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Autore: Antalya    03/06/2010    3 recensioni
“Evelyn..hai bisogno di pace e tranquillità, staccati da questo mondo fatto di cellulari e citofoni e fai in modo che le tue orecchie possano ascoltare il suono del nulla…” l’avevo guardata un po’ scioccata al suo dire. “Viky…da quando ti sei sposata con il filosofo…mi stai diventando filosofa a tua volta?” le domandai stranita ma atterrita dal fatto che infondo…aveva ragione. Evelyn è una studiosa impegnata in alcune ricerche ma dopo una discussione con la sua amica decide che è davvero arrivato il momento di trovare la pace e la tranquillità che merita e lo fa trasferendosi in un casolare in Irlanda ma li... potrà stare tranquilla?anche se un uomo misterioso apparirà nella sua vita stravolgendola?è questo che vuole? Lo scopriremo passo dopo passo....
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le predizioni sono molto difficili, specialmente per il futuro.
Niels Bohr

Una casa immersa nel verde, completamente circondata da una prateria, con due enormi montagne come sfondo e un laghetto a due km di distanza dalla casa...ecco dove sono finita...nel nulla, nella totale assenza di civiltà e nella totale pace...un luogo paradisiaco per chi come me deve scrivere il manoscritto della sua vita. Seduta presso il tavolo della cucina a sorseggiare il caffè non posso fare a meno di osservare l'ambiente caldo e accogliente.

I mobili in legno con le piastrelline colorate, le tende in tinta, le tazze colorate che da sempre mi hanno affascinata e incuriosita.

Sorseggio il mio caffè macchiato, con un aria sorniona e compiaciuta. Niente può scalfire il mio nuovo animo, niente di niente. In giardino avevo notato, all'arrivo, un bellissimo gazebo con un comodissimo tavolo di legno e sedie comode, adatto per il lavoro e per la quantità di carte che mi trascino da casa.

Accavallo le gambe sotto il tavolo e porto la tazza color turchese, il mio colore preferito, alle labbra sentendo il caldo fiotto scendere sulle mie labbra fino alla gola, un estasi del corpo e della mente...interrotto improvvisamente da un inaspettato inconveniente...chiamiamolo inconveniente. Mentre la mia mente si sta inabissando in pensieri e piccoli brividi ecco che la porta della cucina si spalanca e un uomo si presenta sulla soglia. La mia reazione è immediata, quasi sputo il caffè per la sorpresa e spalanco gli occhi mentre “il tizio” mi sorride e non sembra affatto sorpreso.

“Ah, s'è svegliata... Buongiorno!” mi saluta entrando nella cucina con in mano un secchio e uno sguardo così compiaciuto da sembrare quasi finto.

“Sono contento che si sia riposata, mi avevano detto che avrebbe fatto un viaggio faticoso... fatto colazione? gradisce del latte appena munto?” fa tutto solo questo visitatore inopportuno.

Respiro per un momento cercando di apparire calma e tranquilla ma la mia voce perde un colpo e sento che potrebbe uscire stridula.

“Ma...ma lei chi è?” non riesco a tralasciare lo sgomento.

Mi osserva, punta i suoi occhi scuri su di me e mi osserva con un aria compiaciuta per giunta. E' un uomo molto alto, con i capelli lunghi sul collo nudo e un bel sorriso, lo devo ammettere... scuoto la testa cercando di rinsavire e attendo una risposta da parte sua.

“Come chi sono?Sono Ray...” mi guarda come se dovessi sapere chi è questo Ray ma io non conosco nessun Ray, nessun uomo piacente e completamente affascinante come lui...chiudo gli occhi, mi sto perdendo troppo nei pensieri.

Se ne sta li davanti, con un sorriso veramente disarmante, un paio di fossette sulle guance ispide di barba e la camicia a quadretti dalla quale si scorge una canottiera bianca, jeans che non lo fanno respirare, o almeno questo penso mentre lo osservo, e stivali a metà gamba.

“Lei è il custode?” domando ancora un po' scossa a dirla tutta, non è da tutti i giorni vedere uno sconosciuto entrare in cucina così.

Il suo viso sembra una maschera di emozioni, non sa se ridere o rispondermi, in realtà però credo si stesse trattenendo dal farlo.

“Ehm...Signorina... io sono Ray Olsen...”

“Scusi, ma dovrei conoscerla?” domando stranita.

“Eh... direi che sarebbe il caso...”

“E perchè scusi?”

E' evidentemente divertito, non smette di sorridere e non sa esattamente che cosa dire perchè continua a tormentare il suo fianco con la mano poggiata con maestria e audacia aggiungerei.

“Perchè... lei è seduta sulla mia sedia, nella mia cucina...della mia casa, sul mio terreno, nella mia tenuta!”

All'inizio non mi sono alzata perchè la sorpresa non mi ha fatto reagire come volevo ma adesso potevano alzarmi in venti perchè lo sconforto era tale da farmi venire meno le gambe.

“Si-Si può spiegare meglio?”domando cercando di apparire calma e tranquilla.

“Certamente...” si avvicina e si mette seduto proprio davanti a me con le gambe lunghe accavallate e il gomito sul tavolo.

“Io sono Ray Olsen, questa è la mai tenuta da ben tre generazioni e lei ha firmato un contratto per avere in affitto una parte della mia casa, o meglio l'appartamentino al piano superiore...” spiega lentamente, non sono certo scema ma in quel momento mi sento peggio di un frullato.

“Io ho firmato un contratto...”mormoro cercando di riprendermi dalla botta appena subita.

“Si, e nel contratto si dice che io metto in affitto l'appartamentino e che avrà i migliori comfort e la tranquillità che voi cittadini cercate nelle nostre praterie...”

“Scusi, mi faccia capire un momento...io ho affittato la casa e quindi lei che ci fa ancora qui?”

“Io? Ci abito...la cucina e tutto il resto sono un ambiente comune, non posso accedere solo alla sua stanza ma il resto... è tutto mia signorina...si aspettava che me ne andassi lasciando il mio lavoro a metà?” giocherella con le dita sul tavolo e io mi incanto a guardarle mentre apprendo la notizia.

“Mi perdoni ma... non me ne sono proprio accorta...non intendevo screditare la sua autorità ma io non...”

“...lo sapeva! Non fa nulla, credo che adesso le cose siano chiare...signorina...”

“Evelyn...”

“Evelyn...” lo sta gustando come un cioccolatino fra le labbra “...bene io son Ray, credo che sia il caso che io le spieghi qualche cosa...e magari le potrei fare vedere parte della mia tenuta che ne dice?”

“Dica pure... l'ascolto...”

Non è vero sei distratta, non solo per la sorpresa di esserti trovata qui davanti un vero CowBoy ma anche per il fatto che tu...quel dannatissimo contratto non lo hai letto a fondo, hai solo firmato con disattenzione.

“Ecco come può notare siamo immersi nel verde, nel ventre caldo e morbido di madre natura...io nella mia tenuta ci tengo molto a questo piccolo paradiso...purtroppo la modernità e la voglia dell'uomo di costruire ha distrutto parte delle tenute circostanti ma qui... si vive nella pura vita della prateria.”

Immersi...ventre caldo...paradiso...smettila segui la discussione.

“...quindi può fare qualsiasi cosa, anzi.. dietro la casa ci sono le stalle con vitellini, caprette e pecorelle. Ci sono coniglietti e anche i cavalli... se poi ha un po' di tempo libero le faccio vedere il resto della tenuta e parte del bosco...”

“Si, molto interessante davvero ma io dovrei lavorare...ho approfittato di questa piccola vacanza per fare un po' di lavori...arretrati!” Ray spalanca le braccia come a difendersi e sorride.

“Come vuole...” si alza dalla sedia e mi osserva attentamente ma senza malizia o interesse, solo un viso molto calmo e sereno.

“Sempre a sua disposizione se dovesse servire...” aggiunge mentre sistema la sedia e si volta per tornare di nuovo al suo lavoro.

Mi avevano detto che il padrone voleva mettere in affitto l'appartamento della tenuta ma non immaginavo fosse...così... mi cadde lo sguardo verso una particolare zona anatomica del “Tizio”.

Poi un pensiero all'improvviso, afferro il cellulare e compongo il numero di telefono, attendo un momento fino a quando una voce non mi risponde...fin troppo allegra.

“Eve...tutto bene???”

“Vic...hai scelto tu questo posto?” dall'altra parte del telefono sento un sorrisino trattenuto.

“Si perchè? Hai scoperto l'attrazione principale?”

“Vic... ma come ti viene in mente?”

“E tu avevi bisogno di distrazioni genuine... e a quanto ne so è abbastanza genuino...”

“Vic... tu sei matta”

“E tu sei fortunata...” non posso non sorridere... quella donna mi fa sempre sorridere.

Note:
Intanto vorrei ringraziare chi si sta prendendo la briga di leggere questa mia piccola avventura, sto cercando di seguire l'istinto e il momento di ispirazione e spero che non deluda ne voi ne me.
In ogni caso...Grazie!!!
   
 
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