aveva preso con sé per pietà, per non nominare altre situazioni imbarazzanti.
E soprattutto, non sperava di ottenere proprio un bel niente. Redcliffe non gli interessava, non ci teneva a fare il nobile. Avrebbe preferito mille volte essere figlio di contadini, ma avere un padre, una madre e una manciata di fratelli, come tutti i ragazzi normali.
Camminò impettito verso l'uscita dal recinto, con il naso per aria. Era ben deciso ad ostentare un perfetto senso di superiorità, quando qualcosa che non avrebbe dovuto esserci lo fece incespicare e si trovò invece faccia a terra, nel fango.
- Ooops! - Ghignò uno dei due ragazzi. Aveva un volto appuntito da topo, capelli rossicci e fastidiose lentiggini sulla sua faccia soddisfatta. Alistair soffocò un ruggito.
- Sua grazia dovrebbe guardare dove cammina... - Ridacchiò l'altro, un ragazzone dalla zazzera biondo paglia e gli occhi slavati. Si stavano complimentando tra loro per l'arguta mossa, quando Alistair ringhiò e si buttò sui loro stinchi a testa bassa, rovesciandoli nel fango. I due, colti alla sprovvista, non ci misero molto a riprendersi, scalciando e tentando di afferrarlo per i capelli, riuscendoci senza troppe difficoltà. Il ragazzino colpì come meglio riusciva, stringendo i pugni e mirando ai volti confusi e al torace, restituendo gran parte di quello che riceveva. Una vecchia guardia dell'Arle Eamon lo aveva preso in simpatia e gli aveva insegnato qualche trucchetto da rissa di taverna. Grazie a quelle lezioni aveva scoperto di essere bravo ad incassare, ma quei due erano più grandi e più esperti di lui, e in breve venne sopraffatto da una pioggia di pugni. Una mano lo raggiunse allo zigomo e lo costrinse a voltare velocemente il capo, mentre lui annaspava nell'aria e afferrava qualcosa con le dita, strattonando uno dei due per la tunica. Ormai erano tutti e tre viscidi di fango, e le dita scivolavano su pelle e vestiti, senza provocare grossi danni. Uno spintone del ragazzo biondo fece barcollare Alistair all'indietro, ma non riuscì a sbilanciarlo e il ragazzo si buttò su di lui con una spallata. Vicini com'erano per darsi man forte, i due ragazzi slittarono entrambi sulla melma, scivolando in uno strano balletto mentre tentavano di mantenere l'equilibrio. Alistair calciò forte sugli stinchi dei due, mandandoli a terra; sfortunatamente per lui, nella foga dell'azione, perse l'equilibrio, rovinando loro addosso e tornando ad aggrovigliarsi nel brago. Ripresero a spintonarsi, calciando e mordendo anche, e nessuno dei tre si accorse dell'ombra scura che ormai incombeva su di loro.
- Che cosa sta succedendo qui? - Domandò una voce autoritaria e severa, nonostante fosse giovanile. Mentre i due ragazzi si raddrizzavano malamente, facendo dei goffi inchini, Alistair si sfregò gli occhi, tirando via disgustato lo strato di poltiglia marroncina, e si trovò a fissare la figura di Bann Teagan, fratello minore dell'Arle, che lo fissava con espressione severa dalla sella del suo roano da guerra.
- Alistair, vieni con me. - Gli intimò, e condusse il cavallo più avanti, su per il sentiero ripido che costeggiava la collina, conducendolo dal villaggio di Redcliffe fino al castello. Il ragazzino non se lo fece ripetere due volte, e corse dietro il cavallo a grandi falcate, mesto nei suoi abiti ormai inguardabili.

Quando raggiunsero il castello, il fango sulla faccia del ragazzino cominciava già a creparsi, e cadeva in una polverina sottile sui vestiti sottostanti. Alistair pareva una statua sul punto di disfarsi, e lanciava continue occhiate preoccupate in direzione del Bann a cavallo, che invece avanzava con espressione pensierosa e seria, ignorandolo. Il ragazzino si era aspettato una predica sulla sua posizione al castello, sulla necessità di modificare il suo comportamento e sul fatto che Arle Eamon, che era stato per lui come un padre, non si meritava di scoprire in continuazione che si era accapigliato con questo o quel servitore. Tutte cose mortalmente vere, peraltro.
Quando arrivarono davanti al portone, e un servo prese in consegna le briglie dal suo signore, finalmente l'uomo parlò.
- Alistair, cosa ti hanno detto quei ragazzi? - Chiese solamente, senza guardarlo, con la solita espressione pensierosa. Il fatto che qualcuno stesse chiedendo la sua versione dei fatti sconvolse talmente il ragazzino, che ci mise qualche secondo a rimettere insieme le idee.
- Ouch, Umpf, e anche Ahia! - Gli scappò detto, prima che potesse controllare la lingua. Un'occhiata di fuoco del giovane uomo lo fece tornare serio immediatamente.
- Oh... Intendevate prima. Hanno detto che sono il bastardo dell'Arle... E che non otterrò Redcliffe, visto che l'arlessa è incinta. - Le ultime parole furono sputate fuori quasi con disprezzo, assieme ad una energica scrollata di spalle che contribuì a disintegrare quel che rimaneva della maschera di fango sul suo volto. L'uomo sospirò.
- Sono affermazioni così false, Alistair, che tu dovresti mostrarti superiore ed ignorarle. -
Il ragazzino non tentò neppure di spiegare che era stato decisamente provocato, e che comunque, se anche si fosse tappato le orecchie con la cera, quelle voci sarebbero circolate lo stesso; quello che davvero importava a lui, Alistair, era che non si parlasse male dell'uomo che era stato per lui un genitore più di quanto il suo vero padre, da qualche parte nella capitale, sarebbe stato mai.
Entrò a passo di marcia dietro Bann Teagan, stringendo la mascella e tentando di darsi un contegno. Contegno che L'Arlessa Isolde avrebbe ovviamente interpretato come un atto di sfida nei suoi confronti. Ma non gli importava. Non avrebbe ferito Eamon. Non avrebbe ferito l'uomo che era il suo esempio da seguire.






Sproloqui dell'Autrice : Questa breve storiella mi è stata ispirata da una frase del videogioco. Se siete arrivati a Redcliffe con Alistair nel gruppo, avrete sicuramente visto lo scambio di battute tra Bann Teagan ed Alistair, la frase di quest'ultimo è appunto: L'ultima volta che ci siamo visti ero più giovane, e coperto di fango.

Spero via abbia divertito, perchè spero di poter far seguire a breve alcuni dettagli che riguarderanno l'infanzia o la gioventù di altri personaggi, quali Morrigan e Leliana. Consigli e critiche bene accette!


   
 
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